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Recensione Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival

di: Simone Cantini

Andando in vacanza in Giappone, è davvero impossibile resistere al fascino delle sale giochi locali, vere e proprie trappole per appassionati, capaci di fagocitar in un lampo migliaia e migliaia di Yen. Tra i cabinati più inclini alla rapina, svetta da anni quello caratterizzato da una coppia di tamburi tipici giapponesi che, simili a suadenti sirene, finiscono per ammaliare senza riserve il sottoscritto ogni volta che raggiungo l’arcipelago nipponico. Quindi, pare quasi superfluo sottolineare come sia stato io a recensire la versione current gen di Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival.

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La musica al centro

Non ce ne frega niente di vivere mirabolanti avventure quando ci avviciniamo ad un Taiko, il tamburo tipico del folklore giapponese. Tutto quello che desideriamo è sbatacchiarci sopra le fide bacchette, così da dare sfogo alla nostra indole ritmica più sfrenata. Ma siccome il popolo nipponico non può fare a meno di leggere qualcosa, anche quando si tratta semplicemente di giocare, Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival propone un semplice canovaccio narrativo che, pur rappresentando un mero contorno, vedrà il nostro Don-chan impegnato suonare in varie situazioni. Tutto si svolge tramite piccole scenette statiche, che culmineranno talvolta in una performance attiva del giocatore, tendenzialmente simpatiche e scanzonate, ma non certo in grado di incarnare l’anima pulsante del titolo Bandai Namco: insomma, c’è ma anche se mancasse non se ne accorgerebbe nessuno.

Il core dell’esperienza, come lecito supporre, sarà quindi rappresentato dalle varie modalità di gioco, ovviamente tutte ruotanti attorno alla percussione selvaggia del nostro tamburo virtuale. A tal proposito, alla canonica possibilità di scegliere il brando da interpretare in locale, tanto da soli che contro un altro player in carne ed ossa, Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival abbina un nutrito numero di opzioni collaterali. Parliamo di Guerra dei Giocattoli, La Band di Don-chan e Corri! Dojo Ninja, caratterizzate da meccaniche sicuramente interessanti ed in grado di spezzare la canonica natura ludica che il brand si porta dietro oramai da diversi anni.

Tamburi sociali

Nel primo caso, dovremo costruire un’armata di giocattoli, che andranno a popolare la nostra borsa, ogniuno dotato di peculiari abilità. Questi rappresenteranno le nostre forze in gioco durante la sfida con un altro player e, man mano che inanelleremo colpi a tempo, andranno a scatenare le loro skill, così da ostacolare il match dell’avversario: avremo note fantasma errate, aumenti di velocità, l’oscuramento della visuale e molto altro. Superando le missioni single player, avremo accesso a nuovi elementi, oltre ad andare a rimpolpare l’offerta del negozio in-game, che ci permetterà di acquistare ulteriori giocattoli spendendo le monete guadagnate grazie ad ogni attività di gioco. L’opzione è sicuramente molto interessante e divertente e, oltre che in locale, ci permetterà di sfidare anche altri giocatori grazie alle funzionalità online.

Con la Band di Don-chan daremo, invece, il via ad una vera e propria sessione cooperativa, in cui un massimo di 4 player potrà unirsi per dare vita ad un vero e proprio concerto, suonando uno dei brani presenti nel gioco. Corri! Djo Ninja vedrà sempre fino a 4 giocatori sfidarsi in una folle corse a colpi di tamburo, che verrà resa più ostica da modificatori ed ostacoli che, in maniera del tutto casuale, andranno a complicare lo svolgimento della partita: chi sarà riuscito a percorrere più strada al temine del match sarà proclamato vincitore. Anche in questo caso l’idea di base è veramente simpatica e divertente e, pur ruotando sempre attorno alla meccanica storica della serie, riesce a sparigliare a dovere il consueto mood.

La natura fortemente multiplayer di Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival emerge anche grazie alla lobby online vera e propria, che ci permetterà di lanciarci in sfide classificate ed amichevoli, con le prime che ci permetteranno di dare la scalata alle classifiche globali. Queste saranno resettate ogni mese e, qualora rientrassimo in un determinato range di posizioni al termine di ciascuna tornata, ci ricompenseranno con premi esclusivi, per la gioia di chi ama personalizzare il proprio avatar.

Ed anche in tal senso l’offerta di Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival è davvero ricca, dato che grazie il citato shop interno sarà possibile mettere le mani su di un corposissimo set di elementi accessori, che spazieranno da vestiti e skin per Don e Katsu, a frasi di benvenuto per l’online e giocattoli per l’apposita modalità. Tutto senza che sia richiesto l’esborso di denaro reale, visto che ogni elemento potrà essere sbloccato accumulando la valuta virtuale guadagnata giocando.

Per tutti i gusti

E poi ci sono loro, le vere protagoniste del gioco, capaci da sole di valere il prezzo del biglietto: sto ovviamente parlando delle canzoni che compongono la gigantesca tracklist della produzione. Al solito, ci troviamo al cospetto di decine e decine di brani, che spaziano dalle classiche sigle anime a brani j-pop, vocaloid, OST di videogiochi e produzioni originali. Anche al netto dei numerosissimi DLC acquistabili a parte, parliamo di quasi un centinaio di pezzi, capaci da soli di intrattenere per un numero corposo di ore, vista anche la presenza dei soliti livelli di difficoltà (a proposito, sarà possibile anche allenarci in singole porzioni di ciascuna canzone). Poi, se proprio vogliamo esagerare, sarà possibile accedere al catalogo in abbonamento, contenete circa 800 elementi giocabili, il cui numero è varietà viene aggiornato a cadenza regolare.

Quindi, tutto bello e perfetto, al punto da rendere Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival l’iterazione perfetta della serie? Beh, naturalmente non poteva mancare l’inopportuno rovescio della medaglia che, ahinoi, va ad impattare su quella che è, indubbiamente, la caratteristica più peculiare del brando Bandai Namco: sto naturalmente parlando del controller tamburo che, per nostra sfortuna, vedrà quelli old gen non compatibili con questa nuova versione. Ora, considerando che al momento l’unica possibilità è acquistare la nuova release realizzata da Hori (che costa attorno ai 100 Euro), non si può che rimanere delusi. Vero che si può tranquillamente giocare con il pad, ma oltre ad una minore precisione in occasione dei livelli di difficoltà più elevati, quando è necessario colpire rapidamente un gran numero di note, è anche l’immersione generale a scemare non poco. Fermo restando che, comunque, ci troviamo sempre al cospetto di rhythm game divertente e ben confezionati.

Taiko no Tatsujin: Rhythm Festival arriva finalmente su PS5 e Xbox Series X/S senza aver perso un minimo del proprio smalto, che lo aveva reso un ottimo titolo già nella sua originale incarnazione per Nintendo Switch. Ad una tracklist di base sontuosa e ad un gameplay sempre divertente ed efficace, la produzione Bandai Namco associa anche una manciata di modalità accessorie ben strutturate ed in grado di spezzare la consueta progressione. Per non parlare del comparto online in grado di mantenere sempre alta l’attenzione dei giocatori. Il rovescio della medaglia è rappresentato dalla mancanza di compatibilità con i vecchi controller Taiko, situazione che obbligherà chi è in cerca dell’esperienza più verace all’acquisto di un nuovo, e costoso, pezzo di plastica dedicato.