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Recensione Super Mega Baseball 2

di: Simone Cantini

Sono passati poco meno di due anni da quando ho incrociato il mio pad con il lavoro dei ragazzi di Metalhead, che con il loro Super Mega Baseball erano riusciti a rinvigorire il mio antico amore per questo sport. Sì, perché sin da bambino, complici anche gli anime a tema che iniziarono a popolare le nostre TV locali, avevo sempre nutrito una morbosa curiosità per l’accoppiata palla e mazza (niente allusioni, perversi!), ma vista la lontananza dall’unica città della mia provincia in cui era possibile allenarsi, la passione era rimasta puramente platonica, lenita soltanto dalla simulazioni digitali a 8 bit. È per questo motivo che, dopo aver apprezzato il precedente episodio, ho accettato molto volentieri di testare Super Mega Baseball 2 che, con mia grande felicità, si è dimostrato in grado di correggere i suoi piccoli errori di gioventù.

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Minna no Baseball

Solo pochi giorni fa, il nostro buon Luca vi ha proposto la recensione dell’ultimo MLB The Show, l’unica simulazione di un certo spessore dedicata al baseball attualmente disponibile per console. Bene, pur condividendo il medesimo scenario ludico, Super Mega Baseball 2 non si sogna minimamente di proporre un’esperienza profondamente simulativa come il titolo San Diego, optando per un approccio smaccatamente più arcade, pur non rinunciando ad un solido contorno fisico e statistico. Potremmo quasi vedere la produzione Metalhead, sia per mood che per mero gameplay, come una sorta ipotetico di Everybody’s Baseball, dato che le sensazioni che ci vengono restituite giocando non sono molto dissimili da quelle provate scendendo sul green con il lavoro firmato Clap Hanz. A livello di pure meccaniche, quindi, Super Mega Baseball 2 ripercorre in toto la strada tracciata dal suo predecessore, proponendo una gestione dei lanci e delle battute prettamente arcade, senza però trascurare una convincente gestione fisica delle forze in campo, a cui si accompagna un’intuitiva applicazione degli effetti da imprimere alla palla: nei panni del pitcher potremo gestire la traiettoria, così come saremo in grado di determinare il punto di impatto in fase di swing (a patto di avere un ottimo tempismo). Il sistema sviluppato dal team si è dimostrato ancora una volta intrigante e relativamente semplice da domare, ma non per questo privo di una sua certa profondità. Un po’ più impacciata, invece, la gestione delle fasi di intercettazione delle battute in fase di difesa, dato che non sempre i giocatori sembrano rispondere in maniera immediata ai comandi e, complice l’assenza di indicatori di traiettoria, almeno nelle prime partite non sarà raro mancare la presa per una questione di millimetri. In questo caso sarà bene impratichirsi alla svelta nella lettura dell’ombra della palla: invero un po’ artigianale come soluzione. Poche critiche, invece, possono essere mosse al sistema Ego, che segna il suo ritorno anche in questo episodio: in pratica si tratta del meccanismo che regola la difficoltà generale di Super Mega Baseball 2, e che può contare su 100 livelli distinti, i quali possono essere indipendentemente settati per le due fasi di gioco classiche, così da poter trovare l’equilibrio più ad adatto ad ogni giocatore.

Mazzate in compagnia

Come già accaduto quasi due anni fa, Super Mega Baseball 2 non può ovviamente contare sulle licenze ufficiali delle varie squadre, ma il problema è stato ancora una volta aggirato tramite l’inserimento di team di fantasia liberamente customizzabili ed editabili. Presenta anche la possibilità di giocare in cooperativa, ma senza dubbio la feature più interessante di questa nuova iterazione (che tanto mi era mancata nel vecchio episodio) è rappresentata dalla possibilità di giocare online contro altri player sparsi per il mondo, ed inserire le proprie performance all’interno delle classifiche mondiali ufficiali. Invero durante le mie prove ho riscontrato una certa difficoltà nel trovare sfidanti, ma fortunatamente i ragazzi di Metalhead hanno visto bene di rendere utilizzabile qualsiasi opzione ludica del loro gioco durante il matchmaking, con conseguente salvataggio dei progressi in caso di abbinamento riuscito. Una feature sicuramente gradita, oltre che davvero intelligente. Torna anche il consueto stile super deformed che aveva caratterizzato la scorsa iterazione, qua ancora più pulito ed accattivante che in passato, a cui si accompagna una serie di stadi originali davvero ben realizzati ed interessanti.

Super Mega Baseball 2 prosegue il percorso iniziato nel 2016, proponendo un prodotto che si configura come la naturale e gradita evoluzione del suo predecessore, forte di un gameplay arcade solido e ben costruito, a cui si accompagna la benvenuta modalità online. Non avrà la complessità delle simulazioni più sfacciate, né un comparto grafico in grado di sfiorare il fotorealismo, ma non per questo sarebbe giusto sottovalutare con leggerezza l’esperienza proposta da Super Mega Baseball 2 che, grazie anche all’azzeccato sistema Ego, è in grado di adattarsi ad ogni tipo di giocatore, senza per questo scadere mai nel dozzinale.