
Recensione Suikoden I&II HD Remaster
di: Simone CantiniSe c’è un merito (o demerito, a seconda dei gusti) che si può tributare a PS1, è quello di aver definitivamente sdoganato presso il grande pubblico quel vasto mondo che risponde al nome di JRPG. Inutile sottolineare come gran parte del lavoro sia stato svolto da quel rullo compressore che risponde al nome di Final Fantasy VII, ma se andiamo ad esaminare la sterminata ludoteca della prima macchina da gioco di casa Sony, non sorprenderà di scorgere al suo interno un gran numero di produzioni parimenti interessanti, se non superiori sotto vari punti di vista. E scorrendo tale lista, non sarà difficile incrociare la strada con Konami che, a suo tempo, si fece portavoce di un peculiare modo di intendere il genere, dando vita ad una popolare (e a tratti sottovalutata) saga che torna oggi sulle nostre console grazie a Suikoden I&II HD Remaster.

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Le stelle sono tante, milioni di milioni…
Lo so, se si è tra i fan più mainstream di PS1 viene davvero difficile pensare che ci possa essere un mondo oltre Cloud e soci, eppure in quel lontano 1995 nipponico (1997 in Europa) ci fu molto di cui essere contenti. Quando si parla degli originali, ma anche di Suikoden I&II HD Remaster, la prima cosa che balza alla mente è l’impressionante numero di personaggi che è possibile reclutare per dare vita al nostro party: parliamo, per ciascun episodio, di 108 character differenti, ognuno con le proprie peculiari caratteristiche e storyline, capaci di rappresentare un vero unicum per il genere. I motivi di questo gargantuesco numero di eroi era da ritrovare nel materiale di ispirazione della saga, ovvero un’opera della letteratura cinese del XII secolo, che parlava per l’appunto di 108 guerrieri ribelli.

A gettare ulteriore scompiglio, inoltre, ci pensarono anche alcune intuizioni davvero impreviste per l’epoca, che avevano nel castello del nostro eroe uno dei principali punti di forza: la nostra base operativa, accessibile dopo un certo punto della storia, rappresentava un’entità in continuo divenire, in grado di ampliare la propria conformazione all’aumentare del numero di personaggi reclutati. Un’evoluzione non soltanto estetica, ma anche fattuale, con opzioni ludiche che ne andavano di pari passo ad accrescerne le funzionalità. A questo, poi, si affiancavano battaglie su ampia scala e duelli 1vs1, che sebbene gestiti dal medesimo meccanismo in chiave carta/sasso/forbice (permeati da una notevole dose di aleatorietà), riuscivano a spezzare in maniera efficace la classica progressione a base di scontri più o meno casuali.

Una finestra sul passato
Elementi che, uniti alla possibilità di avere a disposizione un party di 6 guerrieri attivi (divisi in due linee di schieramento distinte), ritroviamo ancora oggi in Suikoden I&II HD Remaster, che ripropone in maniera decisamente fedele quanto visto nelle originali esperienze firmate Konami. Il quadro complessivo, pur al netto delle sue ingenuità figlie di un tempo videoludico assai remoto, risulta oggi ancora molto godibile e fresco, segno evidente di come le buone idee siano restie ad abdicare anche a distanza di anni. Entrambe le esperienze di gioco, difatti, mantengono intatto tutto il loro appeal, pur in presenza di storie tutto sommato prevedibili e prive di particolari guizzi (soprattutto il primo episodio, decisamente più canonico del drammatico secondo troncone), ma che nonostante tutto si lasciano gustare ed apprezzare con estremo piacere.

In tal senso c’è solo da applaudire la scelta della casa nipponica di rendere disponibili tanto ai vecchi fan, quanto alle nuove generazioni, due titoli che avrebbero meritato un’accoglienza sicuramente più calorosa su larga scala. Inutile negare come parte del fascino sia da trovare nell’enorme quantitativo di eroi reclutabili, la maggior parte dei quali necessiterà di essere scovata all’interno del mondo di gioco, oltre che convinta portando a termine piccoli task in odor di quest secondarie. La ricompensa per i nostri sforzi, oltre al citato ampliamento del castello, si porterà in dote la possibilità di avere accesso anche a mosse uniche, legate alla presenza di peculiari individui all’interno del party, che saranno così in grado di dare vita a devastanti attacchi combinati.

Sul fronte ludico, a tirare le fila degli scontri troveremo i classici turni, durante i quali sarà possibile optare per le classiche opzioni attacco/difesa/oggetti, oltre a poter contare sui Sigilli, ovvero gli incantesimi in chiave Suikoden I&II HD Remaster. Questi ricopriranno un ruolo fondamentale all’interno dello sviluppo degli eventi, per motivi che mi sento in dovere di non anticipare a chi non conosce la serie, e potranno essere equipaggiati da ciascun personaggio giocabile, in maniera analoga alle Materia care a Final Fantasy. A completare il tutto troveremo il consueto set di oggetti equipaggiabili ed armi da potenziare, veri punti fissi di ogni ruolistico che si rispetti.

Pulizie sommarie
Insomma, con Suikoden I&II HD Remaster ci troviamo al cospetto di un fedele tuffo nel passato, che ha l’indubbio pregio di riportare alla ribalta una coppia di JRPG sicuramente peculiari ed interessanti. Allora perché il voto che trovate in basso non ci fa strappare i capelli? Beh, i motivi sono proprio da ritrovare nella natura dell’operazione messa in piedi da Konami, che si è limitata davvero al minimo indispensabile. L’elemento che balza maggiormente all’occhio, trattandosi di una semplice rimasterizzazione, è relativo alla grafica che, scegliendo di non abbandonare il mix sprita/3D dell’originale, si è limitata ad un mero upscale della risoluzione, unitamente ad una modifica del rapporto di visualizzazione dello schermo. Tolto un sonoro reso più pulito, c’è davvero poco altro da dire, dato che ci troviamo al cospetto di un’esperienza che ricalca davvero troppo fedelmente quanto visto su PS1. A latitare sono tutti quegli accorgimenti, visti ad esempio in Final Fantasy Pixel Remaster, capaci di migliorare l’esperienza utente, fosse anche la possibilità di salvare a piacimento o scorrere in maniera più rapida i dialoghi.

Soprattutto l’assenza di save point personalizzati, rappresenta davvero una mancanza inspiegabile, visto il modo assai peculiare (e scomodo) con cui i giochi ci consentono di gestire i salvataggi. Sarebbe stato piacevole trovare ad accoglierci uno snellimento del menu di gioco, che ha soprattutto nella gestione di oggetti ed inventario il suo elemento più anacronistico e scomodo, soprattutto nel primo capitolo. Certo, c’è una raccolta di extra disponibile nella schermata principale, ma si tratta davvero di poca cosa. Il risultato finale, pertanto, al netto dell’indubbia bontà del materiale di partenza, è quello di un mero e stringato compitino, apprezzabile unicamente per la possibilità di permettere di giocare ancora oggi ad un pezzo di storia videoludica.

Con Suikoden I&II HD Remaster, Konami consegna alle generazioni attuali e a tutti i nostalgici una coppia di JRPG freschi e divertenti ancora oggi, a quasi 30 anni dal debutto originale del capostipite della serie. Se è difatti possibile chiudere un occhio al cospetto di alcune ingenuità, figlie di un’epoca del gaming assai remota, più difficile e non notare come il lavoro di rimasterizzazione operato dalla casa giapponese sia davvero molto (troppo) essenziale. Ad una grafica e ad un sonoro leggermente ripuliti, difatti, non si accompagnano ulteriori aggiustamenti in grado di stupire il giocatore, sia questi di vecchia che di nuova data. Per lo meno il tutto è proposto ad un prezzo tutto sommato accettabile, soprattutto se si considera l’esborso necessario per poter mettere le mani su delle copie del tempo. Di sicuro, però, sarebbe stato lecito aspettarsi un piccolo sforzo in più da Konami…