Recensione Stuffed
di: Simone CantiniC’è qualcosa di profondamente inquietante nel vedere un orsacchiotto armato fino ai denti combattere contro giocattoli posseduti e creature da incubo in una cameretta da bambino. Stuffed parte da questa premessa surreale e la sviluppa in un FPS roguelike che strizza l’occhio a titoli come Call of Duty Zombies, ma con un’estetica da favola dark. Un bizzarro mix tra le atmosfere di Monsters & Co. e la fanciullesca paura di ciò che si annida tra le suadenti e subdole pareti del sonno, pronto a ghermire chiunque osi chiudere gli occhi.
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Sogni d’oro
Il concept alla base di Stuffed è sicuramente molto originale: impersoniamo un peluche che deve difendere il sonno della sua padroncina da ondate di mostri generati dagli incubi. Come ultimi baluardi della sua cameretta, dovremo vigilare imbracciando delle armi improvvisate, costituite da piccoli giocattoli assemblati alla bell’e meglio, oltre a poter sfruttare alcuni potenziamenti che potremo di tanto in tanto raccogliere all’interno della mappa di gioco. Un’idea tutto sommato interessante e che poggia su premesse indubbiamente intriganti, ma che una volta imbracciato il pad si è rivelata più buona sulla carta che nella cruda pratica.
Chi ha paura dell’uomo nero?
Trattandosi di una produzione pensata prevalentemente con in testa il multiplayer cooperativo, Stuffed si limiterà a proporre una serie di ondate di creature da sconfiggere, il tutto all’interno di mappe generate in maniera procedurale. L’obiettivo sarà sempre quello di superarne 10 (con annesso boss finale), così da poter far superare la notte alla nostra piccola padroncina, prima di ripartire da capo, mantenendo i potenziamenti acquisiti e preparandoci ad affrontare avversari ancora più aggressivi e coriacei.
Ad aiutarci nell’impresa, oltre alle armi citate inizialmente, avremo a disposizione i punti elargiti da ogni nemico sconfitto, che potranno essere impiegati per aprire le porte della casa ed ampliare la superficie e gli elementi a nostra disposizione. Sarà inoltre possibile aumentare di livello, così da ottenere bonus passivi permanenti, in grado di potenziare il nostro morbido alter ego. Si tratta di un concept molto semplice, ma decisamente frenetico ed impegnativo che, come prevedibile, riesce ad esprimere tutto il proprio potenziale se affrontato in gruppo (la cooperativa è disponibile per un massimo di 4 giocatori).
Risveglio improvviso
Questa semplicità di fondo, però, rappresenta anche il vero punto debole di Stuffed, visto che l’assenza di una qualsiasi forma di progressione o modalità aggiuntiva finisce per rendere il tutto alquanto prevedibile dopo poche partite. E a poco servono le possibilità di personalizzazione estetica offerte dalle monete che è possibile ottenere al termine di ogni match. A peggiorare la situazione, almeno nel mio caso, c’è stata la totale impossibilità di reperire compagni per giocare online, situazione che mi ha reso davvero ostico esprimere un parere positivo, anche se armato delle migliori intenzioni.
Pochi guizzi anche per quanto concerne il comparto tecnico, che per quanto presenti una grafica molto pulita ed inquietante al punto giusto nella sua distorta rappresentazione della innocente quotidianità di una bambina, non si presta certo a rubare la scena. Diciamo che tutto è funzionale e proporzionato anche al prezzo a cui il pacchetto viene offerto, ovvero poco più di 12 Euro.
Stuffed è un titolo che nel suo piccolo osa, e per questo merita attenzione. Non è certo un gioco perfetto, anzi, visto come la componente roguelike è poco profonda e la varietà dei contenuti limitata. Se cercate un’esperienza cooperativa fuori dagli schemi, con un’estetica unica e un gameplay immediato, potrebbe anche sorprendervi, ma che possa intrattenervi sul lungo periodo è un’ipotesi alquanto remota, a meno che il team non si rimbocchi le maniche e si impegni a rimpolpare l’offerta complessiva.