Recensioni

Recensione Stealth Inc.: A clone in the Dark

Direttamente dalla “vecchia” Londra gli sviluppatori del team Curve Studios, con il loro ultimo lavoro, provano a riscrivere le regole di un genere ibrido, a metà tra ilplatform puro e il puzzle game, difficilmente collocabile all’interno di un’unica categoria e che si arricchisce, per l’occasione, della componente stealth, un elemento aggiuntivo che scommettiamo riuscirà ad attirare l’attenzione anche dei giocatori più smaliziati.

Il titolo in questione, Stealth Inc.: A clone in the Dark, è stato da poco distribuito sia per PS3 che per Ps Vita, così da poter essere giocato comodamente seduti sul divano di casa o fuori dalle mura domestiche magari, vista la bella stagione, sotto l’ombrellone e a due passi dal mare.

di: Giovanni "Abari" Pinizzotto

Direttamente dalla “vecchia” Londra gli sviluppatori del team Curve Studios, con il loro ultimo lavoro, provano a riscrivere le regole di un genere ibrido, a metà tra ilplatform puro e il puzzle game, difficilmente collocabile all’interno di un’unica categoria e che si arricchisce, per l’occasione, della componente stealth, un elemento aggiuntivo che scommettiamo riuscirà ad attirare l’attenzione anche dei giocatori più smaliziati.

Il titolo in questione, Stealth Inc.: A clone in the Dark, è stato da poco distribuito sia per PS3 che per Ps Vita, così da poter essere giocato comodamente seduti sul divano di casa o fuori dalle mura domestiche magari, vista la bella stagione, sotto l’ombrellone e a due passi dal mare.

Sistemi di sicurezza pericolosi

Trovarsi immersi in un ambiente apparentemente innocuo, ma potenzialmente ostile, con la sola consapevolezza di voler sopravvivere e di dover andare avanti, di sicuro non deve essere una bella sensazione. Nei panni di un clone delle PTi Industries la vita, poi, assume anche il sapore di un qualcosa di insignificante, spoglia di ricordi e triste merce di scambio utile soltanto a misurare l’efficenza del sistema di sicurezza all’interno dello stabilimento industriale.

L’avventura inizia da una sala videosorvegliata per poi svilupparsi all’interno di una dedalica girandola di dislivelli, corridoi e aree tecnologicamente attrezzate, mentre orde di automi verranno immolati per raggiungere il completamento del test di controllo.

Cloni in fuga

Lo scopo del gioco è molto semplice: partendo da un punto A bisognerà arrivare ad un punto B attraversando ostacoli e insidie d’ogni genere. Unitamente alle caratteristiche marcate dei classici puzzle game il titolo offre una corposissima selezione di livelli, la cui difficoltà di risoluzione risulta essere davvero elevata.

I comandi di gioco sono incentrati sugli spostamenti, sulla combinazione di salti, lo sfruttamento di zone d’ombra e (pochi) gadgets che aiuteranno il protagonista solo dopo la prima metà dell’avventura. Ogni schema è caratterizzato da una combinazione di enigmi logici da risolvere e, il più delle volte, riuscire a fare un percorso netto verso la meta, senza sacrificare qualche clone per effettuare dei tentativi, sarà impresa impossibile. Telecamere, portali di teletrasporto, postazioni da hackerare, pulsanti da premere, blocchi da spostare, importantissime zone d’ombre da sfruttare, laser assassini da eludere e salti calibrati da effettuare, sono solo alcune delle insidie e delle azioni che attendono il giocatore al varco. Pensare di non adottare una giusta strategia per poter andare avanti equivale a consegnare i vari droni ad una serie innumerevole di morti, certe e ripetute, con un grado di frustrazione che potrebbe abbattere la soglia di sopportazione.

Velocità e destrezza giocheranno un ruolo predominante, tanto da premiare i più rapidi e bravi con lo sblocco di bonus e livelli aggiuntivi, non da tutti raggiungibili.

La caratterizzazione del personaggio principale è minimale e la scelta di usare come impatto visivo predominante due grandi “occhialoni” aiuterà non poco il giocatore, soprattutto nel segnalargli, con colorazioni diverse, quando si è sottoposti a visibilità o sottoposti a zona d’ombra lontani dai pericoli. Molto comode e utili anche le scritte sullo schermo, a volte da assimilare a suggerimenti di un particolare status, oppure semplicemente pronte a dare un consiglio o a porgere un complimento per un’azione appena compiuta nel migliore dei modi. Una scelta che abbiamo molto apprezzato e che riesce a coinvolgere nell’azione chi sta giocando.

L’invisibilità ti è amica

Il sonoro appare coinvolgente e ben integrato nel pacchetto di gioco, mentre lo stile grafico e le ambientazioni stridono parecchio con i modelli standard cui l’attuale generazione ci ha abituati, ma non per questo il risultato è da considerarsi deludente. Le atmosfere in 2D, con chiari richiami al vintage visivo dei sistemi 16-bit sono un innegabile tuffo al cuore per gli inguaribili nostalgici e per tutti i giocatori che hanno già varcato la terza decade d’età, o sono prossimi a farlo.

Purtroppo, causa la moltitudine di dispositivi che oggi offrono opportunità di intrattenimento videoludico, il giocatore medio potrebbe non apprezzare una tale scelta, ben più congeniale ad offerte mobile di altro tipo.

Il connubio audio/video, tuttavia, rappresenta una scelta azzeccata, godibile e ben amalgamata nel suo risultato finale.

Only Hardcore Gamer 

Stealth Inc.: A clone in the Dark ricalca perfettamente il percorso del titolo originale, Stealth Bastard, presentato inizialmente come esclusiva freeware PC e migrato, adesso, verso altri lidi. Il gameplay appare senza dubbio più adatto a giochi pensati squisitamente per smartphones e tablet, pur non sfigurando anche su console. L’assenza di comandi che sfruttino al meglio accelerometro, touch posteriore e tasti laterali della Ps Vita, di sicuro semplificano le cose, ma amputano non poco l’esperienza complessiva che si sarebbe potuta avere giocando sulla “piccola” di casa Sony.

Il titolo è divertente, intrigante e parecchio complesso, tanto che il giocatore dovrà dar fondo ad arguzia, rapidità di movimento e sagacia per progredire nell’avventura.

Non saranno rari i momenti di frustrazione, ma superare gli ostali, trovare la via di fuga e scampare alla morte, ripagheranno la fatica di ogni istante passato ad imprecare per non aver ancora superato una determinata sequenza.

Lo stile grafico retrò, la possibilità di creare e scaricare nuovi livelli e l’ottimo supporto che sembra essere destinato a crescere con il contributo della casa di sviluppo e della comunità di appassionati (dato il successo del titolo per PC) lasciano ben sperare in un accrescimento duraturo della longevità del titolo.

Poco più di sessanta schemi offerti, già incrementabili tramite un DLC gratuito che ne aggiunge altri venti e un editor livelli che ha come unico limite la fantasia del suo utilizzatore sono un bel biglietto da visita da staccare verso ore di divertimento.