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Recensione Star Wars: Battlefront Classic Collection

di: Luca Saati

Se ripenso adesso ai due Star Wars: Battlefront di Electronic Arts e DICE non posso non provare un senso di delusione per ciò che i due giochi non sono stati capaci di offrire. Un senso di delusione che avevo quasi dimenticato e che è tornato prepotente mentre giocavo a questa Star Wars: Battlefront Classic Collection, una raccolta a cura di Aspyr che include i due Battlefront originali usciti rispettivamente nel 2004 e nel 2005.

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Una galassia di ricordi

Per i più giovani che non hanno avuto modo di conoscere questi due giochi 20 anni fa, i due capitoli originali di Star Wars: Battlefront sono stati sviluppati da Pandemic, team chiuso nel 2009 autore tra gli altri di diversi giochi videogiochi di culto come i due Destroy All Humans!, i due MercenariesThe Saboteur. Ovviamente i due giochi rientrano nel genere degli shooter in cui si poteva passare liberamente dalla prima alla terza persona utilizzando varie classi di personaggi e con in più la possibilità di impersonare gli eroi della saga creata da George Lucas come Luke SkywalkerDarth VaderBoba FettYoda e così via.

Entrambi offrono una campagna singleplayer. Nel primo Battlefront la campagna era divisa in due parti ambientate rispettivamente durante la trilogia originale prequel, consentendo ai giocatori di rivivere le battaglie più iconiche di quei film inframezzando ogni missione con delle scene riprese direttamente dai film della saga. La campagna di Battlefront II invece racconta una storia inedita concentrandosi sul lato più umano dei cloni e il loro rapporto con i Jedi: la storia parte dalle Guerra dei Cloni fino ad arrivare ai momenti successivi all’ascesa dell’Impero con protagonista un clone soldato della Legione 501, una divisione che riceve ordini direttamente dal Cancelliere Supremo Palpatine. 

La campagna del primo Battlefront propone una serie di obiettivi in stile re della collina, o la distruzione di alcuni punti con al proprio fianco soldati e veicoli controllati dall’intelligenza artificiale, veicoli che tra l’altro possono anche essere pilotati. La campagna è più un modo per rivivere battaglie celebri della saga e si presenta ieri come oggi essenziale e alla lunga un po’ ripetitiva. La situazione migliora con il secondo capitolo che offre una varietà di situazioni migliori e viene arricchita da una narrativa decisamente più presente.

C’è la poi la modalità Azione Immediata che getta i giocatori in partite veloci in singolo, co-op (con tanto di supporto allo split-screen), o in multiplayer competitivo. Ci si può unire a playlist di altri giocatori, o crearne di proprie con la possibilità di scegliere le fazioni che combattono tra loro e le mappe, arrivando addirittura a creare un elenco di battaglie che possono essere giocate seguendo un certo ordine. Battlefront II arricchisce Azione Immediata con alcune modalità aggiuntive come Hunt, Capture the Flag, Space Assault (le battaglie spaziali) e Hero Assault che vede gli eroi e i cattivi di Star Wars scontrarsi per raggiungere i 150 punti. Se nel gioco originale del 2005 questa modalità era limitata alla mappa di Mos Eisley, nella riedizione inclusa in questa raccolta il team di Aspyr ha ben pensato di estenderla a tutte le mappe. Inoltre i due giochi rimasterizzati si presentano con alcune mappe bonus.

Chiude il pacchetto di contenuti la modalità Conquista Galattica in cui due fazioni combattono per l’appunto per conquistare la galassia. Immaginate una sorta di tabellone in cui le due fazioni si contendono i pianeti da conquistare. Una fazione inizia il turno scegliendo prima quale pianeta avversario liberare dando il via a una prima battaglia che se vinta consente di avviare una seconda battaglia di conquista. Il turno successivo spetta sempre alla squadra vincitrice, di conseguenza è possibile inanellare una serie di conquiste consecutive dei pianeti. Ogni pianeta conquistato conferisce inoltre un bonus passivo come truppe più forti e precise, la possibilità di schierare un Jedi o Sith sul campo di battaglia e così via. In Battlefront II è dove questa modalità dà il meglio di sé con una flotta che si muove lungo le varie rotte e la possibilità di utilizzare i crediti per sbloccare nuove unità e bonus. L’effetto dipendenza da “un’altra partita e poi stacco” che può creare Conquista Galattica ha dell’incredibile, risultando forse l’elemento meglio riuscito di tutta la produzione.

Giocare a Star Wars: Battlefront Classic Collection e fare quindi questo salto indietro di 20 anni è a tratti rinvigorente con quel suo feeling così essenziale non solo nel gameplay ma anche in tutta la sua struttura di gioco tornando indietro a un’epoca senza sistemi di progressione folli, loot box, sistemi di carte e nuove stagioni ogni due mesi che trasformano quella che dovrebbe essere un’esperienza di gioco spensierata in un lavoro quotidiano.

Una piacevolezza nel giocare che è accompagnata da un restauro grafico di tutto rispetto confermando l’abilità di Aspyr già vista con la Tomb Raider Trilogy in questo tipo di produzioni. A patto di tenere sempre presenti i limiti tecnologici di 20 anni fa, la grafica rimasterizzata di Star Wars: Battlefront Classic Collection risulta molto buona con ottime performance con decine di soldati su schermo, esplosioni e veicoli che scorrazzano in lungo e in largo. C’è da dire inoltre che rispetto alla trilogia dedicata a Lara Croft, i due Battlefront originali accusano decisamente meno il peso degli anni in termini di controlli e gameplay restituendo quindi sensazioni molto naturali pad alla mano ad eccezione del Droideka molto legnoso da controllare e che meriterebbe una patch correttiva.

“It’s a trap!”

Non tutto è però perfetto, specie quando si osserva l’intelligenza artificiale che lascia molto a desiderare ponendosi su di un livello ben inferiore alla classica IA elementare. Giusto per fare qualche esempio spesso mi è capitato di osservare i miei alleati imbambolati alla base, o i nemici che mi prestano attenzioni solo dopo averli attaccati.

E poi c’è il problema più grosso che riguarda il multiplayer praticamente ingiocabile tra lag eccessivo, ping terribile e bug di vario tipo. La stessa Aspyr ha confermato i problemi ed è al lavoro per risolverli, spero, in tempi brevi, anche se la situazione per come è adesso potrebbe richiedere ben più di qualche giorno considerando che mancano proprio i server dedicati per accogliere il numero di giocatori che si era fiondato su questa raccolta. Galactic Conquest inspiegabilmente è giocabile solo in singolo e non in due giocatori. Sul web tra Reddit e X fioccano le segnalazioni sui problemi al multiplayer, ad esempio pare che la versione Xbox Series S si blocca se si tenta di giocare a Conquest in split-screen, o in Hero Assault nessuno riesce a unirsi dalla parte degli eroi.

Mancano poi alcune opzioni che migliorano la qualità della vita come la possibilità di disattivare i controlli invertiti nelle battaglie spaziali, o la presenza della mira assistita in multiplayer che è invece presente in singleplayer.

Commento finale

Star Wars: Battlefront Classic Collection è una finestra su un passato ormai lontano che metteva al centro di tutto un divertimento spensierato e istantaneo, ma allo stesso è una finestra su di un presente che fa di tutto per rovinare il lancio di un videogioco tra bug e problemi di server. Per come è adesso la situazione, l’acquisto è consigliabile solo se si ha intenzione di giocare in singleplayer dove la raccolta mostra il meglio di quello che i due videogiochi di Pandemic potevano offrire. Per chi è interessato al multiplayer magari è meglio aspettare qualche settimana nella speranza che Aspyr risolva quanto prima i problemi che stanno affliggendo la raccolta.