Recensioni

Recensione Star Overdrive

di: Luca Saati

In un’industria videoludica sempre più complessa e competitiva, è un piacere vedere piccole realtà italiane conquistare la scena. È il caso di Caracal Games, team romano ormai navigato con all’attivo tre titoli e un quarto in arrivo. Parliamo di Star Overdrive, in uscita domani – 10 aprile – su Nintendo Switch grazie al supporto dell’editore Dear Villagers. Un gioco che unisce esplorazione in stile Zelda e l’adrenalina di Tony Hawk o SSX, dando vita a un mix originale e curioso.

Per visualizzare i video di terze parti è necessario
accettare i cookie con finalità di marketing.

Odissea su Cebete

La trama di Star Overdrive ci mette nei panni di Bios, un giovane che, dopo un atterraggio d’emergenza sul misterioso pianeta Cebete, è coinvolto in una missione per salvare l’amica Nous. La storia parte con buone premesse, ma non riesce a mantenere l’attenzione del giocatore per tutta la sua durata. Nonostante alcuni spunti interessanti, il racconto si perde in cliché già visti, mentre il mondo di gioco è svelato tramite cassette audio da collezionare, un espediente che aggiunge un po’ di narrazione ma non riesce a risultare mai particolarmente coinvolgente, e in generale la storia fatica a mantenere l’attenzione, scorrendo in modo piuttosto prevedibile.

Inizialmente il controllo del mezzo sembra piuttosto semplice, ma la possibilità di potenziarlo tramite un sistema di crafting aggiunge una certa profondità all’esperienza. Raccolti materiali di vario tipo e rarità, è possibile creare nuovi componenti per migliorare velocità, controllo e altre caratteristiche dell’hoverboard. Purtroppo, il sistema di crafting risulta un po’ frustrante: l’output è casuale, quindi non è possibile sapere con certezza cosa si otterrà. Sebbene l’idea sia buona, la casualità del sistema porta a un’esperienza di gioco che a tratti risulta ripetitiva e poco soddisfacente, soprattutto quando è necessario fare un grinding eccessivo per proseguire. La lentezza iniziale dell’hoverboard, poi, minaccia di spegnere l’entusiasmo per l’esplorazione, rendendo il movimento sulla mappa poco entusiasmante, un aspetto fondamentale in un gioco di questo tipo.

Il combat system di Star Overdrive, tuttavia, riesce a fare un buon lavoro nell’intrattenere. Pur essendo piuttosto semplice, il sistema di combattimento è arricchito dalla possibilità di usare poteri speciali che sbloccano nuove abilità per il protagonista. La keytar, strumento che appare come una semplice tastiera elettronica ma che si trasforma in una spada, diventa il fulcro del combattimento corpo a corpo, con combo facili da eseguire ma efficaci. Inoltre, man mano che si prosegue nel gioco, è possibile potenziare il legame con l’hoverboard, che diventa un alleato in battaglia: si possono impartire ordini per farlo combattere al fianco di Bios, distrarre i nemici o addirittura fargli eseguire attacchi speciali. Peccato che la sensazione di impatto durante i combattimenti non sia sempre soddisfacente: i nemici sono piuttosto anonimi e poco reattivi, mentre il feedback dei colpi lascia un po’ a desiderare. Migliorano però le boss fight, con alcuni momenti esaltanti, come la lotta contro il vermone della sabbia che richiama le atmosfere di Dune.

A spezzare la monotonia arrivano anche i dungeon, ispirati ai sacrari di Zelda, che offrono enigmi e sezioni platform non troppo difficili ma ben bilanciate, che contribuiscono a variegare l’esperienza di gioco e forniscono quel giusto mix di sfida e ricompense che stimola a proseguire nell’avventura.

Sul lato tecnico, Star Overdrive si difende bene, con uno stile grafico in cel shading che rende giustizia ai quattro biomi del pianeta, spaziando tra zone desertiche e ambienti più rigogliosi. Le prestazioni sono generalmente buone, anche se si notano alcuni cali di frame nei momenti più concitati. La colonna sonora, con tracce rock che si inseriscono alla perfezione nei momenti di azione, fa un lavoro eccellente nel mantenere alta l’adrenalina e l’immersione.

The Legend of Nous

Star Overdrive si presenta come un gioco interessante e a tratti coraggioso, che mescola generi diversi con l’ambizione di creare qualcosa di originale. Il gioco di Caracal Games riesce comunque a offrire qualche momento di divertimento grazie a un combat system piacevole e dei dungeon ben riusciti, ma crolla su di una narrativa poco incisiva, un sistema di progressione frustrante e un’esplorazione a tratti noiosa.