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Recensione Split Fiction

di: Marco Licandro

Non è difficile immaginare da dove Hazelight Studios abbia preso spunto per la loro ultima creazione collaborativa. Considerando la situazione odierna dove la IA fa man bassa di contenuto originale e lo rigenera senza il minimo sforzo, è semplice capire come siano arrivati a narrare una storia dove una grande compagnia utilizza un potente macchinario all’avanguardia per sfruttare il lavoro e la mente di aitanti scrittori in erba e rubare loro così tutte le idee.

Ed è proprio nei panni di due scrittrici tra le tante, Mio Hudson e Zoe Foster, che vi immergerete in un labirinto fatto di sogni, immaginazione, e speranze, dove assieme ad un’altro giocatore vi unirete per distruggere i piani del CEO privo d’etica morale: J.D. Rader. Tutto questo nel tentativo di mantenere saldo il rapporto con chi avrà la fortuna/sfortuna di giocare con voi.

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Due controller ed una TV

Hazelight Studios ha trovato la gallina dalle uova d’oro, non tanto in un gioco quanto in un settore gaming, che con il passare degli anni e l’avvento di internet si è fatto sempre più di nicchia: quello dello split-screen cooperativo.

Avete presente il problema che da anni sorge in tutte le case prive di una console Nintendo, quando invitate qualcuno a casa e avete voglia di giocare insieme ma tutti i titoli che avete a disposizione vi invitano ad andare ognuno a casa sua e giocare online con la propria console? Sarà stato proprio per questo che ogni titolo rilasciato dalla compagnia è riuscito a divertire ed essere al contempo apprezzato.

Parliamo di Brothers, A Way Out, It Takes Two, tutti specializzati sulla cooperazione, e ognuno con temi e personaggi diversi. In particolare It Takes Two sembra aver colto l’industria di sorpresa per la gioia e divertimento provati nel giocare il titolo, oltre ad una storia interessante e narrata in maniera simpatica, che riesce a connettere anche le persone che la giocano.

Anche in quest’ultima avventura avrete modo di giocare il titolo in schermo condiviso localmente, utilizzando un secondo controller. Se invece non aveste modo di trovarvi fisicamente davanti la stessa TV, il titolo vi offre l’opportunità di connettervi direttamente online. In questo caso non vi è bisogno che entrambi i giocatori possiedano il titolo, visto che chi lo ha acquistato può invitare l’altro giocatore, che invece sfrutterà l’edizione “Pass Amici” per giocare comunque insieme.

Il potere delle storie

In Split Fiction ci caleremo nei panni di Mio Hudson e Zoe Foster. Quando Raider Publishing chiama, voi, da scrittori, rispondete. Ed è per questo che svariati scrittori in erba, sognanti di essere pubblicati, corrono agli uffici dell’azienda dopo essere stati convocati. Ciò che certo non si aspettavano era quello di dover entrare uno strano macchinario che rende l’immersione nelle proprie storie una realtà.

Nonostante molti accettino, Mio chiede spiegazioni, e ammette di non aver viaggiato per provare un macchinario, ma per poter fare un colloquio affinché venga pubblicata. Alla vista degli scrittori inglobati da una sfera per parte della macchina, Mio si agita, e nell’intento di fuggire dalla situazione, entra a contatto con la sfera di Zoe e si sincronizza con la sconosciuta.

Questa scomoda situazione farà sì che le due si conoscano, e nonostante le differenze di personalità, in qualche modo collaborino e si svelino retroscena sul loro conto. Il tutto nel tentativo di uscire dalla macchina e fermare il piano trapelato del CEO di rubare tutte le loro idee.

Tra Mio, persona logica e poco socievole, e Zoe, positiva e altamente socievole, vi è praticamente un divario di personalità. La prima si diletta a scrivere storie d’azione fantascientifiche, popolate da ninja assassini ed esplosioni solari, mentre la seconda ama il fantasy, le valli incantate popolate dai draghi, e regnate da sovrani dispotici. 

Il contrasto tra le due personalità si incastonerà perfettamente con le ambientazioni ed il gameplay, portando i giocatori a connettere anche con la loro controparte digitale e incuriosendoli per scoprire dove andrà a parare la storia.

Lo spacca-coppie

Se reduci da It Takes Two abbiate in mente di giocare Split Fiction, un avviso: al contrario del precedente titolo, questo sembra rompere le relazioni.

Che siate buoni amici, o una coppia affiatata, il vostro legame verrà messo a durissima prova da un gameplay che richiede molta più logica, riflessi, e sincronizzazione, rispetto ai titoli passati. Vi è infatti un forte dislivello impegnativo tra le zone di gioco, senza che questo sia necessariamente proporzionale al tempo giocato. 

Dati i vari temi legati alle storie e fantasie di Zoe o Mio, sia il tipo di gameplay che le abilità cambieranno e verranno ogni volta spiegate al giocatore tramite una breve zona iniziale che funge anche da tutorial. Dopodiché, inizia la spietata corsa dove non potrete distrarvi dalle bellissime ambientazioni di gioco, ma vi sarà richiesto di reagire rapidamente e senza indugi; pena lo scomporvi, come dopo uno schiocco di Thanos, di fronte al vostro compagno di gioco, a volte delimitando forzatamente anche il suo game over.

Per fortuna, quest’ultimo citato non farà perdere la partita, visto che il titolo ripristinerà i giocatori al checkpoint – invisibile e deciso dal gioco stesso – più vicino, garantendo solo una piccola interruzione di una manciata di secondi nello svolgimento della partita; ciononostante, questo diventa più scomodo nelle battaglie contro i boss o nelle sfide, dato che mentre i primi potrebbero avere un checkpoint nel cambio fase, le seconde potrebbero per forza di cose iniziare sin  dall’inizio, creando frustrazione nelle aree più complesse dove sono richieste alte capacità di sincronizzazione.

In breve: se giocate con un casual gamer, preparatevi a una seduta dallo psicologo a fine partita.

In sincronia o niente

C’è un motivo se milioni di giocatori hanno già giocato ed apprezzato il titolo, e sicuramente il motivo gira intorno alla qualità della narrazione e al suo gameplay.

I paesaggi di gioco sono veramente ricchi di dettagli e bellissimi a vedersi, con uno stile di disegno convincente ed un dettaglio grafico decisamente pulito. L’altro fattore aggiunto è sicuramente la varietà. Nonostante né le ambientazioni e né il gameplay siano completamente innovativi o originali, il fatto di avere due macrotemi quali la fantascienza ed il fantasy, e costanti cambi di gameplay e poteri, fanno sì che il titolo sia un costante stimolo.

A seconda delle fasi di gioco, il titolo sfrutterà le capacità inedite dei personaggi per generare percorsi affini ma diversi, in modo tale che una volta concluso il titolo possiate rigiocarlo nuovamente nei panni dell’altro, e sperimentare così un gameplay completamente diverso.

Queste fasi si alterneranno, ma sostanzialmente saranno divise in:

  • Gameplay libero: un’area moderatamente ristretta dove potrete svagarvi, interagire con l’ambiente, e spassarvela senza un obiettivo, fin quando entrambi sarete pronti per avanzare.
  • Percorsi lineari divisi: stessa direzione per entrambi ma percorsi separati. Ogni giocatore dovrà sfruttare le abilità intrinseche del proprio personaggio  – a seconda della storia in cui si trovano – per poter avanzare. Uno sbaglio, o caduta fuori dal livello non porta penalizzazione.
  • Percorsi lineari condivisi: Simile al precedente ma condividendo lo stesso percorso. In questo caso un giocatore può tornare in vita premendo ripetutamente un pulsante, a patto che l’altro sia ancora in vita. Questo può essere complicato quando occorre sincronizzarsi ed agire rapidamente per aprire percorsi all’altro, visto che la morte di uno implica automaticamente la morte dell’altro.
  • Puzzle: Entrambi i giocatori partecipano attivamente per la soluzione di un unico puzzle, che può essere fisico o ambientale. Spesso e volentieri ha un tempo breve e predefinito, e ha bisogno di sincronizzazione e agilità, o bisognerà iniziare da capo
  • Boss Fights: le battaglie contro i boss richiederanno sicuramente sincronizzazione ma saranno più libere e legate alle abilità del personaggio. Spesso la difficoltà è alta e richiede svariati tentativi falliti per poter passare queste fasi. 

Consigliato?

Così come i precedenti titoli di Hazelight Studios, non possiamo che rimanere estremamente soddisfatti da Split Fiction, il quale vanta un gameplay variato ed un comparto tecnico notevole. 

Il titolo che vedrà Mio e Zoe immersi nella loro stessa immaginazione sarà destinato questa volta ad un pubblico più capace ed avvezzo ai titoli arcade, essendo questo più adrenalinico ma anche più punitivo, penalizzando a volte persino il minimo errore. 

Un po’ di frustrazione sarà normale giocandolo, vista la richiesta di riflessi a volte fulminei e dell’alta collaborazione ed intesa tra i giocatori, ma nonostante l’aumento di difficoltà pensiamo che ne valga altamente la pena.