Recensione Sparkle 2
di: Marco LicandroDa video giocatori quali siete, in passato avrete già sperimentato la profonda influenza che un puzzle-action game può avere su di voi. Che siate di vecchia data e abbiate iniziato da un Puzzle Bobble, o siate giocatori della Domenica ed il vostro unico svago sono interminabili partite a Candy Crash, sapete sicuramente quanto l’azione di far scoppiare sfere o gemme dello stesso colore sia incredibilmente gratificante e accattivante. Se poi, in particolare, avete mai provato Zuma, saprete perfettamente come i livelli si accavallino l’uno sull’altro, richiedendo velocità ed abilità, chiudendovi in un loop ripetitivo dove fermarsi è la sfida più ardua.
Come per quest’ultimo, Sparkle pone il giocatore al controllo di un attrezzo circolare spara sfere. Attorno ad esso vi sarà un percorso che ha un inizio ed una fine, dove scorreranno una serie collegata di sfere di diverso colore, dove non ci è dato sapere la fine. Se le sfere raggiungeranno la fine del percorso, entrando quindi nel foro di uscita, perderemo e dovremo quindi iniziare da capo. Sparkle 2 mantiene la stessa filosofia di gioco, aggiungendo enfasi sulla struttura dei livelli, sullo sblocco di potenziamenti (fino a quattro contemporaneamente), e su una trama basata su luoghi e chiavi da trovare le quali, si dice, una volta messe insieme riveleranno qualcosa di fantastico.
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La difficoltà intrinseca nel gioco sta, una volta presa manualità con i comandi di mira, nel raccogliere rapidamente le informazioni relative al tipo di percorso e combinazione di colori, e successivamente agire in modo rapido e preciso, così da creare combo di esplosioni e garantirci quindi un power-up. Questi sono essenziali per superare i livelli, in quanto la velocità diventerà un fattore ostico andando avanti con i livelli, chiudendoci in situazioni dove mirare e sparare non basterà più. Per questo motivo avremo a disposizione proiettili singoli, per eliminare quella sfera di troppo, o automatici che sparano direzionati in avanti o a spirale. Ed ancora nubi oscure che ingloberanno le sfere vicine, esplosioni, o colorazioni di gruppo e via dicendo. La vera sfida del titolo è rappresentata dalla struttura dei livelli, proponendo dei percorsi all’apparenza semplici, che tuttavia sorprendono ed ostacolano il giocatore quando ormai è troppo tardi. Un semplice ponte per far passare il percorso sia sopra che sotto di esso, ad esempio, costringerà il giocatore a mancare un set di colori dovendo aspettare che questo sia nuovamente nella linea di tiro, favorendo quindi l’avanzare della fila di sfere, e di conseguenza aggravando le possibilità di game over. I percorsi possono essere anche molteplici e non speculari, nonché di lunghezze diverse; e non è un caso isolato il vedersi il proprio attrezzo spara sfere intrappolato nel percorso, vedendo quindi svanire la possibilità di controllare tutto ciò che si avvicina pericolosamente alla fine del percorso.
Ottima la progressione, che cambierà assieme all’esperienza accumulata dal giocatore, offrendogli nuove difficoltà, una velocità di scorrimento sfere maggiore, nonché percorsi più impegnativi, colori più sparsi ed aggiuntivi, il tutto garantendo anche diversi livelli di gioco.
Come longevità non vi è nulla da dire. I livelli sono numerosi e variegati, e se ciò non bastasse sono presenti anche altre modalità: la Survival, che come avrete immaginato, spingerà il giocatore all’estremo in una moltitudine di livelli infiniti, dove si vedrà quanto riuscirete a resistere alle ondate di sfere colorate, la modalità Sfida, che vi metterà alla prova tramite livelli particolarmente ostici, ed infine la modalità Cataclisma, che come avrete intuito dal nome non è proprio una passeggiata al parco. È anche presente un sistema interno di Obiettivi da sbloccare, come può esserlo il creare combo o scoppiare 10mila sfere.
Su Nintendo Switch i controlli sono semplici ed immediati, ma se volete giocare da pro, dovrete giocare in modalità portatile e senza joy-con, direttamente toccando lo schermo. L’abilità di essere totalmente giocabile in modalità touch permette, infatti, di scollegare i joy-con e utilizzare la console in modalità Tablet. Il tocco favorisce lanci precisi e rapidi, permettendovi di concentrarvi sul gameplay piuttosto che sulla mira. Sarà anche possibile inserire un nuovo profilo all’interno del gioco così da non intaccare il proprio salvataggio.
Per concludere, da fan di Zuma, il gameplay, progressione, difficoltà, e sfida rappresentata da Sparkle 2 mi hanno regalato parecchie ore di spensieratezza ma anche di difficoltà, in particolare in quei livelli ostici che solo nel completarli mi resi conto di aver trattenuto il fiato per tutta la parte finale. Unica pecca è il non innovare particolarmente, né permettersi modalità veramente originali tanto da personalizzare il titolo e renderlo autentico. Ciononostante si rivela comunque un ottimo e valido passatempo, nell’attesa di un possibile colpo di genio che scaturisca uno Sparkle 3 dalle dinamiche più interessanti.