Recensioni

Recensione Soul Sacrifice Delta

Piacevole. Sì, è decisamente piacevole constatare come i tempi necessari alla localizzazione di alcuni titoli si stiano fortunatamente contraendo, rendendo più vicini oriente ed occidente. Almeno in alcuni casi, difatti, è diventato un grigio ricordo il dover attendere svariati mesi (se non addirittura anni) prima di poter giocare in lingua a noi più potabile titoli tristemente relegati al solo mercato nipponico. A sovvertire tale pessima abitudine stavolta tocca a Soul Sacrifice Delta, versione riveduta e corretta del titolo per PS Vita già recensito dal sottoscritto giusto un anno fa e rilasciato in madre patria ad inizio 2014. Pronti a immergervi nuovamente nella lettura di Librom?

di: Simone Cantini

Piacevole. Sì, è decisamente piacevole constatare come i tempi necessari alla localizzazione di alcuni titoli si stiano fortunatamente contraendo, rendendo più vicini oriente ed occidente. Almeno in alcuni casi, difatti, è diventato un grigio ricordo il dover attendere svariati mesi (se non addirittura anni) prima di poter giocare in lingua a noi più potabile titoli tristemente relegati al solo mercato nipponico. A sovvertire tale pessima abitudine stavolta tocca a Soul Sacrifice Delta, versione riveduta e corretta del titolo per PS Vita già recensito dal sottoscritto giusto un anno fa e rilasciato in madre patria ad inizio 2014. Pronti a immergervi nuovamente nella lettura di Librom?

Same new story

Più che un seguito vero e proprio Soul Sacrfice Delta può essere semplicemente considerato un more of the same del capitolo originale. Occhio però a non leggere tali parole in senso negativo, visto che Keiji Inafune e i ragazzi di Comcept hanno aggiunto talmente tanta carne al fuoco da rendere il tutto quasi un titolo inedito. Sebbene il canovaccio di base non abbia subito la benché minima alterazione, con il nostro alter ego costretto a rivivere tramite il bizzoso Librom le gesta del suo carceriere Magusar, la trama che tiene in piedi la narrazione di Soul Sacrifice Delta si è arricchita di nuove sfaccettature che vanno ad ampliare il già splendidamente tratteggiato universo di gioco. Ritroveremo quindi la setta di Avalon e suo credo volto a sterminare, sacrificandone le anime, le aberrazioni che popolano l’universo di Soul Sacrifice. A questo intreccio principale stavolta però si vanno ad affiancare due ulteriori storyline: una ci presenterà la già nota gilda di Sanctuarium mentre l’altra introdurrà l’inedita fazione deiGrim ed il suo bestiario ispirato in maniera decisamente contorta al mondo delle fiabe. Sebbene entrambe non stravolgano né modifichino il plot originale, entrambe hanno l’indubbio vantaggio di ampliare e completare la mitologia dell’universo ludico, presentando nuove creature, nuove storie e nuovi personaggi tutti perfettamente caratterizzati e ben amalgamati all’interno del contesto. In aggiunta a ciò l’introduzione dei verdi Grim ha permesso al team di estendere il sistema di scelta morale tramite l’opzione Fatoche, coerentemente all’allineamento neutrale di questo terzo gruppo, farà sì che l’anima della creatura uccisa venga sacrificata o salvata in maniera del tutto casuale. Non manca, inoltre, una nuova serie di appendici narrative che, tratteggiando come sempre in modo esemplare elementi dell’universo di gioco, costituisce un surplus extra ludico di elevato spessore.

Piccoli stregoni crescono

Non trattandosi, come già detto, né di un remake né di un vero e proprio seguito, il gameplay di Soul Sacrifice Delta non ha subito sostanziali variazioni rispetto al capostipite del franchise, scegliendo invece la strada della rifinitura e dello smussamento delle inevitabili criticità. Il tutto sforzandosi di fare tesoro dei feedback rilasciati dagli utenti in seguito ad una esplicita richiesta di Inafune-san. Quello che emerge è innanzitutto un combat system adesso decisamente più snello e frenetico che, grazie soprattutto alla possibilità di combinare tra loro in tempo reale due incantesimi differenti, rende gli scontri più dinamici e al contempo più tattici di quanto fosse in precedenza: ad esempio sarà possibile impregnare una affilata lama di fiamme per dare origine ad una spada infuocata. Oppure, cosa assai gradita soprattutto in occasione degli scontri con i boss, potremo interrompere l’azione per attivare un incantesimo curativo, senza però disattivare (come avveniva in passato) l’incantesimo offensivo attualmente impiegato. Ovviamente anche il set delle offerte ha subito un notevole incremento, ampliando il già nutrito numero di opzioni al pari dei sigilli che sarà possibile incidere sul nostro braccio. Questi ultimi, inoltre, se saggiamente combinati seguendo il nostro allineamento, potranno dare vita ad un fenomeno chiamato Risonanza che fornirà un boost alle caratteristiche proprie dei sigilli equipaggiati. Spazio anche a nuovi rituali che, sacrificando parte del nostro corpo, daranno origine a devastanti attacchi speciali, indispensabili per avere la meglio sui nemici più tosti. Naturalmente, pur presentando la totalità dei capitoli salienti presenti nell’originale Soul Sacrifice, la versioneDelta del lavoro Comcept introduce tutta una serie inedita di missioni secondarie, in aggiunta ad un cospicuo set di attività collaterali, tra le quali spicca il Labirinto di Alice(una sorta di endurance in cui saremo chiamati a resistere a numerose ondate di mostri), prezioso alleato nel caso si voglia fare incetta di nuove offerte, oltre che potenziare il nostro alter ego. Piacevole anche l’inserimento del Bazar che, tramite l’impiego di volti noti ai fan della serie, permetterà di avere accesso a potenziamenti temporanei tramite i quali influenzare le varie missioni, oppure a nuovi elementi con i quali personalizzare il nostro avatar all’interno dell’adesso ricchissimo editor del personaggio. A completare il quadro troviamo una solida modalità multigiocatore cooperativa per 4 giocatori che ricalca in tutto e per tutto quanto già apprezzato lo scorso anno, alla quale si aggiunge un editor di missioni tramite il quale è possibile sbloccare ulteriori elementi di personalizzazione. Insomma, sul fronte contenutistico il lavoro svolto da Inafune ed il suo team è decisamente da lodare, al punto che se confrontato con questa nuova iterazione il vecchio episodio di Soul Sacrifice appare come una sbiadita versione dimostrativa. Peccato che il tutto, nonostante l’innegabile cura riposta in questa lucidatura, sia ancora minato da alcuni difetti concettuali e realizzativi, quali la ripetitività di fondo delle missioni secondarie e la non perfetta gestione della telecamera. Imperfezioni sulle quali si sorvola comunque quasi volentieri non appena ci si rende conto della maestosità del gioco.

Crescere senza cambiare

No, non ci sono stravolgimenti tecnici mirabolanti, questo ci tengo a sottolinearlo in apertura di paragrafo. Quindi se vi aspettavate stravolgenti rielaborazioni grafiche rimarrete delusi. Gli sforzi compiuti dal team, difatti, si sono limitati a rifinire e pulire ulteriormente l’aspetto estetico della loro creatura, migliorando qua è là qualche texture ed aggiungendo alcuni piccoli effetti. Questo almeno per quanto concerne livelli e creature già incontrate in passato. Una maggiore cura per il dettaglio, invece, si nota nelle ambientazioni inedite e nei loro abitanti, decisamente più accattivanti e realizzati in modo più convincente. Ovviamente senza rinunciare allo stile grottesco e contorto tanto caro alla serie, capace di tratteggiare in maniera esemplare un mondo disturbato e decadente. Poche le variazioni anche sul versante sonoro, che ripropone quasi nella sua totalità l’eccezionale soundtrack del precedente capitolo, alle quale si aggiunge una manciata scarsa di nuovi temi comunque all’altezza delle aspettative. Continua (ahinoi) ad essere assente il voice over in lingua originale, sostituito dal canonico doppiaggio in lingua inglese comunque di pregevole fattura.

Non lo nego, dato che le parole scritte lo scorso anno sono là a dimostrarlo, di essere rimasto in parte deluso da Soul Sacrifice. Seppur sorretto da una narrazione intrigante ed originale, a cui si accompagna un gameplay che pur strizzando l’occhio agli hunting game più canonici ha cercato di ritagliarsi un suo personalissimo spazio, la prima prova su PS Vita di Inafune e Comcept mi aveva dato l’idea di essere un prodotto non completamente rifinito. Magari lanciato sul mercato in tutta fretta per rimpinguare una ludoteca in cerca di spessore. Tale impressione risulta corroborata ancora oggi, dopo aver speso svariate ore in compagnia di Soul Sacrifice Delta e della sua massiccia dose di contenuti. Imprescindibile per chiunque abbia amato la prima iterazione del brand, questa versione 1.5 rende finalmente giustizia ad un concept che, pur non rappresentando un becero eye candy capace di far breccia sui player più superficiali, si presenta finalmente come una solida esperienza ricca di personalità. Peccato sia giunto da noi solo in forma digitale, ma almeno si risparmia qualche Euro che male male non fa mai…