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Recensione Songs of Silence

di: Marco Russi

Songs of Silence è l’ultima proposta di Chimera Entertainment, uno strategico che tenta di emergere in un mercato affollato, mescolando gestione di risorse, combattimento in tempo reale e un originale sistema di carte. Pur offrendo idee fresche e una narrazione coinvolgente, il gioco ha alcune carenze che limitano il pieno apprezzamento di questa esperienza strategica.

Un’avventura epica con Lorelai

Il cuore della campagna di Songs of Silence è la sua narrazione, che segue la regina Lorelai in un viaggio per trovare una nuova patria in un mondo in rovina.

La trama esplora temi classici di eroismo e sopravvivenza, ma si distingue grazie al doppiaggio di alta qualità e a personaggi unici, come la stessa Lorelai, interpretata con grande passione. Il racconto, articolato attraverso dialoghi e scene di interazione, dona una profondità insolita per un titolo strategico, e riesce a immergere il giocatore nelle sfide e nelle scelte del regno di Lorelai.

Un gameplay stratificato ma lento

Sul fronte del gameplay, Songs of Silence presenta una struttura che alterna combattimenti in tempo reale con gestione dell’esercito e crescita dei personaggi.

L’innovativo sistema di carte introduce abilità e potenziamenti strategici, che permettono di lanciare attacchi speciali o proteggere le truppe, aggiungendo una dimensione tattica intrigante. Tuttavia, il sistema di progressione è lento, con miglioramenti e nuove carte difficili da ottenere, soprattutto nelle prime fasi, rendendo il ritmo della campagna meno dinamico di quanto ci si aspetterebbe.

La modalità Skirmish: una vera sorpresa

Se la campagna lascia spazio a miglioramenti, la modalità Skirmish risplende come la parte migliore del gioco. Qui, senza le limitazioni di risorse e progressione della campagna, i giocatori possono esplorare la piena profondità strategica del titolo.

Skirmish permette di personalizzare le partite, scegliendo fazioni, classi e impostazioni della mappa, garantendo sfide più bilanciate e un’ampia libertà di scelta. La modalità offre quell’esperienza “da tavolo” nostalgica che riporta ai giochi di strategia classici, risultando avvincente e rilassante al tempo stesso.

Conclusione

Songs of Silence porta alcune idee innovative nel genere strategico, specialmente grazie alla modalità Skirmish e al sistema di carte, offrendo un buon livello di intrattenimento per gli appassionati del genere. Tuttavia, la campagna non raggiunge lo stesso equilibrio, con problemi di progressione e bilanciamento che minano l’esperienza complessiva. È un titolo promettente che merita attenzione, ma richiede qualche rifinitura per affermarsi come un classico dei giochi strategici