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Recensione Sociable Soccer 25

di: Simone Cantini

Magari leggere il nome di Jon Hare non fare scattare alcun campanello in molti di voi, ma se come il sottoscritto avete vissuto i ruggenti (e mai troppo rimpianti) anni dell’Amiga di casa Commodore, sarà davvero difficile trattenere una lacrima di commozione. Al designer britannico e alla sua Sensibile Software si devono, difatti, alcuni dei giochi più iconici della macchina a 16 bit (Wizball, Mega Lo Mania e Cannon Fodder vi dicono nulla?), capaci di caratterizzarne in modo indelebile la sterminata ludoteca. E tra i quali si può tranquillamente annoverare uno dei titoli calcistici arcade più belli e completi di sempre, che è da pochissimo sbarcato anche su console in quella sua peculiare nuova incarnazione che risponde al nome di Sociable Soccer 25.

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Palla al centro

Ho ancora perfettamente scolpiti nella mente i ricordi legati a Sensibile Soccer, una vera mosca bianca nel mio curriculum videoludico, visto come sono smaccatamente assai refrattario ai titoli sportivi. Certo, qualche eccezione c’è sempre stata, come nel caso di Everybody’s Golf (maledetta sia sempre Sony per aver sfanculato Clap Hanz), ma è innegabile come il titolo in questione rappresenti per me un vero must, visto l’impressionante quantitativo di ore trascorso in sua compagnia. E che ai tempi della scuola superiore mi vide bandito da ogni tipo di torneo, vista l’abilità sviluppata con l’esperienza, che mi rendeva capace di fare goal da ogni posizione del rettangolo di gioco.

Capite, pertanto, come l’arrivo di Sociable Soccer 25 sulle home console rappresenti per me un vero tuffo nel passato, vista la mia smaccata refrattarietà nei confronti dei calcistici sin troppo realistici e simulativi, che richiedono di destreggiarsi tra millemila pulsanti anche solo per poter fare il più elementare dei movimenti. Qua è tutto molto più snello e semplice, con un pulsante demandato ai passaggi, uno ai cross ed uno ai tiri, tutti regolabili per mezzo di un after touch gestito tramite lo stick analogico. Per tutto il resto, ovvero dribbling ed amenità varie, ci limiteremo a sfruttare semplicemente la nostra abilità di sgusciare attraverso le maglie del team avversario, lasciando i funambolismi ai pesi massimi del genere. Tutto, in Sociable Soccer 25, sprizza arcade ed accessibilità da ogni poro, rendendo l’adattamento alle meccaniche di gioco un processo estremamente rapido ed intuitivo. Con buona pace di chi ama la complessità a 360°.

Puntare al top

Un gameplay tanto esile quanto efficace, che potrà essere applicato ad una carriera non troppo complessa a livello strutturale, ma comunque longeva ad appagante: una volta scelta la nostra squadra tra il corposissimo numero di team a disposizione (sono disponibili le squadre dei maggiori campionati mondiali, sebbene non tutte su licenza), dovremo dare la scalata alle varie divisioni, potenziando e rimpolpando man mano il nostro roster. Partiremo con un piccolo gruppo di “scappati di casa”, non certo in grado di reggere l’urto con i campioni più blasonati, ma man mano che giocheremo potremo far guadagnare esperienza ai nostri atleti, oltre a sbloccarne di nuovi tramite un sistema simil FUT, seppur decisamente più in piccolo. I nomi presenti sono quelli reali, grazie all’accordo con FIFPro, e a deficitare sarà soltanto la loro rappresentazione sul terreno di gioco, estremamente stilizzata. La carriera sarà accompagnata da alcune classifiche, il cui meccanismo rimane in certi casi un po’ criptico, vista l’assenza di spiegazioni dettagliate.

Naturalmente non mancano anche tornei che si prefigurano di riproporre in chiave videoludica quelli più importanti del panorama calcistico, come le competizioni di lega o le varie coppe nazionali ed internazionali. In questo caso dovremo semplicemente selezionare il team preconfezionato tra quelli presenti, ovviamente basati sulle controparti reali, senza che ci sia data però la possibilità di pomparne i membri nel corso della competizione. A chiudere il cerchio troviamo la classica modalità amichevole per 1 o 2 giocatori, con il limite imperdonabile di poter giocare unicamente in locale.

O divano o morte

La mancanza più impattante che si avverte in Sociable Soccer 25, difatti, è l’assenza di una qualsiasi modalità online, se si escludono le già citate classifiche presenti nella carriera, un limite davvero imperdonabile per un titolo sportivo moderno. Se si pensa che la versione di Sensible World of Soccer disponibile per PC, e portata avanti da un semplice gruppo di appassionati, lo consente senza problemi, oltre a garantire la stessa impressionante mole di contenuti (costantemente aggiornati) che erano presenti nell’installazione originale, viene difficile non inarcare un sopracciglio. Così come dispiace constatare l’assenza della possibilità di organizzare tornei e campionati custom, poco importa se solo in locale, a suo tempo un vero must dei pomeriggi passati in compagnia degli amici.

Se si sorvola su questi macroscopici limiti, quello che resta di Sociable Soccer 25 è un titolo fresco e divertente, caratterizzato da un comparto estetico minimale, ma comunque gradevole e calzante con le finalità della produzione. Senza infamia e senza lode il sonoro, con i classici rumori da stadio che intervallano i rimbalzi della palla durante i match (i cori digitalizzati su Amiga, purtroppo, sono un mero ricordo). Per lo meno la title track fa la sua sporca figura, e riporta in auge l’estro compositivo di Jon Hare, pur non raggiungendo le vette di iconicità di quella War Has Never Been So Much Fun che accompagnava le stilizzate carneficine di Cannon Fodder. Ah, tutto è localizzato in italiano.

No, Sociable Soccer 25 non è Sensibile Soccer, visto che la creatura di Tower Studios non racchiude, purtroppo, al proprio interno tutto il fascino di questa produzione oramai leggendaria. C’è però molto del calcistico a 16 bit in questo scanzonato e divertentissimo calcistico arcade, che ha nel suo DNA le fondamenta ludiche del capolavoro firmato da Jon Hare e soci. Veloce ed accessibile, Sociable Soccer 25 farà comunque la felicità di chi rimpiange quegli ammassi di pixel capaci di dare vita a match altamente spettacolari, pur nella loro essenzialità stilistica, di cui recupera in pieno il peculiare e minimale mood. Peccato soltanto per l’assenza di una qualsiasi modalità online e la possibilità di dare vita a competizioni personalizzate, due carenze davvero imperdonabili per un titolo del genere. Se siete nostalgici come il sottoscritto, però, l’acquisto non può che essere altamente consigliato, visto anche il prezzo tutto sommato contenuto.