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Recensione Snooker 19

di: Simone Cantini

Da bravo italiano, quando mi trovo piacevolmente costretto a dovermi confrontare con un panno verde, confesso di sentirmi maggiormente a mio agio se si parla di Carambola o Goriziana, preferendo un tavolo privo di buche e popolato da minuti “ometti”. Pertanto, nonostante la disciplina in questione sia estremamente popolare, confesso di non essermi mai trovato a mio agio con l’abbondanza di biglie rosse che è alla base di Snooker 19.

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Ehi, datemi una mano!

Sin dai primi istanti passati in compagni di Snooker 19, appare evidente come I ragazzi di Lab42 abbiano fatto di tutto per sfruttare a dovere la licenza in questione, proponendoci una fedelissima riproduzione del campionato ufficiale della disciplina. Se si è, pertanto, fan di questo sport, farà sicuramente piacere riconoscere oltre 100 dei più importanti e famosi giocatori, ovviamente ognuno dotato delle proprie peculiari caratteristiche, che risulteranno fondamentali in quello che è il cuore pulsante della produzione, ovvero la modalità Carriera. Questa sarà suddivisa in due distinte porzioni, con la prima che ci vedrà prendere direttamente il controllo di uno dei migliori interpreti dello snooker mondiale, del quale dovremo onorare al meglio il blasone; la seconda opzione, invece, ci farà partire dal basso, impersonando un giocatore di livello inferiore, che sarà nostra cura far crescere frame dopo frame, al fine di riuscire a primeggiare in vetta alla classifica mondiale. A completare il quadro delle modalità ci pensano, ovviamente, il multigiocatore (sia online che offline) e la partita secca, che potremo anche in questo caso affrontare assieme ad un amico, oppure in compagnia dell’IA. A variegare un poco il ventaglio di modalità, oltre allo snooker classico, ci pensano altre due tipologie di match, utili soprattutto a rendere più snelli e rapidi i confronti. Resta comunque un interrogativo alla base di tutto ciò: come si gioca a Snooker 19? Ecco, in questo bisogna dire come la produzione Lab42 faccia ben poco per accogliere a braccia aperte il giocatore occasionale, limitando l’introduzione a questo complesso mondo ad una manciata di stringati e poco esaustivi tutorial. A meno, quindi, di non essere già pratici delle regole di base, ci vorrà un po’ prima di capire che la disciplina prevede di imbucare in sequenza una biglia rossa ed una colorata, fino all’esaurimento delle sfere poste sul piano di gioco. In questo senso, al di là delle schermate scritte, sarebbe stato auspicabile l’inserimento di una modalità pratica, al fine di poter perfezionare la conoscenza delle meccaniche, oltre che prendere confidenza con il sistema di controllo. L’assenza di un simile accorgimento non fa altro che catapultarci subito nella mischia, seppure dopo un brevissimo tutorial, lasciando il neofita in balia di un’IA avversaria in grado di non fare sconti, neppure al livello di difficoltà più basso: ho passato minuti ad assistere agli implacabili ed infallibili colpi dell’avversario, senza che mi fosse concesso il lusso di poter controbattere in alcun modo, e devo dire che la situazione non è proprio divertentissima. In questo è evidente come Snooker 19 si rivolga smaccatamente ad un pubblico sicuramente non casual, ma di appassionati, come dimostra anche la natura fortemente simulativa del titolo.

Chi fa da sé…

Che non vi sia spazio per l’improvvisazione in Snooker 19 è evidente non appena si scende sul terreno di gioco, e ci si trova costretti a doverci confrontare con il sistema di tiro sviluppato dai ragazzi di Lab42. Questo sarà suddiviso in tre distinti momenti, con una prima fase di mira a cui si succederà il perfezionamento della traiettoria e dell’effetto, concludendo il trittico con la calibrazione della potenza di tiro, tutto sfruttando la combinazione tra analogici e grilletti. Per cercare di facilitare un poco le cose, il team ha visto bene di implementare una serie di aiuti, ma che alla fine dei giochi si sono rivelati dei meri palliativi, dato che non fanno altro che aumentare leggermente gli indicatori di direzione delle biglie coinvolte nel colpo. Viene, quindi, automatico come sia necessaria un bel po’ di pratica prima di riuscire a ridurre sensibilmente il numero di falli, oltre al poter finalmente indirizzare la sfera proprio dove vogliamo, ma proprio per il motivo che dovremo farci le ossa sul campo, è molto probabile che chi si avvicina per la prima volta a questo mondo possa finire per stancarsi un po’ troppo alla svelta. Questa intenzione di voler rappresentare nel modo più fedele possibile il mondo dello snooker professionistico, è evidenziato anche dalla presenza di tutte le location più importanti del circuito, oltre che del citato roster di atleti. Peccato solo per una realizzazione tecnica che, ad accezione del tavolo da gioco e della fisica che lo gestisce, risulti un po’ troppo anonima, ma diciamo senza problemi che si tratta di un aspetto sul quale si può tranquillamente sorvolare.

Snooker 19 non fa sconti a nessuno, e procede imperterrito lungo l’ostica strada della simulazione senza compromessi. Se è vero che la licenza sia stata sfruttata a dovere, grazie ad un numero assai corposo di player utilizzabili, a cui si accompagna un realismo sicuramente sopra la media, è nell’accessibilità generale e nell’offerta complessiva che la produzione Lab42 presta il fianco a qualche critica. Ad un numero di modalità non proprio elevatissimo, difatti, va a braccetto l’assenza di una qualsiasi forma di tutorial interattivo esteso, che sarebbe stata una manna per tutti coloro che sono digiuni di questa disciplina. Snooker 19 dimostra di sapere benissimo quale sia il suo target di riferimento, ma al contempo questa rigidità troppo accentuata ha finito per presentarci un’esperienza decisamente troppo spoglia.