Recensione Skully
di: stefano.petSviluppato da Finish Line Games e pubblicato da Modus Games, Skully è un platform in tre dimensioni fondato su un mix di risoluzione di enigmi ambientali e abilità del giocatore su percorsi di difficoltà crescenti, in cui la vera difficoltà si rivela essere il sistema di movimento adottato più che i livelli stessi. Gli sviluppatori hanno scelto di utilizzare come personaggio un teschio, Skully, che è una sfera irregolare e, di conseguenza, risponde in maniera abbastanza veritiera alla conformazione del terreno, che quasi mai sarà piano se non in parte nelle prime sezioni del gioco. Stare fermi non è un’opzione in quanto la conformazione del terreno, unita alla forma del personaggio, non ce lo consente quindi diventa fondamentale che il gioco abbia un sistema di controllo quanto più preciso possibile e una telecamera perfetta per non andare incontro alla frustrazione. Vediamo insieme quanto sono andati vicini al riuscirci, in un gioco che mette alla prova i riflessi e la capacità di ragionamento tra salti, rimbalzi ed enigmi di vario genere.
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Un’isola non esattamente deserta
La trama del gioco ci viene raccontata tramite cut-scenes realizzate con la tecnica dello stop-motion e tramite un personaggio, Terry, che ci seguirà per tutto il proseguimento della storia. Skully, come detto, è un teschio e lo vediamo per la prima volta inanimato e arenato su una spiaggia. Sarà Terry, che scopriremo essere una divinità elementale della terra, ad infonderci essenza vitale tramite un’argilla magica e a darci per la prima volta la possibilità di muoverci nell’ambiente. Scopriremo così che lui ha tre fratelli e sorelle, Bert, Wanda e Fiona, ognuno dei quali è legato a un diverso elemento, che stanno cercando di attingere ad una forma di potere arcano che getterebbe l’isola nel caos prima e la porterebbe alla distruzione poi. Nostro scopo sarà aiutare Terry andando ad incontrare i fratelli nel tentativo di dissuaderli uno per uno in un percorso che si snoda attraverso i diversi biomi dell’isola. Una narrazione che risulta ironica e piacevole e che accompagna perfettamente l’avanzare dei livelli senza troppe pretese sia tramite le cutscenes che attraverso dialoghi unilaterali tra Terry e il nostro personaggio, che non parla. Il gioco è doppiato in inglese, mentre menù e sottotitoli sono anche in italiano.
Tra abilità e colpi di… fortuna
Il gameplay è la parte fondamentale di un platform, su questo ci sono pochi dubbi. In Skully consiste nel muoversi e saltare con una sfera irregolare, risentendo delle pendenze, rimbalzando sui muri, arrampicandosi laddove possibile e muovendosi a velocità variabili che vanno dal frenetico a movimenti lenti e di precisione. Ovviamente, come vedremo tra poco, questo è solo l’aspetto base del gameplay. La fisica del gioco risulta molto credibile e quelli che all’inizio sembrano movimenti incontrollabili si trasformano, con l’esperienza del giocatore, in movimenti sufficientemente precisi. Insomma: tutto sta a prenderci la mano. Non per niente il gioco ci fa iniziare con due capitoli abbastanza basilari, in cui la cosa più importante è abituarci al sistema di movimento del personaggio piuttosto che evitare gli ostacoli. Dal terzo capitolo inizia il gioco vero e proprio, con percorsi sempre più difficili in cui il ritmo, i riflessi e anche il… la fortuna del giocatore vengono messi alla prova. Si, qualche imprecazione verrà fuori dalla vostra bocca, ma il titolo non risulta frustrante grazie alla presenza di un gran numero di check-points, sotto forma di pozze di argilla magica, che permettono di non dover rifare percorsi esageratamente lunghi in caso di errore, spesso nemmeno causato dal giocatore stesso. Malgrado ciò il titolo risulta sufficientemente difficile e alcune sezioni devono essere ripetute più e più volte prima di essere superate. Ci muoveremo tra percorsi in cui dovremo calcolare bene il tempo dei salti, tra nemici purtroppo molto poco variegati ed enigmi ambientali non troppo difficili, ma divertenti da risolvere, con buone idee di gameplay e boss fights dal giusto ritmo basate sul platforming e sull’utilizzo delle abilità sbloccate.
Il nemico numero uno di Skully è l’acqua e dovremo fare di tutto per evitarla, che sia un fiume o delle goccie che scendono dal soffitto. Subiremo danni anche dai nemici e dalle trappole, ovviamente. Non mancheranno poi piattaforme a scomparsa o semoventi, tipiche dei platform, arrampicate, cambi di direzione repentini su spazi stretti e salti in pendenza che sfruttano la nostra particolare forma per metterci in difficoltà il tutto in un mix in cui saranno richiesti buoni riflessi, ma anche una buona dose di fortuna.
Gli enigmi ambientali sfruttano i poteri che Terry ci dona nel corso della storia: sbloccheremo man mano dei golem di argilla da utilizzare per superare gli ostacoli, nelle fasi avanzate anche in combinazione tra loro. I golem sono di tre tipi: lento e forte, in grado di distruggere muri e abbattere ostacoli, piccolo e rapido, che sfrutta al massimo la velocità e in grado di spostare alcuni tipi di piattaforme e quello agile, in grado di arrivare più in alto con il doppio salto. Le pozze di argilla sono, oltre che punti di controllo in cui si salva automaticamente e si rigenera l’energia, anche hub in cui gestire i golem a nostra disposizione, seppur in maniera piuttosto basilare. Il punto di forza di questo titolo, a mio avviso, è proprio l’utilizzo di questi golem e come essi vanno ad influenzare il gameplay e la risoluzione degli enigmi ambientali. Se all’inizio ne avremo solo uno e il suo utilizzo è elementare, andando avanti diventa interessante sfruttare il loro poteri e vedere come, in base alla scelta fatta, cambia l’approccio al percorso che può essere affrontato in modi diversi, salvo enigmi che richiedono di utilizzarne uno o una combinazione particolare di essi.
Le boss fight risultano ben concepite, in grado di mettere alla prova il giocatore senza risultare esageratamente difficili. Non sono l’apice del titolo, ma si amalgamano perfettamente nel gameplay. In caso di errore il gioco mette dei punti di controllo anche in esse e con un po’ di trial&error si fanno senza troppi problemi. La vera sfida sta nella telecamera che spesso ti impedisce di vedere dove finirà il salto, soprattutto nelle sezioni in cui ci si deve muovere all’indietro e in cui si muove troppo lentamente.
Menzione a parte per i fiori da raccogliere nei capitoli, che variano di numero da uno all’altro. Essi ci permettono di sbloccare piccoli extra, come i bozzetti del gioco, e ci permettono di esplorare in pieno la mappa. Badate bene però che se morite perdete tutti i fiori raccolti dall’ultimo check-point e cimentarsi nella loro raccolta completa può diventare frustrante con l’avanzare dei capitoli.
Veniamo ai “contro”… Se da un lato i salti sono precisi è altrettanto vero che ci sono due fattori che rendono la vita molto difficile al giocatore: la telecamera e la forma del personaggio. La telecamera, come succede purtroppo in tantissimi giochi di questa generazione, tende ad incastrarsi e ad impazzire soprattutto negli spazi stretti e spesso ci impedisce di vedere la destinazione del salto. Questo diventa un limite importante nel momento in cui il gioco richiede salti in direzioni opposte, su piattaforme strettissime e con margine di errore minimo. Poi c’è il personaggio che, essendo sferico, non sta praticamente mai fermo su una piattaforma e tende a cadere anche nel percorrere spazi stretti, ma lineari. Non è un vero e proprio difetto in quanto voluto dagli sviluppatori, ma va ad aumentare il senso di nervosismo dovuto a quelle situazioni in cui il giocatore tende a sbagliare non per propri errori quanto a causa del gioco stesso, non riuscendo a direzionare esattamente il personaggio. Nulla a cui non si fa l’abitudine, ma la sensazione di fastidio resta per tutto la durata del gioco.
Nel complesso in gameplay di Skully risulta divertente e dinamico, seppur minato da qualche difetto superabile. Dopo i primi capitoli di apprendistato morirete e lo farete spesso, ma avanzerete comunque grazie al gran numero di salvataggi presenti nel gioco. Per tutta la sua durata, che varia molto a secondo delle abilità del giocatore in periodo di tempo che ho calcolato all’incirca tra le 6 e le 8 ore senza completare al 100% i capitoli, il giocatore si sente costantemente messo alla prova, ma riesce sempre ad avanzare. I capitoli possono essere affrontati in modi diversi, con più percorsi a disposizione, il che rende il titolo appetibile a tipologie diverse di giocatori: che siate speedrunners o più riflessivi riuscirete comunque a trovare soddisfazione giocando a Skully.
Anche i completisti sono accontentati, con tutti i capitoli rigiocabili una volta completati e migliaia di fiori da raccogliere sparsi in essi.
Tra scogliere, giungle e caverne…
Skully ci offre varie ambientazioni, che vanno dalle scogliere iniziali a zone coperte dalla lava, da giungle a caverne buie con vegetazione fosforescente, ma nessuna di esse brilla particolarmente come impatto grafico. Ciò nonostante la produzione si assesta su livelli più che sufficienti, con scenari sempre puliti e gradevoli, seppure un po’ spogli. Si nota di frequente la riproposizione di alcuni assests, che siano rocce o tronchi o rampe, il che non aiuta ad avere una buona impressione generale dell’ambiente. La versione del gioco testata (Ps4 pro) si è mostrata solida e priva di qualsivoglia tentennamento per quanto riguarda il framerate.
La colonna sonora accompagna coerentemente il gioco, ma risulta piuttosto ripetitiva sia per il numero esiguo di tracce che per la durata delle stesse, che porta, prima di finire un capitolo, ad ascoltare più volte la stessa melodia.
Rimbalzando allegramente… ma senza brillare
Non c’è alcun dubbio che Skully sia un buon platform, con enigmi ambientali molto appaganti, un buon controllo del personaggio e una storia di accompagnamento semplice, ma molto gradevole. Ha dalla sua delle idee brillanti e livelli approcciabili in vari modi. Di contro è penalizzato da una telecamera difettosa e un comparto tecnico che non si sforza ad andare tanto oltre la sufficienza. Sicuramente da comprare per chi ama il genere, ma bisogna avvertire che alcune sequenze metteranno a dura prova i vostri nervi, seppur non risultando mai invalicalibili. Un gioco che promuovo seppur non a pieni voti, con enormi margini di miglioramento per un eventuale seguito grazie alle ottime idee di gameplay che accompagnano questo primo titolo.