Recensione Shadow Of The Ninja – Reborn
di: Francesco "Ciscopunk" PellizzariQuante volte ci è capitato, magari conversando tra amici di richiamare alla memoria tempi ormai passati? Magari rievocando ricordi legati a particolari periodi storici o ad accadimenti che ci hanno segnato quando eravamo più giovani? Può esservi successo discorrendo di musica, “ah la musica anni 80 era la migliore”, magari di cinema, “non fanno più i film di una volta…”, o forse di videogiochi. In più di un’occasione ho sentito gente della mia generazione sentirsi più legata ai giochi di anni fa piuttosto che ai titoli attuali. Tutto questo è probabilmente dovuto all’effetto nostalgia che si viene a creare quando tornano alla memoria quei momenti passati. Ed ecco che per noi videogiocatori nostalgici corre in aiuto Tengo Project, prendendo un gioco uscito nel 1991 su NES e facendone un sapiente remake. Vale la pena giocarlo? Scopritelo assieme a noi.
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Same old Story
La megalopoli di Laurasia. Un tempo simbolo della prosperità dell’umanità, questa megalopoli si è trasformata in un inferno sulla Terra. Sotto l’invasione dell’imperatore demoniaco, Garuda è emerso dalle tenebre, accompagnato da orde di mostri che hanno privato questo mondo della sua luce. In questo mondo sigillato dalle tenebre, la gente è sopraffatta dalla disperazione, mentre la sinistra risata di Garuda riecheggia dagli imponenti grattacieli del cielo. Finché non sono apparse… Due ombre corrono attraverso la roccaforte dei demoni malvagi. Sono arrivate dal paese a est. Si infiltrano silenziosamente in un pericoloso territorio nemico e giustiziano freddamente i loro bersagli. Sono oscuri assassini che ricevono in cambio sostanziose ricompense. Tuttavia, ciò che li spinge ad affrontare dure battaglie non è solo il gusto della ricompensa. Le grida di dolore e tristezza della gente li chiamano. La loro fervente e giusta indignazione e le loro anime inflessibili conquistano nemici potenti. Quando il mondo cade nel caos, appaiono dal nulla. Guerrieri con la forza di sottomettere qualsiasi male e scomparire nel nulla. La gente li chiamava “ninja”.
Questa è la trama che sotto forma di intro animata ci introduce Shadow of the Ninja – Reborn.
Ottanta voglia di arcade
Diciamolo senza mezzi termini: Shadow of the Ninja – Reborn non avrebbe sfigurato se fosse stato presente in sala giochi. Il titolo in questione è un action platform che sembra uscito da un miscuglio tra Shinobi e Metal Slug, quasi un run and gun verrebbe da dire. Il team di sviluppo ha voluto imprimere nella loro opera un’identità ben precisa, ispirandosi e al contempo omaggiando quei cabinati che verso la fine degli anni 80, primi anni 90, spopolavano. Il risultato è un gioco frenetico, denso di azione ma anche cattivo, punitivo e che non fa sconti a nessuno. Una volta iniziata la partita, potremmo decidere chi dei due ninja impersonare, se Hayate o Kaede. Scelta puramente di livello visivo, dato che i due ninja possiedo lo stesso moveset, le stesse armi iniziali e non hanno caratteristiche differenti che possano farci approcciare diversamente la nostra missione. Essendo un gioco sfacciatamente old school, non vi sarà nessun tutorial, nessun aiuto a schermo su come muoversi, attaccare o usare tecniche avanzate. Starà al giocatore sperimentare di persona i comandi e le azioni disponibili. Va detto che nel menù opzioni è presente un manuale di gioco, che spiega i fondamentali per poter godere al meglio questo prodotto.
Armi e bagagli
La dotazione standard dei protagonisti è composta da katana e kusarigama (una catena con falce). Con la spada affonderemo attacchi veloci e saremo in grado di deflettere proiettili, mentre con la kusarigama potremo attaccare in tutte e otto le direzioni e passare attraverso alcuni muri e piattaforme. Oltre all’equipaggiamento iniziale, nel corso dei sei livelli che compongono il gioco, troveremo altri oggetti che andranno ad aggiungersi al nostro arsenale. Alcuni saranno oggetti prettamente offensivi, come artigli, shuriken, pugnali o armi da fuoco. Altri invece saranno curativi, utili a ripristinare l’energia persa durante gli scontri o alle trappole disseminate lungo i livelli. Per finire, vi sono delle bevande energetiche o dei globi di luce che aumenteranno il potere d’attacco e la gittata delle nostre armi. La durata di questo effetto è legata alla barra della vita, se ne perderemo troppa, esse torneranno ai livelli iniziali. I livelli saranno suddivisi in tre zone ciascuno, che fungeranno da checkpoint; una volta morti, e ciò capiterà davvero spesso nelle prime fasi di gioco, potremmo sfruttare dei continue infiniti che ci permetteranno di ripartire da inizio zona. Qualcuno potrebbe storcere un po’ il naso riguardo questa scelta, ma credeteci, è una scelta bilanciata dalla difficoltà elevata che Shadow of the Ninja – Reborn vomiterà addosso a chi dovesse affrontarlo senza la dovuta costanza, pazienza e determinazione. Immancabili saranno i boss di fine livello, molto ispirati e ben realizzati. All’inizio ostici, ma una volta imparati i pattern d’attacco, molto più gestibili. Le fasi di platforming all’inizio quasi assenti si faranno molto più marcate nel prosieguo dell’avventura, con livelli che si svilupperanno anche in verticale. Oltre ai numerosi avversari presenti, ci darà filo da torcere anche il level design, con ostacoli, trappole e spazi vuoti da evitare a tutti i costi per evitare un prematuro game over. Se dovessimo terminare un livello con equipaggiamento extra non utilizzato, questo verrà sbloccato nel negozio e reso poi acquistabile per la nostra prossima partita grazie alle monete raccolte dai nemici sconfitti.
Pixel Art mon amour
Sotto il punto di vista meramente estetico, il team ha fatto davvero un ottimo lavoro; sprite grandi, definiti e ben animati. Ottima la scelta della palette di colori che dipinge un affresco fatto di pixel che prenderà vita scorrendo su livelli realizzati con uno stile ispirato e sempre vario. Il comparto audio non è da meno, con una colonna sonora realizzata da Iku Mizutani, già autore di altre colonne sonore celebri su NES. Una volta metabolizzati i comandi e le acrobazie più avanzate, si riuscirà ancor di più ad apprezzare la giocabilità di questo titolo. Il fattore longevità è invece direttamente proporzionale alle abilità del singolo, nonché alla memorizzazione dei livelli e delle fasi di attacco dei vari boss. A difficoltà normale il grado di sfida sarà già elevato, ma per i più temerari è disponibile un livello di difficoltà maggiore, che renderà gli avversari molto più aggressivi e aggiungerà nuovi stili di attacco ai boss di fine livello. Oltre all’ Arcade Mode, è presente anche una modalità Time Attack, con tanto di classifica online per potersi fregiare coi propri amici delle nostre abilità da veri ninjutsu. Oltre al classico single player è presente anche la possibilità di affrontare l’avventura in cooperativa. Si stratta di un multiplayer locale, quindi vecchio stile come tutto l’impianto di gioco; chiamate un amico, mettetegli un pad in mano e vedrete che il divertimento aumenterà esponenzialmente.
Ai miei tempi era meglio?
Voi li ricordate i vecchi videogiochi che albergavano le sale giochi ed i bar di quartiere? Qualunque sia la vostra risposta, il nostro consiglio è quello di non lasciarvi scoraggiare dall’iniziale curva di apprendimento e difficolà che Shadow of the Ninja – Reborn vi parerà dinnanzi. Una volta padroneggiato a dovere, vi accorgerete che non solo ai miei tempi era meglio, ma anche i vostri non sono poi così male.