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Recensione Scarlet Nexus

di: Luca Saati

In un periodo di uscite videoludiche che definire misero ci sembra a dir poco riduttivo, l’arrivo di Scarlet Nexus è stata una ventata di aria fresca. La nuova IP di Bandai Namco capeggiata dagli artefici della serie Tales of, Keita Iizuka e Kenji Anabuki, è stata in grado sin da subito ad attirare le attenzioni del pubblico grazie a un look estetico ricercato e a una campagna promozionale caratterizzata da demo e una serie anime disponibile su Funanimation.

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Un filo rosso per domarli tutti

Scarlet Nexus è ambientato in un futuro molto lontano in cui la scoperta di un ormone psionico nel cervello umano è in grado di donare alle persone impressionanti poteri che hanno cambiato il mondo. All’alba di questa nuova era giunge una nuova minaccia sottoforma di bizzarrissime creature affamate di cervelli umani: gli Estranei. L’umanità decide così di affidare il suo futuro alle Forze di Soppressione Estranei, meglio noti come FSE, caratterizzata da soldati dotati dei più disparati poteri psionici.

Prima di iniziare l’avventura in Scarlet Nexus vi verrà chiesto di scegliere quale personaggio utilizzare: Yuito Sumeragi o Kasane Randall. La storia di Scarlet Nexus è unica ma la scelta di un personaggio piuttosto che di un altro vi farà vivere quegli eventi da due punti di vista differenti. Yuito è una recluta proveniente da una prestigiosa famiglia del mondo politico, mentre Kasane è una ragazza dal passato più misterioso dotata però di abilità che le hanno procurato una grande fame nell’FSE. Ogni protagonista scoprirà durante la propria avventura i risvolti sul suo passato e importanti rivelazioni sulla natura degli Estranei e su altre domande che non stiamo qui ad anticiparvi per non rovinarvi la sorpresa. Quello di Scarlet Nexus è sicuramente un racconto in grado di catturare l’interesse del giocatore per le oltre 30 ore richieste per completare entrambe le campagne, ma alcuni problemi di ritmo della narrazione ne minano un po’ la godibilità. Il racconto viene spesso interrotto da alcune sequenze (opzionali) atte a caratterizzare i personaggi secondari, peccato che spesso queste si rivelano più un fastidio piuttosto che un valore aggiunto all’esperienza di gioco.

Molto piacevole lo stile scelto dagli sviluppatori per raccontare la storia. Le cutscene sono infatti inframezzate da delle sequenze semi-statiche per i dialoghi. La commistione di questi due elementi riesce a donare un certo dinamismo a questi momenti grazie anche a un buon lavoro di regia e una recitazione in giapponese o in inglese di ottima caratura. Ovviamente il gioco è localizzato nei testi in italiano.

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Spade e poteri cinetici

Sul fronte ludico Scarlet Nexus si presenta come un tradizionale action game condito da alcuni elementi tipici degli RPG. Negli scontri combinerete i due attacchi corpo a corpo con i poteri telecinetici di cui sono dotati i due protagonisti. La differenza tra Yuto e Kasane consiste sostanzialmente nell’arma principale da utilizzare: il primo utilizza una spada che lo rende più efficace negli scontri ravvicinati; l’altra invece dei pugnali che controlla con la telecinesi che le permettono di attaccare a una distanza maggiore. Come è facilmente intuibile, i due protagonisti hanno uno stile di combattimento diverso rendendo così un playthrough sufficientemente diverso dall’altro. I poteri sono attivabili mediante la pressione del grilletto destro e consentono di scagliare contro i nemici gli elementi dello scenario rivelandosi particolarmente pericolosi in chiusura di una combo. C’è anche la possibilità di utilizzare un secondo attacco telecinetico mediante l’uso del grilletto sinistro che attiva un piccolo Quick Time Event in grado di indebolire ulteriormente gli avversari.

Per la maggior parte del tempo Yuto e Kasane saranno inoltre accompagnati da altri personaggi che sono in grado di supportarli attivamente durante le battaglie. Tramite la pressione combinata del dorsale destro e di uno dei tasti frontali infatti possiamo attivare le loro abilità che consentono di sfruttare poteri elettrici, invisibilità, duplicazione, piromanzia, ipervelocità e così via. Infine abbiamo il Brain Drive, una sorta di modalità berserk che si attiva automaticamente una volta riempita un’apposita barra che rende il protagonista più forte, veloce e resistente per diversi secondi. Più avanti durante la modalità Brain Drive è possibile attivare il Campo Neurale che trasporta l’azione in una specie di dimensione alternativa in cui il protagonista diventa praticamente inarrestabile. Quest’ultimo potere è difficile da sostenere e se usato in modo prolungato rischia di portare in fin di vita il personaggio.

In combattimento sarà possibile anche alterare lo stato dei nemici infliggendo loro confusione, elettricità, fuoco e così via. In questi momenti i nemici risultano ancora più vulnerabili e colpendoli sarete in grado di azzerare la loro barra di resistenza più velocemente e infliggere un attacco finale mediante la pressione del grilletto sinistro.

Arrivati a questo punto non possiamo non citare uno degli elementi più riusciti di Scarlet Nexus: i nemici. Quest’ultimi presentano una varietà non di poco conto e una grande caratterizzazione. Si va dagli Estranei semplici che si eliminano con pochi colpi, a quelli corazzati, veloci e invisibili fino ad arrivare ai particolarissimi boss. Ogni nemico richiede un’apposita strategia e in alcuni casi anche l’attivazione di un preciso potere per poter essere affrontato, spesso bisognerà fare una certa attenzione poiché anche gli Estranei sono in grado di alterare lo stato del protagonista. I boss poi sono particolarmente coriacei e anche pericolosi se non affrontati con la giusta attenzione.

Tutti questi elementi messi insieme riescono a dare una grande profondità a un sistema di combattimento che sulle prime si rivela abbastanza fiacco e impreciso. Scarlet Nexus riesce infatti a dare il meglio di sé progredendo nell’avventura: dopo qualche ora di gioco infatti sarete capaci di dare una forma allo skill tree del protagonista sbloccando potenziamenti passivi e nuove combo e avrete accesso a tutte quei sistemi che vi abbiamo descritto qualche riga fa. L’altro problema del combat system è relativo al sistema di lock-on automatico non sempre di facile gestione, meglio optare per un sistema manuale che vi fa agganciare il bersaglio tramite la pressione dell’analogico destro.

La parte RPG è abbastanza all’acqua di rose si limita alla presenza del livello del protagonista che aumentando consente di ottenere dei punti da spendere nel già citato skill tree. Troviamo anche un mercante presso cui spendere i crediti del gioco per acquisire alcuni potenziamenti con cui equipaggiare il personaggio e i compagni. A proposito di compagni è possibile migliorare il legame con loro sbloccando così alcuni potenziamenti passivi delle abilità partecipando ad alcuni eventi chiamati per l’appunto ‘Eventi Legame’. Questa è la componente più debole del gioco poiché consiste semplicemente nell’assistere a dei dialoghi che dovrebbero caratterizzare meglio i comprimari, ma che finiscono con lo spezzare il ritmo portando in poco tempo alla noia.

Come un anime

Visivamente Scarlet Nexus fa uso della tecnica cel shading regalando un comparto visivo davvero brillante. A tratti sembra di trovarsi dinanzi a un anime grazie a una notevole realizzazione dei personaggi e a delle animazioni davvero ben fatte. Discorso simile anche per il design degli Estranei a tratti così bizzarri che non sembrano partoriti dalla mente di un essere umano. Più sottotono le ambientazioni che alternano alti e bassi: da una parte le città di Suoh e Seiran risultano piuttosto accattivanti e ispirate, dall’altra parte le altre location risultano piuttosto anonime e prive di quella personalità che permea l’intera esperienza di gioco. Di ottimo livello il comparto sonoro con musiche d’accompagnamento sempre adatte alla situazione.

Commento finale

Scarlet Nexus conferma tutte quelle sensazioni che ha lasciato prima della sua uscita. Il titolo prodotto da Bandai Namco si è rivelato un ottimo action game con elementi RPG che unisce un combat system tutto sommato solido e variegato a una storia e un look visivo che si rifanno tantissimo agli anime di questi anni. Peccato per qualche imperfezione che impedisce a Scarlet Nexus di raggiungere quell’eccellenza che magari questo universo avrebbe meritato.