Recensione Sackboy: Una Grande Avventura
di: Simone CantiniDite la verità, quando è stata annunciata la line-up di lancio di PlayStation 5 gli occhi hanno puntato immediatamente i due big, quelli dotati di un appeal estetico sicuramente più in linea con le nuove specifiche hardware. E magari avete accolto con un sorrisetto ironico il ritorno del pupazzetto di pezza creato, in origine, da Media Molecule, bollandolo come il classico filler senza troppe pretese. Beh, almeno a livello puramente produttivo lo scarto è quanto mai evidente, ma dopo averci passato assieme un bel po’ di ore, non posso che limitarmi a sostenere come non sia un bene sottovalutare troppo Sackboy: Una Grande Avventura.
https://youtu.be/RnJYVH-sD98
Eroe di pezza
Fa sempre piacere tornare nel mondo del Fai da Te, anche se in veste di semplici visitatori e non di architetti costruttori di sogni. Già, perché il mondo abitato dai teneri pupazzetti di pezza, ora in mano a Sumo Digital, è davvero una gioia per gli occhi, un universo colorato e spensierato in cui regnano la pace e l’armonia. Per lo meno fino all’arrivo del terribile Vex. Questa crudele creatura, come vuole il pedigree di ogni cattivo che si rispetti, non può certo tollerare la felicità altrui, soprattutto se accompagnata dalla consueta e collaudata smania di potere. E naturalmente c’è soltanto un modo per sottolineare questa immutabile natura: rapire tutti gli abitanti del mondo del Fai da Te per farne i propri schiavi, ed utilizzarli per costruire un macchinario in grado di soggiogare il mondo al proprio volere. Fortunatamente ad un simile dogma se ne accompagna sempre un altro, incarnato dal classico eroe di turno che è riuscito, miracolosamente, a sfuggire alla cattura, e a cui spetterà il compito di riportare tutto alla normalità. Sackboy: Una Grande Avventura inizia così, delineando sin dal principio una narrazione senza troppe pretese, semplice ed accessibile a chiunque, un pretesto utile a mettere assieme un corposo set di livelli che danno vita ad un platform non certo rivoluzionario, ma non per questo privo di trovate interessanti: nelle oltre 10 ore necessarie per arrivare ai titoli di coda, che potranno al solito lievitare se decideremo di dare la caccia a tutti i collezionabili, e vorremo completare tutte le sfide, non mancheranno momenti in grado di esaltare il giocatore, cambiando spesso l’approccio ai vari livelli, così da scongiurare la monotonia.
Avventura mutevole
L’impostazione ludica di Sackboy: Una Grande Avventura è quella di un classico platform tridimensionale, in cui il nostro pupazzetto di pezza dovrà impegnarsi a raggiungere l’uscita di ciascuno stage, magari recuperando il maggior numero di sfere punteggio, così da poter mettere le mani su di un quantitativo di ricompense maggiori. Ovviamente potremo liquidare il tutto come un viaggio dal punto A al punto B, senza troppi scossoni concettuali e picchi elevati di difficoltà, ma non per questo i ragazzi di Sumo Digital si sono risparmiati una serie di obiettivi bonus capaci da dare filo da torcere ai completisti più incalliti: ciascuno dei vari livelli, difatti, nasconderà peculiari sfere (una sorta di valuta in-game utile per sbloccare i percorsi più avanzati), oltre ad una serie di oggetti estetici con i quali potremo comporre dei costumi alternativi per il nostro Sackboy, in aggiunta ai famigerati Bubboli, da spendere presso la bottega di Zom Zom per acquistare nuovi elementi di personalizzazione. Nel suo essere canonico nell’impostazione, Sackboy: Una Grande Avventura si è però divertito a cambiare le carte in tavola nella costruzione dei livelli, che potranno mutare prospettiva in più di un’occasione, anche durante la medesima sortita: passare da una progressione tridimensionale più libera, ad una 2D a scorrimento, oppure a corse verso la telecamera stile Crash Bandicoot, sono solo alcuni degli esempi in grado di scuotere piacevolmente le fondamenta del titolo Sumo Digital, alle quali si accompagnano architetture e marchingegni che rendono omaggio alla storia estetica di Little Big Planet. Un plauso particolare va però tributato ai livelli musicali, in cui tutta la scena (nemici inclusi) si muove al ritmo di hit indimenticabili: saltellare a tempo sulle note di Let’s Dance o Uptown Funk ha davvero tutto un altro sapore. Un giusto tributo deve essere rivolto anche ai vari boss e mid-boss, tutti dotati di una propria originalità e meccaniche di approccio mai del tutto scontate. Visivamente, pur non spingendo al massimo l’hardware PS5, Sackboy: Una Grande Avventura riesce a garantire un colpo d’occhio davvero soddisfacente, anche se i pregi maggiori sono da imputare a delle scelte stilistiche decisamente azzeccate, capaci di dare vita a stage accattivanti, in cui spiccano (a livello puramente next-gen) i vari riflessi delle superfici. Solide anche le prestazioni in fatto di fluidità, che pure in presenza di un secondo giocatore a schermo (la co-op online arriverà a breve) non ha evidenziato rallentamenti di sorta. Decisamente più marginale, rispetto ad Astro’s PlayRoom, l’utilizzo delle feature del DualSense, con una vibrazione aptica percettibile, seppur non ai livelli del titolo citato, ed i grilletti adattivi impiegati per sottolineare la presa sui vari oggetti interattivi.
Sicuramente meno appariscente dei compagni di debutto, Sackboy: Una Grande Avventura non deve comunque essere trattato con troppa sufficienza, dato che la produzione targata Sumo Digital ci regala un platform solido ed ispirato, nonostante non sia in grado (né desideri) di stravolgere con prepotenza gli schemi del genere. Scorrazzare ancora una volta nel mondo del Fai da Te, seppur in veste di semplici turisti battaglieri, è davvero una gioia per gli occhi, oltre che un’esperienza divertente e spensierata, anche se non priva di alcuni obiettivi secondari in grado di fare la felicità di chi cerca una sfida in grado di andare oltre le apparenze. Un titolo allegro e solare, che non si perde in inutili complicazioni, ma che riesce a prendere per mano chiunque decida di avvicinarsi alla nuova macchina da gioco Sony, senza distinzione di età ed abilità.