
Recensione S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy Enhanced Edition
di: Luca SaatiLa serie S.T.A.L.K.E.R. è tornata recentemente sotto i riflettori grazie all’annuncio del secondo capitolo ufficiale, ma è impossibile non ricordare l’enorme influenza esercitata dal primo episodio del 2007. Shadow of Chernobyl seppe distinguersi nel panorama videoludico grazie a un mix unico di sparatutto in prima persona, survival horror, elementi da gioco di ruolo e immersive sim, il tutto ambientato in un mondo post-apocalittico dominato da atmosfere cupe e oppressive. A quel capolavoro seguirono Clear Sky nel 2008 e Call of Pripyat nel 2009, completando quella che oggi conosciamo come S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy.
Lo scorso anno, la trilogia ha fatto il suo debutto su console, permettendo così a un nuovo pubblico di immergersi per la prima volta negli orrori della Zona. Sebbene inizialmente pensata per PlayStation 4 e Xbox One, questa raccolta è oggi disponibile anche in versione migliorata grazie alla recente Enhanced Edition per PlayStation 5 e Xbox Series X|S, rilasciata come aggiornamento gratuito. I tre titoli – Shadow of Chernobyl, Clear Sky e Call of Pripyat – possono essere acquistati singolarmente al prezzo di 19,99 € ciascuno, oppure insieme nel conveniente pacchetto Legends of the Zone Trilogy al prezzo di 39,99 €.

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Benvenuti nella Zona
Nel 2006, una seconda e misteriosa esplosione colpisce la centrale di Chornobyl, provocando inspiegabili mutamenti nell’area circostante. Nasce così la Zona: un luogo dove le leggi della fisica sono distorte, le morti inspiegabili si susseguono e pericolose anomalie radioattive costellano il paesaggio. Solo gli STALKER — acronimo di Scavengers, Trespassers, Adventurers, Loners, Killers, Explorers, Robbers — osano avventurarsi tra i pericoli di questo territorio proibito.
La storia di Shadow of Chornobyl si svolge sei anni dopo, nel 2012. Un misterioso STALKER si risveglia privo di memoria, con un solo indizio in suo possesso: un palmare che riporta una missione chiara e inquietante — Uccidere Strelok. Soprannominato il Marchiato per il simbolo inciso sul suo braccio, il protagonista intraprende un viaggio attraverso la Zona, determinato a scoprire la verità su se stesso, su Strelok e sui tanti segreti sepolti in quelle terre contaminate.
Clear Sky, prequel del primo capitolo, è ambientato nel 2011. Il protagonista, Scar, è l’unico sopravvissuto di un gruppo di STALKER travolto da una violenta emissione energetica. Salvato da Clear Sky, una fazione segreta e indipendente dedita allo studio della Zona, Scar scopre di possedere una resistenza innata a questi fenomeni. Incaricato di fermare un gruppo di STALKER in rotta verso il centro della Zona, la sua missione si rivelerà cruciale per il destino dell’intero ecosistema.
Chiude la trilogia Call of Pripyat, sequel diretto di Shadow of Chornobyl. Nei panni del Maggiore Alexander Degtyarev, un agente del servizio di sicurezza ucraino sotto copertura, ci avventuriamo nel cuore della Zona per indagare sul misterioso fallimento dell’Operazione Fairway, una missione militare culminata con lo schianto di diversi elicotteri in aree controllate da fazioni ostili e creature mutanti.
Tutti e tre i capitoli della raccolta condividono una narrativa avvolgente e stratificata, che riesce a immergere il giocatore nelle profondità della Zona lasciandogli al contempo grande libertà d’azione. In termini di contenuti, l’offerta è notevole: ciascun titolo garantisce almeno 15 ore di gioco, che possono facilmente raddoppiare per chi desidera esplorare ogni anfratto di questo mondo letale e affascinante.
La Zona non cambia mai
Se c’è un merito che va riconosciuto a S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy, è quello di restituire intatto il feeling dei giochi originali. Il fascino della Zona è rimasto immutato: un ecosistema ostile, vivo e dinamico, sostenuto da un’intelligenza artificiale che, per l’epoca, rappresentava una piccola rivoluzione e che ancora oggi sa dire la sua. Certo, non mancano alcune rigidità dovute a un eccessivo scripting, che in alcuni casi fa sembrare i nemici quasi onniscienti rispetto alla posizione del giocatore.
Nel mondo di S.T.A.L.K.E.R. basta un attimo di distrazione per soccombere: fazioni nemiche, mutanti letali e pericolose anomalie sono sempre in agguato. La difficoltà, già a livello intermedio, non fa sconti, soprattutto nelle fasi iniziali, quando il giocatore deve ancora adattarsi alle regole non scritte della Zona. Il salvataggio manuale diventa quindi un compagno fidato, quasi indispensabile, mentre quello automatico avrebbe meritato una frequenza leggermente più generosa.
L’elemento survival è ben radicato nell’esplorazione, sempre gratificante, e nella gestione dell’inventario. Lo zaino è ampio, ma la capacità di carico limitata impone scelte ponderate: superare il limite comporta un consumo accelerato della stamina e una mobilità ridotta. Come ogni STALKER esperto, il giocatore è spinto a pianificare cosa portare con sé e a nascondere l’equipaggiamento extra nei depositi sparsi per la mappa, sperando poi di ricordarsi dove sono.
Peccato, invece, per un gunplay che risulta poco soddisfacente: il feedback degli spari è debole, e spesso non si percepisce con chiarezza l’impatto dei colpi sui nemici. Un ritocco anche minimo avrebbe potuto valorizzare meglio la balistica realistica e il sistema di usura delle armi, che include l’inceppamento e la degradazione progressiva dell’equipaggiamento.
Enhanced Zone
Legends of the Zone Trilogy segna il debutto ufficiale della serie S.T.A.L.K.E.R. su console, dopo oltre quindici anni di esclusiva su PC. Un traguardo importante, accompagnato da un adattamento al controller ben realizzato, che rende l’esperienza perfettamente giocabile e in linea con quanto ci si aspetta dagli sparatutto in prima persona contemporanei. È presente anche il supporto per mouse e tastiera, una gradita aggiunta per chi preferisce un approccio più fedele all’originale.
Dal punto di vista tecnico, l’Enhanced Edition — testata su Xbox Series X — introduce un rinnovamento visivo sostanziale. L’illuminazione avanzata con effetti volumetrici, riflessi in screen space e illuminazione globale contribuisce a creare un’atmosfera ancora più immersiva. Le texture risultano più definite, i modelli 3D di personaggi, armi e ambientazioni sono stati migliorati, così come gli shader per l’acqua, mentre le cutscene pre-renderizzate raggiungono ora la risoluzione 4K. Anche i tempi di caricamento sono stati sensibilmente ridotti, rendendo l’esperienza complessiva più fluida. Il risultato è uno svecchiamento visivo convincente, pur con le inevitabili limitazioni di una trilogia che si avvicina al suo ventesimo anniversario.
Il framerate sbloccato consente di scegliere tra diverse modalità grafiche: si va dalla modalità Quality con risoluzione 4K nativa e 30 fotogrammi al secondo, alla Balanced con 4K upscalati a 40 FPS, passando per la modalità Performance che mantiene i 60 FPS con 4K upscalati, fino alla Ultra Performance che raggiunge i 120 FPS con risoluzione 2K upscalata. In base alle proprie preferenze, ciascun giocatore potrà scegliere il compromesso ideale tra qualità visiva e fluidità. Personalmente, ho preferito la modalità Performance, che offre un ottimo equilibrio.
Meno brillante, invece, il comparto audio, che appare troppo ancorato al passato. Il doppiaggio in italiano risulta poco convincente, penalizzato da una recitazione approssimativa e da un lavoro di equalizzazione non all’altezza. Anche gli effetti sonori, nel complesso, mancano di profondità e dettaglio, stonando rispetto alla cura riposta nel restyling grafico.
Zona di nuova generazione
S.T.A.L.K.E.R.: Legends of the Zone Trilogy – Enhanced Edition rappresenta un ottimo modo per (ri)scoprire tre pietre miliari del gaming PC, finalmente approdate anche su console con un lavoro di adattamento rispettoso e funzionale. Nonostante l’età dei titoli si faccia inevitabilmente sentire, soprattutto nel gunplay e nel comparto sonoro, l’atmosfera unica della Zona, la profondità del gameplay e il fascino ruvido della trilogia originale restano intatti. Il lavoro svolto da GSC Game World riesce a modernizzare l’esperienza quanto basta, senza snaturarla, rendendola accessibile anche a un nuovo pubblico. Certo, chi arriva da esperienze più rifinite dovrà adattarsi a un gameplay spesso ostico e spigoloso, ma chi accetta la sfida troverà in questa raccolta una delle esperienze survival più affascinanti e immersive mai realizzate.