Recensione Rocketbirds 2: Evolution
di: Luca SaatiDopo il buon successo del primo Rocketbirds, Ratloop Asia torna a farci vestire i panni di Pollo Hardboiled. Rocketbirds 2: Evolution è disponibile da pochi giorni sullo store digitale di PS4 e PS Vita pronto a narrare un nuovo capitolo nella guerra tra polli e pinguini che vede i gufi fare da terzi in comodo. Chi la spunterà? Noi non possiamo dirvelo, ma possiamo dirvi che sapore ha questa battaglia.
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Lui è tornato
Putzki, vile pinguino despota apparso nel primo capitolo, è ancora vivo. Pollo Hardboiled deve quindi scoprire come ha fatto la sua nemesi a sopravvivere e allo stesso tempo eliminarlo dalla faccia dell’universo una volta per tutte. La trama di Rocketbirds 2: Evolution si può riassumere in queste pochissime righe raccontando con tanta ironia e no sense la caccia del nostro superpollo che lo vedrà visitare diverse location, tra cui un sottomarino e una nave spaziale giusto per citarvene qualcuna, in una campagna che vi terrà impegnati per almeno 5 ore.
Rocketbirds 2: Evolution mischia action e platform 2D con livelli strutturati come in un metroidvania liberamente esplorabili alla ricerca di collezionabili e nuove armi da utilizzare in battaglia. Il sistema di controllo è semplicissimo: con le due leve analogiche il personaggio si muove e mira, R2 o R1 per sparare, L1 o X per saltare e infine il tasto O per accovacciarsi. La sensazione è quella di trovarsi in un simil twin-stick shooter dove però il sistema di controllo non è precisissimo, in particolar modo quando bisogna puntare in uno specifico punto contro un boss ad esempio. Proprio per questo motivo durante il nostro playthrough siamo stati alla larga da armi a raffica o a singolo colpo in favore di armi automatiche come i vari mitra. Hardboiled Chicken può vantare su un vasto arsenale che comprende armi classiche come i fucili d’assalto, fucili a pompa e fucili a caccia, ad armi più ‘esotiche’ come lanciagranate, pistole laser e blaster.
Per tutto il gioco non farete altro che avanzare stanza dopo stanza eliminando gruppi sempre più nutriti di nemici. Quest’ultimi presentano una discreta varietà anche se in sostanza ci si approccia a loro sempre allo stesso modo così come ai vari boss che ci troveremo ad affrontare durante il gioco. In sostanza ci si riduce a fare sempre la stessa cose e c’è il rischio di arrivare un po’ annoiati alla fine del gioco, neanche le brevi sequenze platform o le sequenze in volo su di un jetpack o quelle sottomarine riescono ad aiutare il gioco ad essere un pochino più variegato.
Oltre alla campagna singleplayer troviamo anche una modalità cooperativa offline o online chiamata Salvataggio. Qui si possono affrontare una serie di missioni insieme ad altri giocatori con livelli generati proceduralmente. Troviamo anche un sistema di personalizzazione del personaggio che ci permette di spendere i soldi ottenuti per acquistare nuovo equipaggiamento. Questa modalità si rivela una piacevole aggiunta permettendo di continuare a giocare una volta terminata la campagna singleplayer.
Graficamente Rocketbirds 2: Evolution è un’esperienza piacevole da vedere con livelli renderizzati in 3D. Carina l’idea della telecamera che si sposta leggermente a destra o a sinistra donando ai livelli 3D una maggiore profondità. Molto carino il character design con i suoi personaggi estremamente caricaturali. Buono il frame rate che non perde un fotogramma neanche nelle situazioni più concitate. Ottima la colonna sonora, una delle cose migliori di tutto il gioco. Di buon livello anche il doppiaggio in inglese in linea con lo stile caricaturale dei personaggi. Segnaliamo che il gioco presenta i testi completamente in italiano.
Commento finale
Se cercate un videogioco divertente e che non si lascia prendere troppo sul serio, allora Rocketbirds 2: Evolution è quello che fa per voi. Non ci troviamo dinanzi a un gioco perfetto, anzi, ma i fan del primo episodio e più in generale chi apprezza questo genere videoludico può passare delle piacevoli ore di gioco sia nella campagna singleplayer che in quella cooperativa. Arrivati ai titoli di coda c’è rimasto solo un po’ di amaro in bocca perchè con una maggiore varietà il risultato finale sarebbe stato decisamente migliore.