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Recensione Road 96

di: Luca Saati

Innovare nel genere delle avventure grafiche narrative non è semplice, e ritrovarsi dinanzi a un qualcosa di veramente nuovo è cosa ormai molto rara. Nonostante una struttura di base molto classica, Road 96 prende alcuni elementi tipici di altri generi videoludici come i roguelite proponendo un concept davvero interessante.

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“Una mattina mi son svegliato…”

Sviluppato da Digixart, creatori dell’apprezzato 11-11: Memories Retold, Road 96 è prima di tutto la storia di un viaggio, la storia di una nazione che vive un regime totalitario e di sette personaggi che incontriamo di volta in volta. Siamo nell’Estate del 1996, il giorno delle elezioni si avvicinano sempre più e, di conseguenza, la nazione di Petria si prepara a stravolgere la vita dei suoi cittadini (in bene o male dipenderà dalle vostre scelte). Il regime totalitario che caratterizza questa nazione però non rende facile la vita dei giovanissimi che si trovano costretti in gran parte a scappare di casa con l’obiettivo di raggiungere il confine (la Road 96 che dà il nome al gioco) e varcarlo in un modo o nell’altro.

La componente procedurale del gioco consiste nel fatto che a ogni episodio impersoneremo un personaggio diverso con il suo punto di partenza, i suoi (pochi) soldi e la sua barra della stamina. Ecco quindi che una volta inizieremo l’episodio a bordo di un’auto rubata, altre volte a piedi e altre volte a bordo di un veicolo guidato da uno dei tanti pittoreschi personaggi che popolano questo mondo. Il finale di ciascun episodio sarà determinato dalle nostre scelte e può finire nel migliore dei modi o molto male arrivando persino alla morte del proprio alterego.

Ma se ogni episodio racconta il viaggio di uno dei tanti ragazzi in fuga da Petria, mettendo insieme ognuna di queste storie scopriremo con i nostri occhi il destino di Petria. Un destino che verrà influenzato da ogni gesto compiuto in ognuno degli episodi: dal semplice imbrattare i poster dei candidati politici, esprimere in un dialogo le proprie preferenze elettorali, rubare soldi fino ad arrivare ad alcuni momenti chiave che vi propone stesso il gioco e che non staremo qui ad anticiparvi. Nel mezzo di tutto ciò abbiamo i personaggi che incontreremo a ogni episodio: ognuno ha la sua storia che spesso va ad incrociarsi con quella di altri e col tempo ci conferiranno delle abilità che possono semplificare la vita nelle fasi più avanzate. Questo è un altro degli elementi che Road 96 prende dal genere dei roguelite: le abilità acquisite verranno automaticamente ereditate negli episodi successivi.

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Generazione procedurale e eredità delle abilità sono due elementi che ben si integrano nella struttura ludica di Road 96 che riprende quanto di più classico ci possa essere nelle avventure grafiche che alterna esplorazione dello scenario alla ricerca di alcuni oggetti utili per avanzare e le già citate scelte morali. Questa commistione aiuta però l’opera di Digixart a rendere diverso ogni playthrough. A tal proposito segnaliamo che una volta finita la storia per la prima volta, sbloccherete il New Game+ che vi permette di ricominciare conservando tutte le abilità. Il motivo per voler ricominciare Road 96 sta proprio nella sua storia che tocca vari argomenti: da temi politici come la migrazione e la libertà, ad altri più personali come la ricerca di sé stessi e di uno scopo nella vita, l’amore e la vendetta. Questo mix genera di volta in volta sensazioni diverse come soli pochi altri videogiochi sanno fare. In Road 96 si passa infatti da momenti in grado di strapparvi una risata, ad altri di riflessione per poi passare alla paura per la propria vita.

L’unico vero problema di Road 96 è causato proprio dalla peculiarità della generazione procedurale. Ricominciare un viaggio ad ogni episodio alla lunga porta a un senso di ripetitività che potrebbe spingere a più di un giocatore a non andare oltre il primo playthrough. Ed è un peccato questo perché scoprire come può cambiare il destino di Petria a ogni nostra scelta si rivela sempre affascinante così come risulta molto interessante completare gli archi narrativi dei vari personaggi.

Il tutto è condito da un comparto visivo semplice e colorato in grado di regalare qualche scorcio davvero piacevole. Su Nintendo Switch (l’unica versione console al momento disponibile) c’è qualche piccolo problema di ottimizzazione che si avverte principalmente in modalità docked su uno schermo molto più grande rispetto a quello piccolino della modalità portatile. Qualche effetto di pop up e calo di fluidità che fortunatamente non minano l’esperienza di gioco. Un plauso va invece alla colonna sonora che ricrea quel feeling anni ’90 che si rivela semplicemente perfetto. Vi basti sapere che una volta finito il gioco vi ritroverete quasi sicuramente a cercare la playlist su Spotify per ascoltare i vari brani che vi hanno accompagnato durante il viaggio. Buono anche il doppiaggio in inglese, l’italiano è presente solo nei testi e nei sottotitoli.

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Commento finale

Road 96 può dirsi un esperimento davvero riuscito in grado di dare qualcosa di nuovo a un genere come quello delle avventura grafiche che da troppi anni vive una fase di stallo. Una struttura ludica molto tradizionale viene infatti arricchita da una generazione procedurale che spinge il giocatore a voler avanzare con grande curiosità, merito anche di un comparto narrativo in grado di costruire un mondo  e dei personaggi di grande interesse. In un 2021 videoludico che sta regalando ben poche emozioni, Road 96 si rivela quell’esperienza fresca e piacevole da vivere e da giocare.