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Recensione Rendering Ranger: R2 [Rewind]

di: Simone Cantini

Ecco, sono davvero in difficoltà nell’aprire la recensione di Rendering Ranger: R2 [Rewind], perché farlo vuol dire tirare fuori per l’ennesima volta il mio amore e la mia stima incondizionata nei confronti di Manfred Trenz. Ve lo avrò già detto millemila volte come il mio io videoludico sia estremamente legato al coder/designer tedesco, papà di quella meraviglia a 8 e 16 bit che risponde al nome di Turrican (e relativi seguiti). Ecco, per non tediarvi inutilmente, visto che se volete sorbirvi i miei pipponi basta spulciare lo storico delle mie review, passiamo subito a parlare di quello che è, senza dubbio, il più oscuro e misconosciuto parto della sua vulcanica mente. Che tanto per cambiare, a distanza di 30 anni giusti, torna a disposizione di tutti i videogiocato. Anzi, vista la sua turbolenta storia, viene finalmente reso disponibile alla stragrande maggioranza di loro.

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Perla rara, anzi rarissima!

Immaginate la scena: siamo a metà degli anni ’90, e sebbene il mondo non sia fortunatamente sconvolto dalle esplosioni atomiche (semicit.), ti viene chiesto di sviluppare uno shoot ’em up per SNES. Beh, se ti chiami Manfred Trenz la richiesta non è certo insormontabile, visto che nel tempo hai saputo dimostrare di trovarti particolarmente a tuo agio con il genere, con il tuo curriculum che vanta produzioni del calibro di Turrican, Katakis o l’indimenticabile conversione per C64 di R-Type. Cosa ci vorrà mai, quindi, a mettere insieme tutto il nostro bagaglio per dare vita alla versione originale di Rendering Ranger: R2 [Rewind]? Perché il titolo in questione, una volta analizzato, non può fare a meno di mettere in evidenza il modo in cui Trenz abbia fuso assieme le sue produzioni più celebri, strizzando anche l’occhio a Contra, per confezionare uno sparatutto frenetico e impegnativo, in cui livelli a terra si alternano a galvanizzanti sezioni a bordo di una scattante navicella.

Ok, tutto bello e perfetto, quindi? Beh, non proprio, visto che in origine il titolo si sarebbe dovuto chiamare Targa, ed avrebbe dovuto presentare la classica grafica a base di sprite realizza a mano. Peccato che il successo di Donkey Kong Country (datato 1994), spinse a garantire al tutto un boost grafico a base di asset prerenderizzati, motivo che portò poi al nome con cui il titolo venne effettivamente distribuito. Furono però in pochi ad incrociare il pad con il nostro ranger spaziale chiamato a salvare la Terra dalla solita invasione aliena, perché una volta completato lo sviluppo, fu solo la divisione nipponica di Virgin Software a dimostrarsi interessata al tutto. Questo fece sì che il gioco venne distribuito solo sul suolo giapponese, tra l’altro in un numero esiguo di copie (parliamo di 10.000 cartucce), fatto che lo rende ancora oggi uno dei titoli SNES più rari e ricercati in assoluto.

Questione di equilibrio

Vabbè, dopo lo sproloquio storico, utile giusto a comprendere come la release di Rendering Ranger: R2 [Rewind] sia tutto sommato benvenuta, forse è il caso di parlare un po’ del gioco in questione. Come detto ci troviamo al cospetto di un mix di elementi run and gun e shoot ‘em up a scorrimento orizzontale, che riprende gli aspetti più lineari della saga di Turrican (addio ai livelli mastodontici e labirintici). Per sconfiggere gli avversari, sia a terra che a bordo della citata navicella, potremo contare su 4 distinte modalità di fuoco, ovviamente potenziabili, oltre a tre cariche di attacco speciale (differenti a seconda della modalità di sparo selezionata), che si andranno a ricaricare nel tempo.

A livello puramente ludico ci troviamo al cospetto di un riuscito mix di elementi già visti, ma che nonostante la loro natura palesemente derivativa restituiscono un’esperienza di assoluto spessore. Il gioco è tosto, divertente e dannatamente impegnativo, con gli ultimi due stage in grado di mettere davvero a dura prova il player, visto il modo in cui Trenz sembra essersi divertito nel voler esagerare in quanto a tasso di sfida (di fatto ci troviamo al cospetto di una coppia di serrate boss rush). Certo, non tutto è perfetto, ed in alcuni punti il bilanciamento lascia un po’ a desiderare, come nel caso delle corse nei cunicoli a bordo della navicella, in cui è davvero impossibile non andare a perdere preziose vite a causa dell’impossibilità di evitare parte delle collisioni. Capisco che negli anni ’90 i giochi dovevano essere bastardi per durare, ma insomma…

Figlio e figliastro

Già l’idea di riproporre oggi Rendering Ranger: R2 [Rewind], viste le sue difficoltà di distribuzioni originarie, dovrebbe essere vista in maniera positiva, ma al di là di un impatto grafico non modificato in alcun modo, ad eccezione dei classici filtri e scaling dell’immagine, ci sono anche un po’ di chicche ad accompagnare l’esperimento. Parlo della possibilità di salvare la partita in qualunque momento, oltre alla possibilità di riavvolgere il gameplay per una manciata di secondi, ma anche della presenza delle scansioni dei manuali originali, oltre alla presenza della versione originale Targa. A voler essere pignoli, ma qua è un problema mio, si avverte l’assenza di una soundtrack rimasterizzata, dato che quella originale non è proprio all’altezza delle aspettative. E non è certo un caso che a latitare, in tal senso, sia il nome di un certo Chris Huelsbeck

Non avete mai giocato alla versione originale di Rendering Ranger: R2 [Rewind], ma avete sempre desiderato farlo? Beh, allora non vi resta che mettere le mani su questa travagliata produzione firmata Manfred Trenz. Certo, non sarà il suo lavoro migliore, visto alcuni squilibri del gameplay particolarmente evidenti anche oggi, ma se amate il modo di intendere il run and gun del coder teutonico, l’avventura del ranger cosmico merita comunque ben più di una partita. Un’edizione, questa, che pur non presentando una mole assurda di contenuti extra, ha l’indubbio pregio di rendere più accessibile un’esperienza tutt’altro che semplice, oltre a presentare la versione originale che mai vide ufficialmente la luce. Ah, avete già giocato alla sua incarnazione primigena? Allora vendete quella preziosa cartuccia, e investite gli spiccioli che vi avanzeranno dopo i fisiologici bagordi in questa riedizione…