Recensione Red Matter
di: Simone CantiniViaggiare liberamente nello spazio non è certo cosa di tutti i giorni, oltre che alla portata di tutte le tasche, pertanto quando un prodotto destinato alla realtà virtuale ci permette di fare letteralmente un grande passo per l’umanità, almeno il sottoscritto non può che approcciarsi con il piede giusto al titolo in questione. E l’entusiasmo aumenta quando ci troviamo al cospetto di un lavoro come Red Matter, capace di fondere in maniera egregia qualità e divertimento, anche se il tutto ha finito per essere, purtroppo, un po’ troppo sacrificato sul fronte della pura longevità.
accettare i cookie con finalità di marketing.
Profondo rosso
In Red Matter ci caleremo attivamente, come vuole il mood delle produzioni VR, nei panni dell’agente Epsilon, il cui compito sarà quello di infiltrarsi all’interno di una stazione spaziale posta su Rea, una delle lune di Saturno. Il complesso è in mano alla fittizia repubblica di Volgravia, stato che strizza più di un occhio all’Unione Sovietica della guerra fredda, ed al suo interno sono custoditi importanti documenti che saremo chiamati a trafugare. Ovviamente le cose non saranno affatto semplici, sia perché il nostro allunaggio non sarà dei migliori, sia perché dovremo di volta in volta tarare il nostro dispositivo di analisi sul linguaggio a noi sconosciuto e sia, soprattutto, perché le cose nella base non sembrano proprio andare per il verso giusto: una misteriosa sostanza rossa, difatti, sta rapidamente prendendo il controllo del complesso, compromettendone le funzioni basilari e, come se non bastasse, sembra non esserci più traccia degli scienziati ospitati all’interno della stazione. Insomma, quello che era iniziato come una semplice scampagnata extra orbitale, si trasformerà rapidamente in un complesso enigma che, ovviamente, spetterà a noi risolvere. Red Matter mette assieme una sceneggiatura sci-fi davvero interessane che, pur non sfuggendo a qualche abusato cliché, riesce a stuzzicare la curiosità del giocatore in modo efficace, grazie anche ad un’atmosfera anni ’60 ottimamente caratterizzata, dando vita ad un walking simulator con elementi puzzle ben confezionato. Peccato solo per una longevità non proprio stellare che, se sarete bravi a cogliere gli indizi utili alla risoluzione dei vari enigmi, non vi vedrà impegnati per più di 3 ore.
Aguzzate la vista
In Red Matter non avremo nemici da combattere, né tanto meno minacce da cui dover sfuggire, pertanto il ritmo di gioco si è rivelato sin dal principio molto compassato e principalmente basato sull’esplorazione. Il sistema di controllo prevede l’impiego di due Move, che rappresenteranno anche le nostre mani, con il tasto principale del controller desto che servirà a farci muovere in avanti. La rotazione è gestita da due dei pulsanti frontali, mentre un altro input ci permetterà di sfruttare il nostro jetpack, utile per raggiungere porzioni più elevate dei vari ambienti. Il core del gioco, comunque, sarà rappresentato dal nostro scanner, tramite il quale potremo tradurre i vari documenti, oltre che sbloccare le vaghe istruzioni utili alla risoluzione dei puzzle. A questo si affianca una pratica coppia di pinze mobili, per mezzo delle quali potremo interagire con i vari oggetti, in modo davvero azzeccato ed intuitivo. Combinare con intelligenza l’uso di questi strumenti con il nostro ingegno e la nostra attenzione, permetterà di venire a capo degli stuzzicanti test che i ragazzi di Vertical Robot hanno disseminato in Red Matter, i quali si sono sempre rivelati molto intelligenti e divertenti, oltre che in grado di bilanciare ottimamente il ritmo di gioco nella sua alternanza tra esplorazione e risoluzione. Come detto in precedenza, comunque, uno dei punti saldi del gioco è da ritrovare nella azzeccatissima estetica volutamente retrò, resa possibile da una grafica in grado di stupire positivamente sin dalle prime battute in quanto a mera realizzazione tecnica. La modellazione generale, difatti, si attesta su livelli decisamente buoni, così come il design generale dei livelli, mentre se proprio si vuole essere pignoli non si può non considerare l’assenza di una localizzazione in lingua italiana (il gioco è interamente in inglese, sia il voice over che i sottotitoli), ma fortunatamente i testi non saranno mai troppo complessi.
Red Matter è un ottimo adventure, forte di un gameplay solido e di una realizzazione tecnica ed una caratterizzazione davvero degne di nota. Vagare per la struttura volgraviana sarà un vero piacere, mai troppo banale e sorretto da una tensione sempre ben calibrata, che non scadrà mai nei jump scare più beceri. Gradevolissimo anche il gameplay, con una serie di puzzle intriganti e che richiederanno una buona dose di acume ed ingegno per essere risolti, con soltanto una longevità un po’ troppo risicata a rappresentare il limite più grande della produzione Vertical Robot. Anche al netto di ciò, se amate le ambientazioni sci-fi e le trame ben scritte, non vedo perché non dovreste dare un chance a Red Matter.