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Recensione Recensione di Western Heroes

Recensione di Western Heroes di Console Tribe

di: Pasquale "corax" Sada

Western Heores fonde due elementi che paiono essere nati per stare insieme: gli spaghetti western e gli shooter on rail. Sparate e preoccupatevi dopo di chiedere scusa al morto. Senza troppi fronzoli (e senza troppe aspettative), indossate un bel cappellaccio, infilate gli speroni e agguantate il Winchester che troverete nella scatola, quel bel pezzo di plastica sagomata che sembra un grosso fucile. A vederlo così non incute grande sicurezza, ma vi basterà inserire mote e nunchuk per trasformarlo nella vostra arma preferita.

C’era un indiano, un poliziotto e un pistolero

Nonostante non si possa dire che Western Heroes sia una grossa produzione dal sapore hollywoodiano, gli sviluppatori hanno quantomeno cercato di imbastire al meglio una storia farcendola con una serie di cliché che aiutano a dare un po’ di pepe a tutta la composizione. Potremo scegliere di affrontare l’avventura con uno dei quattro pistoleri a disposizione: Jesse, l’affascinante Chava, il caporale Jake oppure l’indiano Qualetaqua. I nostri eroi western sono alle prese col temuto dottor Molina che ha deciso di radere al suolo l’intero west con la sua ultima creazione: la bomba Doomshell. Poco dopo ci troveremo lanciati su una diligenza in corsa verso un treno a vapore dove Molina fa la sua comparsa.

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Gli elementi per un buon spaghetti western ci sono tutti, e dal braccio meccanico di Molina e da alcune scelte artistiche si capisce che non mancherà una spruzzata steam punk alla Wild Wild West (divertente pellicola con Will Smith). Il dottor Male ovviamente non è tipo da farsi acchiappare così facilmente, preoccupandosi da subito di lanciarci contro una serie di anonimi scagnozzi che ripercorrono i più beceri luoghi comuni del videogame. Frotte di pistoleri vestiti di nero o con lunghi spolverini ci assalteranno, mentre quelli più panciuti si occuperanno degli esplosivi, lasciando di tanto in tanto spazio a pelatoni che invece preferiranno correrci contro per attaccarci a suon di cazzotti. Insomma, tutto quello che vi aspettereste da un classico shooter on rail alla Time Crisis e non vorreste rivedere per l’ennesima volta. L’avventura prosegue sballottandovi di qui e di lì tra i posti più western che esistano, come villaggi abbandonati, pezzi di ferrovia e praterie dove si nascondono avamposti creati da Molina. A bordo della diligenza che trasporta i fantastici quattro, la scarrozzata, nonostante non sia lunga, si rivela comunque abbastanza varia e diversificata. Ci saremmo aspettati qualche effetto in più e una maggiore cura nel dettaglio vista la totale assenza di una direzione artistica degna di questo nome, ma purtroppo ci troviamo di fronte ad animazioni approssimative, texture spalmate e un ridicolo utilizzo del cel-shade che nuoce più che aiutare la resa complessiva.

Mille modi per sparare

La modalità regina è sicuramente lo story mode di cui abbiamo anticipato qualcosa sopra. Si tratta si scorrere con telecamera in soggettiva alcune location che pullulano di cattivoni. Attraverso un mirino a schermo dovete farne fuori il più possibile prima che loro facciano fuori voi, puntandoli col mote e facendo fuoco col grilletto. Tutto qui. Il titolo prova a diversificare un po’ le cose ma con scarsi risultati. La sua impronta da vecchissimo shooter on rail divora ogni proposta di novità. Alla fine vi troverete ad anticipare le mosse degli avversari abbassando ulteriormente il livello di sfida di per sé già bassissimo.

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Nel caso doveste stufarvi, potrete concedervi una pausa con il pacchetto party aggiunto dagli sviluppatori. Potrete divertirvi con un amico affrontando la story mode in 4 oppure scatenarvi nella modalità sopravvivenza che, come da titolo, vi costringerà in uno schermo per un tot di tempo spammando frotte di pistoleri incacchiati. Se non vi sentiste pronti a sfide proibitive, potrete invece dedicarvi al tiro al piattello che una didascalia vi indicherà come una sorta di scuola del tiro a segno. Interessante, ma falso. Schermo fisso e un piatto che vola che vi toccherà colpire. Per qualche istante vi sembrerà di poter davvero migliorare se solo le cose non peggiorassero vertiginosamente. Dopo pochi secondi lo schermo si riempirà di oggetti volanti tra piatti e barili di rum che ingolferanno la visuale. A quel punto è inutile tentare di sbattersi visto che non ci sono penalità per i piatti persi, ma conviene semplicemente tenere puntato al centro e colpire tutto quello che per sua spontanea volontà attraverserà il mirino. Vi sorprenderà quanti punti si possono fare con questa tecnica da pigroni.

Far Far West

Wester Heroes è un titolo che mette tanta roba sul fuoco ma la cucina in modo pessimo, rischiando di avvelenare i commensali. Abbiamo visto che si può fare di più: Dead Space: Extraction e House of Dead ne sono un palese esempio.
Story Mode davvero poco intrigante e troppo corto per interessare il giocatore e un pacchetto party striminzito e noioso. Certo, la sua natura “family” potrà interessare a tutte quelle famiglie alla ricerca di un divertimento plug and play senza troppe elucubrazioni mentali, ma con la sola voglia di divertirsi per qualche ora (o meglio minuto). Consigliato dunque ai padri di famiglia con figli cowboy!