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Recensione Recensione di Uncharted 2: Among Thieves

Recensione di Uncharted 2: Among Thieves di Console Tribe

di: Redazione
Atteso come l’esclusiva Sony più importante di questo
autunno, Uncharted 2 è finalmente giunto sugli scaffali dei
negozi, pronto per essere goduto dall’immensa schiera di fan che ha amato il precedente capitolo.

La software house che si cela dietro alle avventure di Nathan Drake, la
famosissima Naughty Dog, è già di per sé una garanzia di qualità. D’altronde l’esperienza acquisita con lo sviluppo di serie
di successo quali Crash Bandicoot e Jak and Daxter non è in
alcuna maniera sostituibile, fornendo di per sé alla casa
californiana un biglietto da visita di tutto rispetto.

Ma analizziamo adesso i motivi per cui Uncharted 2 si dimostra il
titolo che alla PlayStation 3 mancava, e come in generale risulti uno
dei videogiochi più spettacolari e completi mai creati su
console.





Hollywood a casa vostra!



Ciò che si era evinto fin dai primi trailer diffusi su Internet
era una certa spettacolarità alla base di Uncharted 2,
nonché l’intento di rendere l’esperienza di gioco
simile a quella che si può provare vedendo l’ultimo
blockbuster hollywoodiano giunto in un multisala.

E sotto questo aspetto bisogna ammettere che Naughty Dog ha svolto un
lavoro a dir poco eccellente, infarcendo il titolo di scene ad alto
tasso adrenalinico e dalla forte componente cinematografica.

Nonostante la storia sia raccontata con scene di intermezzo che in
quanto a recitazione non hanno nulla da invidiare a certe pellicole
televisive, trovarsi nel bel mezzo di una sparatoria inseguiti da un
elicottero mentre tutto ciò che sta attorno esplode non ha
prezzo. Numerosi eventi scriptati forniscono quindi la base per intensi
conflitti a fuoco, fughe rocambolesche e terribili scazzottate. Nessuno
di essi però si sostituirà all’azione da voi governata e ciò non fa
che garantire una giocabilità per nulla forzata ma dal ritmo
sempre serrato.

Il risultato è straordinario come non mai, capace di rendere la
modalità singleplayer qualcosa di simile ad una grande e lunga
giostra: tutto è stato allestito con una certa perfezione
maniacale, in modo da non creare tempi morti e da rendere la corsa
emozionante, fino al raggiungimento dell’epica conclusione.

I personaggi presenti, o forse è meglio dire attori, possono
contare su un doppiaggio di qualità rara in un videogioco, e
ognuno di loro copre un ruolo preciso all’interno della vicenda.
Sono tutti caratterizzati in maniera impeccabile, a partire dal
carismatico protagonista fino a giungere al più odioso dei
nemici.





C’era una volta un bandito…



La trama che fa da sfondo alle vicende di Uncharted 2 di certo non
brilla troppo per originalità, proponendo temi già visti
in un qualsiasi Indiana Jones o Tomb Raider.

È in ogni caso in grado di emozionare i più, raccontata
efficacemente con cut-scene che bene si intrecciano con le fasi
in-game, risultando ricca di colpi di scena e simpatiche ed irriverenti
battute.

Tutto comincia quando Nathan si sveglia seduto sul sedile di un treno,
ferito e confuso. Gli servono pochi istanti però per capire che
il vagone in cui si trova è sospeso su un baratro, pronto a
precipitare nel vuoto da un momento all’altro. Così parte
l’avventura, con il botto, proponendo fin dall’inizio scene
di gioco fantastiche, per poi raccontare pochi minuti dopo tramite dei
lunghi flashback ciò che è avvenuto prima di quel
terribile risveglio.

Nell’arco di poche ore il giocatore vive così un
susseguirsi di vicende una più coinvolgente dell’altra,
che ruotano tutte attorno al misterioso viaggio che Marco Polo fece
tornando dalla Cina, spedizione in cui morirono centinaia di persone e
numerose barche scomparvero nel nulla.

Mano a mano che viene fatta luce sull’intera vicenda si
incontrano numerosi personaggi, alcuni volti sconosciuti e altri
già visti e apprezzati nel prequel.

Coraggio, eroismo, tradimenti, scoperte, misteri… tutto ciò
è una costante in Uncharted 2, ricco come non mai di colpi di
scena e sorprese di ogni tipo. Il tutto condito da dialoghi
interessanti e scambi di battute ironiche, che strappano più di
un sorriso.





Mai un momento di pace per un povero ladro!



Se il gameplay risulta frenetico grazie a momenti particolarmente intensi, si dimostra anche piuttosto vario, complici tutti gli
elementi sapientemente inseriti in questo nuovo episodio.

Le sparatorie e il sistema di copertura sono tornati nuovamente, e
risultano ancora una volta i protagonisti di buona parte
dell’avventura. Le prime volte mettersi al riparo potrebbe
risultare un attimo confusionario, ma basta un po’ di pratica per
rendere il tutto immediato. Affrontare le decine di nemici, con una
buona variante di armi, risulta così piacevole, grazie anche
all’introduzione di qualche piccola novità.

L’aggiunta di avversari dotati di scudo anti-sommossa, esperti
nelle tecniche marziali o pesantemente corazzati garantiscono
combattimenti sempre diversi, con scenari ampi e ricchi di elementi
distruttibili o esplosivi.

Ma l’approccio aggressivo non è l’unico attuabile:
è infatti possibile affrontare i rivali con tattiche stealth, in
modo da non attirare attenzioni indesiderate. In certi casi potrebbe
rivelarsi più adatto stendere silenziosamente un nemico
giungendogli alle spalle, piuttosto che iniziare un conflitto a fuoco.
O magari, mentre si sta scalando una ripida parete, si potrebbe
approfittare della posizione sicura per afferrare la caviglia del
malcapitato di turno e buttarlo giù dal cornicione su cui
montava incautamente la guardia.

Queste strategie non solo in certe occasioni risultano essenziali per
proseguire per la propria strada, evitando inutili noie, ma si
dimostrano una variante ben strutturata a quella più diretta
delle semplici sparatorie.

A tutto ciò va aggiunto il combattimento corpo a corpo, comparto
a cui non si è dato un peso particolarmente eccessivo, ma che
comunque appare sufficientemente strutturato per garantire
un’azione varia e mai ripetitiva. Ossa rotte, parate improvvisate
e colpi degni di un lottatore di wrestling condiscono l’azione in
maniera deliziosa, allietando sicuramente il giocatore.



In giro per il mondo, alla ricerca di bottini!



Nel primo Uncharted gli scontri con i nemici rivestivano il ruolo di
star, attribuendo ad enigmi ed esplorazione un’importanza
secondaria. In questo sequel però, questi ultimi hanno ottenuto
un peso di gran lunga maggiore.

Ovviamente non ci troviamo di fronte a qualcosa di rivoluzionario, ma
fa sempre piacere essere costretti a usare un po’ di materia
grigia per poter proseguire il viaggio.

Il giocatore si trova così a percorrere scenari molto più
ampi che in passato, rappresentati con tanta cura da sembrare vere e
proprie cartoline virtuali. In più casi capita infatti di
fermare la corsa di Nathan per ammirare il paesaggio che lo circonda,
coloratissimo e sempre realistico.

È così si visitano templi antichi, giungle rigogliose,
villaggi in rovina e cime innevate di altissime montagne. Ogni elemento
è ricco di dettagli, spesso negli altri giochi assenti.

Le macerie di un palazzo crollato, per esempio, non sono rappresentate
con cumuli di detriti pitturati con texture slavate, ma sono formate da
vere montagnole di mattoni, libri, e oggetti vari, ammassati come lo
sarebbero nella realtà. Il tutto perfettamente definito, senza
alcuna sbavatura. Ma questo è, appunto, solo uno dei tantissimi
esempi.

Alcuni scorci ricordano molto quelli del primo Uncharted, in
particolare quelli che si possono ammirare in mezzo ai boschi o quando
si è sospesi sui dirupi, ma è altrettanto vero che si
nota subito come tra un titolo e l’altro vi sia stato un salto
qualitativo che ha dell’incredibile.

Percorrere le vie disseminate di detriti di una città nepalese
dilaniata dai conflitti, dopo essere fuggiti da un camion senza
controllo per non farsi travolgere e aver assistito a scontri a fuoco
tra ribelli e mercenari, di sicuro lascerà chiunque a bocca
aperta.

Tutto quanto è stato creato con una dovizia di particolari rara,
che non fa che immergere il giocatore ancora più
all’interno di un’esperienza unica.

Ed i ragazzi Naughty Dog hanno fatto in modo che non ci si perdesse
all’interno di queste meravigliose arene tridimensionali grazie
anche all’aiuto di una telecamera ben sfruttata e mai troppo
invasiva, evitando qualsiasi tempo morto.

Quando si deve compiere un salto particolarmente coreografico, il gioco
non lesina inquadrature spettacolari, evidenziando l’acrobazia e
al contempo il percorso da seguire.

E vi assicuriamo che le evoluzioni da eseguire saranno parecchie, vista
la struttura articolata dei livelli. Tra scalate di edifici e pareti
rocciose, balzi ad altezze vertiginose e piroette mortali,
c’è solo l’imbarazzo della scelta!





Rubiamo in compagnia!



Se la campagna singleplayer gode di per sé di una
longevità maggiore rispetto al capitolo precedente, il titolo
è stato arricchito con un interessante comparto multiplayer. Questo non limita assolutamente le abilità di Drake e compagni per cui potrete arrampicarvi in ogni dove, restare penzoloni da un muro per sfruttarne la copertura nello sparare, per far predere le proprie traccie o per lanciarvi sul primo malcapitato che inavvertitamente passerà sotto di voi. E’ intuibile come queste abilità diano un certo spessore e possano introdurre anche un aspetto strategico nel complesso dell’azione. A far da coreografia a tutto ciò vi sono mappe semplicemente eccezionali, queste sono studiate nei minimi dettagli per favorire uno scontro bilanciato e ricco di alternative con ripari, vie di fuga, percorsi di aggiramento ecc.

Nulla di particolarmente innovativo sul fronte delle modalità ma bisogna ammettere che pure in questo contesto è stata riposta una cura maniacale, rendendo in tal modo anche un semplice Team Deathmatch
divertente e concitato come non mai.

Dieci giocatori si possono dare quindi battaglia all’interno
delle ambientazioni più evocative esplorate nella
modalità offline, alternando partite in cui si deve detenere il
controllo di certe aree ad altre in cui bisogna rubare i tesori a danno
della squadra rivale. Sono possibili poi partite cooperative in cui
bisogna recuperare un idolo, sconfiggendo al contempo decine di
avversari, o in cui si devono superare alcune fasi del gioco in singolo
particolarmente riuscite, lievemente riadattate per il lavoro in coppia. Tuttavia non è presente una modalità split screen per affrontare tali modalità insieme a un amico fisicamente al vostro fianco.

Vanno aggiunte altre gradite sorprese: la presenza di eventi scriptati
che influiscono su alcuni match, medagliette al valore e una
modalità tramite cui registrare le proprie gesta e mostrarle
agli altri utenti.

Il tutto funziona piuttosto bene, permettendo la personalizzazione del
proprio personaggio con abilità varie, che si possono comprare
da un negozio con i soldi ottenuti durante gli scontri, ognuna
sbloccabile in base al livello raggiunto. Stesso discorso vale anche
per le numerose skin presenti, alcune particolarmente buffe.

Una volta entrati nel menù principale dell’online si
può creare un gruppo in cui invitare gli amici presenti in lista
per entrare così assieme in partite aperte, che però a
volte impiegano un po’ troppo per iniziare, o per cominciare
match personalizzati, le cui numerose impostazioni sono modificabili a
piacimento.

Il netcode si è dimostrato buono, con partite che non terminano
mai per sua instabilità, e il lag è pressoché
assente, permettendo così di giocare tranquillamente senza alcun
fastidio.

Le uniche due assenze che si fanno sentire in questo comparto sono
quella di qualsivoglia classifica all’interno del gioco, ma presenti in
abbondanza e accuratezza esclusivamente nel sito della Naughty Dog, e
l’opzione per la creazione dei clan.

In ogni caso le ore di gioco che si possono spendere su questo titolo,
grazie all’implementazione del multiplayer, aumentano
vertiginosamente, questo è certo.





Un tesoro su cui mettere le mani a tutti i costi!



La Naughty Dog pare abbia riempito fino all’ultimo byte i Blu-Ray
su cui ha inciso Uncharted 2, confezionando un gioco che sembra riesca
finalmente a spremere la vera potenza di cui la PlayStation 3 è
degna.

La grafica del titolo si dimostra con tutta probabilità la
migliore in circolazione su console, come già detto, capace di
stracciare letteralmente la concorrenza. I filmati ottimamente girati
non fanno che aumentare questa sensazione di magnificenza, così
come lo fa l’altrettanto curato comparto audio, forte di un
doppiaggio di rispetto e di effetti acustici davvero realistici.

Molte volte si sente la splendida colonna sonora arricchire i passaggi
più emozionante, e le battute di Nathan e soci, inserite in
quantità, sono sempre improvvise e spiritose.

A tutto ciò si accosta un gameplay che si dimostra vario e
profondo, capace di alternare situazioni di varia natura in maniera
convincente e cinematografica, e un multiplayer in grado di aumentare
considerevolmente la longevità già di per sé
piuttosto buona della campagna singleplayer.

Insomma, direte voi, ma ci sono solo pregi in questo gioco? Non
proprio: alcuni piccoli difetti sono infatti presenti, seppur non
rappresentino niente di fastidioso.

Nel corso dell’avventura è riscontrabile qualche
compenetrazione poligonale e raramente il doppiaggio denota una non
perfetta sincronizzazione del labiale. I nemici godono di una I.A. di
qualità migliore rispetto a quella dei propri alleati, ma la
difficoltà non è molto elevata, rendendo taluni passaggi
forse un po’ troppo semplici, proprio come il prequel.

I Trofei del titolo inoltre risultano fin troppo simili a quelli
dell’episodio precedente, e una maggior diversificazione di certo
non avrebbe guastato.

Ma quelle appena elencate sono delle carenze trascurabili, appunto, che
non rovinano minimamente l’esperienza di gioco complessiva.

Esperienza coinvolgente, adrenalinica, entusiasmante… sempre capace di emozionare.

Ed è per questo che Uncharted 2 può essere definito una vera killer application per PlayStation 3.

Ma tralasciando tecnicismi e paroloni inutili, la cosa più
scontata di tutte è una sola: Uncharted 2 diverte, e diverte
come pochi altri giochi sono capaci di fare!