Recensione Recensione di Sam & Max: The Devil’s Playhouse Ep.1
Recensione di Sam & Max: The Devil's Playhouse Ep.1 di Console Tribe
di: REdeiDESIDERIEpisode 1: The Penal Zone
Molte volte abbiamo visto paragonare il media videoludico a diversi altri generi di intrattenimento, cinema in testa. Non è infatti un mistero quell’ambizione insita in tantissimi sviluppatori di rendere le due arti un connubio perfetto. Basti pensare ad esperimenti più recenti, come Heavy Rain di Quantic Dream, oppure al più vetusto Metal Gear Solid 4, del team Kojima. Cinema e videogiochi insieme dunque, anche se di recente sembra essere esplosa una nuova, promettente, moda: quella dell’episodicità. Videogiochi che non cercano più di assomigliare alle produzioni hollywoodiane (o almeno non solo), quanto piuttosto ai telefilm o alle fiction ad episodi. Se la cosa era stata già sperimentata nel corso degli anni per ciò che concerne la componente narrativa (pratica di recente riportata in auge anche da Alan Wake di Remedy), con l’avvento della distribuzione digitale l’episodicità ha colpito anche e soprattutto la distribuzione, con titoli pensati per essere venduti “a pezzi”, quasi fossero le puntate di una fiction domenicale. Largo allora ad esperimenti come Penny Arcade, Watchmen: La Fine è Vicina e Blue Toad Murder Files. A questi si aggiunge l’esplosiva serie di Sam & Max, sviluppata dai bravi ragazzi di Telltale Game ed arrivata, con questo capitolo, alla sua terza stagione! Ebbene sì, avete capito bene, dopo due serie di “corti” rilasciati su PC, la coppia di “freelance police” più famosa di sempre si appresta al salto in alta definizione con ben cinque episodi in rilascio su PSN con cadenza mensile, il cui titolo completo è Sam & Max: The Devil’s Playhouse. The Penal Zone è il primo giro di boa di questo poliziesco (fuori di testa) punta e clicca. Riuscirà lo strampalato duo cane poliziotto/coniglio psicotico a tenere alto l’onore? Scopriamolo!
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Beyond the freelance police
Ma prima un po’ di storia.
Partoriti dalla mente di Steve Purcell (autore e fumettista statunitense di grande talento), Sam e Max sono divenuti celebri per alcune strisce a fumetti rilasciate prima nel 1980 poi nel 1987 su alcuni albi a fumetti appositamente dedicati. La coppia, composta rispettivamente da un cane (Sam) ed un coniglio (Max) antropomorfi ha riscosso da subito enorme successo, grazie ad un mix sopra le righe di ilarità, dark humour e citazionismo forsennato. I due, possessori di una agenzia investigativa privata, sono poi stati definitivamente consacrati dal pubblico grazie ad una celeberrima e bellissima avventura grafica “punta e clicca”: Sam & Max: Hit the Road, pubblicata da Lucasart e progettata dallo stesso Purcell. La coppia è stata poi dimenticata per diversi anni, ritornando più volte sotto i riflettori grazie a diversi vaporware, a lungo rimpianti dai fan. Questo sino al 2006, quando Telltale, società nata da una costola di Lucasarts, prese in mano le redini di un nuovo progetto che, per la prima volta, avrebbe visto la pubblicazione di un videogame a episodi, egregiamente orchestrati per fare il verso agli episodici polizieschi degli anni ’80. Nacque così la Season One (Sam & Max Save the World), ossia la prima stagione dedicata alle avventure del duo, riproposta poi per il mercato Wii e Xbox Live Arcade nel 2008, e seguita a ruota da una ancor più scoppiettante Season Two (Sam & Max Beyond Time and Space), ad oggi ancora esclusiva PC e Live Arcade. Tra alieni, complotti, elezioni presidenziali, zombie, demoni e dei, il duo è tornato prepotentemente sotto i riflettori, tanto che una terza stagione è appena arrivata su PC e PS3, ed una quarta sembrerebbe già in programma. Tentare anche solo di spiegarvi in sintesi cosa si è visto sino ad ora sarebbe un’opera titanica, vuoi per la trama dei due capitoli, vuoi per lo stile sopra le righe del duo. Dunque più che tentare un’impresa impossibile, accontentatevi di partire dal principio… sì, il principio della terza stagione: The Penal Zone.
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“Sam, i see the future!!!”
Sin dalle primissime battute, la narrazione segue binari che, solo apparentemente sembrerebbero sconclusionati, ma che poi troveranno il loro incastro perfetto. Un’astronave a forma di faccia di scimmia vola su New York distruggendo la città. I nostri due eroi sono intrappolati in essa, chiusi dietro una gabbia dal perfido generale Skun’ka’pe, tiranno intergalattico dalle fattezze scimmiesche. La situazione sembra già disperata ma grazie ad un set di incredibili poteri psichici recentemente sviluppati da Max, ben presto la coppia di detective sembra sovvertire la situazione tra teletrasporti, trasformazioni e… cervelli in barattolo parlanti! La partenza è incalzante ed esplosiva, come si confà alla coppia partorita da Purcell. La prima cosa che notiamo, e che ci piace constatare, è che i dialoghi di gioco sono sempre una piccola opera d’arte. Chiacchierare, interrogare, o anche solo osservare lo svolgersi della narrazione attraverso i dialoghi di Sam e Max, è pura goduria. Il cane ed il coniglio sono infatti pungenti, arguti, folli. Ogni riga di testo sfocia sempre in una battuta, un richiamo, una citazione. Tanto che ben due trofei sono dedicati solo all’ascolto dei dialoghi! La cosa più sorprendente, poi, è come questi siano sempre stilisticamente impeccabili, mai tediosi o “eccessivi” da costringere lo skip. Insomma, Sam & Max al 100%. E il ritmo narrativo? Tanto incalzante che quasi ci si ritrova spiazzati, mentre ci si domanda cosa diavolo stia succedendo e come si sia arrivati al punto in cui ci si ritrova. Poi pian piano tutto viene spiegato, e grazie ad un narratore dallo stile vagamente anni ’50 scopriamo la verità. Davanti a noi si è appena palesato il futuro, ossia l’epilogo della storia! Max, tra le varie, ha acquisito la capacità di vedere il futuro, e quindi ecco che la storia inizia per davvero. L’astronave non c’è, la scimmia non c’è, il cervello in barattolo non c’è… ma state certi che a breve cambierà tutto! E cambierà così profondamente, che di quanto predetto dal coniglio non ci sarà più certezza! Insomma, almeno da questo punto di vista una season premiere davvero esplosiva!
!==PB==!
The Rabbit’s Season!
E se la narrazione dimostra sin da subito il suo potenziale, stessa cosa può tranquillamente dirsi anche per il gameplay, per l’occasione carico di una corposissima aggiunta. Se infatti sino ad ora era stato possibile sempre e solo controllare Sam, da questa stagione in poi il giocatore può prendere il controllo del logorroico coniglio Max e del suo set di poteri fuori di testa. Sebbene solo due siano i poteri utilizzabili da Max in questo primo capitolo, il flashforward ci dà comunque uno scorcio di quello che ci attende, tra mazzi di carte per il controllo mentale e interventi di rinoplastica (sì, avete letto bene! RINOPLASTICA!) per cambiare aspetto e trasformarsi in svariati oggetti, tra i quali in un bazooka! La voglia di stupire il giocatore c’è e si vede, tanto che si traduce in tante nuove possibilità ludiche cui la serie non si era mai interfacciata. Sebbene la natura punta e clicca del gioco sia sostanzialmente fedele a se stessa (salvo le ovvie modifiche “ibride” dettate dall’uso di un pad come il controllo diretto del personaggio, ed un menu a richiamo con i tasti frontali), grazie all’uso di Max il modo di ragionare del giocatore deve per forza di cose cambiare, passando da un ragionamento deduttivo ad uno induttivo. Spesso infatti la soluzione di un enigma sarà dettata dal fatto di poterlo vedere già risolto nel futuro, magari grazie ad oggetti che non conoscete nemmeno, ma alla cui scoperta arriverete con un po’ di intuizione. Controllando Sam andrete quindi in giro a fare domande, a cercare indizi, a scovare oggetti. Con Max invece vedrete spezzoni del gioco che saranno, soluzioni assurde, cut-scene cui non arriverete neanche alla fine di questo primo capitolo! Un approccio ai puzzle ed agli enigmi, quindi, assolutamente geniale, capace di spiazzare e creare perplessità, ma anche di dispensare enormi (e divertenti) soluzioni. Certo, i più probabilmente si troveranno spesso a procedere a tentoni, tuttavia vi assicuriamo che, con il senno di poi, è evidente che nel gioco nulla è lasciato al caso.
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Graphic Novel
Detto tutto quello che era il caso di dire (evitiamo spoiler!), passiamo al comparto tecnico del gioco, croce e delizia della produzione Telltale. Rispetto alle precedenti due stagioni, già molto buone sul piano tecnico, è stato fatto un ulteriore passo avanti. I modelli poligonali sono ottimamente caratterizzati, e grondano di stile dal primo all’ultimo. Rispetto a quanto già visto si notano persino dei miglioramenti, sia nelle palette cromatiche che nella mera conta poligonale. Ovviamente non parliamo di qualcosa che può competere con l’Uncharted di turno, ma si tratta comunque di un lavoro lodevole, forse quanto di meglio si sia visto tra i contenuti digitali PS3. Fiore all’occhiello della produzione sono poi le animazioni, curate e convincenti dall’inizio alla fine, soprattutto nel corso delle cut-scene, girate con il motore di gioco, in cui la personalità dei personaggi è messa al primo posto. Tuttavia vi è una faccia della medaglia che dispiace, e non poco. Se i modelli, gli ambienti e persino le musiche sono infatti curatissimi, vi è di controcampo tutta una serie di effetti grafici assolutamente sottotono, a partire dalle ombre, “pixellose” come non se ne vedevano da anni. A ciò si aggiunge anche il fatto che, nonostante il gioco sia caricato direttamente dall’hard disk della console, ci si imbatte con una certa frequenza in alcuni orrendi rallentamenti, taluni nientemeno che alle soglie del freeze! Ciò si nota soprattutto quando si passa dal controllo di Sam a quello di Max e, in particolare, dei suoi decantati poteri mentali. Medesimo discorso per il comparto audio, con musiche d’accompagnamento di primissima qualità e con un doppiaggio assolutamente superbo, con tanto di discreto sincrono labiale. Unica pecca? Il gioco è completamente in inglese, dai menu alle voci dei personaggi. Non bastasse l’abbondanza dei testi aggiungiamo pure che il duo di detective ama infarcire i propri dialoghi di frasi fatte, citazioni, espressioni gergali e quant’altro, e capirete che non parliamo di un gioco adatto proprio a tutti, tanto che una conoscenza basilare della lingua inglese potrebbe non essere sufficiente a fruire del gioco al meglio! Insomma, volendo sorvolare sulle magagne tecniche, proprio non si riesce a guardar oltre le barriere linguistiche. Un vero peccato perché le precedenti stagioni sono state quantomeno sottotitolate e forse sarebbe valsa la pena far uscire il gioco con un po’ di ritardo piuttosto che renderlo inaccessibile ai più.
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Hit the road! AGAIN!
Che dire di più? La terza stagione di Sam & Max è partita con il botto! Ancora una volta il duo di Purcell non ha deluso le aspettative, confezionando un prodotto che, guardando al passato, riesce ancora una volta a convincere e rinnovarsi, aggiungendo a quanto già saggiato addirittura delle meccaniche capaci di stravolgere il gameplay! Peccato soltanto per i compromessi tecnici (cui davvero non troviamo causa viste le capacità hardware), la mancata localizzazione e la natura episodica che, proprio sul più bello, ci lascia con un palmo di naso. Ovviamente la cosa non è da intendersi necessariamente come un male visto che il tutto fa parte del progetto stile “serial” di Telltale, tuttavia non si fa in tempo a godere dei primi intrecci narrativi, dei primi poteri, dei primi personaggi, che il gioco termina dopo circa quattro ore di gioco. In ogni caso, con un primo capitolo del calibro di The Penal Zone, la terza stagione di Sam & Max ha già tutte le carte in regola per stupire fan vecchi e nuovi.
Disponibile in esclusiva console per PS3, The Devil Playhouse è acquistabile sul PS Store per la modica cifra di € 25 e dovrebbe garantire, nella sua versione finale, un totale di circa venti ore. Se siete anglofoni ed amate le avventure grafiche vecchio stile, allora correte a recuperavi The Penal Zone, in attesa che questo mese arrivi il secondo attesissimo capitolo The Tomb of Sammun-Mak. Noi non vediamo l’ora!
Sam: “We’re the Freelance Police. We’re here to keep the peace.”
Max: “Violently, if possible!”