Recensione Recensione di Motorstorm: Pacific Rift
Recensione di Motorstorm: Pacific Rift di Console Tribe
di: RedazioneQuando il primo Motorstorm uscì nel marzo 2007 per Playstation
3, la ricezione da parte della critica fu generalmente buona. In molti
apprezzarono l’originale ambientazione desertica del Gran Canyon,
l’eccellente resa grafica dei modelli tridimensionali, e un motore
fisico di primissimo ordine che dava il meglio di se soprattutto
durante le sequenze al rallenty degli spettacolari incidenti di gara
mostrati da diverse inquadrature, unitamente ad una colonna sonora
degna della miglior compilation di Indie Rock che avreste potuto
acquistare in un negozio di dischi. Non si trattava di un gioco
perfetto, certo, e la maggior parte delle critiche si concentrò
soprattutto sull’assenza di una modalità multiplayer off-line,
considerando ciò come un pesante limite all’espressione delle
piene potenzialità del Prodotto. Tuttavia gli Sviluppatori
britannici degli “Evolution Studios” dimostrarono con il loro lavoro un
paio di cose importanti: la prima è che erano dannatamente
bravi, visti anche tutti i precedenti anni di esperienza passati ad
affinare le migliori tecniche di programmazione per questo genere di
giochi grazie al Franchise “WRC Rally Evolved” su Playstation 2; la
seconda è che erano andati molto, molto vicini alla creazione
del miglior videogame di corse Off-Road di sempre.
L’impegno profuso nella realizzazione di quel Titolo si tradusse in
quasi 3 milioni di copie vendute sul mercato, e nella scommessa di un
seguito che avrebbe dovuto superare ampiamente i limiti del
progenitore. Quella scommessa fatta un paio di anni fa è ora qui
davanti ai nostri occhi con il nome di “Motorstorm: Pacific Rift”.
Tropical Mayhem
Il Teaser Trailer del secondo installment di “Motorstorm” rilasciato
all’inizio del 2008, svelava al pubblico che gli Sviluppatori avevano
sicuramente fatto tesoro dei feedback dei centinaia di migliaia di
assidui e appassionatissimi giocatori della loro Creatura e dei loro
abbondanti consigli su un eventuale seguito. Il nuovo episodio infatti
sarebbe stato ambientato su una lussureggiante isola tropicale, in
mezzo a nuove e variegate tipologie di territorio che avrebbero
diversificato in modo fondamentale le situazioni di gara; inoltre, ad
arricchire la già numerosa scuderia di veicoli utilizzabili
nella precedente incarnazione, (suddivisi in ben 7 classi di 2 e 4
ruote tra Buggies, Quad, Auto da Rally, Moto da Cross, Pick-Up e
Camion), sarebbero arrivati anche dei giganteschi “Monster Truck”. Non
erano queste le uniche promesse nuovo Titolo, e il lavoro di
miglioramento e rifinitura della formula artistica inaugurata dal
brutale “Road Runner” del 2007 viene ora ripresentato nella forma di un
prodotto che sembra voler cogliere in pieno tutte le esigenze degli
appassionati di questo genere di giochi, ma non solo.
Si può attingere a piene mani dall’arsenale di “Motorstorm:
Pacific Rift” per argomentare sulla bontà del prodotto; intanto
si può partire rendendo conto dei 16 emozionanti tracciati di
cui è composto il nuovo gioco: si tratta di 4 gruppi di circuiti
“tematici”, caratterizzati cioè da una nettissima differenza
ambientale gli uni dagli altri, in base al principio di suddivisione
elementale mutuato dalle teorie di molti sistemi filosofici antichi.
Troveremo così la possibilità di competere a piacimento
in ambientazioni ispirate alla preponderanza ideale di terra, acqua,
aria o fuoco.
Dimenticate la pur affascinante Apocalisse di polvere e fango
dell’Originale, poiché ora la suggestione visiva cui andrete
incontro è composta dal carnevale di colori delle lunghissime
piste di gara ricavate nei diversi angoli naturali dell’isola tropicale
del “Motorstorm Festival”; maestosi multicromatismi restituiti alla
vista da boscaglie selvagge e rigogliose, spogli paesaggi lunari
attraversati da fiumi di lava incandescente e massi vulcanici, fino a
conglomerati di rugginosi edifici industriali in abbandono al margine
di campi di canna da zucchero, e strapiombi sull’oceano, e grotte, e
acquitrini e spiagge… E qui sta anche il primo “tesoro” di tale
videogioco: la portentosa forza con cui avviene la trasmissione verso
il giocatore dell’illusione di libertà. Non importa quanto tempo
ci metterete per abituarvi agli scenari di gara, nè importa che
prima o poi imparerete a memoria tutte le tecniche di guida migliori
per riuscire ad avere buone possibilità di giungere prima degli
avversari al traguardo; il fatto è che correre a folli
velocità in circuiti che ricostruiscono in maniera così
sopraffina la natura selvaggia della Terra, dilateranno la vostra
percezione degli spazi al punto di convincervi che nessuna delle vostre
gare sulla stessa pista sarà mai uguale alle precedenti.
Soprattutto quest’ultima sensazione è indotta da una soluzione
progettuale dei circuiti che si era già rivelata vincente nel
primo episodio della Serie: gli Sviluppatori hanno letteralmente
disseminato gli ambienti di gara di scorciatoie, passaggi alternativi e
vie nascoste che, se opportunamente utilizzate, potrebbero permettervi
di guadagnare quella manciata di decimi di secondo preziosi per
tagliare il traguardo prima degli altri. Interessante notare che,
evidentemente consapevoli dell’affascinante mini universo naturale cui
hanno dato vita, e del fatto che da sempre uno dei momenti più
impressionanti delle gare in “Motorstorm” sono proprio gli incidenti
tra veicoli, nel gioco è stato inserito un divertente
“Photo-Mode” che potrà essere richiamato dal menù della
pausa in qualunque momento, e che consentirà di scattare le foto
ricordo più belle, (si fa per dire), delle vostre migliori
performance, per poi magari inviarle agli amici. Ne hanno di senso
dell’umorismo, i britannici…
Il buonissimo lavoro svolto sulla varietà visuale delle piste
è poi accompagnato anche dall’inserimento di nuove alternative
nel sistema di gare: a differenza del primo episodio infatti, le
competizioni che affronterete non sono legate solamente al paradigma di
corse tradizionali contro gli avversari, ma presentano anche divertenti
(quanto difficili) prove di abilità o a tempo atte a spezzare la
linearità della convenzionale partita in single-mode. Ad ogni
modo, qualunque siano le tipologie di sfide che sarete chiamati ad
affrontare, ricordate che l’imperativo per poter procedere
proficuamente fino alla fine del Festival è centrare sempre il
primo posto. “Motorstorm” da questo punto di vista non concede
pietà alcuna al videogiocatore inesperto, rischiando
verosimilmente di generare frustrazione tra i corridori meno testardi e
determinati.
Chi va piano va sano, ma arriva ultimo…
Altri pilastri portanti del sistema di gara originato nel primo
capitolo della Serie sono rimasti intatti o, alternativamente,
potenziati: si possono menzionare per esempio le incredibili
scorrettezze degli avversari per intralciare in ogni modo le vostre
gare, scorrettezze rese senza ombra di dubbio più letali da
un’intelligenza artificiale della CPU evidentemente migliore
dell’iterazione precedente. E’ stato poi ridefinito in modo ancora
più stringente il margine di tolleranza dei vostri errori di
guida e dei vostri incidenti prima di veder sfumare con certezza la
possibilità di giungere al traguardo con un posizionamento utile
alla qualificazione per le gare successive e lo sblocco di nuove sfide
e nuove livree per i mezzi. Quest’ultimo aspetto potrebbe far storcere
la bocca a tutti i corridori che consideravano il primo episodio
già sufficientemente ostico, ma potrebbe invece fare la
felicità di chi si sente solo più motivato grazie ad un
livello di sfida accresciuto rispetto al passato.
Ancora, sempre in termini di rivisitazione positiva di alcuni elementi
del classico sistema di gioco, è doveroso parlare
dell’interessante modifica subita dal sistema di “turbo” in “Pacific
Rift”. Come in precedenza, il “turbo” rimarrà l’unica maniera
per tentare di uscire indenni dalle situazioni di pericoloso
accerchiamento del vostro veicolo da parte di mezzi di classe diversa,
mentre cercate di farvi spazio tra gli avversari per guadagnare
posizioni, (e se riuscite ad immaginare di essere a cavallo di una moto
da cross mentre un camion da 30 tonnellate sta per speronarvi a piena
velocità, forse avete chiaro cosa intendo dire), nonchè
per tentare di “staccare” gli avversari sui rettilinei. Sempre come in
precedenza, la limitata quantità di tempo a vostra disposizione
per l’uso della carica di “turbo”, prima che questa generi il
surriscaldamento e l’esplosione del motore del vostro mezzo,
rappresenta la principale fonte di preoccupazione nella gestione dei
tempi più opportuni per l’utilizzo della massima potenza del
propulsore. Ciò che però è stata aggiunto a tutto
questo, è la possibilità di alterare dinamicamente i
tempi di surriscaldamento o raffreddamento del motore, sfruttando
alcuni elementi naturali delle ambientazioni di gara. Così per
esempio, passare con il nostro mezzo dentro una pozza d’acqua
raffredderà istantaneamente il propulsore, dandoci una
possibilità extra di lanciarci a manetta all’inseguimento dei
nostri avversari; viceversa, il nostro “turbo” surriscalderà con
pericolosa rapidità il motore del veicolo in prossimità
di bocche vulcaniche e terreni lambiti da fiumi lavici a causa
dell’altissimo calore sviluppato da tali elementi dello scenario,
costringendoci ad un dosaggio “strategico” nella scelta dei momenti
migliori per avvalersi di questa caratteristica. E’ stata anche
aggiunta l’utilissima possibilità di eseguire, tramite la
pressione dei tasti L1 o R1 del joypad, dei rapidi scarti laterali che
potrebbero rivelarsi di fondamentale importanza durante i tentativi di
riprendere il controllo del nostro mezzo, magari a seguito di un
atterraggio in posizione errata successivo ad un salto da una rampa, o
dopo un errato calcolo della traiettoria di entrata in qualche ostica
curva.
Un’ultima valutazione attinente l’altissima qualità tecnica
della Produzione la merita il sonoro del gioco: in perfetta
continuità con lo stile del repertorio dell’episodio precedente,
ritroviamo un eccellente comparto audio composto da 46 pezzi di musica
“alternativa”, (tra cui emergono nomi come Megadeth, Nirvana, Queens of
the Stone Age, David Bowie o Death from Above 1979), il quale rende
pienamente giustizia all’atmosfera selvaggia che contraddistingue il
Titolo di “Evolution Studios” fin dal 2007; degni di rilievo sono anche
gli stupendi ruggiti dei motori dei vari automezzi, i quali aiutano in
maniera determinante il videogiocatore a sentirsi parte di una intensa
esperienza ludica all’interno del cattivissimo e sporchissimo pianeta
di “Motorstorm”.
Con gli amici è più bello…
Anche chi ha sempre apprezzato la prima incarnazione di “Motorstorm”,
non ha mai potuto evitare di sentire la mancanza di una modalità
multiplayer off-line. E’ quindi assolutamente un bene che, rispetto al
precedente episodio, ora vi sia finalmente possibile sfidare fino a
quattro vostri amici utilizzando lo schermo della TV in modalità
split-screen; non si tratta di una semplice aggiunta per tentare di
rendere più interessante lo schema di gioco: è piuttosto
“l’uovo di Colombo” che trasforma un videogame di corse su terreni
selvaggi in una specie di Party-Game, e fornisce finalmente un
potenziale di rigiocabilità immenso anche a tutti coloro che non
amano l’esperienza convenzionale del multiplayer on-line con
sconosciuti, o che non sono dotati di linee Adsl particolarmente
performanti. Proprio sul fronte del multiplayer on-line poi, in molti
troveranno la vera ragione di essere di questo gioco: fino a 12
corridori possono darsi battaglia sulla rete attraverso le 16 piste di
“Motorstorm: Pacific Rift”, in una corsa senza fine nella scalata del
ranking dei migliori piloti al livello mondiale. Dal punto di vista
dell’offerta complessiva di gioco multiplayer insomma, è
veramente difficile pensare di poter chiedere di più.
L’importanza di essere cattivi
Poniamo che non abbiate mai visto “Motorstorm” prima d’ora; poniamo
anche che abbiate dei gusti da videogiocatore che vi indirizzano per la
stragrande maggioranza delle volte verso generi completamente diversi
da quello espresso dal gioco in questione. Ecco, perchè dovreste
pensare di mettere comunque un pugno di euro da parte per considerare
seriamente l’acquisto di tale Titolo? Ci sono molte risposte a questa
domanda, ma credo che la più semplice in assoluto sia:
“perchè è la più divertente, violenta, sporca,
veloce e scorretta opera videoludica esistente di quel genere a
metà strada tra le simulazioni di guida e gli arcade duri e
puri, costruita su misura per chiunque voglia trascorrere un po’ di
tempo sperimentando del sano divertimento davanti ad una console”. Non
c’è nessuna storia di cui dobbiate preoccuparvi, non c’è
nessun formalismo stilistico particolare da seguire nell’impostazione
della vostra tecnica di guida affinchè possiate competere con
successo, nè per giocare dovreste possedere la canonica
dedizione e concentrazione che potrebbe esigere invece un monumentale
simulatore di guida come un “Gran Turismo”, solo per fare un nome .
Qui tutto è ridotto ai minimi termini dell’istinto, della
prontezza dei riflessi e, a volte, della fortuna più sfacciata,
soprattutto quando dovrete far fronte all’evidente, altissimo, livello
di difficoltà medio del gioco. Se il rischio insito in questo
è che alcuni giocatori potrebbero avvertire chiaramente noia e
demotivazione prima della conclusione della “campagna” single-mode,
è però vero che il potenziale di infinito divertimento
della forma di gioco multiplayer compensa ampiamente tutti i possibili
limiti di “Motorstorm: Pacific rift”.
In effetti, per capire il vero potere di questa produzione ludica,
converrebbe considerare la modalità di gioco in singolo come una
sorta di “allenamento preparatorio”; perché il divertimento,
quello con la “D” maiuscola, comincia subito dopo.
Se avete anche solo un piccolo gruppo di amici con cui mettere in piedi
delle brutali serate fatte di mostruosi incidenti a catena,
sportellate, tamponamenti e voli mortali giù per scarpate e
strapiombi, questo gioco diventerà semplicemente uno dei
migliori capolavori di genere a cui avrete mai avuto modo di giocare;
stesso discorso se deciderete di voler diventare uno tra i più
forti corridori del mondo, sfidando le moltissime migliaia di
agguerriti videogiocatori che ogni giorno si danno battaglia sui server
di “Motorstorm” in ogni angolo del mondo.
Sta a voi carpire la vera natura di “Pacific Rift”, e decidere se
vogliate vedere in esso semplicemente un buon gioco di corse off-road,
o il nuovo standard per il divertimento virtuale su 2 e 4 ruote
motrici; il sottoscritto propende eloquentemente verso la seconda
interpretazione.
Stupendo.
____________________________
The Expansion Packs by Nadim
Pacchetti Mezzi: Nuovi veicoli gratuiti!
Negli ultimi mesi i ragazzi di Evolution Studios hanno voluto rendere contenti i fan di Motorstorm regalandogli, con uscite settimanali, vari pacchetti-veicoli scaricabili gratuitamente dallo Store.
Ognuno di questi DLC,
il cui numero ora è consistente, contengono vari veicoli che si
vanno ad aggiungere alla già più che ampia gamma
selezionabile di base. Queste versioni scaricabili sono uniche, con
mezzi dallo stile originale e dalle tinte esclusive, il cui unico scopo
è quello di arricchire il parco macchine per la gioia dei
videogiocatori.
Non si può dare chiaramente una valutazione vera e propria a
queste “espansioni” (se così si possono chiamare)
gratuite, ma di certo rappresentano un download più che
consigliato a chiunque possegga una copia dell’adrenalinico Motorstorm: Pacific Rift.
Tanti veicoli gratuiti (al contrario di quanto era successo con il
primo titolo della serie), che si vanno ad aggiungere a quelli
già presenti nella versione base del gioco.
Speed Expansion Pack: Quando la velocità è tutto!
Il pacchetto Speed, rilasciato di recente sugli scaffali virtuali dello Store, rappresenta la prima vera espansione di Motorstorm: Pacific Rift.
Al contrario di quelli sopra descritti, riguardanti esclusivamente
l’aggiunta di graditi veicoli, Evolution Studios ha voluto
davvero arricchire l’esperienza di gioco, ingrandendolo con nuovi
emozionanti tracciati, sfide Velocità e un’ulteriore
ampliamento del parco macchine.
Ma partiamo con ordine.
Le sei piste aggiuntive si dividono in due categorie: tre completamente
originali e tre che si rivelano più che altro delle
rivisitazioni di quelle già presenti nel titolo. Tra le nuove
figurano il Quick Sands, costruito su una spiaggia tropicale e costellato da strette caverne, l’Engorged, situato su di un fiume ricco di cascate e percorsi alternativi, e il Dark Fire Swamp,
collocato all’interno di una foresta colma di pozze d’acqua
alternate a laghi di lava. Tutte queste piste si rivelano varie e
ispirate, con sezioni adatte ad ogni tipo di veicolo ed aree nascoste,
e presentano una grafica molto colorata e in linea con lo stile finora
adottato.
Per quanto riguarda i tracciati già visitati, in questa
espansione li ritroviamo più bollenti che mai, presentati in
nuove versioni, chiamate Volcanic,
ricche di colate laviche e di strade alternative prima inesistenti.
È così che si ripercorrono, con sommo piacere, il The Rift, il Wildfire e il Caldera Ridge, facendo attenzione a non surriscaldare troppo il motore o a non finire nel magma incandescente.
E se tutto ciò non bastasse, potrete prendere parte al Weekend Velocità,
un evento suddiviso in ben 48 gare a checkpoint, alcune già
conosciute nel Festival principale e altre del tutto originali.
Ogni gruppo di veicoli godrà delle proprie competizioni, e una
volta superate tutte quelle di un tipo si otterranno varie decorazioni.
Tutto ciò non fa che accrescere la qualità
dell’espansione, che così allunga la longevità del
titolo, grazie anche alla possibilità di sfidare i tempi dei
propri amici.
La presenza inoltre di una manciata di mezzi inediti rende lo Speed Expansion Pack un DLC di tutto rispetto, completo come pochi e dal prezzo non particolarmente elevato, 5.99 € appena.
Si può dire tranquillamente che l’espansione Speed
è una delle più complete che si possa trovare sullo Store
del PSNetwork. Forte di nuovi tracciati, nuovi veicoli, nuovi eventi e
di un prezzo per nulla alto, accontenta qualsiasi fan del gioco. Un
acquisto consigliato.
Adrenaline Expansion Pack: Una nuova esperienza adrenalinica!
Pubblicato sullo Store successivamente allo Speed, l’espansione Adrenaline
si rivela altrettanto ricca anche se punta ancora di più sul
numero di percorsi piuttosto che sull’aggiunta di un evento,
proprio come faceva il primo.
I nuovi tracciati inventati dai ragazzi di Evolution Studios riescono
anche questa volta a stupire per la loro originalità e la loro
bellezza. Ci troviamo quindi a dover gareggiare online nel Reef Runner, ambientato in una giungla rigogliosa che si affaccia su di una evocativa spiaggia, nel Brimstone, collocato in una zona montuosa ricca di salti paurosi e di pozze di acqua calda, e nell’Hallowed Earth, ambientato sul fondo di una gola ricca di vegetazione.
Le versioni Volcanic delle piste, presenti anche in questa espansione, sono cinque e comprendono questa volta il The Edge, le Badlands, il Mudslide, lo Scorched e, un po’ a sorpresa, quella dell’Hallowed Earth
stesso. Ognuna di queste rivisitazioni, seppur riproponga in qualche
maniera elementi già visti, rappresenta una piacevole variante
alle versioni di base del titolo, aumentando ulteriormente il
divertimento e l’adrenalina provate nel percorrerli. Fiumi di
lava, lapilli incandescenti e strade roventi sono pronti a distruggere
i mezzi dei piloti più distratti o sprovveduti.
A tutto ciò vanno aggiunti nuovi veicoli presenti, come in
qualsiasi altro dei precedenti DLC, e alcuni piloti in più,
giusto per arricchire ulteriormente la personalizzazione del proprio
alter-ego.
L’Adrenaline si differenzia dallo Speed, come già
accennato, principalmente per quanto riguarda i tracciati. Per il resto
vanta la stessa qualità del predecessore, e non fa che aumentare
la longevità di un titolo sempre più completo.
Espansione diversa, divertimento ugualmente assicurato.
L’Adrenaline, rispetto allo Speed, punta di più sulle
piste e sulla personalizzazione di veicoli e piloti, ma non fa che
ampliare l’universo di Motorstorm in maniera eccellente, allo
stesso moderato prezzo.
In conclusione
Tutti i DLC di Motorstorm: Pacific Rift finora usciti si sono
dimostrati originali, specialmente ricchi lo Speed e
l’Adrenaline. In futuro ne potremmo vedere altri, e si spera che
Evolution Studios mantenga gli standard posti, che fanno della
qualità e del basso costo i loro punti di forza.
Per tutti coloro che non hanno voglia di spendere un solo centesimo in
più sul gioco potrebbero bastare le nuove serie di veicoli
disponibili, completamente gratuite.
Chi invece ha ancora fame di gare furibonde su tracciati spericolati, a
bordo di veicoli splendenti, potrebbe fare un pensierino anche sulle
due espansioni.
Il tutto condito, ovviamente, a base di velocità e adrenalina.
3, la ricezione da parte della critica fu generalmente buona. In molti
apprezzarono l’originale ambientazione desertica del Gran Canyon,
l’eccellente resa grafica dei modelli tridimensionali, e un motore
fisico di primissimo ordine che dava il meglio di se soprattutto
durante le sequenze al rallenty degli spettacolari incidenti di gara
mostrati da diverse inquadrature, unitamente ad una colonna sonora
degna della miglior compilation di Indie Rock che avreste potuto
acquistare in un negozio di dischi. Non si trattava di un gioco
perfetto, certo, e la maggior parte delle critiche si concentrò
soprattutto sull’assenza di una modalità multiplayer off-line,
considerando ciò come un pesante limite all’espressione delle
piene potenzialità del Prodotto. Tuttavia gli Sviluppatori
britannici degli “Evolution Studios” dimostrarono con il loro lavoro un
paio di cose importanti: la prima è che erano dannatamente
bravi, visti anche tutti i precedenti anni di esperienza passati ad
affinare le migliori tecniche di programmazione per questo genere di
giochi grazie al Franchise “WRC Rally Evolved” su Playstation 2; la
seconda è che erano andati molto, molto vicini alla creazione
del miglior videogame di corse Off-Road di sempre.
L’impegno profuso nella realizzazione di quel Titolo si tradusse in
quasi 3 milioni di copie vendute sul mercato, e nella scommessa di un
seguito che avrebbe dovuto superare ampiamente i limiti del
progenitore. Quella scommessa fatta un paio di anni fa è ora qui
davanti ai nostri occhi con il nome di “Motorstorm: Pacific Rift”.
Tropical Mayhem
Il Teaser Trailer del secondo installment di “Motorstorm” rilasciato
all’inizio del 2008, svelava al pubblico che gli Sviluppatori avevano
sicuramente fatto tesoro dei feedback dei centinaia di migliaia di
assidui e appassionatissimi giocatori della loro Creatura e dei loro
abbondanti consigli su un eventuale seguito. Il nuovo episodio infatti
sarebbe stato ambientato su una lussureggiante isola tropicale, in
mezzo a nuove e variegate tipologie di territorio che avrebbero
diversificato in modo fondamentale le situazioni di gara; inoltre, ad
arricchire la già numerosa scuderia di veicoli utilizzabili
nella precedente incarnazione, (suddivisi in ben 7 classi di 2 e 4
ruote tra Buggies, Quad, Auto da Rally, Moto da Cross, Pick-Up e
Camion), sarebbero arrivati anche dei giganteschi “Monster Truck”. Non
erano queste le uniche promesse nuovo Titolo, e il lavoro di
miglioramento e rifinitura della formula artistica inaugurata dal
brutale “Road Runner” del 2007 viene ora ripresentato nella forma di un
prodotto che sembra voler cogliere in pieno tutte le esigenze degli
appassionati di questo genere di giochi, ma non solo.
Si può attingere a piene mani dall’arsenale di “Motorstorm:
Pacific Rift” per argomentare sulla bontà del prodotto; intanto
si può partire rendendo conto dei 16 emozionanti tracciati di
cui è composto il nuovo gioco: si tratta di 4 gruppi di circuiti
“tematici”, caratterizzati cioè da una nettissima differenza
ambientale gli uni dagli altri, in base al principio di suddivisione
elementale mutuato dalle teorie di molti sistemi filosofici antichi.
Troveremo così la possibilità di competere a piacimento
in ambientazioni ispirate alla preponderanza ideale di terra, acqua,
aria o fuoco.
Dimenticate la pur affascinante Apocalisse di polvere e fango
dell’Originale, poiché ora la suggestione visiva cui andrete
incontro è composta dal carnevale di colori delle lunghissime
piste di gara ricavate nei diversi angoli naturali dell’isola tropicale
del “Motorstorm Festival”; maestosi multicromatismi restituiti alla
vista da boscaglie selvagge e rigogliose, spogli paesaggi lunari
attraversati da fiumi di lava incandescente e massi vulcanici, fino a
conglomerati di rugginosi edifici industriali in abbandono al margine
di campi di canna da zucchero, e strapiombi sull’oceano, e grotte, e
acquitrini e spiagge… E qui sta anche il primo “tesoro” di tale
videogioco: la portentosa forza con cui avviene la trasmissione verso
il giocatore dell’illusione di libertà. Non importa quanto tempo
ci metterete per abituarvi agli scenari di gara, nè importa che
prima o poi imparerete a memoria tutte le tecniche di guida migliori
per riuscire ad avere buone possibilità di giungere prima degli
avversari al traguardo; il fatto è che correre a folli
velocità in circuiti che ricostruiscono in maniera così
sopraffina la natura selvaggia della Terra, dilateranno la vostra
percezione degli spazi al punto di convincervi che nessuna delle vostre
gare sulla stessa pista sarà mai uguale alle precedenti.
Soprattutto quest’ultima sensazione è indotta da una soluzione
progettuale dei circuiti che si era già rivelata vincente nel
primo episodio della Serie: gli Sviluppatori hanno letteralmente
disseminato gli ambienti di gara di scorciatoie, passaggi alternativi e
vie nascoste che, se opportunamente utilizzate, potrebbero permettervi
di guadagnare quella manciata di decimi di secondo preziosi per
tagliare il traguardo prima degli altri. Interessante notare che,
evidentemente consapevoli dell’affascinante mini universo naturale cui
hanno dato vita, e del fatto che da sempre uno dei momenti più
impressionanti delle gare in “Motorstorm” sono proprio gli incidenti
tra veicoli, nel gioco è stato inserito un divertente
“Photo-Mode” che potrà essere richiamato dal menù della
pausa in qualunque momento, e che consentirà di scattare le foto
ricordo più belle, (si fa per dire), delle vostre migliori
performance, per poi magari inviarle agli amici. Ne hanno di senso
dell’umorismo, i britannici…
Il buonissimo lavoro svolto sulla varietà visuale delle piste
è poi accompagnato anche dall’inserimento di nuove alternative
nel sistema di gare: a differenza del primo episodio infatti, le
competizioni che affronterete non sono legate solamente al paradigma di
corse tradizionali contro gli avversari, ma presentano anche divertenti
(quanto difficili) prove di abilità o a tempo atte a spezzare la
linearità della convenzionale partita in single-mode. Ad ogni
modo, qualunque siano le tipologie di sfide che sarete chiamati ad
affrontare, ricordate che l’imperativo per poter procedere
proficuamente fino alla fine del Festival è centrare sempre il
primo posto. “Motorstorm” da questo punto di vista non concede
pietà alcuna al videogiocatore inesperto, rischiando
verosimilmente di generare frustrazione tra i corridori meno testardi e
determinati.
Chi va piano va sano, ma arriva ultimo…
Altri pilastri portanti del sistema di gara originato nel primo
capitolo della Serie sono rimasti intatti o, alternativamente,
potenziati: si possono menzionare per esempio le incredibili
scorrettezze degli avversari per intralciare in ogni modo le vostre
gare, scorrettezze rese senza ombra di dubbio più letali da
un’intelligenza artificiale della CPU evidentemente migliore
dell’iterazione precedente. E’ stato poi ridefinito in modo ancora
più stringente il margine di tolleranza dei vostri errori di
guida e dei vostri incidenti prima di veder sfumare con certezza la
possibilità di giungere al traguardo con un posizionamento utile
alla qualificazione per le gare successive e lo sblocco di nuove sfide
e nuove livree per i mezzi. Quest’ultimo aspetto potrebbe far storcere
la bocca a tutti i corridori che consideravano il primo episodio
già sufficientemente ostico, ma potrebbe invece fare la
felicità di chi si sente solo più motivato grazie ad un
livello di sfida accresciuto rispetto al passato.
Ancora, sempre in termini di rivisitazione positiva di alcuni elementi
del classico sistema di gioco, è doveroso parlare
dell’interessante modifica subita dal sistema di “turbo” in “Pacific
Rift”. Come in precedenza, il “turbo” rimarrà l’unica maniera
per tentare di uscire indenni dalle situazioni di pericoloso
accerchiamento del vostro veicolo da parte di mezzi di classe diversa,
mentre cercate di farvi spazio tra gli avversari per guadagnare
posizioni, (e se riuscite ad immaginare di essere a cavallo di una moto
da cross mentre un camion da 30 tonnellate sta per speronarvi a piena
velocità, forse avete chiaro cosa intendo dire), nonchè
per tentare di “staccare” gli avversari sui rettilinei. Sempre come in
precedenza, la limitata quantità di tempo a vostra disposizione
per l’uso della carica di “turbo”, prima che questa generi il
surriscaldamento e l’esplosione del motore del vostro mezzo,
rappresenta la principale fonte di preoccupazione nella gestione dei
tempi più opportuni per l’utilizzo della massima potenza del
propulsore. Ciò che però è stata aggiunto a tutto
questo, è la possibilità di alterare dinamicamente i
tempi di surriscaldamento o raffreddamento del motore, sfruttando
alcuni elementi naturali delle ambientazioni di gara. Così per
esempio, passare con il nostro mezzo dentro una pozza d’acqua
raffredderà istantaneamente il propulsore, dandoci una
possibilità extra di lanciarci a manetta all’inseguimento dei
nostri avversari; viceversa, il nostro “turbo” surriscalderà con
pericolosa rapidità il motore del veicolo in prossimità
di bocche vulcaniche e terreni lambiti da fiumi lavici a causa
dell’altissimo calore sviluppato da tali elementi dello scenario,
costringendoci ad un dosaggio “strategico” nella scelta dei momenti
migliori per avvalersi di questa caratteristica. E’ stata anche
aggiunta l’utilissima possibilità di eseguire, tramite la
pressione dei tasti L1 o R1 del joypad, dei rapidi scarti laterali che
potrebbero rivelarsi di fondamentale importanza durante i tentativi di
riprendere il controllo del nostro mezzo, magari a seguito di un
atterraggio in posizione errata successivo ad un salto da una rampa, o
dopo un errato calcolo della traiettoria di entrata in qualche ostica
curva.
Un’ultima valutazione attinente l’altissima qualità tecnica
della Produzione la merita il sonoro del gioco: in perfetta
continuità con lo stile del repertorio dell’episodio precedente,
ritroviamo un eccellente comparto audio composto da 46 pezzi di musica
“alternativa”, (tra cui emergono nomi come Megadeth, Nirvana, Queens of
the Stone Age, David Bowie o Death from Above 1979), il quale rende
pienamente giustizia all’atmosfera selvaggia che contraddistingue il
Titolo di “Evolution Studios” fin dal 2007; degni di rilievo sono anche
gli stupendi ruggiti dei motori dei vari automezzi, i quali aiutano in
maniera determinante il videogiocatore a sentirsi parte di una intensa
esperienza ludica all’interno del cattivissimo e sporchissimo pianeta
di “Motorstorm”.
Con gli amici è più bello…
Anche chi ha sempre apprezzato la prima incarnazione di “Motorstorm”,
non ha mai potuto evitare di sentire la mancanza di una modalità
multiplayer off-line. E’ quindi assolutamente un bene che, rispetto al
precedente episodio, ora vi sia finalmente possibile sfidare fino a
quattro vostri amici utilizzando lo schermo della TV in modalità
split-screen; non si tratta di una semplice aggiunta per tentare di
rendere più interessante lo schema di gioco: è piuttosto
“l’uovo di Colombo” che trasforma un videogame di corse su terreni
selvaggi in una specie di Party-Game, e fornisce finalmente un
potenziale di rigiocabilità immenso anche a tutti coloro che non
amano l’esperienza convenzionale del multiplayer on-line con
sconosciuti, o che non sono dotati di linee Adsl particolarmente
performanti. Proprio sul fronte del multiplayer on-line poi, in molti
troveranno la vera ragione di essere di questo gioco: fino a 12
corridori possono darsi battaglia sulla rete attraverso le 16 piste di
“Motorstorm: Pacific Rift”, in una corsa senza fine nella scalata del
ranking dei migliori piloti al livello mondiale. Dal punto di vista
dell’offerta complessiva di gioco multiplayer insomma, è
veramente difficile pensare di poter chiedere di più.
L’importanza di essere cattivi
Poniamo che non abbiate mai visto “Motorstorm” prima d’ora; poniamo
anche che abbiate dei gusti da videogiocatore che vi indirizzano per la
stragrande maggioranza delle volte verso generi completamente diversi
da quello espresso dal gioco in questione. Ecco, perchè dovreste
pensare di mettere comunque un pugno di euro da parte per considerare
seriamente l’acquisto di tale Titolo? Ci sono molte risposte a questa
domanda, ma credo che la più semplice in assoluto sia:
“perchè è la più divertente, violenta, sporca,
veloce e scorretta opera videoludica esistente di quel genere a
metà strada tra le simulazioni di guida e gli arcade duri e
puri, costruita su misura per chiunque voglia trascorrere un po’ di
tempo sperimentando del sano divertimento davanti ad una console”. Non
c’è nessuna storia di cui dobbiate preoccuparvi, non c’è
nessun formalismo stilistico particolare da seguire nell’impostazione
della vostra tecnica di guida affinchè possiate competere con
successo, nè per giocare dovreste possedere la canonica
dedizione e concentrazione che potrebbe esigere invece un monumentale
simulatore di guida come un “Gran Turismo”, solo per fare un nome .
Qui tutto è ridotto ai minimi termini dell’istinto, della
prontezza dei riflessi e, a volte, della fortuna più sfacciata,
soprattutto quando dovrete far fronte all’evidente, altissimo, livello
di difficoltà medio del gioco. Se il rischio insito in questo
è che alcuni giocatori potrebbero avvertire chiaramente noia e
demotivazione prima della conclusione della “campagna” single-mode,
è però vero che il potenziale di infinito divertimento
della forma di gioco multiplayer compensa ampiamente tutti i possibili
limiti di “Motorstorm: Pacific rift”.
In effetti, per capire il vero potere di questa produzione ludica,
converrebbe considerare la modalità di gioco in singolo come una
sorta di “allenamento preparatorio”; perché il divertimento,
quello con la “D” maiuscola, comincia subito dopo.
Se avete anche solo un piccolo gruppo di amici con cui mettere in piedi
delle brutali serate fatte di mostruosi incidenti a catena,
sportellate, tamponamenti e voli mortali giù per scarpate e
strapiombi, questo gioco diventerà semplicemente uno dei
migliori capolavori di genere a cui avrete mai avuto modo di giocare;
stesso discorso se deciderete di voler diventare uno tra i più
forti corridori del mondo, sfidando le moltissime migliaia di
agguerriti videogiocatori che ogni giorno si danno battaglia sui server
di “Motorstorm” in ogni angolo del mondo.
Sta a voi carpire la vera natura di “Pacific Rift”, e decidere se
vogliate vedere in esso semplicemente un buon gioco di corse off-road,
o il nuovo standard per il divertimento virtuale su 2 e 4 ruote
motrici; il sottoscritto propende eloquentemente verso la seconda
interpretazione.
Stupendo.
____________________________
The Expansion Packs by Nadim
Pacchetti Mezzi: Nuovi veicoli gratuiti!
Negli ultimi mesi i ragazzi di Evolution Studios hanno voluto rendere contenti i fan di Motorstorm regalandogli, con uscite settimanali, vari pacchetti-veicoli scaricabili gratuitamente dallo Store.
Ognuno di questi DLC,
il cui numero ora è consistente, contengono vari veicoli che si
vanno ad aggiungere alla già più che ampia gamma
selezionabile di base. Queste versioni scaricabili sono uniche, con
mezzi dallo stile originale e dalle tinte esclusive, il cui unico scopo
è quello di arricchire il parco macchine per la gioia dei
videogiocatori.
Non si può dare chiaramente una valutazione vera e propria a
queste “espansioni” (se così si possono chiamare)
gratuite, ma di certo rappresentano un download più che
consigliato a chiunque possegga una copia dell’adrenalinico Motorstorm: Pacific Rift.
Tanti veicoli gratuiti (al contrario di quanto era successo con il
primo titolo della serie), che si vanno ad aggiungere a quelli
già presenti nella versione base del gioco.
Speed Expansion Pack: Quando la velocità è tutto!
Il pacchetto Speed, rilasciato di recente sugli scaffali virtuali dello Store, rappresenta la prima vera espansione di Motorstorm: Pacific Rift.
Al contrario di quelli sopra descritti, riguardanti esclusivamente
l’aggiunta di graditi veicoli, Evolution Studios ha voluto
davvero arricchire l’esperienza di gioco, ingrandendolo con nuovi
emozionanti tracciati, sfide Velocità e un’ulteriore
ampliamento del parco macchine.
Ma partiamo con ordine.
Le sei piste aggiuntive si dividono in due categorie: tre completamente
originali e tre che si rivelano più che altro delle
rivisitazioni di quelle già presenti nel titolo. Tra le nuove
figurano il Quick Sands, costruito su una spiaggia tropicale e costellato da strette caverne, l’Engorged, situato su di un fiume ricco di cascate e percorsi alternativi, e il Dark Fire Swamp,
collocato all’interno di una foresta colma di pozze d’acqua
alternate a laghi di lava. Tutte queste piste si rivelano varie e
ispirate, con sezioni adatte ad ogni tipo di veicolo ed aree nascoste,
e presentano una grafica molto colorata e in linea con lo stile finora
adottato.
Per quanto riguarda i tracciati già visitati, in questa
espansione li ritroviamo più bollenti che mai, presentati in
nuove versioni, chiamate Volcanic,
ricche di colate laviche e di strade alternative prima inesistenti.
È così che si ripercorrono, con sommo piacere, il The Rift, il Wildfire e il Caldera Ridge, facendo attenzione a non surriscaldare troppo il motore o a non finire nel magma incandescente.
E se tutto ciò non bastasse, potrete prendere parte al Weekend Velocità,
un evento suddiviso in ben 48 gare a checkpoint, alcune già
conosciute nel Festival principale e altre del tutto originali.
Ogni gruppo di veicoli godrà delle proprie competizioni, e una
volta superate tutte quelle di un tipo si otterranno varie decorazioni.
Tutto ciò non fa che accrescere la qualità
dell’espansione, che così allunga la longevità del
titolo, grazie anche alla possibilità di sfidare i tempi dei
propri amici.
La presenza inoltre di una manciata di mezzi inediti rende lo Speed Expansion Pack un DLC di tutto rispetto, completo come pochi e dal prezzo non particolarmente elevato, 5.99 € appena.
Si può dire tranquillamente che l’espansione Speed
è una delle più complete che si possa trovare sullo Store
del PSNetwork. Forte di nuovi tracciati, nuovi veicoli, nuovi eventi e
di un prezzo per nulla alto, accontenta qualsiasi fan del gioco. Un
acquisto consigliato.
Adrenaline Expansion Pack: Una nuova esperienza adrenalinica!
Pubblicato sullo Store successivamente allo Speed, l’espansione Adrenaline
si rivela altrettanto ricca anche se punta ancora di più sul
numero di percorsi piuttosto che sull’aggiunta di un evento,
proprio come faceva il primo.
I nuovi tracciati inventati dai ragazzi di Evolution Studios riescono
anche questa volta a stupire per la loro originalità e la loro
bellezza. Ci troviamo quindi a dover gareggiare online nel Reef Runner, ambientato in una giungla rigogliosa che si affaccia su di una evocativa spiaggia, nel Brimstone, collocato in una zona montuosa ricca di salti paurosi e di pozze di acqua calda, e nell’Hallowed Earth, ambientato sul fondo di una gola ricca di vegetazione.
Le versioni Volcanic delle piste, presenti anche in questa espansione, sono cinque e comprendono questa volta il The Edge, le Badlands, il Mudslide, lo Scorched e, un po’ a sorpresa, quella dell’Hallowed Earth
stesso. Ognuna di queste rivisitazioni, seppur riproponga in qualche
maniera elementi già visti, rappresenta una piacevole variante
alle versioni di base del titolo, aumentando ulteriormente il
divertimento e l’adrenalina provate nel percorrerli. Fiumi di
lava, lapilli incandescenti e strade roventi sono pronti a distruggere
i mezzi dei piloti più distratti o sprovveduti.
A tutto ciò vanno aggiunti nuovi veicoli presenti, come in
qualsiasi altro dei precedenti DLC, e alcuni piloti in più,
giusto per arricchire ulteriormente la personalizzazione del proprio
alter-ego.
L’Adrenaline si differenzia dallo Speed, come già
accennato, principalmente per quanto riguarda i tracciati. Per il resto
vanta la stessa qualità del predecessore, e non fa che aumentare
la longevità di un titolo sempre più completo.
Espansione diversa, divertimento ugualmente assicurato.
L’Adrenaline, rispetto allo Speed, punta di più sulle
piste e sulla personalizzazione di veicoli e piloti, ma non fa che
ampliare l’universo di Motorstorm in maniera eccellente, allo
stesso moderato prezzo.
In conclusione
Tutti i DLC di Motorstorm: Pacific Rift finora usciti si sono
dimostrati originali, specialmente ricchi lo Speed e
l’Adrenaline. In futuro ne potremmo vedere altri, e si spera che
Evolution Studios mantenga gli standard posti, che fanno della
qualità e del basso costo i loro punti di forza.
Per tutti coloro che non hanno voglia di spendere un solo centesimo in
più sul gioco potrebbero bastare le nuove serie di veicoli
disponibili, completamente gratuite.
Chi invece ha ancora fame di gare furibonde su tracciati spericolati, a
bordo di veicoli splendenti, potrebbe fare un pensierino anche sulle
due espansioni.
Il tutto condito, ovviamente, a base di velocità e adrenalina.