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Recensione Recensione di Monster Hunter 3 (Tri)

Recensione di Monster Hunter 3 (Tri) di Console Tribe

di: Pasquale "corax" Sada

Il franchise Monster Hunter sin dalla sua prima incarnazione ha dovuto ritagliarsi uno spazio su diverse console per venire incontro ai suoi fan. Nato come un prodotto di nicchia su Playstation 2, si è poi sviluppato su Playstation Portable, riuscendo a guadagnarsi una buona fetta di mercato ed un discreto seguito. Proprio partendo da questi risultati positivi Capcom aveva messo in cantiere un progetto che avrebbe dovuto attirare un numero maggiore di utenti e, finalmente, far fare alla serie un “salto di qualità”. Ma così non è stato: dopo un taglio netto di fondi, l’idea di portare la “caccia al mostro” su Playstation 3 è stata abbandonata in favore di uno sviluppo con costi più contenuti sulla console Nintendo. Un cambiamento di rotta che ha gettato nello sconforto i fan e quanti si aspettavano di poter provare l’ebbrezza della caccia grossa su una macchina ad alta definizione con tutti i benefici che ne conseguono.
Partendo da queste premesse poco confortanti, ci siamo preparati per la nuova battuta di caccia in un mondo avverso ed ostile. Fateci compagnia, insieme i mostri fanno meno paura.

Monster hunting

È bene porlo a premessa: Monster Hunter non è un titolo facile e necessita di una grande pazienza per essere giocato. Il nocciolo fondamentale del gameplay è il farming, ossia quella particolare attitudine del player a fare e rifare una determinata azione per raggiungere un numero sufficiente di oggetti utili ad uno scopo. È stata forse proprio questa particolare struttura a farne un titolo di nicchia, eccessivamente votato agli hardcore gamer che sono disposti a passare ore ed ore alla ricerca di un oggetto per potenziare/forgiare l’equipaggiamento definitivo. Per quanto un’affermazione del genere possa spaventare, leggete fino in fondo e potreste ricredervi.

Prima di dare inizio alla nostra battuta di caccia, dobbiamo creare un alter-ego che ci presti muscoli e fisionomia per attraversare il mondo virtuale. Come in passato, il livello di personalizzazione non è profondissimo ma garantisce comunque un buon set di opzioni per dare carattere al proprio personaggio. Definite le sembianze del nostro cacciatore potremo tuffarci nella modalità offline, accolti da un breve filmato in CGI che ci mostra l’antefatto. Il villaggio che funzionerà da nostro campo base è stato prima distrutto da un terremoto e poi attaccato dal Lagiacrus, un drago azzurro che blocca ogni attività commerciale e che rischia di far morire di fame gli abitanti. Il nostro compito è quello di diventare cacciatori provetti e sventare la minaccia. Questo, anche se ne ha l’aspetto, non è l’abbozzo della trama,ma costituisce proprio lo scarno nucleo narrativo che ha come unico scopo quello di dare un senso compiuto alle imprese eroiche del cacciatore.

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Il villaggio, sebbene strutturato come in passato, costituisce la prima novità ed introduce una modalità semi-gestionale. Al suo interno trovano posto i negozianti e il fabbro che ci aiuteranno nel migliorare il nostro equipaggiamento, mentre all’esterno si estende il territorio di caccia. Dopo i fattacci del terremoto dovremo aiutare gli abitanti in alcune semplici quest, utili a ripristinare funzioni vitali per la vita sociale e commerciale. Toccherà, quindi, lanciarsi nella foresta di Moga e uccidere quanti più mostri possibili da convertire poi in risorse utili alla ristrutturazione. Tale foresta è strutturata come il resto delle aree che incontreremo, ossia divisa in zone numerate tra le quali si passa grazie ad un breve caricamento. Il free-roaming nel territorio di caccia ci permetterà anche di raccogliere risorse utili al potenziamento e alla forgia di nuove armi e armature, un’operazione, come anticipato, fondamentale per un action gear-based come Monster Hunter. Avremo due opzioni: quella di harvesting (raccolta) e quella di caccia (uccidere i mostri). Se la seconda costituisce la parte action del titolo, la prima, invece, è una modalità abbastanza particolare. In sostanza si tratta di andare in giro per le zone di caccia e raccogliere, grazie ad attrezzi specifici e setacciando zone specifiche, le risorse che ci servono. Per esempio equipaggiando un piccone e scuotendo il nunchuck in direzione di una particolare roccia si possono ottenere determinati minerali, mentre con un processo molto simile e in zone diverse si possono raccogliere insetti e piante. Ogni qualvolta avremo materiali a sufficienza, potremo far ritorno al villaggio e utilizzarli nel modo che meglio crediamo, anche combinandoli tra loro per creare prodotti che non si trovano in natura. La presenza, vicino al villaggio, di una fattoria nella quale coltivare piante e allevare insetti ci permetterà anche di ridurre al minimo il farming selvaggio e mettere in pratica il sesto senso da massaia che tutti nascondiamo nel profondo per aumentare le risorse a nostra disposizione.

Il nostro obiettivo principale rimane, però, sempre quello di diventare un cacciatore leggendario, tale da rimanere nella memoria della gente per secoli. Questo è possibile solo affrontando le quest che la Gilda dei cacciatori ci metterà a disposizione. Gli incarichi si dividono in tre macro-categorie: raccolta, caccia e cattura. Ognuno di essi richiede un approccio diverso e una certa pianificazione dell’equipaggiamento. In sostanza verremo catapultati in zone di caccia all’interno delle quali soddisfare determinati requisiti. Per la raccolta dovremo raccogliere un tot di oggetti da riportare indietro al punto di partenza; per la caccia uccidere un tot di nemici; mentre per la cattura bisognerà indebolire e tranquillizzare l’animale richiesto da chi ci ha assoldato. Ogni quest ha un tempo limite che va dai 30 ai 50 minuti, all’interno dei quali siamo liberi di gestire il nostro tempo. Nulla ci vieterà di raccogliere materiali preziosi e rari, altrimenti inaccessibili, prima di dedicarci completamente a completare il nostro obiettivo. L’apparente ripetitività delle tre categorie non deve ingannare. Monster Hunter 3 è sempre pronto a porre davanti al giocatore una sfida diversa, a metterlo seriamente alla prova e a testarne le capacità. Capita spesso di fallire e dover ripetere più e più volte una quest prima di scoprire il modo esatto di portarla a termine. Se questo loop continuo nei suoi precedenti titoli poteva portare alla frustrazione, in quest’ultima incarnazione la difficoltà è stata meglio bilanciata e le diverse opzioni tattiche disponibili permettono al giocatore di scegliere strade alternative per portare a termine il proprio lavoro.

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Wii Game?

Come dicevamo in testa a questa recensione Monster Hunter 3 è un’esclusiva Wii, anche se dopo poche ore di gioco ci si chiede se è giusto così. La sua natura action, velatamente RPG, si scontra con un sistema di gioco che ha il suo punto debole proprio in questo genere. L’accoppiata MoteNunchuck soffre malamente la pressione di un gioco che vuole essere preciso e frenetico, soprattutto in alcuni frangenti. Durante le battute di caccia il nostro cacciatore si trova davanti a diversi tipi di mostri, ognuno col le proprie caratteristiche e il proprio pattern d’attacco. A questo punto tocca estrarre l’arma con uno swing del Mote (in alternativa premendo un tasto “+”) e affettare il povero malcapitato. Le combo sono gestite dal pulsantone centrale mentre il piccolo “-” è relegato ad un attacco speciale; la variazione dei colpi è gestita dall’inclinazione del Mote (una sorta di evoluzione di quanto visto in No More Heroes). In base a dove punteremo il Mote, avremo un fendente di tipo diverso o un colpo di scudo. Questa versatilità dei colpi, però, si sposa male con la disposizione dei tasti per i due attacchi principali che ci porterà spesso a scegliere un solo tipo di colpo, relegando in seconda linea l’altro: passare dal pulsantone al tasto “-” e nel contempo effettuare gli swing, può essere un’operazione degna di un acrobata. Nel caso dovessimo essere accerchiati dai nemici, le manovre difensive sono due: una bella capriola con il grilletto oppure la parata sul dorsale del Nunchuck. Nessuna delle due costituisce l’ancora di salvezza definitiva ma ognuna ha delle sue debolezze che richiedono una buona conoscenza del nemico per evitare danni. La totale assenza del lock-on può creare non pochi problemi all’inizio, ma con il passare del tempo il giocatore impara a sfruttare a proprio vantaggio l’estrema libertà del sistema di combattimento. Forse se ne sente maggiormente la necessità nello scontro con i mastodontici boss che occupano buona parte dello schermo e spesso impallano la visuale, purtroppo gestita dal D-pad sul Mote, non sempre facilmente raggiungibile.

Da questa breve descrizione viene fuori come le capacità infrared del controller Nintendo siano quantomeno ridotte per lasciare spazio ai tasti (non a caso la Limited porta in dotazione il praticissimo Classic Controller Pro). Scelta condivisibile per il tipo di gioco ma che c’ha lasciato con l’amaro in bocca. È incomprensibile perché il sistema di puntamento delle armi da fuoco non usi il sensore di movimento del Mote ma sia ancora legato a un sistema di controllo “datato”, completante ereditato dal passato. Dovremo puntare ancora con l’analogico del Nunchuck, nonostante non ci sia una versione su altra console a fare da alibi a questa scelta. Unico contentino per gli utenti Wii sono la possibilità di trascinare gli animali nel proprio bestiario così da averne sotto gli occhi le caratteristiche, la scarna gestione dell’arma summenzionata e alcune operazioni di harvesting (pesca, estrazioni minerali, scuoiamento animali etc…) affidate proprio al Nunchuck. Davvero troppo poco per una console che è in grado di esprimere ben altro, almeno dal punto di vista dei controlli.

Novità assoluta è l’introduzione delle sessioni di caccia sott’acqua che sono state gestite egregiamente. Il numero di attacchi e le manovre evasive rimangono pressoché invariati, con una schivata molto più simile ad un turbine sottomarino. Cambia il controllo della telecamera che, sempre gestito dal D-pad, ci aiuta anche a spostarci e ad emergere. Le “sacche d’aria” sottomarine permettono al cacciatore di rimanere per un lungo periodo in apnea, così da dedicarsi ad affascinanti e prolungati scontri negli abissi.

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Ad ogni mestiere il suo utensile

La serie Monster Hunter è conosciuta anche e soprattutto per la bellezza e la particolarità di armi ed armature. In quest’ultimo capitolo ce ne sono state messe a disposizione diverse, suddivise per classe con un albero di sviluppo ricco e appagante. Avremo la possibilità di scegliere tra martelli, spade, spadoni e lance base da sviluppare secondo i nostri gusti e secondo l’uso che intendiamo farne. L’importanza del giusto equipaggiamento e della giusta arma è aumentata vertiginosamente rendendo gli scontri ancora più complessi: il nostro cacciatore non salirà mai di livello e potrà di volta in volta portare una sola arma con sé per affrontare la missione. Starà al giocatore scegliere l’assetto giusto e migliorarsi nell’arte del combattimento per essere all’altezza della sfida. La conoscenza del nemico affiancata ad un’ottima spada, è l’arma migliore per farsi strada tra la selva di denti aguzzi che popolano i territori di caccia, soprattutto quando il nemico ci supera per dimensioni e forza. I già citati boss ci metteranno più di una volta in crisi, portandoci a dover pianificare con precisione gli attacchi, sposando tattica e prontezza di riflessi.

Il design delle armi è ispirato ed accattivante, arrivando a proporzioni mastodontiche per i potenziamenti più importanti. Spesso i materiali estratti dagli animali e fusi nelle armi ne caratterizzano non solo l’efficacia ma anche l’estetica, rendendole colorate ed affascinanti. Da segnalare l’introduzione della Switch Blade, forgiabile solo online. Questa è un’ascia che può essere trasformata in spada con la semplice pressione di un tasto, permettendoci così di non dover ogni volta passare dal nostro alloggio per equipaggiare un’arma diversa. Una soluzione pratica e veloce che vuole soprattutto sveltire la scelta dell’equip nelle sessioni online senza tediare i compagni con attese troppo lunghe.

La migliore taverna della città

Capcom non ha fatto mistero di voler rendere Monster Hunter 3 il primo titolo a lanciare concretamente l’utenza Wii online. Per raggiungere lo scopo è stata finalmente aggiunta la co-op in rete, il sogno proibito degli utenti PSP che si sono dovuti accontentare solo di una co-op in locale. Il multiplayer è strutturato con competenza ed efficacia e riesce a sopperire alle notevoli mancanze dell’impianto online Wii.

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Scelta la modalità Città, ci verrà chiesto di selezionare un server in base alle nostre abilità. È presente anche un gruppo di server utili al recruiting per coloro che, non avendo amici, sono esplicitamente alla ricerca di compagni d’avventura. Dopo aver selezionato il server, sceglieremo la città e la porta di città che preferiamo, fino a giungere nella lobby. Questa si presenta come una sorta di piazza all’interno della quale è possibile sia controllare quanti utenti vi sono sia saltare verso la porta di città nella quale si trova un amico. Infatti grazie alla generazione di un ID Capcom personale e al nickname è possibile rintracciare praticamente chiunque e raggiungerlo nella città in cui si trova. È forse uno dei pochi casi nei quali giocare insieme agli amici è facile ed intuitivo. Il Wiispeak in questi casi diventa uno strumento fondamentale per organizzarsi e coordinarsi, vista la poca praticità della chat in-game.

Costruito il nostro party (massimo quattro persone) potremo dedicarci alle quest gilda che riprendono sostanzialmente quelle viste nell’offline. Ovviamente la difficoltà e la quantità dei mostri è direttamente proporzionata con il livello dei cacciatori in gioco, offrendo una sfida quasi sempre accettabile. Al termine riceveremo una ricompensa e una serie di risorse sfruttabili anche offline. La presenza di mercanti e fabbri ci permetterà di sviluppare il nostro equipaggiamento senza dover tornare al single player, così da mantenere il passo degli altri avventurieri.
Il netcode pulito e funzionale, le diverse modalità tra le quali l’arena (una sorta di colosseo da fare in co-op), garantiscono ore e ore di divertimento che non solo estendono ma spesso si affiancano a quelle passate offline.

Sogno o son desto

Tecnicamente Monster Hunter 3 è quanto di meglio sia apparso fino ad ora sulla scatola bianca di Nintendo. Forse anche qualcosa di più. Capcom si è dovuta scontrare con i limiti imposti dall’hardware Wii e ne è uscita vittoriosa, confezionando un prodotto eccellente. Gli scorci dei paesaggi, le atmosfere e il design degli animali concorrono a creare un titolo affascinante in grado di rapire il giocatore senza stancare.

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I territori di caccia sono perfettamente caratterizzati, ognuno con sue peculiarità che li rendono indimenticabili. Si passa da foreste ricche di vegetazione a zone desertiche, attraversando paludi pluviali eccellenti. I fondali marini sono a dir poco mozzafiato, con giochi di luci e colori ambrati nelle zone torbide, popolate da una fauna a metà tra il fantasy e la vita reale. È una regola che ritroviamo in tutto il design dei mostri, sempre perfettamente credibili eppure quasi usciti da una favola. Dinosauri, uccelli e draghi abitano queste lande incantevoli dominate dalla natura, che grazie a una scelta artistica sensata e creativa danno filo da torcere alla potenza muscolare di altri titoli. Gioiello dell’intera produzione sono sicuramente le animazioni che concorrono alla resa eccellente dell’intero comparto visivo. Se la corsa e il volo di alcuni animali sono in grado di stupire, le sinuose spire dei mastodontici draghi sono letteralmente ipnotiche, soprattutto se ammirate nella letale danza mortale sott’acqua. L’effetto di realtà che questi animali generano è aumentato anche dalle complesse routine comportamentali che danno la sensazione di avere a che fare con esseri senzienti. Ogni stimolo del giocatore avrà una reazione da parte dell’animale diretta e contraria: non di rado un piccolo gruppo di carnivori, se messo alle strette, chiamerà rinforzi, mentre attaccare i grossi ma pacifici erbivori li metterà in fuga senza mezzi termini, costringendoci a rincorrerli. È una soluzione che, per quanto semplice, genera un’atmosfera intrigante e piacevole quasi da giardino zoologico, nei quali, seppur in modeste dimensioni, il meraviglioso mistero della natura mostra tutta la sua bellezza.

La stagione di caccia è aperta

Monster Hunter 3 spazza via con decisione tutte le perplessità che lo hanno preceduto. L’ottima produzione artistica, il buon comparto audio (preciso ma mai degno di nota) e una corposa rinfrescata al gameplay, ne fanno un titolo da acquistare assolutamente per tutti gli utenti che possiedono una Wii. La longevità si attesta su ottimi livelli, vista l’alta difficoltà di alcune quest e soprattutto l’eccellente comparto online. Basta afferrare il coraggio a quattro mani e non farsi spaventare dai racconti sui mostri che vi hanno raccontato fino ad ora: ad un piccolo prezzo e con qualche compromesso, tutti possiamo affrontare a viso aperto la strabiliante potenza del Leviatano Azzurro.