Recensione Recensione di Gundam Musou
Recensione di Gundam Musou di Console Tribe
di: RedazioneIl lancio di Ps3 in Giappone, risalente ormai al lontano Novembre 2006, non ha segnato grandi exploit di vendite, soprattutto a seguito del risicato parco titoli del lancio e del fatto che i giochi disponibili non coprivano le preferenze orientali. Praticamente assenti i picchiaduro sino a Virtua Fighter V, niente GDR e molti titoli sugli sport americani e titoli di guida. Nel momento in cui KOEI e Bandai Namco hanno rilasciato Gundam Musou la musica è cambiata ed è stato registrato un discreto incremento nel venduto di hardware Ps3.
Il gioco
La ricetta è ormai quella sperimentata con alcune famose saghe quali Samurai Warriors e Dynasty Warriors: un ambiente tridimensionale popolato da orde di nemici da sconfiggere seguendo una trama predefinita e dall’intreccio piuttosto convenzionale. Gundam sposa questi elementi, sfruttando l’esclusiva della celebre serie animata che arrivò anni fà anche in Europa. Come consueto per questo tipo di gioco, potremo scegliere tra uno dei personaggi disponibili, che si differenziano per caratteristiche di equipaggiamento, velocità, destrezza nei combattimenti, ed intraprendere una avventura, personalizzata in base al soggetto scelto. La decisione operata condiziona l’ordine con il quale affronteremo le arene di gioco e segna la fazione da difendere, ma gli obbiettivi risulteranno piuttosto comuni: difendere determinate postazioni, sconfiggere boss sempre più agguerriti, impadronirsi del territorio controllato dai nemici. L’aspetto interessante risiede nel fatto che le ambientazioni non sono le solite campagne giapponesi immerse in un passato segnato da guerre di potere tra uomini d’onore, ma guardano alla trama dei cartoni animati dei quali sfruttano la licenza per proporre una certa varietà di paesaggi e situazioni. Questo significa che combatteremo per difendere la Terra, per preservare ambienti ricavati nelle profondità della crosta terrestre oppure affronteremo i nemici nello spazio aperto, fuori dall’atmosfera del nostro pianeta.
Modalità di gioco
Per la verità non è questo uno dei punti di forza del gioco, dal momento che è totalmente assente la modalità on-line e le alternative off-line sono piuttosto limitate. A parte la sezione Gallery, veramente ben curata e ricca di immagini di tutti i modelli di astronave, gundam e macchine oltre che di una lista di tutti i protagonisti delle vicende, troveremo due sole alternative: Official ed Original Mode. La differenza tra le due è del tutto formale, dal momento che nel primo caso i personaggi e gli accadimenti fanno riferimento alle serie Gundam, Gundam Z e Gundam ZZ, mentre nel secondo caso alle serie successive. Come abbiamo già avuto modo di accennare precedentemente, la possibilità di controllare sempre più personaggi va di pari passo con il successo nelle varie missioni, perciò all’inizio delle due modalità potremo solamente scegliere tra tre personaggi. Nel caso dell’Official Mode, si tratta di Amuro Ray, Kamille Bidan e Judau Ashita; per la Original Mode si dispone inizialmente di Domon Kasshu, Heero Yoy e Rolan Cehack. Dal punto di vista del gameplay non cambia nulla tra le due modalità di gioco. Da segnalare anche la modalità Versus destinata agli scontri tra due giocatori off-line; risulta, però, poco avvincente ed è superata di gran lunga dal gioco in singolo.
Gameplay
Il genere in cui si colloca questa produzione si caratterizza per la semplicità del sistema di controllo del mobile suit e per la possibilità di operare qualsiasi tipo di azione con due-tre tasti. In primo luogo, parlando di spostamenti, il nostro Gundam avrà una dimensione prevalentemente orizzontale: ciò significa che potremo scordarci scontri in aria prolungati e consolarci con piccoli balzi in avanti e laterali da effettuarsi con il tasto X e con l’ausilio di R1 ed L1. Questa impostazione permane anche nelle sessioni di combattimento nello spazio aperto, fatto che certamente lascerà insoddisfatti tutti coloro che già pregustavano una libertà di spostamento 3D almeno fuori dall’atmosfera terrestre. Oltretutto, il boost, funzione con la quale possiamo operare salti e brevi planate, è limitato nel tempo e nell’intensità da una barra di livello, che obbliga a centellinare gli sforzi in questo senso. A fronte di questa scarsa libertà di movimento, commentiamo con piacere il sistema di combattimento: gli scontri sono rapidi e facilmente gestibili, anche se, in modalità Easy e Normal, risulterà puttosto noioso sbarazzarsi delle orde di nemici non diversificati. Più complicata la gestione degli scontri con i boss del gioco, per battere i quali dovremo sfruttare tutte le abilità del nostro mobile suit, parate difensive comprese. A proposito di colpi ed abilità, rispetto a produzioni come Samurai Warriors ed affini, il parco mosse risulta abbastanza limitato. I colpi standard vengono gestiti con il quadrato e si chiudono con il consueto triangolo, ma le combo di fermano dopo quattro o cinque pressioni dei tasti, rendendo, alla lunga, un po’ ripetitivi gli scontri. Per ravvivare l’azione si può sfruttare il cerchio, che prevede combo automatiche arricchite con qualche effetto grafico, ma pur sempre poco varie. Anche tra gundam e gundam le mosse non sembrano variare di molto. Nei combattimenti con gli avversari più ostici risulta molto utile sfoderare un uso disinvolto sia della parata sia della tattica “mordi e fuggi”, a differenza degli avversari comuni, la cui IA risulta, per usare un eufemismo, approssimativa. Colpo-spostamento-parata risulta uno schema di combattimento sempre vincente anche contro gli avversari più accaniti. Se ci dovessimo trovare in difficoltà potremo sempre fruire delle casse disseminate per il gioco e ricche di ricariche per l’armatura, nonchè di vari equipaggiamenti della durata di 30 secondi che verranno lasciati sul campo dagli avversari di cui ci libereremo. Parlando delle orde di nemici di cui si popolano le arene del gioco, abbiamo già detto della IA piuttosto prevedibile: i colpi sono sempre gli stessi, l’uso della parata inutile, insomma, basterà gettarsi nella mischia e torturare il joystic con pressioni ripetute del quadrato per avere la meglio delle schiere più fitte. Non dovremo, poi, confidare nell’aiuto dei molti alleati che vedremo accalcarsi al nostro fianco: sono praticamente inattivi ed hanno una funzione assolutamente di contorno all’azione. Un punto a favore del gioco è la schermata: minimalista come da costume giapponese, risulta al contempo funzionale a tener sempre d’occhio in maniera veloce ed efficacie i pochi paramentri di cui dovremo curarci durante l’azione.
Ambiente e realizzazione tecnica
Un aspetto piuttosto contradditorio di questa produzione è la realizzazione delle arene. La varietà è sicuramente garantita dalla grande fantasia dei produttori che hanno ambientato i combattimento in deserti, gallerie, foreste, nello spazio aperto, insomma, da questo punto di vista il gioco non fornisce una sensazione di dèja vu dalla quale non sono immuni altre produzioni analoghe. Ciò che non convince, al contrario, è la scarsa interattività dell’ambiente: l’utilità dei pochi elementi a corredo si limita a quella di separazione delle varie aree e la possibilità di danneggiare ciò che incontreremo è del tutto limitata, se non quasi assente. Gli edifici, ovviemente riprodotti in scala rispetto agli enormi mobile suit che comandiamo e distruggiamo, sono realizzati in modo approssimativo e sono immuni per lo più a danneggiamenti e colpi vari. Anche l’effetto con cui è riprodotta l’acqua dei bacini presenti in alcune arene lascia a desiderare in quanto a cura. Discreto, ma niente di più, l’effetto della sabbia alzata dai gundam. Negli spazi aperti, muovendosi con lo sguardo rivolto all’orizzonte si nota un vistoso fenomeno di pop-up, nonostante sia mascherato in parte dal canonico effetto nebbiolina. A parziale discolpa di tutto ciò dobbiamo registrare l’enorme numero di soggetti animati a schermo.
Problemi di Lingua
Il gioco non conoscerà con tutta probabilità una versione europea e tutto il parlato e lo scritto è in lingua giapponese. Nonostante il carattere fortemente orientale, i programmatori hanno forse pensato al fatto che i giochi Ps3 non risentono di blocchi regionale e, per questo, hanno espresso i titoli dei menu in inglese. Forse lo sforzo avrebbe potuto allargarsi anche ai contenuti extra, praticamente non fruibili da chi non sappia interpretare ideogrammi ed affini, nonchè agli equipaggiamenti raccolti nelle missioni, il cui impiego risulta perlomeno problematico. Mossi forse da un certo senso di colpa verso coloro che compreranno il gioco d’importazione, i distributori del titolo hanno inserito un foglio A4 che definirei di “sopravvivenza”. Esso contiene una frugale lista di comandi in inglese, fotografie dei menu con un minimo di commento per rendere esplorabile il gioco e una descrizione telegrafica delle modalità di gioco. Insomma, meglio di niente, ma non abbastanza per chi volesse godere appieno del gioco: tenetene in conto per un eventuale acquisto.
Conclusioni
Il gioco risulta in senso generale abbastanza modesto, ma non scontenterà gli appassionati della saga. Il titolo è ricco di contenuti extra, di sequenze rispettose dello stile animato della serie, ma tutto ciò rischia di rendere il prodotto piuttosto di nicchia. La sensazione iniziale è di assoluta confidenza con il sistema di gioco, ma l’altro lato della medaglia ci consegna un titolo poco profondo e vario nel complesso. Le difficoltà legate alla lingua dei menu e del parlato, alle quali abbiamo fatto riferimento precedentemente, giocano un ruolo pesante nell’economia del gioco.