Recensione Recensione di Gran Turismo 5
Recensione di Gran Turismo 5 di Console Tribe
di: Santi "Sp4Zio" GiuffridaQualcuno non ci crede ancora, eppure Gran Turismo 5 è realtà.
Il simulatore di guida targato Polyphony Digital s’è fatto attendere a lungo – forse pure troppo – tanto da innescare nelle menti dei videogiocatori appassionati una strana sensazione, i cui sintomi possono essere raggruppati sotto la stessa voce: hype.
Sì, perché Gran Turismo 5 nel corso degli ultimi anni è diventato un vero e proprio fenomeno di massa, esulando di diritto dalla stantia definizione di semplice videogioco. Gran Turismo 5 è il perfetto epiteto di “attesa” nonché l’oggetto del desiderio di tutti gli amanti delle competizioni automobilistiche.
L’interminabile fase di progettazione, durata più o meno 5 anni, ha fatto sì che la creatura di Kazunori Yamauchi diventasse uno dei videogiochi più bramati e chiacchierati di sempre, probabilmente secondo solo a Duke Nukem: Forever. Un ritornello tanto martellante quanto affascinante ed in grado di suscitare ad ogni dichiarazione stupore, incredulità e persino scetticismo.
E non sono mancati nemmeno i periodi bui, ovvero i numerosi rinvii che hanno letteralmente gettato nel panico i milioni di appassionati sparsi in tutto il mondo. Molti di voi, ad esempio, ricorderanno benissimo che in un primo momento Gran Turismo 5 avrebbe dovuto vestire a festa gli scaffali dei negozi già a partire dallo scorso 3 novembre, ma qualcosa non è andata come doveva andare. L’attesa si è protratta così oltre il previsto e Sony, scusandosi del mancato rilascio, non ha perso tempo e ha acceso subito un barlume di speranza comunicando al mondo intero che in ogni caso il gioco avrebbe visto la luce entro la fine dell’anno e che la nuova data d’uscita sarebbe stata comunicata da lì a poco. A quel punto una quantità industriale di rumour ha investito il web con la forza di un fiume in piena, rumour più o meno attendibili che collocavano il lancio di Gran Turismo 5 nelle date più disparate. E proprio quando l’hype cominciava a mostrare segni di cedimento, probabilmente a causa del malcontento generale, lo scorso 12 novembre (a pensarci sembra ieri) Sony ha pensato bene di rompere il silenzio annunciando l’unica, vera release date ufficiale e definitiva di quell’epopea battezzata Gran Turismo 5.
Eccoci dunque qui a fissare increduli la nostra copia del gioco, tanto reale da richiedere un’installazione della durata di ben 40-45 minuti! A quanto pare l’ultima fatica dei Polyphony Digital vuole farsi attendere sempre e comunque, proprio come si farebbe attendere una bella donna.
Le promesse che ci sono state fatte da Yamauchi sono tante e queste non hanno fatto altro che scolpire quello stesso hype che ci ha tenuti col fiato sospeso per molto, molto tempo. Le aspettative, quindi, non possono che essere elevatissime, soprattutto considerando “la ricerca della perfezione” che ha spinto lo stesso game designer dagli occhi a mandorla a proseguire lungo la strada di una continua evoluzione artistica.
Con il cuore in gola e con gli occhi lucidi dalla commozione, ci apprestiamo quindi ad inserire il disco di Gran Turismo 5 nello slot-in della nostra fida PlayStation 3. A questo punto la domanda che più di tutte ci assilla è la seguente: “È il capolavoro che tutti aspettavamo?”.
Per rispondere a questa domanda, non vi resta altro che mettervi comodi e seguirci; che il viaggio abbia inizio.
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Un casco, una tuta ed un paio di guanti
Come da tradizione, anche il quinto capitolo della storica serie ci dà il benvenuto con un filmato introduttivo che lascia spiazzati sia per l’elevato tasso di spettacolarità che per l’anima bivalente di cui si fregia. Si tratta a conti fatti di un omaggio al processo produttivo di un’automobile, dalle materie prime agli oltre tremila componenti di cui un’auto moderna si compone.
Subito dopo il silenzio. Ma basta poco per ricevere una scossa all’udito e al cuore, proprio quando l’accompagnamento musicale comincia a cavalcare dei ritmi incalzanti e le immagini a schermo ci mostrano alcune sequenze di gara la cui regia sorprende per meticolosità e scelte cromatiche.
Subito dopo aver assaporato il filmato introduttivo, approssimativamente della durata di sei minuti, ci troviamo dinanzi ad un menu principale di chiara lettura e fruizione, costituito da quattro voci principali: GT, Arcade, Editor di Tracciati e GT-TV. Chiaramente la modalità GT, come è logico che sia, rappresenta il cuore nevralgico dell’intera produzione, pertanto soffermiamoci su di essa e cerchiamo di capire insieme quanto mastodontica sia quella che a conti fatti è una modalità carriera di yamauchiana visione. Ve lo diciamo subito, senza perdere altro tempo: la modalità GT cela al suo interno tutta la passione che i Polyphony Digital nutrono per le automobili e l’adrenalinico mondo delle corse. Tutto – dai menu ai sottomenu – è studiato nei minimi dettagli, e se in un primo momento il rischio maggiore è quello di perdersi di fronte ad un’offerta di opzioni e modalità così imponente, dopo alcuni minuti ci si aggancia perfettamente al disegno tanto ricercato dal team di sviluppo. L’interfaccia grafica trasuda eleganza da tutti i pori e offre al giocatore un quadro completo di tutte le scelte disponibili, scelte che plasmeranno gara dopo gara la nostra esperienza su pista. Prima di muovere i nostri primi passi saremo chiamati a scegliere il colore della tuta del nostro pilota, lo sfondo della pagina principale nonché il messaggio di benvenuto. Ma non è tutto, infatti attraverso delle finestre pop-up dovremo riempire anche alcuni campi informativi con svariate informazioni, tutte relative alle impostazioni di riservatezza della componente online del titolo. Carina l’idea di poter indicare la fascia oraria in cui solitamente si gioca.
Va detto che la modalità GT comprende al suo interno tre sottomenu assolutamente non trascurabili: GT Life, Profilo e Comunità. Se il primo ci consente il pieno sviluppo della nostra carriera prendendo parte ai diversi eventi e campionati, il secondo ci mostrerà, tramite la visualizzazione di una pratica scheda, le nostre statistiche personali, come ad esempio le patenti conseguite, i chilometri percorsi e tanto altro ancora. Comunità, invece, proprio come suggerisce la stessa parola, ci permetterà di interagire con tutti i nostri amici che, come noi, possiedono il gioco.
Facciamo quindi un piccolo balzo indietro e torniamo al menu GT Life, consci di dover dare un inizio alla nostra carriera. Prima di scendere in pista, però, ci serve un’auto e, come da tradizione, all’inizio la scelta non sarà poi così ampia ma, come direbbe Yamauchi, “ciò che conta davvero non è la destinazione ma il viaggio”. In termini ancor più pratici vuol dire che dovremo sudare le fatidiche sette camicie se vorremo sedere al volante delle più prestigiose auto da sogno. Non a caso il budget iniziale è ridotto e le possibilità di acquisto sono tanto scarse che, al fine di godere di un rateo di scelta maggiore, ci vedremo costretti a recarci presso il concessionario delle auto usate. Sì, perché occorre dirlo, in Gran Turismo 5 le auto appaiono suddivise in due macro-categorie: nuove ed usate (i concessionari infatti sono due). Le prime sono le particolareggiate auto Premium, che si distinguono per la presenza degli interni e per una realizzazione tecnica sopraffina; le seconde, invece, sono le discutibili auto Standard, cioè tutti quei modelli che sono stati importati di prepotenza da Gran Turismo 4, e sono caratterizzati quindi da un dettaglio grafico di gran lunga inferiore e dall’assenza della visuale interna.
Una volta acquistata la “carretta da gavetta”, non ci resterà che inanellare vittorie su vittorie accumulando quanti più crediti possibili (utili all’acquisto di nuove vetture e componenti) e punti esperienza. Un momento, punti esperienza? Sì, proprio così. La struttura della carriera offline si avvale di un inedito sistema a livelli che, sebbene in prima battuta limiti le scelte e la stessa esperienza di gioco, si rivela in realtà ben congegnato e rappresenta un’interessante aggiunta in grado di coinvolgere maggiormente il giocatore stimolandolo a progredire. A seconda del livello raggiunto, infatti, potremo accedere ad eventi via via più prestigiosi e di difficoltà maggiore, fino a scontrarci con i nostri stessi limiti.
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La prima vittoria te la cuci al cuore
La GT Life, che come detto rappresenta il pilastro portante della nostra carriera da pilota, si compone di tre categorie distinte e separate: A-Spec, B-Spec ed Eventi Speciali. Le prime due racchiudono al loro interno innumerevoli campionati, a loro volta suddivisi per livello di difficoltà, da Principiante a Estremo. L’unica ma sostanziale differenza risiede nell’approccio di gara: se negli eventi A-Spec gareggeremo in prima persona, affrontando le tipiche competizioni disputabili in base alle specifiche tecniche dell’auto, al costruttore e alla regione geografica di provenienza, in quelli B-Spec saremo proiettati dall’altra parte della barricata: nei panni di general manager di una scuderia il nostro compito sarà quello di reclutare piloti alle prime armi e condurli, gara dopo gara, al successo. Dal momento che ogni pilota dispone di caratteristiche psico-fisiche ben precise, il nostro consiglio è quello di scegliere quello che secondo voi sarà in grado di adattarsi al meglio alle vostre direttive. Una volta scesi in pista potremo interagire col nostro pupillo impartendogli via radio quattro semplici ordini: Riduci Andatura, Mantieni Andatura, Aumenta Andatura, Sorpassa. Ogni ordine, come potete immaginare, dovrà essere impartito con cognizione di causa, tenendo d’occhio le tre barre colorate relative allo stress, alla fatica fisica accumulata e alla resistenza mentale. Come se non bastasse, tra un ordine ed un altro saremo costretti ad assecondare un periodo di ricarica, comunemente detto “cooldown”. In questi frangenti, quindi, non potremo fare altro che attendere e pianificare con cura la prossima mossa. Impartire l’ordine giusto al momento giusto si rivela quindi di fondamentale importanza, soprattutto in virtù del fatto che l’I.A. dei novelli piloti non è delle migliori. Inoltre, chiedere troppo al proprio pilota, spronandolo più e più volte ad aumentare il ritmo, potrebbe alterare lo status mentale e compromettere l’esito ultimo della gara. Ordinare di ridurre temporaneamente l’andatura si rivela pertanto la strategia più ragionata e spesso vincente. Sebbene non rappresenti nulla di sorprendentemente innovativo, la modalità B-Spec riesce a svolgere abbastanza bene il suo compito, ossia diversificare l’esperienza giocata in modo tale da staccare momentaneamente le mani dal volante.
Comprese le differenze a livello pratico, è doveroso aggiungere che le modalità A-Spec e B-Spec godono di un livello di crescita indipendente, costringendovi dunque a “splittare” le due progressioni e viverle come se vi trovaste di fronte a due giochi sostanzialmente diversi. L’unica cosa in comune, tuttavia, rimane la gestione delle vetture e le elaborazioni: potrete elaborare un’auto, testarne le performance accedendo alla modalità Pratica, disputare un campionato nella modalità A-Spec e poi magari consegnare le chiavi al vostro pupillo e condurlo al gradino più alto del podio. La libertà concessa è innegabile.
Accanto alle modalità “Spec” troviamo gli Eventi Speciali, ovvero delle prove di guida tanto diverse tra loro da mettere seriamente alla prova le nostre capacità. Da inconsuete gare sui Kart a lezioni di guida a bordo di una Mercedes “ali di gabbiano” sul Nordschleife, storico circuito tedesco; dalle gare Nascar al gradevolissimo Grand Tour. Insomma, la varietà non manca di certo e alcuni eventi speciali vi riserveranno pure qualche sorpresa.
Anche in Gran Turismo 5 fanno la loro comparsa le tradizionali Patenti, dalla B Nazionale alla S. Anche se in quest’ultimo capitolo non costituiscono un passaggio obbligato, per i neofiti non solo rappresentano una gradita sfida ma aiutano a capire le meccaniche di guida grazie alle preziose descrizioni: come affrontare una curva, una chicane, una staccata e così via. Inoltre elargiscono un numero variabile di punti esperienza, proporzionali al trofeo conquistato: Oro, Argento e Bronzo.
Ma l’offerta della modalità GT non finisce qui: selezionando Viaggio Fotografico potremo scattare fotografie al nostro gioiello su quattro ruote spostandoci da una parte all’altra del mondo e soffermandoci in una delle tante location disponibili; in GT Auto potremo invece dedicarci alla manutenzione delle nostre auto attraverso l’auto-lavaggio, il cambio dell’olio, la revisione del motore, la verniciatura, la sostituzione dei cerchioni (operazione non consentita nelle auto Standard) e l’applicazione di alettoni anteriori e posteriori; selezionando Elaborazione Auto, infine, avremo modo di migliorare le prestazioni e la maneggevolezza della nostra vettura montando svariati componenti meccanici “sportivi” e “da gara”, utili per procedere poi alla messa a punto ideale in base al circuito dove andremo a correre. Regolare le sospensioni, i rapporti del cambio e sostituire le gomme standard con quelle sportive o addirittura da gara (le slick, per intenderci) può davvero fare la differenza.
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Correre alla leggera
Esaminata la mastodontica modalità GT, da sempre fiore all’occhiello della serie, volgiamo il nostro sguardo alla “più frivola” ed immediata modalità Arcade. Questa è pensata per chi vuole concedersi una sessione di gioco veloce e senza troppi fronzoli. Potete infatti prendere parte ad una gara veloce in men che non si dica. Vi basterà selezionare un circuito tra i tanti presenti e l’auto che più di tutte cattura la vostra attenzione. Il numero di vetture disponibili, comunque, dipenderà dal livello raggiunto nella modalità GT; lo stesso dicasi per i circuiti. Ad esempio se è la prima volta che avviate il gioco e voleste farvi un giro sul Nurburgring Nordschleife, sarete costretti a rimandare, almeno finché non avrete raggiunto il livello pilota prestabilito e partecipato al rispettivo evento.
Accanto alle gare veloci, non poteva mancare la Prova a Tempo, croce e delizia dei fanatici del “tempo sul giro”. Sfidare in pista il proprio “ghost” non solo risulta appagante ma si rivela pure utile per mettere a nudo i propri limiti tentando al tempo stesso di scardinarli e collocarli laddove regna l’impossibile. Purtroppo la sfida sarà solo con voi stessi visto che attualmente non esiste alcun confronto coi tempi degli altri giocatori in tutto il mondo né tantomeno con quelli dei vostri amici.
Se invece siete amanti della “derapata controllata” – a prescindere dalla consistenza del fondo stradale – allora Prova Derapata è la modalità che fa per voi. In questo caso il circuito verrà suddiviso in più settori e dovrete confidare nelle vostre abilità di provetto “drifter” allo scopo di totalizzare il punteggio più alto. Come? Combinando in sequenza spettacolari manovre di controsterzo e di correzione della traiettoria.
Per chi non dispone di una connessione ad internet – o ama giocare in locale – vi è infine la possibilità di disputare una gara in split-screen in compagnia di un amico.
Tornando al menu principale, immediatamente dopo la modalità Arcade troviamo una delle feature “riempitive” del gioco, l’Editor di Tracciati. Contrariamente da quanto ci aspettavamo, si tratta di un “extra” sì gradito ma che sicuramente non stravolge più di tanto l’esperienza giocata. In poche parole, attraverso l’impostazione di una manciata di opzioni, possiamo dare vita ad un tracciato personalizzato partendo da una delle tante “bozze” pre-configurate. È possibile quindi modificare il numero di settori, la tortuosità, l’ampiezza della carreggiata ed altro ancora. Assente la possibilità di inserire un qualsiasi elemento a bordo pista. Il nostro auspicio, comunque, considerando l’ottima base di partenza, è che i ragazzi di Polyphony Digital possano un giorno ripensarci e rendere questa feature ancor più interessante e sfiziosa di quanto non lo sia oggi.
Gran Turismo 5 è un titolo dedicato agli appassionati dell’automobilismo, ed è proprio per questa ragione che Yamauchi-san ha pensato bene di concepire la GT-TV, ovvero una web TV che “trasmette” video e programmi in HD tutti legati all’affascinante mondo delle corse automobilistiche.
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The Real Driving Simulator: verità o menzogna?
Dopo questa lunga ma doverosa panoramica sulle modalità di gioco e rispettive feature, è ora di fare sul serio; è ora di indossare casco e guanti e scendere in pista. È tempo di scaricare sull’asfalto tutti i cavalli a nostra disposizione e farci valere.
Quando ci troviamo di fronte ad un simulatore di guida, uno degli elementi che non può passare inosservato per nessuna ragione al mondo è la fisica. Convenzionalmente la fisica è un parametro che nel nostro caso racchiude per definizione tre variabili: il modello di guida, il sistema di collisioni e la gestione dei danni, estetici e meccanici. Quando ciascuna delle tre variabili sfiora il realismo, la fisica elaborata dagli sviluppatori può essere definita attendibile. È il caso di Gran Turismo 5?
Sì e no. Ma partiamo con ordine ed analizziamo il modello di guida. A tal proposito, affinché potessimo condurre un’analisi tecnica quanto più minuziosa possibile, durante i nostri test ci siamo avvalsi anche del volante ufficiale di Gran Turismo, il Logitech Driving Force GT. Quantunque quest’ultimo garantisca una migliore esperienza rispetto al DualShock 3, è bene sottolineare come anche il pad della PS3 svolga bene il suo compito, a patto però di configurare al meglio il layout dei comandi. Come impostazione di default, ad esempio, l’acceleratore ed il freno sono assegnati rispettivamente ai tasti X e quadrato, un’impostazione oramai anacronistica e lungi dall’essere precisa. Il nostro consiglio, quindi, qualora vi trovaste costretti ad accontentarvi del pad, è quello di utilizzare i grilletti o, in alternativa, l’asse verticale dello stick analogico destro. Ad ogni modo le opzioni offrono una buona personalizzazione, anche se – a onor del vero – non è possibile regolare la sensibilità e la zona morta dello sterzo, due grosse mancanze che, si spera, verranno corrette con il rilascio di una patch correttiva.
Mani al volante, possiamo affermare senza dubbi di sorta che il modello di guida di Gran Turismo 5 è rimasto fedele a sé stesso, riprendendo quanto di buono era stato fatto in occasione dei capitoli precedenti ed ampliandone il raggio di veridicità laddove possibile, senza però stravolgere i dettami della serie. Da questo punto di vista i passi avanti rispetto a GT5: Prologue sono tangibili, quantunque il distacco non sia poi così marcato. La vettura risponde esattamente come i numeri partoriti dalla zucca di Yamauchi ci hanno abituati e, a patto di disattivare tutti gli aiuti alla guida disponibili (TCS, ESP, ABS e antipattinamento), ci troviamo di fronte ad un modello di guida tanto profondo quanto appagante, capace di restituire un feeling unico che farà sentire gli appassionati della serie subito a proprio agio. Il trasferimento dei pesi della vettura si percepisce abbastanza bene (soprattutto grazie al Force Feedback del volante) e una staccata al limite produce effetti diversi tenendo conto della trazione dell’auto (posteriore, anteriore o integrale), della posizione del motore e dell’inclinazione ed eventuali asperità del manto stradale. Il coefficiente di attrito poggia su validi algoritmi e le reazioni della vettura mutano al variare della superficie di appoggio: asciutto, bagnato, sterrato e neve. Il sottosterzo e il sovrasterzo risultano ben gestiti e la perdita di aderenza è legata sia al vostro stile di guida che agli aiuti opzionati. Nelle curve a percorrenza veloce si riesce a “sentire” la forza centrifuga e lo spostamento dei pesi a carico degli pneumatici esterni. Sfruttare appieno l’aderenza trasversale richiede staccate precise e graduali, soprattutto se avete settato al minimo o addirittura disabilitato del tutto l’ABS. Una guida aggressiva non sempre si rivela vincente e molto spesso aggredire un cordolo a tutta velocità può scatenare una reazione tanto nervosa da farci perdere letteralmente il controllo dell’auto. In definitiva, il modello di guida ci ha convinti, quantunque non regga il confronto con i mostri sacri del genere relegati però all’utenza PC.
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Uno dei deficit più evidenti di Gran Turismo 5, soprattutto se si tiene conto della lunghissima fase di sviluppo, è rappresentato dal sistema delle collisioni: picchiare contro le auto degli avversari, i guardrail o qualsiasi altro elemento a bordo pista, genera degli effetti poco realistici; ogni urto produce un “rimbalzo” che, verosimilmente, avremmo potuto accettare qualora ci trovassimo a parlare di un gioco di seconda fascia. Gli incidenti e i “rollover” ci appaiono quindi poco credibili e inscenati quasi forzatamente, stonando in modo deciso con l’ottimo modello di guida di cui vi abbiamo parlato poco sopra. Da una produzione “tripla A” – quale è Gran Turismo 5 – ci saremmo aspettati molto di più.
Purtroppo la situazione non migliora nemmeno rivolgendo la nostra attenzione alla gestione dei danni. Questi, infatti, non costituiscono affatto un ottimo biglietto da visita, tanto più che esprimono tutto il loro potenziale soltanto dopo aver raggiunto i livelli più alti legati all’avanzamento nella carriera. Assisteremo a graffi, ammaccature e pannellature divelte (queste solo se alla guida di un’auto Premium). Il vero problema, tuttavia, non è tanto la riproduzione estetica dei danni quanto piuttosto il doversi schiantare più e più volte per vedere i primi effetti. Ad esempio potremo perdere sì un paraurti ma per riuscirci dovremo proprio impegnarci a distruggere l’auto. I danni meccanici si rivelano invece influenti solo sul lungo termine, costringendoci al massimo a riabilitare l’integrità strutturale del veicolo attraverso il ripristino della rigidità del telaio e a porre rimedio all’usura del motore per mezzo di una revisione. Entrambe le operazioni di manutenzione potranno essere eseguite accedendo all’officina, battezzata per l’occasione GT Auto. Nelle gare più lunghe, inoltre, dovremo fare i conti sia con il deterioramento delle gomme che con il consumo di carburante, due aspetti che, esattamente come ci aspettavamo, terranno conto del nostro stile di guida. In definitiva, il sistema dei danni non è di per sé malvagio ma ci appare un po’ troppo contraddittorio e potrebbe deludere tutti coloro che non avranno la giusta pazienza per andare avanti nella carriera. Da questo punto di vista avremmo gradito qualcosa di più incisivo, possibilmente in linea con le produzioni attuali.
Parlando dell’intelligenza artificiale degli avversari, sebbene il salto di qualità non manchi (anche se minimo), il risultato finale resta comunque altalenante: le routine comportamentali evidenziano l’insostenibile peso degli interminabili anni di sviluppo, mostrando delle variabili talvolta fin troppo casuali. Alcune volte i piloti avversari si comportano come se ignorassero la nostra presenza in pista, tamponando la coda della nostra vettura fino a mandarci in testacoda; altre volte, invece, ci hanno preso la scia dell’auto seguendoci a dovere nonostante il repentino cambio di traiettoria fino a infliggerci un sonoro sorpasso in fase di staccata. Insomma, l’imprevedibilità in un gioco di auto deve essere di casa, ma in questo caso sono gli alti e i bassi a prendere il sopravvento.
Ma dopotutto, bisogna riconoscerlo, Gran Turismo è un racing game che non ha mai amato snocciolare numeri su numeri, variabili su variabili. Le formule ci sono ma sono quelle teorizzate dagli stessi sviluppatori. Lo stesso sottotitolo di cui la serie si fregia (The Real Driving Simulator), se preso alla lettera, certifica le intenzioni di Yamauchi: Gran Turismo 5 non è una “simulazione di gara” ma bensì un “simulatore di guida”. Ed è proprio per questo motivo che l’ultima fatica dei Polyphony Digital ha scelto, proprio come i predecessori, di privilegiare il modello di guida piuttosto che le collisioni e/o i danni. Una visione certamente paradossale ed arcaica, ma questi sono sempre stati i canoni di base della serie, inutile negarlo.
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Le seducenti curve di una fuoriserie non si dimenticano mai
Adesso è tempo di aguzzare la vista e valutare il comparto tecnico, che di certo non possiamo assolutamente trascurare.
Gran Turismo 5 gira a 1080p e mantiene i 60 frame al secondo in quasi tutte le situazioni di gioco. Alcuni non sanno però che in realtà la risoluzione nativa adottata dagli sviluppatori non è la classica 1920 x 1080 ma 1280 x 1080. Dal momento che quest’ultima risulta essere fuori standard, la risoluzione orizzontale – ovvero il numero di linee verticali che compongono il fotogramma – è stata upscalata fino al raggiungimento dello standard video comunemente detto Full HD; la modalità di visualizzazione stereoscopica (3D), invece, gira a 30 frame per secondo.
Il motore grafico messo a punto dai Polyphony Digital si fa carico di un’infinita mole di poligoni ed è proprio per questa ragione che nelle situazioni più concitate assistiamo a fenomeni di “tearing”: l’immagine si spezza a metà e perde la cosiddetta sincronia verticale. Per fortuna tale problema, unitamente ad un lieve calo di frame rate, non inficia in alcun modo l’esperienza giocata ed il senso di velocità rimane sempre di ottimo livello pur non utilizzando il famigerato filtro motion blur, presente invece durante la visualizzazione degli splendidi replay di gara, impreziositi da una regia sempre all’altezza che seduce per spettacolarità tanto i maniaci dell’auto quanto i neo-appassionati.
La modellazione poligonale delle vetture è uno degli aspetti più controversi e paradossali di Gran Turismo 5. Se le auto Premium (circa 200) sono egregiamente realizzate e ricche di dettagli, lo stesso non si può dire per le auto Standard (circa 800!): queste, già prive della visuale interna, soffrono di un numero di poligoni sensibilmente inferiore rispetto alle sopracitate Premium. Il rischio maggiore è quello di preferire le auto Premium a quelle Standard, depennando di prepotenza la magnificenza della tanto millantata varietà relativa alle 1031 auto disponibili. Inoltre, già che ci siamo, è giusto precisare come la maggior parte delle auto sia di produzione giapponese, vi basti pensare che sono presenti ben 41 Skyline! Inutile dire che avremmo gradito una car-list più bilanciata ed in grado di abbracciare un numero maggiore di modelli europei ed americani. Vi confessiamo che quando ci siamo resi conto dell’assenza della mitica Ferrari F50, il nostro viso è stato rigato da una sottile lacrimuccia.
Nonostante le due diverse categorie, però, tutte le vetture sono accomunate dallo stesso difetto: le ombre. Quest’ultime sono purtroppo affette da evidenti fenomeni di flickering (tremolio delle stesse) e si presentano in bassa qualità, evidenziando pure dei contorni pieni di aliasing. Davvero un peccato, soprattutto perché, ad eccezione delle auto Standard, la modellazione poligonale delle vetture raggiunge delle vette qualitative mai viste prima, per cui questa gestione approssimativa delle ombre non può che lasciarci basiti.
Parlando dei circuiti, la varietà non manca di certo: si passa da circuiti realmente esistenti (Suzuka, Tsukuba Circuit, Laguna Seca, Monza, Nürburgring Nordschleife, Montecarlo e altri ancora) a piste cittadine ambientate in famose città come Londra, Madrid, Roma e Tokyo. Immancabili poi i consueti circuiti originali (fittizi) che abbiamo imparato ad amare già nei precedenti capitoli, in particolar modo possiamo menzionare Trial Mountain, Autumn Ring, Deep Forest e High Speed Ring. Assente ingiustificato è il mitico Midfield Raceway. Chiudono il cerchio le piste innevate (Chamonix e annesse varianti) e quelle su sterrato, come quelle ambientate in Toscana.
In totale abbiamo circa una ventina di location, arrivando a contare una settantina di layout differenti – considerando ovviamente anche le versioni “speculari”. Alcuni circuiti, tra le altre cose, possono essere percorsi ad un orario del giorno prestabilito (con tanto di illuminazione solare progressiva) e sono soggetti al meteo dinamico. Certo, avremmo preferito che tutti ma proprio tutti i circuiti potessero godere di queste feature, ma così non è. Tocca accontentarsi.
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La riproduzione dei circuiti, tecnicamente parlando, mostra il fianco a numerosi alti e bassi e l’impressione dominante è quella di trovarsi di fronte a circuiti di serie A ed altri di serie B: se i circuiti cittadini e lo storico Nürburgring Nordschleife risultano molto curati e ricchi di elementi a bordo pista, non possiamo dire lo stesso per piste altrettanto importanti come l’Autodromo Nazionale di Monza e Laguna Seca. La vegetazione poi non è assolutamente il massimo e soffermandosi sui particolari è possibile notare come molti alberi siano stati realizzati senza alcuna modellazione poligonale basata sulle tre dimensioni. Tutti questi nei, seppur evidenti, non vanno comunque a ledere né l’esperienza meramente giocata né quella visiva valutata in senso generale.
Gli effetti particellari di acqua, terra e neve non riescono a sorprendere più di tanto e la realizzazione della pioggia o della neve che batte sul parabrezza non raggiunge gli ottimi standard fissati da Project Gotham Racing 4.
Tirando le somme, il comparto grafico di Gran Turismo 5 non raggiunge l’eccellenza tanto ostentata dagli sviluppatori, quantunque – paradossalmente – riesca a sfoggiare qua e là delle vette qualitative degne di nota. Una giostra di alti e bassi senza logica che non può assurgere a moderno termine di paragone.
Il comparto sonoro di Gran Turismo 5 gode di una colonna sonora ciclopica, composta – udite udite – da ben 189 brani! Dalla musica Jazz alla classica, dal rock alternativo all’elettronica. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti e come se non bastasse non solo è possibile importare le proprie canzoni preferite ma possiamo anche modificare manualmente la playlist.
I rombi delle vetture sono di ottima fattura e rispetto al passato i passi in avanti sono alla portata delle orecchie di tutti. Logicamente l’audio di alcune vetture risulta più realistico di altre ma nel complesso il risultato raggiunto è eccellente. Peccato invece per l’inverosimile rumore generato dagli urti.
Social (Multiplayer) Network
Come ogni racing game che si rispetti, anche l’ultima fatica del team giapponese guidato da Yamauchi presenta un comparto online votato al rafforzamento della longevità del titolo, già di per sé straordinaria per via della maestosa carriera offline.
La componente multiplayer è inglobata nel menu della modalità GT e diventa accessibile subito dopo aver selezionato la voce Comunità. Da questo pratico menu a scorrimento verticale è possibile visualizzare la lista amici e accedere ad una serie di interessanti feature, tutte legate a quanto possiamo sperimentare navigando tra le pagine di un moderno social network. Troviamo infatti un sistema di condivisione per ammirare le foto pubblicate dagli amici nonché la facoltà di inviare auto e oggetti quali clacson, vernici, gomme e quant’altro, una bacheca, un sistema di messaggistica e infine la possibilità di creare una stanza privata per sfide da affrontare in tutta tranquillità.
E qui cominciano i dolori. Le lobby private, infatti, così come quelle pubbliche, sebbene offrano al giocatore alcuni filtri per bilanciare le sfide e personalizzare le gare, non dispongono di nessun sistema di inviti, pertanto coinvolgere un amico ci costringe all’invio di un messaggio testuale suggerendogli il da farsi. Tornando invece ai filtri legati alla creazione delle gare, questi si dimostrano al momento attuale inadeguati e permettono al massimo di limitare l’accesso in gara in base alla potenza ed il peso della vettura e la mescola delle gomme. Non vi è alcuna suddivisione in classi e dare vita ad una gara mono-marca risulta possibile solo comunicando tale scelta attraverso la chat vocale o quella testuale. La capienza massima di ogni lobby è a discrezione dell’host ma in ogni caso non può superare i 16 giocatori. Durante i nostri test, non abbiamo riscontrato particolari problemi di lag, fatta eccezione per alcuni episodi tutti legati alla congestione dei server verificatasi nei primi due giorni dal lancio del gioco. Ciò che invece ci ha lasciati di stucco è l’imperdonabile assenza delle classifiche globali, tipicamente relative ai migliori tempi sul giro e al livello di abilità raggiunto da ciascun pilota in carne ed ossa. E che dire del matchmaking? Assente pure questo! Attualmente partecipare alle gare online non prevede alcun sistema di ricompense, né sotto forma di crediti spendibili nella carriera, né tanto meno sotto forma di punti esperienza. Una mancanza tanto ingiustificata quanto quella delle classifiche, tanto più che la carriera offline offre un sistema di crescita che gli sviluppatori avrebbero potuto sfruttare anche online. Il nostro augurio è che tutte queste lacune possano essere colmate con il rilascio di una patch perché, diciamocelo, il comparto multigiocatore di Gran Turismo 5 è potenzialmente interessante ma, al momento attuale, troppo approssimativo.
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La fine di Icaro
Giunti alla resa dei conti, possiamo affermare che Gran Turismo 5 non è quel capolavoro che tutti stavamo aspettando ma si rivela anzi un titolo che mostra buona parte delle sue debolezze a causa dell’insostenibile e tormentato sviluppo protrattosi per cinque lunghissimi anni, tra numerosi rinvii e dichiarazioni entusiastiche.
Gran Turismo 5 è un titolo le cui potenzialità sono innegabili ma tuttavia non riesce a rinnovarsi come avrebbe dovuto. Se da una parte il modello di guida messo a punto dagli sviluppatori è di buona fattura e riesce a dire la sua coinvolgendo sia gli appassionati della serie che i nuovi arrivati, dall’altra troviamo un sistema di collisioni e una gestione di danni poco credibili e un’intelligenza artificiale sì accettabile ma ancora caratterizzata da inoppugnabili margini di miglioramento.
Il comparto online, per quanto promettente e ricco di feature, è al momento tanto superficiale quanto distante dall’essere considerato completo. A conferma di ciò, lo stesso Yamauchi ha dichiarato che il versante online è in continua crescita e sarà supportato costantemente attraverso il rilascio periodico di aggiornamenti più o meno sostanziosi.
Dal punto di vista grafico, Gran Turismo 5 è un’opera indubbiamente mastodontica ma che non riesce a sconquassare la concorrenza come invece si pensava.
Nonostante tutto, il titolo Polyphony Digital trasuda passione da tutti i pori e si palesa come un’ode all’automobilismo che tutti gli appassionati del genere non possono farsi scappare, soprattutto dopo averlo atteso così a lungo.