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Recensione Quake 2 Remaster

di: Simone Cantini

Tanto tempo fa, prima che molti di voi nascessero (videoludicamente parlando), le connessioni internet performanti erano un etero miraggio, ed i poveri gamer desiderosi di confrontare le proprie abilità con quelle di altri appassionati, erano costretti a ricorre ai più biechi espedienti per dare sfogo a simili pulsioni. Se lo split screen era ancora in grado di lenire tali brame, per quanto in modo assai circoscritto, spettava ai famigerati lan party il compito di mettere in scena vere e proprie battaglie campali in salsa multigiocatore. Ed il sottoscritto non era restio a partecipare a simili, faticosi, rituali pagani, che richiedevano di trasportare fuori casa l’ingombrante PC (monitor incluso), per poi passare ore a sacramentare con schede di rete e quanto altro, nella speranza di blastare quanti più avatar digitali in compagnia di Unreal Tournament e Quake 2. A che serve tutta questa ridondante prosopopea? Semplicemente ad introdurre la recensione di Quake 2 Remastered, ovvio.

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A lezione di FPS

Dai, chiudiamola qua senza girarci troppo attorno: saltate direttamente in fondo al pezzo, come fate di solito, leggete il voto (e magari il commento finale), poi passate alla cassa e acquistate ad occhi chiusi Quake 2 Remastered senza pensarci due volte. Sì, perché potrei anche sprecare qualche centinaio di caratteri per illustrare i pregi ed i difetti di questa riproposizione del classico di casa id Software, ma tanto, una volta giunti al termine dell’analisi, il risultato sarebbe sempre quello anticipato giusto un paio di righe fa. Questo sequel non sequel dell’ennesimo punto di svolta dello studio statunitense, capace come pochi di settare sempre nuovi standard in campo FPS, era già bellissimo ai suoi tempi, visto come riuscì ad amplificare in modo massiccio la svolta completamente 3D del team capitanato da quel genio del coding che risponde al nome di John Carmack. Allontanate le atmosfere dark fantasy del suo illustre predecessore, il viaggio del marine spaziale all’interno del territorio dei letali Strogg finì per avvicinarsi maggiormente a quell’immaginario biomeccanico che rese celebre Doom, amplificandone in modo massiccio la violenza e la brutalità di fondo, senza però lasciare in disparte la giocabilità nuda e cruda. Un titolo affascinante ancora oggi, grazie ad un level design che, per quanto figlio della sua epoca, può ancora prendere a schiaffi molte produzioni più moderne, forte come è di una spiccata indole verticale, a cui si aggiunge un design di fondo intricato al punto giusto, oltre che condito da un bilanciamento e da un tasso di sfida sempre ben calibrato. E poco importa, in tal senso, che la narrazione continui a viaggiare su di un binario smaccatamente separato, resa ancora una volta un mero orpello, utile soltanto a giustificare la solita carneficina di agguerriti soldati alieni, in perfetto Doom style. E come dargli torto, comunque, una volta mossi i primi passi della succosa campagna, che è possibile rigiocare in Quake 2 Remaster nella sua interezza, potendo però contare su alcune migliorie grafiche assolutamente non trascurabili che, per quanto non riescano a lenire il peso dei 25 anni che la release originale si porta sul groppone, sono facilmente avvertibili da chi, come me, in quel lontano 1997 trascorse decine e decine di ore a massacrare Strogg.

Ne voglio di più!

Come non bastasse la bontà della campagna originale, Quake 2 Remaster si lancia in un ambizioso e ricco (per noi giocatori) all-in, mettendo sul piatto tutta una serie di aggiunte in grado di rendere questa riproposizione del classico un appuntamento imperdibile, sia per vecchi che nuovi fan. All’interno del pacchetto, difatti, trovano spazio anche le due espansioni rilasciate a suo tempo, ovvero The Reckoning e Ground Zero, oltre a quel Quake 2 64 che, sebbene non rappresenti l’incarnazione migliore del franchise, offre un punto di vista sicuramente interessante, per lo meno a livello puramente strutturale. La ciliegina sulla torta, però, è rappresentata dall’add-on nuovo di zecca che risponde al nome di Call of the Machine, realizzato da MachineGames, capace di regalarci una campagna inedita che, nel corso delle circa 6 ore necessarie al suo completamento, saprà proporre una sfida in grado di mettere alla prova anche i blastatori più ferrati. Il lavoro del team svedese, difatti, pesta forte sul pedale della difficoltà, proponendoci un set di livelli in cui l’azione serrata la farà da padrona, condendo il tutto con un level design tentacolare, in cui saremo chiamati a far fronte ad un numero sempre soverchiante di minacce (e la boss battle finale non poteva che essere la sublimazione di tutto quanto). Condite il tutto con una ricca serie di bozzetti, documenti, demo giocabili originali e molto altro, unito ad un prezzo che definire irrisorio è un eufemismo (solo 9,99 Euro) e non potrà che essere più chiaro come la release in questione rappresenti un boccone che ogni fan dei FPS dovrebbe non lasciarsi sfuggire per nessuna ragione al mondo. Certo, ci sarebbe anche il comparto multiplayer dell’epoca, sfruttabile in split-screen, lan ed online, ma su questo non ci punterei troppo, come vedremo a breve.

Intrappolati nella rete

Già, il multiplayer di Quake 2 Remaster, a dispetto di quanto riuscì a fare in origine, rappresenta invero il tasto dolente dell’operazione, non tanto per quanto concerne la fruizione più old school, basata su divani affollati e schede di rete, bensì quando a scendere in campo sono quelle connessioni attuali, ben più performanti di ciò che era disponibile nel 1997. Sarò stato sfigato io, ma nel corso della mia prova le varie modalità di gioco (deathmatch, team deathmatch, caputre the flag e cooperativa) sono sempre state funestate da un massiccio lag, oltre a freeze e blocchi continui, che hanno finito per rendere il tutto improponibile. Certo, il fattore nostalgia, almeno nel mio caso, mi ha portato a chiudere (seppur a malincuore) entrambi gli occhi, ma è innegabile come ci si trovi al cospetto di una feature che, se non fixata, risulta ad oggi ingiocabile. Tolto questo, però, c’è solo da togliersi il cappello al cospetto del lavoro di pulizia operato dai ragazzi di Nightdive Studios, che grazie ad una serie di migliorie sul fronte dell’illuminazione e delle texture, a cui si accompagna una fedele revisione dei modelli di gioco, sono riusciti a rendere più gradevole alla vista il pregevole (ai tempi) comparto grafico originale. Ovviamente, visto che si tratta di un remaster, il feeling anni ’90 è palpabile e visibile, ma vi garantisco che, non appena inizierete a giocare, l’aspetto tecnico irrimediabilmente retrò finirà in un lampo in secondo piano, anche se come me lo giocherete su PS5.

Non ci sono scuse, se amate gli shooter dovete assolutamente acquistare Quake 2 Remaster, visto che ci troviamo al cospetto di uno dei migliori FPS di tutti i tempi, espansioni incluse, a cui si aggiunge una campagna nuova di zecca che vi farà imprecare come non mai. Il remaster in questione rappresenta la migliore operazione di svecchiamento che sia disponibile sulla piazza, forte di un prezzo che dovrebbe far riflettere la maggior parte dei publisher ma che, purtroppo, sono sicuro rimarrà un gradevole unicum. Divertentissimo ancora oggi da giocare, e pure bello da vedere grazie alle migliorie (per quanto la grafica resti quella del 1997), il secondo capitolo della saga id Software merita un posto nella ludoteca di qualsiasi gamer, in virtù del suo innato carisma e del suo design ancora oggi fresco ed attuale. E poi, se proprio non volete investire questi 9,99 Euro (e sareste davvero delle brutte persone!), se siete utenti Xbox Game Pass lo potete scaricare a costo zero. Forza, non avete più scuse: gli Strogg aspettano ansiosi i vostri proiettili!