Recensione Puppeteer
Tutti abbiamo bisogno di sognare. Sognare è l'unica cosa che ci rende liberi nonostante ci porti in mondi di fantasia. Al di là del sogno però, talvolta, ci sono videogiochi che sono capaci, tenendoci belli svegli, di farci sognare, interagendo con tutto quello che, fino a quel momento, non credevamo fosse reale.
E' il caso di Puppeteer, ultima fatica di Japan Studio. Un platform visionario e fiabesco in cui ognuno di noi, per qualche ora, può tornare bambino e vivere fantastiche avventure!
di: Simone "PulpGuy88" Bravi
Tutti abbiamo bisogno di sognare. Sognare è l’unica cosa che ci rende liberi nonostante ci porti in mondi di fantasia. Al di là del sogno però, talvolta, ci sono videogiochi che sono capaci, tenendoci belli svegli, di farci sognare, interagendo con tutto quello che, fino a quel momento, non credevamo fosse reale.
E’ il caso di Puppeteer, ultima fatica di Japan Studio. Un platform visionario e fiabesco in cui ognuno di noi, per qualche ora, può tornare bambino e vivere fantastiche avventure!
Una regina spodestata, un magico mondo da salvare
La storia di Puppeteer è un’autentica fiaba, di quelle vecchie stampo che piacciono ai più piccoli e fanno sorridere i più grandi. La storia si svolge sulla Luna, dove la Regina di questo magico regno viene tradita dal suo compagno Orso, che le ruba la gemma lunare, fonte di un immenso potere e la scinde in piccole parti che affida ai suoi malvagi generali. Il nuovo Re orso ha poi la crudeltà di rubare l’anima a tutti i bambini del regno, trasformandoli in burattini. Soltanto noi, impersonando il giovane Kutaro e brandendo le forbici magiche potremo fermare il malvagio tiranno…Certo, con qualche aiutino dall’eccentrica strega Ezma Potts e dalla nostra fida Pikarina, principessa del regno del Sole.
Come dicevamo la storia di Puppeteer è una splendida e coloratissima favola, raccontata in toni leggerissimi che la rendono più adatta al pubblico dei più giovani. E’ tutto molto bello, i personaggi sono caratterizzati ben caratterizzati ma resta sempre una bellissima favola per bambini che i più “anziani” faticheranno a trovare quantomeno interessante, nonostante l’ottima qualità della narrazione.
Delle forbici per domarli…
Puppeteer è un platform abbastanza atipico.
Sono due le caratteristiche principali del titolo: le forbici magiche, tramite le quali potremo tagliuzzare vari elementi per navigare tra gli scenari e combattere contro i nemici, e le teste. Kutaro infatti, aiutato dalla svolazzante Pikarina (che controlleremo tramite l’analogico ed il trigger destro), disporrà di diverse teste, reperibili tra gli innumerevoli oggetti interattivi dello scenario, ognuna con un abilità particolare. Durante un livello potremmo usufruire di un massimo di tre teste (tra le 100 nascoste in tutto il gioco), stando bene attenti a recuperarle in caso ci venissero staccate dai vari nemici o trappole sparsi per il mondo di gioco. Mondi che, di tanto in tanto, ci chiederanno di usare l’abilità speciale di una determinata testa per aprire il passaggio, scoprire livelli segreti, sbloccare succulenti ricompense o ancora combattere i boss di fine livello.
Tornando al sistema di gioco: per tutta l’avventura controlleremo contemporaneamente sia Kutaro e Pikarina, impareremo a padroneggiare diverse abilità come lo scudo, il lancio delle bombe o il rampino, senza separarci mai dalle nostre fide forbici magiche, indispensabili per superare (tramite la ripetuta pressione del tasto quadrato) innumerevoli sezioni e per sconfiggere i malvagi boss, in battaglie dalle dinamiche piuttosto “classiche” ma che riescono sempre a divertire ed appassionare pur senza far scervellare il giocatore.
Siamo difronte ad un tipo di platforming molto diverso dal solito, che si basa più sulla fluidità e la dinamicità degli spostamenti che sull’esplorazione, evidenziando meccaniche di gioco e puzzle ambientali di semplice risoluzione ma che necessiteranno di buon tempismo e velocità di ragionamento per essere superati.
Puppeteer da comunque il meglio di se in cooperativa, con un secondo giocatore a controllare lo spiritello volante e che potrà, nei suoi panni, attaccare i nemici, reperire in maggiore scioltezza elementi bonus dello scenario, aiutare il primo giocatore negli spostamenti e così via. Purtroppo, giocato in solitario, l’uso del secondo personaggio controllabile è stato limitato al solo spostamento e interazione con elementi non giocanti ma ciò non significa una diminuzione del divertimento, anzi, Puppeteer è uno dei platform più divertenti in circolazione e farà sicuramente la felicità degli amanti del genere.
Cosa rende però speciale questo gioco? La varietà di situazioni di gioco; ogni elemento degli scenari, ogni nuova battaglia e ogni ambientazione, non è mai stata usata più di una volta. Questo ha permesso di creare un mondo dinamico e sempre nuovo ad ogni livello. Un lavoro davvero incredibile.
I 15 livelli di cui è composto il titolo tuttavia non vi impegneranno per più di 7, massimo 8 ore.
A parte i brevissimi livelli bonus e i vari collezionabili infatti, l’offerta ludica del titolo Japan Studio termina con la storia singleplayer, che può essere affrontata interamente anche in cooperativa certo, ma che rappresenta, a nostro avviso, un pacchetto piuttosto misero, considerando anche il livello difficoltà piuttosto basso e l’effettiva mancanza di un game over.
L’ottava arte
Se il cinema è la settima viene da se che, davanti a titoli come Puppeteer, venga spontaneo pensare che il videogame sia l’ottava arte. Il lavoro di Japan Studio assume contorni quasi irreali per la mole di talento impiegata per dare vita al mondo di gioco. Spaziando tra livelli ed elementi ispirati dalle opere di Tim Burton, dalla fantasia dei Monty Python e dalle più famose favole classiche, gli sviluppatori hanno dato vita a tutta una serie di personaggi ed ambientazioni immaginifiche, catapultando il giocatore in un universo dalla bellezza ipnotica. Durante la nostra intervista a Gavin Moore (game director del titolo) di qualche settimana fa, ci era stato detto che ogni singolo personaggio ed ogni sfondo era stato disegnato a mano ed usato una sola volta. Questo ha dato vita a centinaia di elementi sempre nuovi.
Quando alle spalle di un videogioco c’è una mole di lavoro simile, un quantitativo di talento applicato in maniera così impeccabile, tutti i tecnicismi passano in secondo piano. E’ tutto perfetto così com’è in Puppeteer. In una parola: magico.
Una piccola grande esclusiva
Puppeteer rappresenta una nuova visione del platform game. Il titolo Japan Studio non solo si sforza di offrire qualcosa di nuovo, ma lo fa con uno stile raffinato e ricercato che rende il gioco un vero e proprio gioiellino. Se qualche difettuccio è innegabile infatti e se l’offerta generale del titolo non è esattamente ricchissima è pur vero che il gioco va preso per quello che è: una favola. Il genuino divertimento di Puppeteer, unito alla sua splendida direzione artistica lo rendono un’acquisto quasi obbligato per ogni amante del genere. Tutti gli altri potrebbero cogliere l’occasione per provare qualcosa di diverso come…sognare.