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Recensione Project X Zone 2

Project x Zone è uno di quei giochi che, letteralmente, non ti aspetteresti mai di vedere. 
Un titolo eccentrico che fonde, in un'unica cartuccia, il meglio delle icone videoludiche di tre grandi software house (Namco Bandai, Sega e Capcom), sotto la direzione di Monolith Soft, in un progetto di stampo squisitamente giapponese con tutti i pregi e difetti che ne derivano.
A distanza di qualche anno dal primo capitolo, Il Nintendo 3DS accoglie nella sua vasta cerchia di titoli il seguito diretto di questo particolare ibrido strategico che, a differenza del precedente episodio, vanta un adattamento in lingua nostrana.

di: Luca "RukaManni" Manni

Project x Zone è uno di quei giochi che, letteralmente, non ti aspetteresti mai di vedere. 
Un titolo eccentrico che fonde, in un’unica cartuccia, il meglio delle icone videoludiche di tre grandi software house (Namco Bandai, Sega e Capcom), sotto la direzione di Monolith Soft, in un progetto di stampo squisitamente giapponese con tutti i pregi e difetti che ne derivano.
A distanza di qualche anno dal primo capitolo, Il Nintendo 3DS accoglie nella sua vasta cerchia di titoli il seguito diretto di questo particolare ibrido strategico che, a differenza del precedente episodio, vanta un adattamento in lingua nostrana.

E tu che ci fai qui?

Project X Zone 2, come si diceva poc’anzi, propone un mix di personaggi presi da ogni angolo remoto dell’universo videoludico: Tekken, Tales of Vesperia e Megaman sono solo alcune delle saghe i cui protagonisti sono stati presi in prestito per l’evento, senza contare le guest star made in Nintendo provenienti da Fire Emblem Awakening e Xenoblade Chronicles. Il collante che tiene uniti tra loro personaggi e serie così diverse, purtroppo, non è particolarmente originale ma comunque sufficiente per abbozzare un minimo di trama in un prodotto esclusivamente votato al fan service. Sullo sfondo della Shibuya dei giorni nostri, due fazioni sono in perenne lotta tra loro: la Ouma, intenta a creare varchi spazio temporali con cui poter collegare diversi mondi tra loro e la Shinra, consapevole dei rischi che il pianeta correrebbe se la prima riuscisse nel proprio intento. Proprio questi varchi rappresentano il ponte che collega e mette in comunicazione tra loro i singoli protagonisti che si ritroveranno a “saltare” da un videogioco all’altro nel tentativo di estirpare delle misteriose catene dorate che stanno mettendo in subbuglio ogni singola dimensione.
Ognuna delle due società vanta personaggi esclusivi creati appositamente per l’occasione e che ben si sposano con l’intero roster di personaggi, molto più vasto rispetto al passato.
Il gameplay di Project x Zone è esattamente il medesimo del suo predecessore: una scacchiera di gioco su cui muovere personaggi in 16bit, il tutto condito da un pizzico di strategia, quanto basta per tener vivo l’interesse del giocatore tra uno scontro e l’altro. Scontri che, in buona sostanza, si riducono a semplicissime combinazioni di tasti reiterabili fin tanto che l’unità non termina la stamina mentre il nemico, inerme, attende che giunga il proprio turno per agire. A tal proposito, il titolo mette un sistema di “reazioni” davvero efficace che si articola in tre opzioni: difesa parziale, totale o contrattacco, ognuna con un suo costo in termini di PA e PX. Dosare le proprie energie nell’arco dello scontro diventa essenziale per uscirne vincitori: spendere le proprie risorse fin da subito, infatti, non può che rivelarsi una soluzione controproducente.
Ciascuno dei protagonisti dispone di un partner con cui portare a compimento ogni singolo attacco e, ad ogni coppia, può addirittura affiancarsi un terzo personaggio, nel ruolo di supporter, liberamente assegnabile dal menù di gioco. Concatenando i vari attacchi con il giusto tempismo è così possibile inanellare una lunga serie di combo che, oltre ad arrecare più danni, immobilizzano il nemico o ne abbassano le difese rendendolo vulnerabile e abbattibile con estrema facilità. A semplificare enormemente gli scontri, oltre alle varie abilità di cui gode ciascuna unità, contribuisce in maniera preponderante la presenza di attacchi speciali davvero devastanti ed esclusivi per ciascuna coppia di personaggi: la loro efficacia è, infatti, pari soltanto alla loro spettacolarità.
Se fin qui Project x Zone 2 non si discosta molto dal suo predecessore, a cambiare parzialmente le carte in tavola è sicuramente la possibilità di potenziare ciascuna tipologia di attacco per ogni unità attraverso i PP acquisiti nel corso delle battaglie. Un espediente semplice ma efficace che si affianca alla facoltà, presente anche nel capitolo precedente, di equipaggiare accessori e armi che incrementano le statistiche delle singole unità.

Fan Service Old Style

Da un punto di vista meramente tecnico il gioco lascia davvero a desiderare, se si esclude il filmato introduttivo in stile anime e le predette animazioni che sono parte integrante degli attacchi speciali. Purtroppo, infatti, Monolith Soft si è semplicemente limitata a riprodurre in chiave 16 bit protagonisti, antagonisti e ambientazioni di diverse saghe videoludiche senza però riuscire a dar loro una propria personalità. I fondali sono spogli e spesso tendono a ripetersi spingendo il giocatore a progredire nella storia per il solo gusto di sbloccare il personaggio successivo.

Conclusione

Project X Zone 2 è il degno erede del suo predecessore, nel bene e nel male. L’estrema linearità del gioco si affianca a un roster di personaggi davvero ampio che, sicuramente, farà commuovere i fan di vecchia data. Per il resto, purtroppo, si tratta soltanto di un buon JRPG tattico e nulla più. Se avete la lacrima facile, l’acquisto non può che essere consigliato.