Recensione Project Nimbus: Code Mirai
di: Simone CantiniSeppur quantitativamente non certo corposa, la saga di Zone of the Enders è stata in grado di guadagnarsi nel tempo una fitta schiera di estimatori, nonostante il vociferato terzo capitolo si sia oramai perso nei meandri del tempo. Non stupisce, quindi, che il piccolo team nipponico Kiss abbia deciso di lanciarsi a testa bassa nella realizzazione di Project Nimbus: Code Mirai, chiaro omaggio alla creatura Konami che, a dispetto di un budget risicatissimo, riesce a ritagliarsi il suo piccolo posto al sole.
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Cuore e acciaio
Ambientata nel più classico dei futuri post bellici, la trama di Project Nimbus: Code Mirai vede la terra sconvolta dall’ennesimo conflitto globale, che ha causato l’innalzamento del livello delle acque e ha visto numerose nazioni finire sommerse. Gran parte della popolazione mondiale si è trasferita in neonate città volanti, ma la lotta per la supremazia non pare essersi conclusa, visto che due distinte fazioni continuano a darsi lotta per mezzo dei classici Frame, esoscheletri volanti dalla potenza di fuoco devastante. Pur non brillando per qualità della scrittura, i due tronconi che compongono lo story mode di Project Nimbus: Code Mirai, delineano un quadro tutto sommato interessante, ma che proprio per questa blanda esposizione finisce per passare rapidamente in secondo piano, lasciando tutta la gloria del palco all’azione più sfrenata. A prescindere dalla missione, ci ritroveremo all’interno del nostro fidato mech, con la classica visuale in terza persona, tramite il quale dovremo fare piazza pulita di ogni minaccia che comparirà a schermo. Potremo contare, a seconda del mezzo, su di un discreto numero di armi, sia a lungo raggio che corpo a corpo, che potremo alternare in tempo reale per poter meglio fronteggiare le varie minacce. Il gameplay si presenta estremamente fluido e frenetico, in perfetto stile arcade, anche se in più di un’occasione il caos la farà da padrone, rendendo talvolta scarsamente leggibile la scena. Se è vero che a livello di difficoltà più basso ciò non rappresenterà un problema (sarà davvero dura venire abbattuti), tarando il tutto verso vette più ardue il discorso cambierà radicalmente, data l’estrema attenzione con cui dovremo approcciare gli scontri, a meno di non voler rapidamente fallire la nostra missione. Detto ciò, comunque, le circa sei ore richieste per completare lo story mode scorrono via in maniera piacevole, rendendo Project Nimbus: Code Mirai un titolo dal rapporto qualità/prezzo decisamente convincente. A completare l’offerta ci pensa anche l’immancabile modalità Orda, all’interno della quale dovremo sopravvivere ad ondate sempre più agguerrite di avversari, il tutto dopo aver scelto il nostro mech dalla corposa lista dei mezzi disponibili. Si tratta comunque di un’aggiunta puramente accessoria, capace di influire in maniera minimale sulla votazione finale di Project Nimbus: Code Mirai.
Pupille offuscate
Ho detto in apertura di recensione come il budget a disposizione dei ragazzi di Kiss fosse alquanto minimal, per questo stupisce poco il ritrovarsi ad ammirare un comparto grafico non proprio all’ultimo grido (ma per certi aspetti neppure al penultimo). La presentazione generale, difatti, si attesta su livelli che avrebbero fatto storcere la bocca anche nella passata generazione, principalmente a causa di una modellazione poligonale quanto mai basilare, a cui si accompagnano texture non certo irresistibili e degli stage tendenzialmente molto poveri. Di altro caratura, invece, la realizzazione dei vari Frame, che è possibile osservare nell’hangar prima di ogni missione, anche se siamo comunque lontani dal livello raggiunto dalle produzioni attuali. Fortunatamente il tutto si muove in maniera molto fluida, senza che l’azione ne esca penalizzata anche nelle situazioni più affollate. Ovviamente, visti i limiti di cui sopra, scordatevi la lingua italiana, sia scritta che parlata, sostituita da un voice over in inglese (così così) e giapponese (decisamente migliore) e da sottotitoli in entrambi gli idiomi.
Pur non riuscendo a replicare fedelmente i fasti di Zone of the Enders, Project Nimbus: Code Mirai si configura come un onesto emulo dell’opera targata Kojima/Konami, grazie ad un gameplay solido anche se non dotato di una eccessiva profondità. Fluida ed adrenalinica, la produzione Kiss si vede principalmente azzoppata da un comparto tecnico non certo all’avanguardia, ma che d’altro canto riesce così a garantire una fluidità complessiva decisamente convincente. In definitiva, tenendo anche conto del prezzo contenuto a cui viene proposto, Project Nimbus: Code Mirai rappresenta un compromesso tutto sommato accettabile per tutti gli orfani della saga a cui si ispira palesemente.