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Recensione Planet Coaster 2

di: Luca Saati

Sono passati quattro anni da quanto Frontier Developments aveva dato ai natali  Planet Coaster, videogioco che nelle intenzioni della software house inglese doveva ridare lustro ai gestionali dedicati ai parchi a tema. Il risultato fu un videogioco capace di fare la felicità di quei fan rimasti orfani di Roller Coaster Tycon, serie da cui Frontier voleva chiaramente raccogliere l’eredità. Quattro anni dopo ecco arrivare Planet Coaster 2, un more of the same che espande quanto proposto con il primo capitolo.

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Un mondo di attrazioni

L’offerta ludica di Planet Coaster 2 si suddivide in tre parti: le modalità singleplayer Carriera e Sandbox, e il multiplayer Franchise. Ovviamente la Carriera rappresenta il giusto punto di inizio sia per i nuovi giocatori che per coloro che hanno già speso decine di ore con il primo capitolo. Questa modalità propone una serie di scenari pre-impostati affidando al giocatore quattro macro-obiettivi di difficoltà sempre crescenti che se completati consentono di ottenere le rispettive medaglie (dal bronzo, fino ad arrivare al platino della missione finale).

Sulle prime la Carriera è il classico tutorial dove apprendere il funzionamento del gioco, ma avanzando propone sfide sempre più impegnative che l’ottenimento del platino può richiedere anche qualche ora. Si inizia imparando le basi della gestione di un parco giochi a partire dalla costruzione di un’attrazione e delle sue decorazioni circostanti, per poi passare all’installazione delle aree ristoro per i clienti, alla gestione del personale e infine la parte squisitamente economica in cui decidere il prezzo delle attrazioni con tanto di salta fila, le offerte promozionali e il marketing. Planet Coaster 2 è una simulazione a 360° della gestione di un parco giochi in grado di far sbizzarrire i giocatori e in cui si possono perdere ore a limare tanti piccoli dettagli, dal posizionamento degli elementi d’arredo fino all’addebitare ai clienti i condimenti extra nei loro cheeseburger, o perché no creare degli eventi con l’apposito strumento per offrire agli ospiti esperienze uniche.

La grande novità di questo secondo capitolo è la possibilità di costruire parchi acquatici. Non solo piscine, ma vere e proprie attrazioni come scivoli, montagne russe e quant’altro. C’è l’imbarazzo della scelta e se i set preimpostati non dovessero bastare c’è sempre l’editor che consente di dare libero sfogo alla propria fantasia e condividere le proprie creazioni online con gli altri giocatori. Lo strumento, che riprende la sua controparte per le montagne russe, è molto profondo e con poco permette di dare vita alle forme più disparate di attrazioni creando bizzarri mix possibili solo in un videogioco come giostre che mescolano terra, aria e acqua. Ci sono anche nuovi effetti meteorologici come il caldo eccessivo che rischia di far scottare gli ospiti proponendo così nuovi tipi di sfide nel design del parco.

Sandbox e Franchise

Se la corposa modalità carriera presenta, come detto poche righe più sopra, una serie di scenari pre-impostati, Sandbox è il suo opposto offrendo un appezzamento di terra vuoto su cui costruire il proprio parco giochi dei sogni. E se tutto ciò non bastasse, la modalità offre un’ampia personalizzazione permettendo anche di barare impostando il denaro illimitato o tutta una serie di opzioni che permettono di modificare l’esperienza in base al proprio stile di gioco.

Franchise è invece una sorta di modalità competitiva/cooperativa multiplayer in cui i giocatori scalano le vetta di una classifica con il loro parco a tema completando una serie di sfide. Il bello di questa modalità sta nella possibilità di condividere il salvataggio con gli amici così da gestire insieme a loro un parco e andando ad operare su di esso un giocatore alla volta. Inoltre è possibile visitare i parchi degli altri giocatori così da scoprire il segreto del loro successo e ammirare ciò che sono stati capaci di creare. L’unico limite di Franchise sta nella sua potenzialità sul lungo termine e tutto dipenderà dalla capacità di Frontier di supportare la sua community e di spronarli a competere, e nella voglia dei giocatori stessi di stare al gioco.

Con il controller come va?

So benissimo che l’ambiente adatto per il genere è il PC, ma questo è Console-Tribe e quindi ho giocato alla versione Xbox Series X del gestionale di Frontier. La domanda quindi sorge spontanea: come va con il controller? La risposta è bene, ma… Se da una parte infatti lo schema dei comandi è stato ben rielaborato per adattarsi al controller, dall’altra parte l’interfaccia rende un po’ troppo complicato districarsi tra i vari sottomenù. Come vi ho spiegato più sopra, tra la semplice costruzione del parco e tutta la parte manageriale c’è tanta carne al fuoco ed è evidente come tutte queste informazioni vadano a pesare su un numero eccessivo di schermate. Sulle prime devo ammettere di essere rimasto spaesato e solo dopo molta pratica sono riuscito a districarmi con l’interfaccia di gioco.

Un altro problema che compromette l’esperienza di gioco su console è lo strumento di creazione dei percorsi che è risultato macchinoso e impreciso portandomi a lottare contro i comandi anche solo per la creazione di strade, piazze o una semplice piscina, e le cose non migliorano quando nell’equazione entrano in gioco i piani sopraelevati. È soprattutto in questi momenti che questa versione console fa sentire la mancanza di un mouse, ma mi auguro che Frontier possa mettere una pezza a questi problemi con un aggiornamento.

L’intelligenza artificiale non mi ha sorpreso molto in positivo con gli ospiti del parco che si riversano tutti negli stessi posti ignorando talvolta le giostre e finendo col camminare per ore senza fare un solo giro sulle attrazioni.

Visivamente però devo dire che Planet Coaster 2 è bello da vedere con la sua palette di colori vivaci, le sue attrazioni piene di dettagli con tante variazioni tematiche che le rendono uniche, e una simulazione dell’acqua realistica che spinge ad indugiare con la nuova visuale in prima persona attraverso gli occhi degli ospiti. Il doppiaggio in italiano non è male, ma i personaggi durante la carriera parlano davvero troppo risultando alla lunga logorroici a tal punto da rallentare il proseguo delle varie missioni.

Un tuffo nell’acqua?

Planet Coaster 2 è quel more of the same che mi piace, capace di prendere il suo predecessore e espandere la formula di gioco con l’introduzione dei parchi acquatici che aggiungono quel quid in più capace di fare la felicità dei fan del genere. Un sequel che sarebbe potuto essere perfetto se non fosse per una serie di problemi a partire da un’intelligenza artificiale non particolarmente brillante. E poi su console c’è l’annosa questione dei controlli con un’interfaccia non proprio intuitiva e uno strumento di creazione dei percorsi goffo e impreciso. Problematiche risolvibili con una patch, ma che al momento compromettono in parte un’esperienza di gioco altrimenti davvero godibile.