
Recensione Pirates VR: Jolly Roger
di: Simone CantiniPirati e videogiochi sono un binomio vincente? Per quanto mi riguarda il parere non può che essere positivo, ma sempre a livello puramente personale mi tocca tornare indietro nel tempo per trovare una produzione degna di considerazione. E no, non è un caso che il nome in questione sia quello di Monkey Island. Certo, in tempi recenti non sono mancate altre declinazioni di questa fortunata coppia, ma confesso di essere rimasto felicemente (e volutamente) alla larga da Sea of Thieves e Skull and Bones. Ci sarebbe pure un certo spin-off hawaiano di una celebre saga SEGA da me amatissima, che per pudore evito di nominare. Vabbè, un enorme elenco solo per introdurre Pirates VR: Jolly Roger, che ci calerà letteralmente nei panni di un pirata in questa simpatica avventura virtuale.

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Galeotto fu il grog…
Chi lo ha detto che i pirati sono tutti avidi e poco inclini a condividere le loro fortune? Non è certo quello che traspare dall’incipit di Pirates VR: Jolly Roger, visto che sarà proprio uno di questi farabutti marittimi a lasciarci campo libero in quanto a saccheggi di tesori, a patto di fare luce sulla misteriosa scomparsa del fratello, avvenuta proprio durante la ricerca di una dorata fortuna. Semplice e snella, la trama della produzione Split Light Studio non è altro che un esilissimo pretesto, buono solo a trasportarci su di una lussureggiante isola, in compagnia di un ciarliero pappagallo e della nostra voglia di ricchezze.

C’è poco altro da dire, anche perché il tutto si esaurisce davvero in un lampo (parliamo di circa due orette scarse), ed il focus principale sarà prettamente ludico, sacrificando sull’altare del gameplay qualsiasi velleità narrativa. Scordatevi, quindi, colpi di scena mirabolanti, personaggi indimenticabili e duelli a base di insulti più o meno gratuiti, dato che tutto quello che faremo sarà solo superare indenni i 5 brevissimi capitoli in cui è suddivisa l’avventura.

Gente di mare
La struttura ludica di Pirates VR: Jolly Roger è quella di una classica avventura VR in prima persona, che pare quasi voler rappresentare una sorta di bignami delle produzioni virtuali della prima ora. Il set di meccaniche messe sul piatto dal team, difatti, è decisamente prevedibile e permeato da un sentore di già visto assai palpabile, al punto che pare di trovarsi al cospetto di un titolo risalente alla precedente generazione di headset. Nel gioco non faremo altro che arrampicarci lungo liane e pareti rocciose, nuotare. risolvere qualche semplicissimo enigma e affrontare uno sparuto numero di nemici, il tutto in maniera sicuramente intuitiva ed efficace, ma anche molto elementare e priva di reali guizzi.

A movimentare un pizzico le cose ci penserà l’esile arsenale a nostra disposizione che, a partire da alcuni determinati momenti, andrà ad introdurre da prima una lanterna magica, che finirà per accompagnarsi ad una pistola. La prima, oltre a rischiarare cunicoli e zone buie, sarà indispensabile per superare alcuni puzzle, oltre a fornire un grande aiuto qualora ci fosse da sbarazzarsi di alcuni scheletri poco amichevoli. Almeno finché non ci imbatteremo nella citata bocca da fuoco, o delle armi da mischia usa e getta. Il tutto è gestito per mezzo di meccaniche molto semplici, sia per quanto riguarda la gestione degli scontri melee, che per quanto concerne il basilare gunplay.

Toccata e fuga
La situazione migliora un pizzico in presenza delle sezioni più ragionate, quando c’è da far funzionare un minimo le meningi, ma anche in questo caso tutto si attesta su livelli decisamente molto basilari. Al netto della sua esile durata, difatti, la pecca maggiore di Pirates VR: Jolly Roger è da riscontrare in un ritmo tutto sommato molto blando e privo di guizzi, al punto da rendere la longevità generale quanto mai benvenuta, data la marcata essenzialità del materiale ludico a disposizione: tutto funziona, sia chiaro, ma è davvero difficile scrollarsi di dosso la sensazione di stare giocando ad un titolo che arriva davvero fuori tempo massimo.

Per lo meno sul fronte tecnico, nonostante l’esigua estensione del team di sviluppo, Pirates VR: Jolly Roger presenta un colpo d’occhio tutto sommato molto piacevole, soprattutto per quanto concerne l’ambientazione esterna. La situazione cambia sensibilmente una volta che ci ritroveremo al chiuso, a causa di geometrie che appaiono più sacrificate ed una ricchezza visiva decisamene più dimessa. Convince il sonoro, per quanto anche esso molto minimale e limitato a qualche motivetto piratesco e al ciarlare continuo del nostro pennuto compagno. E per una volta, data la risicata mole di testi, si può passare sopra l’assenza della localizzazione nella nostra lingua.

Una volta portato a termine Pirates VR: Jolly Roger, la sensazione che rimane è quella di aver compiuto un piccolo balzo indietro nel tempo, vista la sin troppo marcata classicità della proposta in questione. Se avessi avuto ancora in testa la prima incarnazione del visore di casa Sony, molto probabilmente sarei rimasto maggiormente colpito dal lavoro firmato Split light Studio, pur al netto della sua esilissima durata. Non ci sono difetti imperdonabili da imputare all’avventura, dato che le meccaniche messe sul piatto sono risultate comunque funzionali, anche se molto old school e datate. In definitiva, ci troviamo dinanzi ad una piacevole, per quanto prevedibile, avventura virtuale in salsa piratesca, che potrà sicuramente divertire chi è in cerca di un’esperienza tutto sommato confezionata a dovere, per quanto molto breve e prevedibilissima.