Recensione Pikmin 3
Vi siete mai soffermare a pensare cosa prova una formica quando viene catturata dalle vostre mani? O come dev'essere la vita, vista con gli occhi di una docile farfallina? No...?
La filosofia alla base di Pikmin comunica essenzialmente questo: ciò che trascuriamo spesso dandolo per scontato può nascondere nel suo piccolo un macro-cosmo di interazioni. Ed è così che un giardino si trasforma, per chi lo abita, in uno "stato" in miniatura. Un bosco, in un continente...
di: Manuel "haures" Di Gregorio
Vi siete mai soffermare a pensare cosa prova una formica quando viene catturata dalle vostre mani? O come dev’essere la vita, vista con gli occhi di una docile farfallina? No…? La filosofia alla base di Pikmin comunica essenzialmente questo: ciò che trascuriamo spesso dandolo per scontato può nascondere nel suo piccolo un macro-cosmo di interazioni. Ed è così che un giardino si trasforma, per chi lo abita, in uno “stato” in miniatura. Un bosco, in un continente…
Se mai vi foste pavoneggiati di fronte ad amici poco amanti degli insetti, mettendovi bullescamente in mostra contro il malcapitato esserino, Pikmin 3 vi insegnerà che non è la stazza ciò che conta per sopravvivere bensì la cooperazione.
Chi trova un Pikmin, trova un tesoro!
Abbandonato solo inizialmente il veterano Olimar e il suo compagno Louie, impersoneremo fino a tre nuovi capitani nella loro missione di recupero. Charlie, Alph e Brittany sono abitanti del pianeta Koppai incaricati di perlustrare l’universo alla ricerca di cibo commestibile da riportare a casa per scongiurare l’imminente carestia. Separati per via di un’atterraggio d’emergenza sul pianeta PNF-404 dovremo inizialmente recuperare i dispersi e successivamente anche alcuni pezzi del sistema di comunicazione della navicella spaziale (un voluto richiamo al primo episodio).
Il pianeta sconosciuto si rivela da subito tutt’altro che a misura di Koppaiano; piante che si stagliano come palazzi, fiori giganteschi e pozze d’acqua profonde come laghi. Quello che un normale essere umano giudicherebbe un bucolico anfratto boschivo viene invece visto, dall’alto dei 4 cm di statura del protagonista, come una regione inesplorata e selvaggia, ricca di pericoli e predatori estremamente grossi e temibili.
In loro aiuto subentreranno i docili e amichevoli Pikmin che da subito si dimostreranno pratici e volenterosi di aiutare i tre malcapitati. Oltre alla loro capacità di trasportare frutti e carcasse potranno essere utilizzati in battaglia (fino ad un massimo di 100) dopo essere stati scagliati contro il malcapitato.
Un primo assaggio della cura posta da Nintendo durante lo sviluppo tecnico viene a galla analizzando la moltitudine di creature che abitano le aree esplorative; gran parte di queste sono riprese dai precedenti capitoli ma rimodellate ora in grafica HD, mentre tantissime nuove varietà concorreranno a variegare di vita ogni area-biosfera. L’esplorazione sarà costantemente affiancata alla ricerca di cibo, necessaria innanzitutto per sostenere le abitudini alimentari del gruppo che consumerà giornalmente le scorte della credenza.
Partendo inizialmente con un solo colore di Pikmin (quello rosso) andremo via via ad allargare la nostra selezione recuperando le cipolle-nido, fino ad ottenerne cinque diverse varietà. Incontreremo per la prima volta due nuove tipologie: i Pikmin rosa, grazie alle ali in dotazione, potranno sollevare oggetti e specifiche barriere. Questi, sebbene deboli contro i nemici normali, saranno efficacissimi invece negli scontri aerei. I Pikmin neri avranno il corpo parzialmente composto di roccia, possedendo quindi la capacità di resistere alla maggior parte degli attacchi, di far più danno se lanciati e di distruggere cristalli, minerali o barriere di vetro. A loro si affiancheranno i Pikmin rossi, forti in battaglia, quelli gialli capaci di condurre elettricità e i blu in grado di avventurarsi in acqua. Assenti dalla modalità storia i Pikmin bianchi e viola che incontreremo invece nel multiplayer.
Acquisire un nuovo tipo di Pikmin significa poter esplorare regioni prima inaccessibili, risolvere enigmi ambientali e avere accesso a nuove, importanti tipologie di frutta. Anche le strategie di attacco e raccolta si modificheranno in questa direzione e, una volta che avremo recuperato tutti i capitani, potremo dividerci per un massimo di tre squadre, organizzandosi per sfruttare al meglio il tempo lavorando divisi o in cooperazione. Come in Pikmin 2, l’esplorazione sarà soggetta allo scorrere del tempo che scandira i ritmi giornalieri. Al calar della sera faremo automaticamente ritorno alla navicella e perderemo tutti i Pikmin che non siamo riusciti a far rientrare in squadra.
L’unione fa la forza
Il gamepad WiiU mostrerà principalmente la mappa di gioco, localizzando le barriere e la posizione dei ricercati frutti. Sarà inoltre possibile da subito giocare in off-play TV, rinunciando all’immediatezza della mappa. Il touch-screen, oltre a raccogliere informazioni importanti, permetterà di inviare il leader scelto verso un punto dell’area tramite la funzione “dirigiti qui” mentre si continuerà ad impartire ordini ai restanti.
Il sistema di controllo viene interamente gestito dagli stick analogici per quanto riguarda telecamera e puntatore, quest’ultimo leggermente scomodo e ballerino in quanto associato anche al movimento direzionale; per ovviare alle imprecisioni sopratutto durante gli scontri più impegnativi, viene in aiuto il lock automatico del bersaglio premendo ZL, mentre con ZR dirigeremo il suono del fischietto chiamando così a raccolta i Pikmin. Imparare ad usare bene il target-lock potrebbe fare la differenza per chi predilige un sistema più preciso nel puntamento come quello offerto dall’accoppiata nunchuk e Wiimote plus.
Senza allontanarsi troppo dalle precedenti meccaniche di gioco, lanceremo orde di Pikmin tramite la pressione del tasto A avendo cura di selezionarne il tipo in base ai punti deboli del nemico che avremo di fronte.
Micro-cosmo VS Macro-cosmo
Sia che consideriate il gioco un mero strategico gestionale o un più complesso dungeon crawler, non mancherete di essere avvolti dal marcato spirito Zen del titolo. Lo stile e l’atmostera di questo terzo esperimento avrà un quid molto familiare per coloro che hanno già avuto modo di avvicinarsi ai precedenti capitoli, a partire dalla classica melodia “Night Comes” che accompagna la venuta della notte e il termine di ogni missione. Ogni anfratto esplorato viene pervaso da musiche ambient che durante gli scontri coi mastodontici titani si trasformano in un esperienza sonora dai toni epici e concitati.
Grazie ad un comparto grafico enormemente curato, sostenuto da texture che superano a pieni voti la prova di qualità (WiiU flette finalmente i muscoli girando a 60-incrollabili-fps, nonché upscalando il gioco a 1080p dai 780 nativi) raggiungendo così il vertice più alto giocato fin ora sulla console. Tramite l’utilizzo di shader sapientemente in grado di replicare riflessi di luce e animazioni dinamiche, Pikmin 3 non solo si rivela una goduria per gli occhi ma per un istante riesce addirittura a rapire il giocatore facendogli quasi credere di trovarsi di fronte una lente macro che inquadra un vero, dinamico, mondo in azione. La regia e la fotografia ricamano attorno al gameplay una cornice bucolica di emozionante bellezza; l’ambiente di gioco risulta vivo e organico. Le aree sono inoltre ricche di dettagli e oggetti molto “terrestri” che volutamente si contrappongono alle fattezze a tratti aliene dei normali abitanti o dei mastodontici boss-animali, ognuno caratterizzato da una ben precisa strategia di abbattimento.
Oltre alla modalità Storia potremo cimentarci in ulteriori due modalità: Missioni e Bingo.
La prima, permetterà di giocare in cooperativa con un altro giocatore affrontando tre diverse sfide: “Arraffa tutto” in cui dovremo raccogliere la frutta entro un tempo limite, “Combatti i nemici” in cui dovremo abbatterne il più possibile ed infine “Abbatti i colossi”, in cui replicheremo gli scontri contro i boss più difficili. Per ogni sfida potremo rivivere le emozioni di cinque diverse aree.
La Bingo Battle si svolge invece in un area ristretta e appositamente creata; ogni giocatore avrà una scheda di 4×4 caselle contenenti gli stessi frutti o oggetti ma disposti in ordine diverso. Per vincere dovremo fare bingo recuperando quattro oggetti sulla stessa linea o colonna; potremo giocare di strategia, osservando lo schema del nostro avversario rubandogli all’ultimo secondo un oggetto necessario per far Bingo, oppure ognuno per conto suo.
Tra le possibilità del multiplayer quest’ultima ci è sembrata la più accattivante, l’unica in grado di stimolare una vera competizione che nelle altre viene un po’ a perdersi in favore della mutua cooperazione.
Pikmin 3 sostanzialmente riapplica il concetto esplorativo e survivor avvalorato dai precedenti capitoli (variando poco e trattenendo il meglio), approfittando dell’alta definizione e dell’effetto surround per raggiungere finalmente quel livello di realismo da “giardino Zen incantato” che nel lontano 2002 partorì come malsana idea la mente di Miyamoto-san. Sebbene alcune metodiche come la reintroduzione delle missioni a tempo, l’assenza del comando di marcia presente nei primi due e l’asprezza di una A.I. che non sempre rispetta con immediatezza i comandi impartiti, concorrano a creare un gravoso senso di ansietà e oppressione che mal si sposa al curiosare spensierato di giardino in giardino, merito della Nintendo Difference, l’esperienza di gioco rimane sempre attiva e accattivante anche dovendo esplorare la stessa area più volte di seguito.
Dopo essersi fatto attendere per quasi cinque anni, Pikmin 3 ritorna -dopo aver mancato la line-up WiiU– sapendo rievocare perfettamente lo spirito della serie, e conferendo alla recente console Nintendo un titolo di cui andare finalmente fiera.