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Recensione Phoenix Wright: Ace Attorney – Dual Destinies

La serie di Ace Attorney si è fatta attendere per 5 anni, da quando nel 2008 è stato rilasciato Apollo Justice: Ace Attorney, quarto capitolo di una saga che si era già conclusa con la trilogia principale ma richiestissimo a gran voce dai fan. Phoenix Wright: Ace Attorney - Dual Destinies si colloca così un anno dopo le avventure del neo avvocato Apollo e dell'ex pianista Phoenix Wright. Ex, perché il nostro difensore in giacca blu tornerà su Nintendo 3DS ad esercitare la professione che lo ha fatto tanto amare dai fan, con un team d'eccezione!

di: Manuel "haures" Di Gregorio

La serie di Ace Attorney si è fatta attendere per 5 anni, da quando nel 2008 è stato rilasciato Apollo Justice: Ace Attorney, quarto capitolo di una saga che si era già conclusa con la trilogia principale ma richiestissimo a gran voce dai fan. Phoenix Wright: Ace Attorney – Dual Destinies si colloca così un anno dopo le avventure del neo avvocato Apollo e dell’ex pianista Phoenix Wright. Ex, perché il nostro difensore in giacca blu tornerà su Nintendo 3DS ad esercitare la professione che lo ha fatto tanto amare dai fan, con un team d’eccezione!

Avvocati o Cavalieri dello Zodiaco?

In questo nuovo episodio di Ace AttorneyPhoenix Wright ha riacquistato la sua preziosa medaglia, simbolo della professione di avvocato difensore. Sono tempi bui per il sistema legale (non solo per quello riprodotto nel gioco!) e il team della difesa necessita tutto l’aiuto possibile per far sì che la verità trionfi, portando giustizia nelle corti di tribunale. Questo sviluppo narrativo era stato solamente accennato sul finale di Apollo Justice mentre adesso, a distanza di anni, trova la sua naturale evoluzione. Un nuovo elemento si aggiunge così alla squadra di PhoenixApollo e TrucyAthena Cykes, giovanissima avvocatessa fresca di studi. La sua forza? Saper discernere le emozioni contrastanti nella voce dei testimoni. Studiare psicologia analitica all’estero ha affinato questa sua innata abilità nell’ascoltare i sentimenti celati dalle parole e, come per il bracciale di Apollo, anche il suo potere si manifesta tramite un oggetto:Widget! Un piccolo device che porta sempre al collo, in grado di avviare il Mood Matrix: il sistema olografico che traduce in immagini il racconto dei testimoni.
Ancora una volta presenteremo prove, troveremo contraddizioni, scoveremo tic nervosi e torneranno anche i lucchetti psichici, giusto per non farci mancare niente (a parte Maya, fatevene una ragione!). Queste meccaniche si alterneranno alle capacità di Athena, protagonista indiscussa di questo episodio insieme ad Apollo, il quale sembra riuscire finalmente a ritagliarsi il giusto spazio all’interno della saga.
Niente di troppo distante dal solito, eppure così tanto diverso dai vecchi capitoli…!

Animo! Animo!

Se il salto da GBA DS ha saputo implementare l’uso del touch-screen e del microfono in certe (azzeccatissime) situazioni, il trasferimento della serie su 3DS ha segnato il passaggio da sprite 2D a modelli poligonali ma anche di un nuovo sistema di investigazione in ambienti tridimensionali. Al tutto si aggiunge un effetto 3D veramente ben sviluppato (fantastico i talismani anti-demoni nel secondo caso!). Il comparto artistico è riuscito a tener conto dell’effetto prospettiva in maniera più che egregia; le ambientazioni in cui interrogheremo i testimoni sono ormai quanto di più lontano possiate immaginare dai vecchi e abusati fondali statici. Ogni area si contraddistingue per qualche piccola animazione degna di nota e infatti, dopo lo sviluppo incrociato sul cross-overtra Layton e Phoenix, è impossibile non notare una contaminazione reciproca dei due stili!

La gestione di ambienti 3D, anche durante le fasi in tribunale, ha imposto una revisione della telecamera di gioco che si anima eccellentemente, lanciandosi spesso in campi lunghi o zoom ravvicinati. La fluidità delle animazioni di Ace Attorney 5 sono qualcosa di straordinario; si compongono una dopo l’altra senza bruschi stacchi, tanto che agli occhi dello spettatore i personaggi sembrano più vivi e reali che animati! Puntare il dito e urlare “Objection!” è ancora più esaltante di prima!

HOLD IT!

C’è però un gran passo indietro, ovvero l’impossibilità di esaminare mediante touch ogni singola area incontrata, cosa che sarà permessa solo sulla scena del crimine. Gli utilizzi del secondo schermo sono infatti notevolmente ridotti in questo capitolo, rispetto al precedente; cosa che sinceramente non ci saremmo mai aspettati. Nessun’analisi delle impronte mediante polvere da spargere e da soffiare via. Nessuna ricerca con il metal detector o di dettagli nascosti rigirando le prove su varie angolazioni.
Il perché di questa scelta è ancora oggetto di indagine… OBIEZIONE!

Non manca solo Maya…

Sebbene l’utilizzo alternato dei vari protagonisti nel susseguirsi dei casi si sia dimostrato la scelta migliore, e in grado di approfondire bene le dinamiche relazionali tra i personaggi principali, si avverte in maniera pulsante la mancanza dell’estro di Shu Takumi.
Il papà della serie, troppo impegnato sul cross-over, non è riuscito a seguire l’evoluzione dei lavori in questo capitolo. Ne risultano così dei personaggi memorabili nel character design ma leggermente scialbi sotto il profilo psicologico-emotivo, caratteristica che Takumidelineava con eccellente bravura all’interno di dialoghi, tic comportamentali e nella variegata scelta di espressioni facciali.
Il filone narrativo che tiene insieme gli episodi di questo capitolo (cinque, più un DLC a pagamento che vi conviene giocare a cavallo del secondo/terzo caso) è narrato secondo continui salti temporali. La tecnica comunque non frammenta la narrazione anzi, punta sempre verso la meta finale sebbene 2 casi su 5 si possano considerare prevalentemente accessori.
La decadenza della fiducia nel sistema legale viene ampiamente dipanata e spiegata sopratutto nei due casi finali, dove tutto si ricollega in un grande cliff-hanger emotivo. Dal punto di vista della complessità dei casi, ci troviamo in questo episodio, un gradino sotto a ciò che eravamo abituati. Gli aiuti sono molto più frequenti adesso ma la presenza di alcune meccaniche basate sulla logica, introdotte nei momenti di maggior stallo e già proposte nello spin-off di Ace Attorney: Investigations, aumentano notevolmente il senso di epicità nelle sequenze di tribunale.

Phoenix Wright: Ace Attorney – Dual Destinies soddisfa pienamente le attese dei fan ma lascia in sospeso molte delle tematiche aperte dal capitolo di Apollo Justice. L’approdo su 3DS da alla serie quella ventata di novità nel profilo artistico che ci si aspettava, sebbene lo stesso non valga nelle meccaniche di esplorazione ed interazione. Ha il grave difetto di essere distribuito da Capcom solo tramite eShop Nintendo all’ottimo prezzo di 25€. Le scarse vendite dei precedenti capitoli hanno determinato la scelta di non localizzarlo in altre lingue oltre l’inglese che, per quanto vengano così mantenuti i bellissimi giochi di parole, largamente abusati dalla serie, non rendono il titolo di facile accesso a tutti.
Phoenix Wright: Ace Attorney – Dual Destinies è, a tutti gli effetti, uno dei capitoli più belli di questa saga. Unico nel suo genere di Visual-novel investigativa, è anche uno dei più affascinanti e ben realizzati titoli su Nintendo 3DS.