Recensione Penarium
Lo spettacolo mortale di Penarium sta per arrivare sulle vostre console, siete pronti ad affrontare il circo più macabro che ci sia?
di: Federico LelliLo spettacolo mortale di Penarium sta per arrivare sulle vostre console, siete pronti ad affrontare il circo più macabro che ci sia?
Ho fatto due etti e mezzo di pixel, lascio?
I ragazzi di Self Made Miracle non devono essere proprio equilibratissimi se hanno scelto di esordire nel mondo dei videogiochi con Penarium: la storia del contadino Willy che, attratto dalle luci e dai colori della ribalta, si allontana dalla sua fattoria per diventare a sua insaputa potenziale carne da macello all’interno di questo circo degli orrori. Ma che cos’è questo Penarium? Immaginate uno spettacolo dove l’attrazione principale non sono gli animali o gli acrobati ma la morte: ogni livello del Penarium è infatti un’attrazione differente che cercherà di mettere a repentaglio la vita del povero Willy e, spesso e volentieri, ci riuscirà. A volte cambia il focus: raccogliere barili, palloncini, spingere pulsanti in un certo ordine; ma la costante è che mentre stiamo portando a termine l’obiettivo saremo sempre chiamati a schivare una lunga serie di trappole mortali, a volte anche più di una contemporaneamente.
Fortunatamente i controlli precisi fino al singolo pixel e il doppio salto ci vengono incontro lasciandoci la completa responsabilità di fronte all sfide che ci si presentano, comunque spesso abbastanza brevi da essere completate dopo un po’ di sano trial and error, dove vedremo sicuramente le frattaglie del poveri Willy volare.
Il gioco offre due modalità principali: quella arcade è praticamente un endurance dove le trappole si alterneranno in maniera casuale, la possibilità di raccogliere monete ci aiuterà nelle partite successive dove potremo comprare power up da usare per sopravvivere; la campagna invece parte con dei livelli introduttivi che fanno da tutorial per poi aumentare la sfida con trappole più numerose e veloci. C’è anche la possibilità di giocare con un amico in un’esilarante versus/coop, per ostacolarsi/aiutarsi a vicenda.
Dall’altro lato la campagna con le sue 50 sfide è decisamente breve, soprattutto per i platformisti più incalliti, e la totalità di trappole ci viene presentata già nei primi livelli, lasciando alle altre sfide solo varianti di arene (tra l’altro col limite di avere una schermata sola il level design è spesso abbastanza basilare) o una maggiore velocità delle trappole, mentre la modalità endurance può essere divertente all’inizio ma anche quella stanca presto.
Il comparto tecnico non è sicuramente il fiore all’occhiello del gioco: anche se la pixel art è usata abbastanza bene sia nel gioco che nei piccoli intermezzi, gli 8 bit sono sicuramente una soluzione di comodo che a volte si fa fatica a giustificare (per esempio quando il nostro protagonista dovrebbe essere ridotto in brandelli e invece vediamo sempre la stessa generica pozza rossa).
Penarium è un titolo interessante che vi potrebbe piacere se venite dai platform più tecnici e volete una sfida veloce, lo humor con cui è raccontata la storia inoltre non mancherà di strapparvi qualche risata.