Recensione Pac-Man 256
di: Simone CantiniPerché? Lo dico subito: se questa parola è per voi molto fastidiosa potete tranquillamente smettere di leggere, correre a sbirciare il voto finale e salutare senza rimpianti questa recensione di Pac-Man 256. Perché? Perché perchè è stata la prima parola che mi è venuta in mente non appena ho fatto partire il gioco. E ancora oggi, nonostante sia trascorsa una manciata di giorni dal mio ultimo contatto con il titolo, non posso che fare a meno di ripetermi senza sosta quel perché?
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Perché?
Pac-Man è da sempre uno dei più famosi ed amati esponenti del mondo videoludico e giusto l’anno scorso, proprio per festeggiare i 35 anni di vita della vorace pallina gialla, Namco Bandai vide bene di rilasciare su dispositivi iOS e Android un free to play ad essa dedicato. Pur mantenendo intatto il concetto base che vuole la creatura che fu di Tohru Iwatani intenta a divorare bianche sfere e contemporaneamente a sfuggire alle mire di Blinky, Pinky, Inky e Clyde, il tutto venne proposto ibridandone le meccaniche con i classici endless runeer: ecco che ci trovammo davanti ad un labirinto infinito, la cui parte inferiore veniva lentamente divorata dal leggendario glitch 256 (da cui deriva il nuovo nome del gioco). Questo omaggio ad un difetto di programmazione, presente già nel cabinato originale, andava quindi ad aggiungere una nuova sfida alle canoniche difficoltà da sempre caratteristiche del gioco. Saggiamente, visto il mercato a cui era rivolto, Namco Bandai vide bene di rilasciare il tutto tramite la formula del free to play, scelta che fece rapidamente raggiungere a Pac-Man 256 un numero impressionante di download. Complice, comunque, una giocabilità ed una rapidità di fruizione che ben si sposavano con l’intrattenimento in mobilità. Purtroppo però, come si è visto in questa amena generazione di console, i porting casalinghi di simili produzioni sono oramai una triste realtà e poteva, quindi, il nostro Pac-Man 256 sfuggire a questo destino? Ovviamente no. La domanda, come scritto in apertura, è perché? A partire dal fatto che a differenza di quanto successo alla versione originale di questo spin-off, che vi ricordo è possibile ancora oggi giocare senza spendere un centesimo, Namco Bandai ha pensato bene di distribuire a pagamento la conversione per console. Certo, parliamo di un prezzo non esorbitante (€ 4,99), ma considerando che chiunque di voi stia leggendo queste righe ha sicuramente a disposizione un tablet o uno smartphone in grado di far funzionare in maniera egregia il codice, non posso fare a meno di chiedermi perché dovreste spendere questi soldi per giocare la stessa cosa su di un polliciaggio maggiore. Certo, ci sono comunque un po’ di novità rispetto alla versione mobile, ma di sicuro non bastano un multiplayer locale fino a quattro giocatori ed una manciata di skin alternative per la mappa di gioco a rendere l’acquisto imprescindibile.
Perché^2?
Il fattore in grado di rendere Pac-Man 256 un successo incredibile in mobilità, ovvero la sua immediatezza e semplicità, rappresentano in questo caso il suo limite più grande: l’appeal che può avere il gameplay proposto in questa nuova iterazione, difatti, va completamente perdendo di significato se associata ad una PS4 o una Xbox One. Di sicuro avrebbe giovato un rilascio per console portatili, seguendo la strada di quel Jetpack Joyride che è stato in grado di intrattenermi (su PS Vita) nel corso di numerose ed impegnative riunioni di gabinetto. Ovviamente il passaggio su grande schermo non si è tradotto in un lifting del comparto estetico che, come nella totalità di questi porting, risulta identico alla controparte originale. Non che sia, almeno questo, un difetto.
Perché? Lo scrivo giusto un’ultima volta, visto che siamo in chiusura. Trovo davvero difficile comprendere e consigliare lo sbarco di Pac-Man 256 su console fissa, a maggior ragione se si considera che l’aggiunta di quei 4,99 Euro sopra al cartellino del prezzo si sono tradotti unicamente nell’inserimento di un inutile comparto multigiocatore ed un manciata di skin alternative. Il mio consiglio non può che essere quello di lasciar perdere questa conversione e scaricare, sempre che non lo abbiate già fatto, la versione gratuita disponibile per dispositivi mobili. Dove tra l’altro il gioco assume tutto un altro significato.