Recensione Onrush
di: Giovanni MancaVi avevamo già raccontato le nostre sensazioni dopo aver messo le mani sulla versione beta di Onrush, oggi finalmente possiamo concentrarci sul titolo definitivo. Pubblicato da Codemasters, si inserisce nella categoria dei racing game arcade, e per questo molto atteso da tutti gli appassionati del genere, considerata la penuria di titoli rappresentativi negli ultimi anni. Come, vedremo, le caratteristiche principali sono decisamente fuori dagli schemi classici, ma mettiamoci il casco e carichiamo il turbo a palla, vediamo se riusciremo a sopravvivere.
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Evolution Racing
Prima di sbatterci senza un domani in pista è però doveroso spendere un paio di righe sulla genesi di Onrush. Forse ricorderete che Sony nel marzo del 2016 decise di chiudere gli Evolution Studios (autori della serie WRC per PS2, Motorstorm e Driveclub) e che, un mese dopo, gli stessi furono inglobati nella quasi totalità dei membri da Codemasters. Considerati i rispettivi background, era lecito aspettarsi un racing con i controfiocchi, almeno nelle loro intenzioni: lo sarà Onrush?
Fin dal breve test di guida iniziale che funge da tutorial si intuisce immediatamente qual è lo spirito del gioco e su cosa punta le sue carte migliori: velocità, azione iper frenetica, gioco di squadra e…casino devastante. Si corre a velocità folle, sempre in gruppone, non c’è un traguardo da tagliare, non conta dunque essere primi o ultimi, gli obbiettivi per avere la meglio sono altri. Ma procediamo per gradi.
Team Chaos
Onrush è una competizione tra due squadre di sei piloti per il raggiungimento di determinati obiettivi, diversi in relazione alle quattro modalità di gioco previste: Overdrive, Countdown, Switch e Lockdown. In nessuna di queste, come abbiamo già detto, conta arrivare primi ad un traguardo che, a conti fatti, non esiste. Totalizzare il maggior punteggio tenendo a tavoletta il turbo, distruggere gli avversari, accumulare secondi nel timer, assicurarsi il controllo di determinate zone del tracciato, sono questi, grosso modo, gli obiettivi da raggiungere per avere la meglio sugli avversari. Tutto è strutturato perché il gruppo stia sempre compatto, racchiuso in poche centinaia di metri: se si rimane troppo indietro si viene trasportati nel centro dell’azione, così allo stesso modo se si va troppo avanti e con il respawn dopo una distruzione improvvisa del proprio mezzo. Non c’è un momento per tirare il fiato, si corre a tavoletta, sempre e comunque, fino a che una delle due squadre non ha la meglio. I mezzi sono divisi in otto classi differenti (due a due ruote e sei a quattro), caratterizzate da abilità diverse: scaricare scie di turbolenza, accumulare potenza extra nelle accelerazioni, fornire turbo ai compagni di team, rilasciare ostacoli nel tracciato, abbagliare avversari e tanti altri che danno, almeno sulla carta, una certa composizione tattica e strategica alla squadra. Ottima la gamma di personalizzazioni sia dei piloti che dei mezzi, la maggior parte dei quali sbloccabili durante il gioco. Il sistema di controllo è semplice, intuitivo, si guida con estrema facilità e in pochi minuti si riesce a dare il meglio non solo quando occorre premere a tavoletta il pedale ma anche quando è necessario fare dei trick per accumulare turbo extra, saltare su rampe giganti, evitare ostacoli improvvisi, sbattersi su tutto quello che si muove su ruote che non faccia parte della nostra squadra.
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Chi sono? Dove sono? E voi chi siete?
La struttura di gioco di Onrush punta dunque tutto sul massimo divertimento proponendo una ricetta di collaborazione di squadra in cui adrenalina, abilità di guida e capacità di improvvisazione dovrebbero fare la differenza, eliminando qualsiasi tempo morto normalmente presente in ogni gioco di corse. Questo almeno secondo le intenzioni di Codemasters. Nel resoconto dei primi test avevamo sollevato qualche perplessità relative al gameplay che, purtroppo, si sono confermate anche per questa versione definitiva. Va bene puntare sul coinvolgimento ed essere sempre al centro dell’azione ma l’esagerazione dei mezzi presenti contemporaneamente sullo schermo crea inevitabilmente una bolgia spaventosa in cui si capisce ben poco. Oltre ai dodici piloti delle due squadre sono presenti infatti altrettanti mezzi bot, il cui scopo dovrebbe essere quello di accelerare i tempi per ricaricare i boost e le abilità speciali, oltre che rendere l’azione ancora più frenetica: il risultato è che l’azione è troppo convulsa, non si riescono ad individuare in modo immediato né i propri compagni né gli avversari, nonostante siano tutti contrassegnati da indicatori colorati, con il risultato che si partecipa all’azione di squadra con azioni individuali piuttosto che attraverso una vera e propria collaborazione. A nostro avviso, il titolo zoppica proprio in quella che nelle intenzioni doveva rappresentare il punto di forza: l’azione frenetica in gruppo, sempre e comunque. Se ci fosse stata una modalità più canonica, con un numero di giri prestabilito, un traguardo e un inizio e una fine slegati comunque dagli obiettivi principali da raggiungere nelle diverse modalità, senza il dogma del gruppo, probamente il nostro giudizio sarebbe ben differente. L’aggravante è che in questo titolo il multiplayer è praticamente tutto, relegando la modalità single player ad essere un bell’allenamento generale: se non si ha la sensazione di avere tutto sotto controllo, di riuscire ad essere utile per il team, la noia e la frustrazione è dietro la prima curva. In conclusione, divertente, coinvolgente e spensierato fino a che non si pretende di capire ciò che sta succedendo intorno a noi.
Fotogrammi per il dettaglio
La volontà di puntare tutto sull’azione super adrenalinica ha inciso anche sulle scelte della realizzazione tecnica e, di conseguenza, sul risultato finale: veloce, fluidissimo e stabile a sessanta fotogrammi su praticamente tutte le piattaforme di gioco, non all’altezza delle produzioni più recenti invece il dettaglio generale e lo stile. Per carità, le ambientazioni sono ben realizzate ma il dettaglio generale lascia un po’ delusi, gli effetti speciali lasciano indifferenti, i mezzi potevano essere caratterizzati meglio, sia per un giovamento per la loro riconoscibilità durante le fasi di gioco sia per un fatto di personalità e carisma.
Ci aspettavamo molto da Onrush e non vogliamo nascondere la nostra delusione dopo aver constatato che probabilmente sarebbe bastato qualche accorgimento per renderlo un prodotto meno pretenzioso e appetibile.