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Recensione Numantia

di: Ulell

Roma: nell’antichità questo nome faceva tremare tutti i popoli della terra allora conosciuta. Nessuno poteva sfuggire alle legioni romane quando erano decise a conquistare un territorio e trasformarlo in una provincia dell’Impero. E neanche i Numantini poterono sfuggire a questo destino.

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Caput Mundi

Roma ha deciso di puntare alla conquista della penisola iberica. I popoli celtiberi cercano di difendere i propri territori in qualsiasi modo, sfruttando la possanza dei propri eroi e la destrezza delle truppe. Ed è proprio dalla morte di uno di questi eroi che comincia la nostra avventura nel mondo di Numantia, uno strategico a turni con una forte impronta RPG e gestionale. Per cominciare potremo scegliere da che lato schierarci per vivere la campagna, se con i romani o con i celtiberi. Una volta fatta la nostra scelta, verremo lanciati in un tutorial che ci spiegherà le meccaniche di gioco. La parte gestionale è affidata a due semplici schermate: una che rappresenta il villaggio di Numantia o il Castrum (se scegliamo le legioni romane) e una che rappresenta la campagna circostante. All’interno della città potremo gestire gli acquisti di truppe, di armi, di armature ed inoltre potremo stringere trattati, aiutare o rifiutare gli esuli di altri popoli e si terranno veri e propri consigli cittadini dove le nostre scelte saranno essenziali per il prosieguo della storia. Il tutto ci verrà raccontato tramite delle scene disegnate in stile Art Book che sono forse il punto forte di questa produzione.

Veni vidi vici

Nelle fasi strategiche vere e proprie ci troveremo a dover scegliere quali e quante truppe schierare contro il nostro avversario, gli Eroi che dovranno accompagnarci e di quali armi e armature dovremo dotare entrambi per vincere la nostra battaglia. Dopo un breve caricamento, scopriremo che i campi di battaglia sono composti da tanti esagoni che vanno a creare una scacchiera dove potremo muovere le nostre truppe. Come nei giochi di ruolo, l’iniziativa deciderà l’ordine di movimento. I soldati saranno suddivisi per varie categorie: Frombolieri, Devoti, Legioni e molto altro, ognuno dotato delle proprie peculiarità (I Frombolieri sono più forti nell’attacco a distanza, i devoti sono veloci nell’attacco e via discorrendo). Le truppe sono dotate di due caratteristiche: il Morale e l’energia. Il Morale ci permette di muoverci sulla scacchiera per un determinato numero di caselle segnalate da un bordo blu. Possiamo decidere di aumentare la distanza di percorso ma perderemo un po’ del nostro morale. La parte RPG di questo gioco si nota soprattutto nella presenza degli Eroi che grazie alle loro abilità speciali diventeranno il punto di equilibrio da sfruttare per evitare di morire dolorosamente e velocemente e lasciare Numantia in balia delle legioni romane. Inoltre più gli Eroi saranno vicini alle nostre truppe, più il loro morale e la loro forza di attacco e di difesa salirà.

Imperare sibi

A questo gameplay così interessante si uniscono purtroppo tante, tantissime mancanze dal punto di vista tecnico. Una su tutte l’aspetto visivo. Le mappe sono piatte, senza alcuna aggiunta particolare e prive di qualsiasi tocco di colore. Colori fra l’altro che molte volte si confondono con il piano della mappa, non facendo capire quale truppa si sta selezionando in quel momento. Il sistema di movimento e poi molto macchinoso: in sequenza bisogna scegliere la truppa, selezionare il punto dell’esagono dove devono voltare lo sguardo, in seguito selezionare il punto di arrivo “tirando” una freccetta indicatrice, poi selezionare nuovamente la direzione dello sguardo dei soldati e solo alla fine scegliere il nemico da attaccare. I movimenti dei personaggi e il numero di poligoni con i quali sono stati creati non sono affatto adatti al 2017. È pur vero che si tratta di una produzione indie, ma bastava semplicemente non focalizzarsi sul 3D ma utilizzare lo stile delle sequenze disegnate per migliorare moltissimo l’aspetto visivo del gioco. Già a livello di difficoltà “normale” inoltre, le battaglie saranno molto complesse e richiederanno molto impegno e dedizione per essere completate. E se questo è un bene per gli amanti del genere non lo è sicuramente per chi si approccia da poco a questo genere di giochi.

Tertium non datur

Numantia è un gioco che purtroppo ti lascia l’amaro in bocca. Tutto quello che l’ottima introduzione grafica e la sessione gestionale promettono viene rovinato senza scampo da un comparto tecnico di scarso livello. Nonostante l’ambito storico interessante (le battaglie numantine) il gioco non è all’altezza dell’epopea romana che pur vuole rappresentare. Sicuramente i fan degli strategici a turni potranno apprezzarlo lo stesso, ma per gli altri sarà solo un boccone amaro da ingerire.