Recensione Ninja Gaiden 2 Black
di: Simone CantiniE così, zitto zitto e muovendosi nell’ombra, il buon Ryo Hayabusa ha tenuto fede alla sua fama di ninja, comparendo all’improvviso nel bel mezzo dello showcase Xbox tenuto da Microsoft lo scorso 23 gennaio. Un’apparizione del tutto inaspettata, che segna il ritorno del leggendario guerriero reso un’icona da Team Ninja, che pare pronto a prendersi la scena in questo 2025, ricordando a tutti quanti come, nel rutilante mondo degli action, un posto di spicco spetti senza dubbio a lui. E lo ha fatto permettendoci di ripercorrere parte delle sue avventure grazie a Ninja Gaiden 2 Black, in attesa di vedere come se la caverà nella scorribanda nuova di zecca prevista, tanto per tenere fede a quanto appena scritto, per i prossimi mesi dell’anno in corso.
accettare i cookie con finalità di marketing.
Punto di rottura
Lo so, Ninja Gaiden 2 Black è una produzione indubbiamente divisiva, viste le basi su cui si poggia il titolo Team Ninja. Non è certo un mistero che i codici originali delle prime produzioni legate al nuovo corso di Ryo Hayabusa siano oramai andate perduti, lasciando i giochi sviluppati originariamente per Xbox un ricordo reso tangibile solo dai collezionisti più rigorosi. E non è certo un caso che, proprio per ovviare a questa perdita, il tutto venne in seguito riconvertito in modalità Sigma qualche anno dopo, limando alcune spigolosità delle installazioni originali (leggi: difficoltà smodata), fatto che portò i fan più intransigenti a non vedere di buon occhio l’operazione di recupero operata dal team nipponico.
Ed è proprio da queste premesse che parte Ninja Gaiden 2 Black, un remaster che prende il via proprio da quel secondo episodio Sigma che fu visto come un non proprio benvenuto capitolo di rottura, ritenuto troppo indulgente da chi non poteva pensare un Ryo agevolato nella sua mattanza di demoni. Avvicinatevi, pertanto, al gioco in questione tenendo bene a mente quanto appena scritto, così da sapere cosa vi aspetterà non appena installati i quasi 90 giga (!) richiesti. Una cifra resa così importante dal passaggio all’Unreal Engine 5, che oltre a gravare sugli SSD delle nostre console si porta appresso anche un interessante restyling grafico. A non cambiare, invece, è la storia di fondo, anche perché modificare il nulla cosmico sarebbe stata un’impresa impossibile. E non dovete leggere queste poche parole come un qualcosa di negativo, anche perché non è che la serie abbia mai brillato per complessità narrativa: al solito avremo una minaccia demoniaca da sventare a suon di sbudellamenti, con la consueta dose di tamarraggine e prosperose fanciulle dai davanzali debordanti e ballerini (Itagaki-san sarà sempre lodato per la sua passione per le donzelle, nonostante questa lo abbia portato alla rovina), resi ancora più appariscenti da una rinnovata cura per la loro peculiare fisica.
Silenzioso ma letale
Approcciarsi Ninja Gaiden 2 Black per la sua sceneggiatura, pertanto, sarebbe davvero da sciocchi e non stupisce, quindi, come la serie sia da sempre preferibile per il suo gameplay adrenalinico e appagante, che portò a suo tempo Team Ninja a divenire la pietra di paragone quando si parlava di action. Con buona pace di Platinum Games, quando ancora si chiamava Clover. Ed il remaster in questione spicca proprio in tal senso, riportando in auge il combat system apprezzato a suo tempo, fatto di combo e contrattacchi che generano un flow assai peculiare, che ha anticipato in parte il successo dei soulslike. Più simile ad un picchiaduro 1vsTanti, il ritmo che gestisce le azioni di Ryo (ma anche di Ayane, Momiji e Rachel) ha un che di strano affrontato oggi, dopo aver trascorso ore ed ore in compagnia di meccaniche divenute uno standard attuale, pertanto, sarà necessario modificare il proprio approccio (o ricaricare certi automatismi se si è più vecchiotti). Il feeling, una volta presa confidenza con il tutto, è assolutamente appagante e divertente, grazie anche ad un moveset assai stratificato, che si amplia notevolmente in virtù di un corposo set di armi tra cui scegliere per sbudellare senza pietà gli avversari.
E tanto per andare contro a quella folla di integralisti della difficoltà, Ninja Gaiden 2 Black presenta una serie di feature in ottica di accessibilità, ibridate da quella leggera morbidezza di fondo che animava Sigma: parliamo di livelli di difficoltà disponibili sin dal principio, unitamente ad un nuovo preset in grado di fornire assistenza diretta nel corso del gioco, così da rendere il tutto potabile anche per i meno abili. Storture che tradiscono l’essenza della serie? Può anche darsi, ma dato che parliamo pur sempre di possibilità e non di obblighi (e che comunque impattano su di un’esperienza single player only), qualsiasi critica la troverei davvero stucchevole in tal senso. Potrei discutere sulla scelta di non provare a replicare l’ossatura del codice originale perduto, ma qua resta da capire quale potrebbe essere stata la fattibilità dell’operazione.
Mi gira la testa!
Vero, come detto, che parliamo di un remaster, ma se proprio devo muovere delle critiche mi sento di indirizzarle tutte verso la mancata revisione della telecamera di gioco, che rappresenta davvero uno spiacevole pugno nello stomaco se raffrontata al pregevole lavoro svolto in chiave puramente grafica. Purtroppo, duole dirlo, ci troveremo ancora una volta a fare i conti con una gestione schizofrenica della visuale che, soprattutto negli ambienti più stretti ed in presenza di un gran numero di nemici, non riuscirà a seguire a dovere l’azione, rendendo ancor più difficili gli scontri. In tal senso una mano di coppale, come si suol dire, non avrebbe certo fatto male al tutto. Anche perché il lavoro svolto sul comparto tecnico risulta essere, come detto, davvero molto buono, con un’estetica gradevolissima che migliora in maniera sensibile l’impatto grafico originale, offrendo un colpo d’occhio decisamene più moderno ed attuale. Vero che, visto il prezzo di vendita quasi premium, il trattamento ricevuto rappresenta il minimo indispensabile…
Se avevate dei dubbi sulla salute di Ryo Hayabusa, Ninja Gaiden 2 Black rappresenta un buonissimo modo per testare lo stato di forma del guerriero di Team Ninja. Il ritorno sulla scena di uno dei paladini dell’action più sfrenato, difatti, rappresenta ancora oggi un gioco godibilissimo in quasi (maledetta telecamera!) tutte le sue parti, forte di un gameplay frenetico ed appagante che farà la gioia di chi ama falciare orde di creature demoniache. Certo, il prezzo di vendita non dei più abbordabili visto che parliamo di un remaster, così come la scelta di basare il tutto sulla controversa versione Sigma potrebbe far storcere la bocca ai fan più integerrimi, ma si tratta davvero di piccolezze che non scalfiscono più di tanto la bontà di una produzione che ancora oggi, a distanza di quasi 17 anni da quel debutto perduto, rappresenta ancora una pietra miliare del genere.