Recensione Nikoderiko: The Magical World
di: Simone CantiniC’è vita oltre Nintendo quando si parla di platform, come dimostra il successo sottotraccia fatto registrare dall’ottimo Astro Bot, che è riuscito a mettere in luce ancor di più la passione che creativi ed utenza hanno nei confronti di questo genere. Un amore che, soprattutto relativamente alla scena indipendente, pare non essersi mai assopito del tutto, come confermano le svariate produzioni a base di salti e piattaforme che invadono il mercato a getto continuo. E proprio strizzando l’occhio ai classici, il neonato team cipriota VEA Games ha concretizzato la propria visione del genere, che risponde al nome di Nikoderiko: The Magical World.
accettare i cookie con finalità di marketing.
Cacciatori di tesori
C’è tanto citazionismo in Nikoderiko: The Magical World, sia palese e sfacciato che più subdolo e visibile solo ad un occhio attendo. E questa volontà di omaggiare i grandi del passato è evidente sin dal principio, quando ci vengono presentati i due protagonisti dell’avventura, Niko e Luna, due spericolate manguste sempre a caccia di tesori. E l’incipit del tutto prende il via proprio in seguito al rocambolesco recupero di un prezioso manufatto, che finirà in un lampo tra le grinfie del perfido Barone dei Cobring, pronto ad utilizzarlo per (al solito) divenire il dominatore assoluto di tutto il circondario. Un banale ed abusato avvio che, per un platform, risulta essere alquanto secondario e buono unicamente a giustificare le imprecazioni che seguiranno una volta preso definitivamente il controllo del pad.
Già, perché Nikoderiko: The Magical World non è certo un gioco banale a livello di sfida, dato che sin dalle battute iniziali riuscirà a mettere a dura prova l’abilità del player. O dei player. Il gioco, difatti, presenta una interessante e benvenuta modalità couch co-op per 2 giocatori, che potranno così lanciare la sfida al Barone dei Cobring in compagnia: una feature oramai praticamente scomparsa, ma che dimostra in modo egregio la volontà che hanno i ragazzi di VEA Games di proporre un’esperienza piacevolmente old school.
Balzelli mai banali
Così come vecchio stampo, come già detto, risulta essere la difficoltà generale dell’esperienza, complice un level design mai scontato e dannatamente impegnativo a partire già dai primi passi. In tal senso si avverte, però, la mancanza di un pizzico di leggibilità generale maggiore, situazione che porta a sezioni in cui è il trial and error a farla da padrone, dato che per scoprire la giusta sequenza di azioni sarà giocoforza necessario morire qualche volta di troppo. Il che, unito alla lunghezza davvero corposa degli stage (tra l’altro ricchi di sezioni segrete e bonus da collezionare) e alla disposizione assai parsimoniosa dei checkpoint, potrebbe finire per scoraggiare i meno pazienti, o coloro che non sono cresciuti a pane e Mario (ad 8-bit).
Più che all’iconica mascotte Nintendo, però, Nikoderiko: The Magical World affonda le proprie radici all’ombra di esperienze come Crash Bandicoot, Donkey Kong Country e Rayman (sia lode al nuovo gioco annunciato!), che fanno capolino sullo schermo grazie momenti di puro e spassionato omaggio: sezioni a scorrimento frontale, balzi ed appigli e parti in cui sembra quasi di saltellare rigorosamente a tempo, non potranno che far sorridere i player di vecchia data, che magari faranno anche fatica a reprimere un piccola lacrima in ricordo dei gloriosi tempi che furono.
Luce dei miei occhi
La bellezza di Nikoderiko: The Magical World, però, riesce ad andare oltre una struttura ludica convincente, grazie anche ad una presentazione visiva di assoluto spessore, capace di bucare letteralmente lo schermo. La direzione artistica generale, difatti, è semplicemente deliziosa, forte di un character design squisito, che si accompagna a delle animazioni fluidissime ed estremamente curate: vedere muoversi Niko e Luna è un vero piacere. Lo stesso world building, per quanto presenti i biomi classici del genere, denota una cura ed una conoscenza della materia assai profonda: gli stage sono coloratissimi e ricchi di dettagli, al punto che non sarà fuori luogo fermarsi per qualche istante anche solo scovare tutte le chicche che si nascondono sulla scena.
Naturalmente, trattandosi di un’opera prima, non potevano mancare alcune storture, sicuramente fastidiose ma non certo in grado di affossare il risultato finale. Parlo di una certa scivolosità dei controlli, che portano i due personaggi a muoversi in maniera alquanto schizofrenica in alcuni frangenti, situazione che porta a dover prendere un pizzico di confidenza in più con il loro moveset. La stessa grafica, per quanto molto curata, non può non mettere in evidenza alcuni limiti di modellazione generale ed alcune texture non proprio eccezionali. Si tratta di una vera minuzia, nata solo dalla volontà di spaccare il capello in quattro, visto che comunque, non appena tutto è in movimento, tali limiti finiscono per passare in secondo piano. Non sempre solidissimo è risultato il frame rate, che ha messo in evidenza sporadici rallentamenti, mai comunque impattanti in modo significativo. Anche perché quando a curare il fronte sonoro ritroviamo un certo David Wise, basta solo sentire le prime note della soundtrack per vedere spazzate via tutte le titubanze.
Non inventa e non innova, ma Nikoderiko: The Magical World riesce a rielaborare in maniera convincente e sentita alcuni dei più famosi e celebrati stilemi del platform. L’opera prima di VEA Games, difatti, rappresenta un accorato e sentito omaggi ad alcuni capisaldi del genere, riproposti in una veste estetica assai gradevole e curata, a cui si accompagna una difficoltà generale decisamente sopra le righe. Impegnativa al punto giusto, e pure giocabile in compagnia, l’avventura di Niko e Luna non può che essere consigliata a chi ama le esperienze fortemente old school, che dovrà soltanto scendere a patti con un sistema di controllo non proprio intuitivo in prima battuta prima di potersi lasciare ammaliare dalle gesta delle due simpaticissime manguste.