Recensione Nidhogg II
di: Ulell“Strano” è il primo termine che mi è venuto alla mente mente provavo Nidhogg II. Dopo pochi secondi però ero talmente concentrato nel gioco e nel tentare di non morire in duello, che ogni altro pensiero era stato buttato via dalla mia mente.
accettare i cookie con finalità di marketing.
Affondi, lanci, frecciate…sangue colorato
Chi ha vissuto e giocato negli anni 90 come il sottoscritto, sicuramente ricorderà i giochi splatter che giravano all’epoca, tutti fatti di macchie di sangue che schizzavano ovunque macchiando il livello. Ecco, questo è Nidhogg 2. Un divertimento continuo fatto di scontri all’arma bianca fra due giocatori (o contro l’IA) per cercare di finire il livello ed essere così sacrificati al Níðhöggr, un vermone gigante che ci divorerà ogni volta che finiremo il livello.
Il guanto di sfida è lanciato
Entrando nei particolari del gameplay scopriremo che per quanto sia semplice all’apparenza, diventa complicato nell’avanzare dei livelli. All’inizio di ogni livello verremo spawnati nella parte centrale dello stesso, e il nostro compito sarà superare in duello gli avversari che ci verranno posti davanti. Nel caso dovessimo perdere i duelli, toccherà al nostro avversario tornare indietro rifacendo il percorso al contrario, e viceversa ancora, e ancora e ancora. A supporto di queste battaglie ci saranno varie armi: un fioretto, uno spadone a due mani, un coltello e un’arco. Tutte le armi potranno essere lanciate tenendo la levetta del movimento verso l’alto, ma se l’avversario riesce ad abbassarsi in tempo saranno guai, perché dovremo affrontarlo nel corpo a corpo e 99 volte su 100 finisce molto male per il lanciatore. Mi ha parecchio divertito (e irritato) quando la prima volta ho lanciato una freccia ed il mio avversario me l’ha rispedita addosso facendomi morire all’istante. Il multiplayer è molto dinamico, peccato che la scelta dei personaggi e del loro look facciano perdere un po’ di tempo di troppo all’inizio. Il net-code è abbastanza stabile, specie se troviamo avversari situati vicino a noi. L’unico rischio che si corre con questo gioco è la ripetitività. Alla fine è sempre la stessa cosa da ripetere all’infinito, e le classifiche non aiutando a rimuovere quel senso di “provaci ancora Ulell” che mi ha colpito dopo qualche ora di gioco.
Hit Mania Game ’90.
Graficamente il gioco richiama molto la pixel art anni 90. Le spade sono semplici stecchini, ed i personaggi sembrano enormi canotti gonfiati, ma alla fine il divertimento copre qualsiasi cosa, ed è uno stile che attecchisce pienamente alla “mission” del gioco. Le musiche sono totalmente fuori tema, ma dato che il si sentono poco e niente, alla fine non disturbano nemmeno.
Conclusioni
Nnonostante alcuni difetti, Nidhogg 2 merita di essere acquistato e provato. Vuoi per il richiamo alle old-gen, vuoi per lo stile splatter, vuoi per la semplicità e allo stesso tempo complessità del gameplay.