Recensioni

Recensione Need for Speed

Ritorno alle origini. Questa era la principale richiesta dei fan di Need for Speed. Stiamo però parlando di una serie con ben 21 anni sul groppone che comprende capitoli piuttosto variegati tra loro che passano dall'arcade puro alla simulazione. Cosa significa quindi la frase 'ritorno alle origini'? Per molti la serie Need for Speed nasce con i due Underground che, insieme al primo Most Wanted, sono tra gli episodi più amati in assoluto dai fan. Ecco quindi cosa intendono molti per ritorno alle origini. Dopo tanti anni finalmente Electronic Arts ha deciso di accontentare i fan affidandosi a Ghost Games per realizzare un reboot della serie. Gare clandestine in notturna, tuning sfrenato, polizia e musica elettronica. Questo è Need for Speed. Riusciranno Electronic Arts e Ghost Games ad accontentare i fan?

di: Luca Saati

Ritorno alle origini. Questa era la principale richiesta dei fan di Need for Speed. Stiamo però parlando di una serie con ben 21 anni sul groppone che comprende capitoli piuttosto variegati tra loro che passano dall’arcade puro alla simulazione. Cosa significa quindi la frase ‘ritorno alle origini’? Per molti la serie Need for Speed nasce con i due Underground che, insieme al primo Most Wanted, sono tra gli episodi più amati in assoluto dai fan. Ecco quindi cosa intendono molti per ritorno alle origini. Dopo tanti anni finalmente Electronic Arts ha deciso di accontentare i fan affidandosi a Ghost Games per realizzare un reboot della serie. Gare clandestine in notturna, tuning sfrenato, polizia e musica elettronica. Questo è Need for Speed. Riusciranno Electronic Arts e Ghost Games ad accontentare i fan?

Diventare una leggenda

Ghost Games non si è dimenticata di inserire una trama che fa da collante tra una gara e l’altra. Il giocatore viene messo nei panni di un giovane corridore intento a farsi una reputazione a Ventura Bay. Ad aiutarlo ci saranno una serie di personaggi secondari che rappresentano i cinque stili di guida differenti. Amy è un meccanico che vuole tirare fuori il massimo dalle vetture migliorandone le prestazioni in garage (tuning). Manu è uno a cui piace guidare con stile affrontando le curve con spettacolari derapate (style). Spike è un figlio di papà il cui unico interesse è la velocità (speed). Robin invece è una ragazza che ama gareggiare insieme ad altri corridori (crew). Infine abbiamo una misteriosa figura che vi sfida a diventare il ricercato numero uno dalla polizia (outlaw). Ognuno di questi stili di guida vede coinvolte cinque leggende del calibro di Magnus Walker, Ken Block e Nakai-San giusto per citarne qualcuno. L’obiettivo del nostro protagonista e dei suoi amici infatti è proprio quello di attirare l’attenzione di questi piloti che nella narrazione si limitano a svolgere il ruolo di semplici comparse purtroppo e non un ruolo centrale come ci aspettavamo inizialmente. La narrazione comunque, pur nella sua semplicità, svolge bene il suo ruolo grazie a una serie di sequenze cinematiche ben recitate dagli attori. Completare le gare della storyline vi terrà impegnati per circa una decine di ore. A questo tempo di gioco potranno poi aggiungersi ulteriori ore alla ricerca di collezionabili sparsi per la città, affrontare tutte le altre gare per aumentare di livello, ottenere soldi e quindi potenziare le varie auto incluse nel gioco.

‘Andavo a 100 all’ora’

Need for Speed mantiene la natura arcade a cui la serie ci ha abituato negli ultimi anni. La guidabilità dell’auto ricorda molto da vicino il ciclo di Criterion Games pur distaccandosi in alcuni elementi. Il controllo dell’auto varia molto a seconda delle impostazioni di maneggevolezza che avete scelto per l’auto. Ad esempio impostando al massimo la stabilità del proprio mezzo, questa tende a non sbandare e richiede di decelerare prima di entrare in curva. Lo stile opposto invece rende la propria auto meno stabile e perfetta quando si vuole affrontare le curve con aggressività utilizzando la derapata. Proprio in quest’ultimo caso Need for Speed ci ha ricordato da vicino capitoli come l’Hot Pursuit o il Most Wanted di Criterion. Il consiglio è di avere più auto nel proprio garage, ognuna con diverse impostazioni di maneggevolezza così da essere sempre pronti per ogni tipo di gara. Sui canyon ad esempio vi conviene utilizzare un auto più adatta per le derapate, mentre in autostrada conviene maggiormente un bolide stabile. Abbiamo quindi apprezzato molto il sistema di guida di Need for Speed in quanto capace di adattarsi ai gusti di ogni tipo di pubblico amante dei racing arcade.
Per quanto riguarda le tipologie di eventi affrontabili, in Need for Speed non troviamo grandi novità ma gare piuttosto classiche. Prove a tempo, gare sprint, gare di derapate e alcune variazioni sul tema come il treno di derapate in cui bisogna ottenere il punteggio più alto effettuando i drift insieme ad altre auto controllate dall’IA. A tal proposito segnaliamo un’intelligenza artificiale che purtroppo è ancora legata all’effetto elastico che è fin troppo evidente soprattutto nelle prime ore di gioco. Succede quindi che se siete al primo posto con un auto migliore di quella degli avversari non riuscirete mai ad acquisire un distacco notevole e a un certo punto i vostri rivali vi raggiungeranno e sorpasseranno senza che voi possiate fare qualcosa. Stesso discorso a parti inverse, trovatevi all’ultimo posto a metà gara e preparatevi a una rimonta che poteva sembrare una vera e propria missione impossibile. Fortuna che Ghost Games ha già dichiarato di essere al lavoro per migliorare questo aspetto con un aggiornamento in uscita a fine Novembre.
Per la polizia invece bisogna fare un discorso un po’ diverso. Il tutto è strettamente collegato alle apposite missioni da fuorilegge che il gioco vi propone. Potete evitarle completamente se non volete essere infastiditi in alcun modo dalle forze dell’ordine. In questo caso gli inseguimenti sono un evento piuttosto raro e basta un’accelerata per scappare e interrompere il tutto. Affrontando invece le apposite missioni la polizia è più presente in città risultando più aggressiva durante gli inseguimenti preparando posti di blocco e quant’altro per fermarvi. Purtroppo però l’intelligenza artificiale delle forze dell’ordine non si dimostra all’altezza della situazione e anche nelle fasi più avanzate non riesce a creare dei veri e propri grattacapi come nel Most Wanted datato 2005.
Need for Speed è un gioco always online, di conseguenza è richiesta una costante connessione a internet per sfrecciare in Ventura Bay. Ogni sessione di gioco può ospitare un massimo di otto giocatori che può decidere di farsi gli affari propri oppure andare alla ricerca di altre persone da sfidare. In quest’ultimo caso basta avvicinarsi all’auto di un altro giocatore, premere il dorsale destro e sfidarlo per una gara istantanea. Potete anche creare una crew con i vostri amici, gareggiare insieme a loro e partecipare ai loro eventi. Infine non manca l’Autolog che registra i vostri punteggi nella varie gare e li confronta con quelli dei vostri amici. Insomma niente di nuovo sotto questo punto di vista e a dirla tutta niente che giustifichi l’obbligatorietà della connessione a internet.

Pimp my Car

Il tuning delle auto. Questo è l’elemento più apprezzato dai fan dei vecchi Need for Speed e più richiesto in questi anni. La personalizzazione ritorna in questo reboot e lo fa in grande stile. Il roster delle auto presenta una buona varietà e passa da auto come la Honda Civic, Ford Focus, Nissan Skyline e Ford Mustang, ad auto di lusso come Lamborghini, Ferrari e Porsche. Ce n’è insomma per tutti i gusti. Ogni auto può essere personalizzata sia dal punto di vista estetico che prestazionale.
Giocando e partecipando gli eventi si ottengono punti esperienza e denaro utili per sbloccare e acquistare nuovi oggetti. La parte estetica comprende diversi pezzi di carrozzeria come paraurti, cofani, spoiler, minigonne e molto altro ancora. Potete acquistare singolarmente ogni pezzo oppure decidere di affidarvi ai kit che modificano interamente la carrozzeria della vostra vettura. È bene sottolineare che da questo punto ogni auto non sarà personalizzabile allo stesso modo. Ad esempio una Mitsubishi Lancer Evolution propone una personalizzazione ben più vasta di una Ferrari che si limita a proporre un semplice kit.
Ci sono poi le vernici e gli adesivi che invece non pongono nessun limite in base al modello di auto scelto. Per farla breve possiamo prendere una splendida Ferrari rosso fiammante e colorarla di rosa. Buona la varietà degli adesivi che passano da semplici strisce a figure un pochino più complesse. Questi possono essere colorati, ingranditi, ruotati e posizionati in ogni angolo del vostro mezzo. Insomma ci sentiamo di lodare la personalizzazione estetica di Need for Speed. Se proprio vogliamo andare a cercare il pelo nell’uovo segnaliamo l’assenza di una vera e propria tavolozza dei colori, la colorazione è infatti affidata a una serie di slide che modificano tonalità, lucentezza e così via. Altra piccola critica riguarda gli adesivi che non è possibile ‘specchiare’ sull’altro lato dell’auto anche se il team di sviluppo ha promesso di essere al lavoro per aggiungere questa piccola chicca con un futuro update.
Infine c’è la parte prestazionale che è piuttosto semplice da gestire con una ventina di pezzi modificabili che comprendono turbo, motore, freni, sospensioni e così via. Ognuno va a migliorare le statistiche della propria auto come velocità massima e accelerazione.

Ventura Bay

Il Frostbite Engine è ormai una costante dei videogiochi di Electronic Arts, e Need for Speed non poteva di certo mancare all’appello. Il motore creato da DICE si comporta molto bene nel racing arcade di Ghost Games con ottimi effetti d’illuminazione e particellari. Molto belli da vedere anche i riflessi sull’asfalto bagnato. Di ottimo livello i modelli poligonali delle automobili e la sensazione di velocità. Peccato solo per una città dalle dimensioni abbastanza ridotte e piuttosto anonima. Ventura Bay infatti non ci è rimasta nel cuore e risulta abbastanza vuota. Il traffico è molto limitato, da una parte può essere visto come un punto di forza visto che potrete gareggiare senza venire disturbati, ma dall’altra parte il tutto stride con il senso di gare clandestine. Un discorso simile lo possiamo fare anche con la scelta di ambientare il gioco solo di notte. Alla lunga l’ambientazione notturna può stancare e rovinare un po’ l’atmosfera ma qualcuno potrebbe dire: “avete mai visto gare clandestine ambientate di giorno?”
Di buon livello il doppiaggio in italiano anche se è presenta qualche problema di sincronia con il labiale. Ottimi gli effetti sonori mentre la colonna sonora ci ha stufato dopo poco tempo. Non vi nascondiamo infatti che a un certo punto abbiamo utilizzato Spotify su PS4 e ci siamo messi a sfrecciare a bordo della nostra auto con la nostra playlist musicale.

Commento finale

Need for Speed non è il capitolo definitivo della serie di Electronic Arts quanto piuttosto un ottimo punto di ripartenza per un franchise che negli ultimi anni ha avuto qualche momento di difficoltà. Need for Speed è un racing arcade divertente con uno stile di guida solido e un’ottima personalizzazione del proprio mezzo. Ciò che i fan hanno chiesto a gran voce è presente nel reboot di Ghost Games e siamo sicuri che non verranno delusi dal gioco. Non tutto è perfetto purtroppo, l’intelligenza artificiale è da rivedere, i poliziotti non rappresentano mai un vero e proprio fastidio e Ventura Bay è una delle città più anonime che abbiamo mai visto in un videogioco. Need for Speed insomma ha ampi margini di miglioramento e l’arrivo di DLC gratuiti in futuro e di correzioni con i prossimi aggiornamenti non possono far altro che renderlo un prodotto ancora migliore.

  • Storia piacevole da seguire

  • Modello di guida solido e divertente

  • Il ritorno del tuning

  • Graficamente è un bel vedere

  • IA da rivedere

  • Ventura Bay

  • Colonna sonora dimenticabile

  • Always online tutt’altro che necessario