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Recensione NBA 2K17

di: Luca Saati

La perfezione esiste? Questa domanda ce la poniamo ogni anno quando arriva il nuovo NBA 2K da recensire. Perché la serie di videogiochi dedicati al basket di 2K Games e Visual Concepts è quanto di più vicino alla perfezione in ambito videoludico. Dopo NBA 2K16 ci chiedevamo cosa potessero ancora fare i ragazzi di Visual Concepts per migliorare la loro creatura e la risposta a questa domanda è NBA 2K17. Gli sviluppatori non vogliono proprio adagiarsi sugli allori e anche quest’anno riescono a confezionare un prodotto di qualità assoluta.

https://www.youtube.com/watch?v=t89CaiUHZWc

“Everything you touch turns to gold”

Visual Concepts ha rifinito diversi aspetti del già ottimo gameplay di NBA 2K16 andando a migliorare i tiri, la fisica della palla e dei giocatori, e non solo. I tiri adesso richiedono ancora più tempismo per andare a segno e il sistema acquisisce ancora più profondità quando viene utilizzato il Pro Stick con la levetta destra. Il movimento con quest’ultima infatti influenzerà direttamente il tiro, ad esempio spingendo la levetta verso il basso effettuerete un tiro normale, con la leva verso l’alto un tiro di tabella, verso destra o sinistra invece cambia la mano con la quale andrete a concludere a canestro. Da sottolineare un cambiamento della barra del tiro che adesso va riempita tutta per un tiro perfetto invece di venire bloccata esattamente nel mezzo come nei precedenti episodi. Il gioco insomma mette a nostra disposizione ulteriori opzioni offensive per renderci in attacco ancora più imprevedibili.

Anche la difesa è stata rivista rendendo il sistema per rubare il pallone molto più preciso e meno casuale. Anche in questo caso c’è bisogno del giusto tempismo per togliere la palla agli avversari e tiene conto di diversi fattori come la velocità di palleggio e non solo. Lo stesso trattamento lo hanno ricevuto le stoppate.

La fisica della palla è stata migliorata e adesso rende la sfera più indipendente e meno legata alle animazioni dei cestisti. Cosa significa questo? Che adesso capita molto più spesso di osservare passaggi deviati a causa di un rimpallo sbagliato o perchè avete gettato la palla in un zona del campo troppo congestionata. Lo stesso succede anche quando correte velocemente incontro a un giocatore con il controllo della sfera che diventa più difficile rischiando addirittura di perderla perché rimbalza addosso all’avversario. Le animazioni poi risultano una gioia per gli occhi. Gli sviluppatori hanno inserito tantissime nuove animazioni per rendere il gioco ancora più realistico e vicino alla realtà.

Ultima parentesi dedicata all’intelligenza artificiale, vero e proprio fiore all’occhiello della serie. In attacco i propri compagni aggrediscono gli spazi e si posizionano per farsi trovare sempre pronti per ricevere un passaggio, in difesa invece leggono bene l’azione coprendo gli eventuali buchi. L’IA avversaria offre un buon livello di sfida anche al livello predefinito e si adatta in base al nostro stile di gioco chiedendoci di variare sempre la nostra manovra offensiva. Ad esempio durante una partita in MyCareer il nostro giocatore era particolarmente pericoloso e dopo poche azioni ha finito per ritrovarsi con una raddoppio di marcatura capac di limitare le sue azioni.

NBA 2K17 è un gioco profondo e complesso capace di dare grandissime soddisfazioni agli amanti del basket. I giocatori meno esperti potrebbero trovarsi in difficoltà sulle prime, fortunatamente gli sviluppatori hanno inserito un tutorial molto più completo e esaustivo rispetto a quanto visto in passato. Il gioco resta comunque poco intuitivo, ma il tutorial aiuta molto a imparare le manovre basilari. Per cogliere tutte le sfaccettature del sistema di gioco solo la pratica e tante ore di gioco possono aiutare.

Presidente dell’NBA

NBA 2K17 offre una pletora di contenuti di altissimo livello. Iniziamo da MyCareer che abbandona la storia lineare dello scorso anno ad opera di Spike Lee per abbracciare un approccio più leggero e ampio prendendosi più di una stagione per svilupparsi. Protagonista è ovviamente il nostro giocatore soprannominato Pres che dopo un anno di college entra nel mondo dell’NBA grazie al solito draft. Nella sua nuova squadra Pres fa la conoscenza di quello che ben presto diventerà il suo migliore amico, tale Justice Young interpretato dall’attore Michael B. Jordan (Fantastic Four, Creed). Oltre a Justice troveremo altri personaggi come il nostro agente, la ragazza e non solo che ogni tanto si faranno vedere per interagire con il protagonista. Da non sottovalutare in particolare il rapporto tra il protagonista e Justice visto che mmigliorando l’affinità tra i due vi viene concessa la possibilità di impartire ordini a Justice durante una partita.

Una volta creato l’aspetto estetico di Pres, possiamo scegliere quale ruolo rivestire sul campo con tanto di archetipi diversi per ogni posizione che determinano lo sviluppo delle statistiche del nostro giocatore. Facciamo un esempio pratico: noi abbiamo scelto come ruolo il Playmaker e potevamo scegliere se interpretare il ruolo in modo classico o come un cecchino abile nelle triple. Scegliere l’archetipo del Playmaker classico ci permette di sviluppare meglio la visione di gioco e l’abilità nei passaggi mentre quello del cecchino ci rende più abili nei tiri a canestro dalla media e lunga distanza a discapito però di altre caratteristiche. Il sistema si integra molto bene nell’economia di gioco e rende praticamente impossibile creare un giocatore forte in tutte le caratteristiche dando quindi alla scelta dell’archetipo una grandissima importanza visto che determina il nostro stile di gioco.

La struttura della carriera riprende quanto visto negli anni precedenti. Oltre a giocare le partite del campionato, durante le varie stagioni il nostro giocatore può partecipare agli allenamenti individuali e a quelli insieme alla squadra per migliorare la propria abilità, svolgere attività con gli amici che permettono di modificare il rapporto con la squadra, partecipare a eventi per conto degli sponsor. La gestione degli sponsor è stata rivista e adesso riflette maggiormente le nostre prestazioni sul campo. Partecipando agli eventi e giocando bene le partite possiamo migliorare il nostro contratto di sponsorizzazione ottenendo ulteriori incentivazioni che vanno anche oltre al semplice bonus di denaro. I soldi ovviamente potranno essere spesi per migliorare la statistiche di Pres e per acquistare nuovi oggetti estetici e animazioni.

MyCareer insomma resta anche quest’anno uno dei fiori all’occhiello di NBA 2K17 e da sola può valere il prezzo del gioco visto che è capace di tenere impegnati i giocatori per svariate ore di gioco. Ricordiamoci poi che strettamente collegato a MyCareer troviamo la modalità multiplayer MyPark che permette di giocare con il nostro cestista insieme ad altri utenti online.

Manager in erba

Altra modalità offline molto giocata è MyGM che permette di prendere il controllo totale di una franchigia dell’NBA. Le novità di quest’anno permettono sin da subito di apportare modifiche al numero di partecipanti del campionato di NBA introducendo un massimo di altri sei team portando il campionato a 36 squadre aggiungendo qualche formazione di Eurolega. Inutile dire che aggiungere una squadra porta dei cambiamenti nell’intera stagione come ad esempio il calendario o la percentuale di ottenere una prima scelta nella lottery. Nel caso dovreste decidere di non aggiungere altre squadre sin dall’inizio, le cose potrebbero cambiare in futuro. MyGM adesso è diventata infatti una modalità molto più dinamica visto che in qualunque momento la lega può apportare cambiamenti all’NBA modificando ad esempio il regolamento o il già citato numero di partecipanti. Nell’off-season quindi ci saranno delle riunioni con gli altri manager in cui far passare o meno le varie proposte. Visual Concepts ha inoltre rivisto le trattative di mercato che rispecchiano maggiormente quanto si vede nella realtà e la gestione del minutaggio dei giocatori. Quest’ultimo aspetto entra in gioco nel momento in cui decidiate di simulare qualche partita del campionato. Adesso potete decidere quali giocatori schierare e in quali minuti contro un dato avversario. Se ad esempio dovete affrontare una partita molto semplice sulla carta, potete decidere di far giocare più tempo le seconde linee così da far rifiatare i titolari in vista di impegni più importanti.

Troviamo poi anche la modalità MyTeam, l’ormai classica risposta di ogni gioco sportivo a quell’Ultimate Team che sta spopolando sui prodotti di EA Sports. Gli sviluppatori hanno lavorato molto sul bilanciamento di questa modalità aggiustando i valori dei giocatori cercando di rispecchiare quanto più possibile la realtà. In MyTeam è stato introdotto il sistema di coppia che permette di ricevere un importante miglioramento delle statistiche quando si schierano in campo dei compagni storici.

Sempre più reale

Graficamente NBA 2K17 lascia semplicemente senza parole. Animazioni e modellazioni poligonali hanno raggiunto vette di realismo inimmaginabili fino a qualche anno fa. Dove gli sviluppatori hanno dedicato maggiormente le loro attenzioni è nella realizzazione delle arene e nell’atmosfera. Ogni palazzetto è stato riprodotto con grandissima fedeltà in ogni elemento, dall’illuminazione al più impercettibile suono. Il pubblico sugli spalti è sempre uno spettacolo da vedere, passare in vantaggio con una tripla a pochi secondi dalla fine trasforma il palazzetto in una bolgia. L’atmosfera di ogni partita è resa ancora più incredibile grazie ad alcune migliorie nella regia televisiva e alla presenza di una telecronaca dinamica. Per l’occasione infatti troviamo ben 11 broadcaster che cambia a seconda della partita per offrire un’esperienza unica a ogni match. Unico difetto del comparto tecnico? I caricamenti leggermente più lunghi rispetto alla media e a tratti eccessivi, specie nella modalità MyCareer.

Commento finale

NBA 2K17 è il videogioco sportivo per eccellenza, l’esempio perfetto di come una simulazione va realizzata. Gli amanti del basket non potranno che amare anche questa nuova edizione della serie di 2K Sports e Visual Concepts che propone un gameplay ancora più profondo, modalità molto curate pensate sia per gli amanti del singleplayer che per gli amanti del multiplayer, e un comparto tecnico e sonoro di primissimo ordine. Anche quest’anno lo scettro di miglior sportivo dell’anno resta nelle mani della serie NBA 2K.