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Recensione Narita Boy

di: Marco Licandro

Da molti anni ormai siamo scesi a patti con il fattore nostalgia, visto che tutto, dal cinema alla musica, sembra ricordarci che una volta si stava meglio. Abbiamo visto reboot di classici, pezzi nuovi con samples usciti come minimo 20 anni fa, e anche nei giochi le iniziative remastered continuano a fare il boom per il fatto che ciò che è vecchio non debba essere meno bello, spingendoci a volerne ancora e ancora. Studio Koba deve avere un team che il fattore nostalgia non poteva proprio scollarselo di dosso, perché sono riusciti a sfornare un action in pixel art che è riuscito ad emozionare ogni singola cellula rimasta bambina del mio io, grazie al suo stile grafico e le sue musiche in synthwave. Parliamo di Narita Boy (impossibile non sentire la voce del titolo gridarlo), sviluppato 100% nella bella Barcellona, e distribuito dal celebre Team 17. Avete dubbi sulla validità del gioco? Ve li togliamo subito.

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Saving the world, Narita Boy

Ci troviamo negli anni ’80, quando Il Creatore realizza una console per giochi rivoluzionaria chiamata Narita One, ed è subito un successo grazie al titolo di punta Narita Boy. Tuttavia, immerso dentro il codice sorgente, qualcosa si muove e prende coscienza, attuando un piano diabolico contro lo stesso sviluppatore attaccandolo nel mondo reale e rubandogli la memoria. Impossibilitato quindi dall’editare il codice, l’essere senziente prende controllo del mondo digitale ed inizia a spargere il suo odio e causare morte e distruzione. Nel frattempo, la Scheda Madre attiva il protocollo di emergenza Narita Boy. Il Regno Digitale ha bisogno di un eroe.

Inizia in grande quindi questa avventura, ma non la nostra, quanto quella di un bambino reale che verrà reso pixels e trasportato nel mondo digitale (qualcuno ha detto Tron?). Ci sentiremo immediatamente in un mondo completamente diverso e nonostante questo in qualche modo rassicurante. Lo stile grafico in pixel art è assolutamente evocativo ed originale, creando paesaggi tra il reale ed il digitale, con riferimenti agli anni 80 ed al Giappone, ma al contempo sfoggiando ambientazioni futuristiche ed originali al titolo, creando questo miscuglio eccezionale tra vecchio e nuovo, tra originale ma già visto, duplice anche nelle sensazioni del gameplay risultando facile ma complesso. Narita Boy si ispira sicuramente alle avventure come Castlevania, Another World, e fa omaggio a storie come Ready Player One, He-Man, ma il gioco riesce sicuramente a stare in piedi con le sue sole forze per via di uno stile unico che non sorprenderebbe nessuno se un giorno venisse visto anch’esso come un classico.

Hack´n´Slash

Anziché un tutorial, verremo immediatamente immersi nella storia, con NPCs che con calma ci spiegheranno cosa sta succedendo e ci daranno indicazioni sul da farsi. L’interazione con i vari elementi di gioco verrà suggerita al momento di effettuarla, spesso con grandi parole a schermo che faranno parte della visuale e dell’esperienza del titolo.

Quando finalmente otterremo la nostra arma, la Technosword, le cose inizieranno a farsi più divertenti. Il nostro personaggio avrà un arsenale di attacchi normali, speciali, tecniche di movimento e molto altro, ma anziché farci utilizzare tutto e subito, o creare un tedioso albero delle abilità, il team ha scelto invece una tecnica più efficace che è quella dell’esperienza. Man mano che giocheremo, infatti, incontreremo nuovi nemici, opportunamente presentati la prima volta che faranno la loro apparizione, ed ognuno di essi potrà essere sconfitto dalle nostre attuali abilità. Man mano che prenderemo confidenza con il titolo ed inizieremo a ripristinare i ricordi del Creatore, impareremo anche nuove abilità, le quali saranno assolutamente critiche per sconfiggere i nemici da quel punto in poi o anche solo per continuare l’esplorazione, visto che il level design si adatta alle abilità che abbiamo sbloccato recentemente. Questo permette una crescita del personaggio costante ma non solo, anche la stessa esplorazione diventa più complessa. Lo stesso paesaggio diventerà un ostacolo da superare, creando quindi una sensazione di difficoltà crescente adattandosi alle abilità del giocatore e regalandogli qualcosa di nuovo ad ogni passo. È infatti impossibile annoiarsi giocando Narita Boy, proprio perché più andremo avanti e più scopriremo qualcosa di nuovo, con le sue regole, con il suo gameplay, spronandoci costantemente ad andare oltre, a risolvere questo enigma, a porre fine alla nostra missione.

Non sarà facile padroneggiare la Technosword e creare nuove strategie a seconda del nemico, in particolare sapendo di dover entrare in tutte e tre le Case del Trichroma, ognuna con le sue ambientazioni completamente differenti e soprattutto le loro boss fights. Esatto, non vi saranno solo nemici deboli e forti, ma avremo anche alcuni veri e propri Boss, particolarmente resistenti e particolarmente ostici dall’essere fatti fuori. Ma non disperate, perché nonostante la schermata “Rest in Peace” apparirà sempre più di frequente, questa non sarà un Game Over classico. Il team ha infatti preferito darci l’opportunità di provare e riprovare con la nostra barra della salute al massimo subito dopo aver fallito, puntando sul gameplay vero e proprio, quello che ci fa studiare i nemici per creare una strategia d’attacco, anziché farci concentrare sulle vite rimanenti avendo paura di ogni colpo ricevuto. Questa è una parte assolutamente a favore di Narita Boy, visto che i nemici avranno ognuno la loro caratteristica e saranno suscettibili a diversi tipi di attacco. In particolare, una volta che apprenderemo le abilità del Trichroma, attivabili caricando una barra che si riempie durante le battaglie, queste renderanno i nostri attacchi molto più forti ma allo stesso tempo amplieranno anche il danno ricevuto, duplici quindi nel loro effetto e ricordandoci come il titolo vada giocato con destrezza e strategia, e non semplicemente pigiando tasti a caso.

Una dimensione Neo-Retro

Narita Boy non è solo battaglie e ambientazione. Il mondo di gioco, futuristico e retro allo stesso tempo, è anche ricco di storia, lore, personaggi digitali talmente caratterizzati da sembrare vivi, e molto altro. In svariate zone di gioco non vi saranno nemici da far fuori, ma dovremo invece concentrarci su persone, storie, enigmi. Spesso ad esempio dovremo introdurre alcuni patterns per poterci trasportare in un altro luogo, i quali verranno rivelati tramite esplorazione, non essendo mai particolarmente evidenti, spingendoci a tenere un occhio attento all’ambiente che ci circonda. Altra sezione particolarmente evocativa e particolareggiata del titolo sarà quella relativa ai ricordi del Creatore.

Man mano che li sbloccheremo, ripercorreremo le tappe più importanti della sua vita, gli eventi, ma soprattutto la sofferenza che lo hanno reso la persona che è oggi. Nella nostra missione per aiutarlo a ricordare e sconfiggere il male, impareremo molto anche su questo personaggio affascinante che ha creato il mondo in cui ci troviamo. Le musiche sono anch’esse intense e adatte a rappresentare lo spirito di gioco. Passeremo da momenti techno o dallo stile retro-wave, a momenti molto più ambientali, rilassanti, con synth sempre ricercati così da creare il mood perfetto di gioco. L’animazione 2D del titolo è anche parte integrante dell’esperienza, e gli sviluppatori ci tengono a sottolineare di come tutto sia stato creato a mano, disegnato e pitturato pixel per pixel, senza l’utilizzo di particelle, a significare che ogni movimento, ogni animazione, ogni effetto visivo sono stati manualmente creati frame per frame per un totale di migliaia di assets e più di 300 diverse ambientazioni. Il lavoro effettuato è semplicemente enorme, e una volta giocato il titolo non possiamo che confermare che ne sia assolutamente valsa la pena.

Conclusione

Molti giochi tentano la combinazione pixel art + nostalgia per far effetto sui futuri acquirenti, ma pochi di essi acquistano una identità talmente unica e personale da diventare dei nuovi classici. Perché sí, Narita Boy è un nuovo classico, in quanto il duro lavoro sul titolo è tale da garantire un gameplay avvincente e sempre nuovo, lasciando tempo e spazio al giocatore per respirare e scoprire di più sulla estesa lore di un gioco, e questo merita sicuramente riconoscimento. Se siete sensibili allo stile anni 80 con un tocco retro-futuristico e avete voglia di un titolo assolutamente non banale e sviluppato in Europa che vi permetterà di dare sfoggio alle vostre abilità, non potete dunque lasciarvi sfuggire Narita Boy, disponibile dal 30 Marzo 2021 su PS4, Xbox ONE, e Nintendo Switch. Non avete scuse.