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Recensione Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin

di: Luca Saati

Dopo aver messo mano al remastered del primo Monster Hunter Stories, ora è arrivato il turno del suo sequel, Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin. Il gioco, uscito originariamente nel 2021 su Nintendo Switch, è arrivato su Playstation insieme al primo capitolo. Un ottimo modo per i fan di ingannare l’attesa per il più importante Monster Hunter Wilds in arrivo a fine anno.

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Dov’è Rathalos?

Nonostante sia un sequel diretto del primo capitolo, Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin può essere giocato senza dover per forza passare per il suo predecessore poiché condivide con lui solo alcuni elementi narrativi e personaggi. Il giocatore veste i panni di un Rider alle prime armi che, insieme ai suoi Monstie, si imbarca in una missione per svelare i misteri delle strane luci nel cielo e delle sparizioni di Rathalos.

Come il suo predecessore, anche questo Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin pone maggiore enfasi sulla storia, pur non risultando chissà quale racconto imperdibile. Il racconto riesce a intrattenere nelle sue 40 ore circa per arrivare ai titoli di coda tenendo alto l’interesse del giocatore con alcuni momenti emozionanti, nonostante sia tutto sommato semplice e un po’ banalotta. La scrittura e le interpretazioni dei doppiatori sono solide, anche se a volte può sembrare approssimativa.

Questo porting per PS4 (che ho giocato tramite retrocompatibilità su PS5) si presenta in una forma migliore del suo predecessore sulla stessa piattaforma. Sicuramente aiuta il fatto che Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin sia uscito nel 2021 (il precedente risaleva al 2015) e su una piattaforma decisamente più performante come Nintendo Switch. Ed effettivamente questa versione PS4 è praticamente indistinguibile dalla controparte uscita tre anni fa sulla console di Nintendo. Lo stile grafico in cel-shading con la sua palette ci colori brillanti aiuta il comparto visivo del gioco a non sentire il peso di questi tre anni risultando fresca e moderna con una bella caratterizzazione dei mostri e dei personaggi.

Il gameplay in stile Pokémon del primo capitolo permane con il protagonista che combatte al fianco dei suoi Monstie con combattimenti a turni alla cui base vi è sempre il sistema carta-forbice-sasso. A ogni turno, il giocatore può scegliere se utilizzare un attacco di potenza, un attacco di velocità o un attacco tecnico. Ogni tipo di attacco ha un punto di forza e un punto di debolezza. Durante le battaglie, spesso ci si ritrova ad affrontare un testa a testa contro un nemico, quando i due si bersagliano a vicenda, e a quel punto il sistema determina chi esce vittorioso dal duello in base al tipo di attacco: potenza batte tecnica, velocità batte potenza e infine tecnica batte velocità.

Il combat system qui viene arricchito di altre novità per rendere le battaglie sempre interessanti e mai banali. I mostri possono entrare in stati diversi e cambiare i loro attacchi, mentre i mostri più grandi hanno parti che si possono staccare per ottenere vantaggi in battaglia. Non mancano ovviamente gli attacchi combinati con i Monsties una volta che si è riempito l’apposito indicatore, e poi ci sono una moltidudine di armi, ognuna delle quali infligge diversi tipi di danni. Insomma per i fan dei JRPG c’è un po’ di tutto rendendo il combat system sempre divertente e mai banale.

Al di fuori delle battaglie, il resto del tempo in Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin lo si passa all’esplorazione delle mappe di discrete dimensioni. Nonostante un design solido e accattivante, l’esplorazione presenta alcune limitazioni causate da delle animazioni non così fluide e precise. Inoltre, l’esplorazione diventa facilmente ripetitiva a causa di una struttura dei dungeon dove sono presenti le uova per sbloccare nuovi Monstie che tendono ad assomigliarsi un po’ troppo. Un problema, questo, che colpiva anche il precedente capitolo.

Altro problema ereditato dal primo capitolo sono le missioni secondarie troppo semplici e banali, spesso consistono nella raccolta di oggetti o nello sconfiggere un certo tipo di mostro un numero predeterminato di volte. Queste missioni rappresentano riempitivo inutile piuttosto che un qualcosa in grado di arricchire l’esperienza di gioco oltre alla longeva campagna principale.

Neverending stories

Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin è un JRPG solido e divertente, una valida alternativa ai capitoli classici della serie. La grafica, merito di un comparto artistico vivace e colorato, non accusa particolarmente questi tre anni e risulta ancora oggi molto piacevole. Il gioco migliora la formula del suo predecessore ereditando però alcuni limiti nelle missioni secondarie e nell’esplorazione.