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Recensione Metal Hellsinger VR

di: Simone Cantini

L’heavy metal, ovvero la musica del demonio, capace di traviare l’anima degli ascoltatori per avvicinarli al maligno, senza possa esserci alcuna via di scampo. Note maledette, evocate dalle viscere dell’inferno, subdole ghermitrici di giovani innocenti. Che belli questi luoghi comuni, figli di paraocchi artistici ben radicati che, almeno nel caso di Metal Hellsinger VR finiscono per trovare un pizzico di verità, dati gli elementi che caratterizzano la produzione targata The Outsiders.

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Highway to hell

Sì, Metal Hellsinger VR presenta una campagna, anzi, a dirla tutta rappresenta la principale (per non dire unica) modalità di gioco, ma questo non si porta certo in dote una sceneggiatura memorabile. Tutto ruoterà attorno al desiderio di vendetta dell’Ignota, una demone a cui è stata sottratta la voce, il cui fine ultimo sarà quello di sconfiggere la Giudice, sovrana degli inferi pronta a trascinare l’umanità nell’abisso del dolore eterno.

Nulla che non si sia già visto e giocato nell’apprezzata versione flat uscita su console un po’ di tempo fa, che torna in tutta la sua brutale e martellante ferocia in questa riedizione per headset virtuali. Di solito il passaggio dallo schermo ai visori, soprattutto per produzioni non nate in origine per sposare la VR, non risulta mai indolore, al punto che il prodotto finale finisce per risultare alquanto posticcio e poco ispirato. Ecco, non è questo il caso di Metal Hellsinger VR, che almeno per chi scrive non ha avvertito minimamente questa pressione. Anzi, il gioco firmato The Outsiders sembra quasi aver beneficiato in maniera impressionante dell’implementazione della realtà virtuale, che è riuscita a conferire un gradito boost immersivo (e galvanizzante) al mix di meccaniche proposte. Non avevo particolarmente apprezzato l’installazione originale, ma ho finito per rimanere letteralmente incollato a questa nuova release, capace di far avvertire a dovere tutta la potenza scaturita dalla fusione tra heavy metal e meccaniche FPS.

BPM: Budella Per Minuto

Il core gameplay di Metal Hellsinger VR non è cambiato di una virgola, e presenterà un classico FPS fortemente ispirato a Doom, la cui peculiarità sarà però costituita dal dover colpire gli avversari seguendo il tempo della pesantissima soundtrack che lo accompagna. Ciò che emerge è un brutale ed adrenalinico shooter, in cui le martellanti note di brani che vedono ospiti artisti del calibro di Serj Tankian (System of a Down), Randy Blythe (Lamb of God) o Alissa White-Gluz (Arch Enemey) scandiranno ogni nostra azione. Colpire a tempo i nemici, sia con le varie armi da fuoco ottenibili, che con la nostra fidata spada, farà progressivamente salire il moltiplicatore del punteggio, con il conseguente ampliamento della traccia sonora che caratterizza ciascuno stage: passeremo dalla ritmica iniziale a passaggi strumentalmente più complessi, fino a sentir salire in cattedra le voci dei vari performer, quando la mattanza raggiungerà il proprio apice.

Si tratta di una sinestesia ludica a cui viene davvero difficile rendere giustizia a parole, e che esce ulteriormente corroborata dalle immersive gesture che caratterizzano la versione VR: muoversi a tempo, sparare e gestire la ricarica (ora legata a peculiari movimenti della mano), risultano estremamente più intuitivi ed efficaci con in testa il nostro visore, al punto che ci troveremo in più di un’occasione a fare headbanging mentre sbudelliamo l’ennesima aberrazione infernale. Davvero impagabile. Tolto questo grandissimo update, l’esperienza è rimasta la stessa, con la campagna principale che non porterà via più di 4-5 ore per essere completata, a cui si aggiungono sfide opzionali e classifiche online a rimpolpare il tutto.

Sul fronte tecnico il porting si attesta su buoni livelli, grazie ad un frame rate granitico ed una presentazione tutto sommato gradevole, anche se non esente da difetti. Questi sono circoscritti ad un marcato aliasing di modelli e geometrie varie, a cui si accompagnano alcuni piccoli problemi di visualizzazione dello sfondo che, soprattutto all’inizio, tende a scomparire se ruotiamo rapidamente la camera. Niente di grave, sia chiaro, visto che durante gli scontri gli presterete davvero pochissima attenzione.

Passare dalla visualizzazione classica a quella VR non riesce sempre a tutte le produzioni, che spesso finiscono per risultare come grottesche e poco ispirate caricature dell’identità originale. Non è però il caso di Metal Hellsinger VR che, anzi, è uscito ampiamente migliorato da questa sua incursione nel mondo della realtà virtuale. Squartare demoni al ritmo di violentissime tracce heavy metal ha un fascino davvero particolare quando siamo chiamati a farlo, letteralmente, in primissima persona. Ovvio, se non vi piace il genere musicale che lo accompagna, difficilmente amerete la produzione The Outsiders anche in questa sua nuova veste. In caso contrario l’acquisto è assai consigliato.