Recensione Mario + Rabbids: Sparks of Hope
di: Simone CantiniSe è vero che squadra vincente non si cambia, soprattutto quando si parla di videogiochi, un mondo sempre più all’insegna del riciclo esasperato e sfrenato di meccaniche seriali, basterebbe dare una semplice occhiata alle rinnovate meccaniche che caratterizzano Mario + Rabbids: Sparks of Hope per essere pienamente soddisfatti e chiudere qua la questione. Certo, si potrebbe obiettare che non sempre cambiare faccia bene, come l’azzardo di andare oltre il conosciuto possa tramutarsi in un fallimento colossale, ma almeno nel caso della produzione firmata Ubisoft Milano, il rischio sembra essere scongiurato. Anche perché rovinare quanto fatto di buono da quel bizzarro crossover che era Kingdom Battle era davvero difficile, soprattutto se al timone dell’intera operazione troviamo un appassionato come Davide Soliani.
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L’universo sarà mio! Sai che novità…
Poco importa che si parli di Mario o Rabbids, quando si è protagonisti di un videogame è praticamente impossibile che le nostre vite possano scorrere liete e felici, prive di intoppi. E sebbene questa volta non ci sia una principessa da trovare nell’iconico altro castello, non mancherà certo una nuova minaccia a scombussolare le vite del nostro bislacco gruppo di eroi. Stavolta, a movimentare il tutto, ci ha pensato la perfida Cursa, che per mezzo della misteriosa energia nota come Oscutiferio, desidera ovviamente conquistare l’universo. Ecco, quindi, che Rabbids ed abitanti del Regno dei Funghi non potranno fare altro che salire a bordo della LS ARC, la loro bizzarra astronave, naturalmente accompagnati da Beep-0 e JEANIE, le due IA viste nel precedente episodio. Un viaggio lungo e complesso, che li porterà ad attraversare 5 (+1) distinti mondi, nel tentativo di sventare la minaccia di Cursa, sbarazzarsi dell’Oscutiferio e mettere in salvo tutti gli Sparks, creaturine che altro non sono che un incrocio tra un Rabbid ed uno Sfavillotto.
Aprirsi al mondo
Ripercorrere la felice intuizione che aveva portato alla genesi di Kingdom Battle, un successo mondiale in grado di portarsi a casa oltre 10 milioni di copie vendute, avrebbe potuto essere quanto mai semplice e scontato. Davide Soliani ed il suo team, però, hanno deciso di regalare ai giocatori una serie di meccaniche completamente riviste, pur non tradendo la natura ruolistico/tattica della produzione originale. Il primo elemento di rottura con il passato è rappresentato dal world building generale, con i vari pianeti che adesso propongono una struttura aperta, in cui non mancheranno, oltre alle immancabili battaglie della storia, tutta una serie di compiti accessori, siano essi NPC, missioni secondari, enigmi e tanto altro, utili anche ad incentivare un pizzico di backtracking, non appena avremo ampliato le capacità di Beep-0 e soci. Sicuramente più piacevole e meno rigida, questa scelta si sposa alla perfezione con il cast di personaggi made in Nintendo che impreziosiscono il lavoro di Ubisoft Milano, che mai come in questo caso sembra trovarsi a proprio agio nel maneggiare una IP così codificata ed importante. Le modifiche apportate, però, vanno anche ad impattare sul fulcro dell’esperienza, ovvero i combattimenti, che pur rimanendo ancorati alla scansione a turni, hanno finito per abbandonare il movimento a caselle, per abbracciare una progressione in tempo reale: una volta in gioco, difatti, ciascun personaggio (dei 3 controllabili in battaglia) potrà muoversi liberamente all’interno del proprio raggio d’azione. Questo permetterà di compiere varie azioni multiple, come scivolate e salti team, prima di concludere il tutto con la mossa principale del turno, sia essa un attacco o un’abilità di supporto. È proprio all’interno di queste due categorie che va ad impattare l’ennesima introduzione attuata da Mario + Rabbids: Sparks of Hope, ovvero le creaturine presenti nel sottotitolo del gioco. Queste potranno essere rinvenute nel corso dell’avventura, sia progredendo nella campagna principale che portando a termine gli incarichi opzionali, e ciascun membro del party ne potrà equipaggiare sino a 2 alla volta. L’effetto ottenuto sarà quello di accedere ad abilità attive e passive, in grado di andare oltre i semplici attacchi elementali, e di ampliare così le opzioni tattiche in battaglia. In tutto, nel gioco, sarà possibile rinvenire 30 Sparks, quindi capite subito come le possibilità offerte siano davvero molteplici. A queste si va ad affiancare lo skill tree, suddiviso in quattro rami, che ciascun personaggio giocabile possiede, e che ci permetterà poco alla volta di upgradarne le caratteristiche. Insomma, tra continuità ed innovazione, le idee messe sul piatto da Ubisoft Milano si sono dimostrate in grado di rinfrescare, senza snaturala, la natura di questo improbabile crossover.
L’importanza della voce
Se avete avuto modo di vedere qualche immagine o video in rete, sicuramente non vi sarà sfuggita la cura con cui il team nostrano ha caratterizzato l’estetica di Mario + Rabbids: Sparks of Hope che, pur al netto di qualche fisiologico tentennamento del frame rate e di qualche episodio di pop-up, è decisamente molto bella da vedere in movimento. Se sarebbe quanto mai superfluo e ridondante soffermarsi sulla bontà della caratterizzazione dei vari personaggi, qualche parola è giusto spenderla in merito ai mondi di gioco che saremo chiamati ad attraversare, ognuno dotato di una propria peculiare identità, oltre che di una mole di dettagli davvero convincente. Un ulteriore segnale di come Soliani ed i suoi ragazzi amino e rispettino davvero il materiale di partenza ed il videogaming in generale. Vale, inoltre, la pena tributare il giusto plauso alla oltre mezzora di cinematiche, di pregevole fattura, che accompagnano l’intera progressione. Ottimo anche il comparto audio, su cui svetta la presenza del doppiaggio nella nostra lingua, oltre ad una manciata di brani davvero ben orchestrati.
Squadra che vince non si cambia, dicevo in apertura, ma se i risultati delle modifiche sono quelli apprezzati in Mario + Rabbids: Sparks of Hope, allora si può anche andare tranquillamente oltre questo vecchio adagio. Sebbene assai riconoscibile nella sua ossatura principale, la nuova incursione dei Rabbids nel mondo Nintendo si è dimostrata capace di modernizzare ulteriormente le meccaniche apprezzate in Kingdom Battle, ampliandone le potenzialità tattiche e la libertà di movimento ed approccio agli stage. Divertente e ben confezionato, il nuovo lavoro firmato Ubisoft Milano saprà sicuramente fare la felicità di chi ha apprezzato il precedente lavoro del team, così come riuscirà a convincere tutti coloro che ancora non si sono lasciati sedurre da uno dei crossover più bizzarri ed inaspettati del panorama videoludico.